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Fase 2: se la curva epidemiologica lo permetterà, possibili riaperture prima del previsto
On line il monitoraggio delle ordinanze regionali e dei provvedimenti del Governo
(Regioni.it 3835 - 06/05/2020) Le attività ancora chiuse a causa dell'emergenza coronavirus potrebbero riaprire anche prima della data imposta dal governo se i dati della curva epidemiologica di questi giorni saranno confermati. In caso contrario potrebbero dover chiudere anche le attività riaperte il 4 maggio. Per questo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha invitato a ""non abbassare la guardia".
"C'è più fiducia e più serenità rispetto alla situazione di qualche settimana fa - ha detto Bonaccini nel corso di un collegamento streaming della Regione, assieme al commissario per l'emergenza, Sergio Venturi -. Questa terra si è sempre rialzata, dal dopoguerra ai nostri giorni. Ci rialzeremo tutti insieme anche questa volta. Ricostruiremo tutto" anche se "di irrecuperabile rimarranno le tante e troppe vittime". I dati di queste ore "ci danno fiducia e dimostrano come lo straordinario lavoro di decine di migliaia di professionisti nella sanità" sia servito per fermare il contagio del Covid-19."Si sta tornando progressivamente alla vita di prima, ma non dobbiamo abbassare la guardia - ribadisce Bonaccini - se vogliamo che altre persone possano tornare al lavoro.
Negozi, ristoranti, bar, parrucchieri e altre attività sono ancora chiusi; potranno riaprire a mio avviso addirittura prima della road map individuata dal governo, ma questo solo se i numeri oggi molto più confortanti di qualche settimana fa" saranno confermati. Ma se quella curva epidemiologica - precisa il Presidente dell'Emilia-Romagna - dovesse rimbalzare in maniera clamorosa o drammatica, ci troveremmo non solo a non vedere riaperte quelle attività che non sono state riaperte, m addirittura a chiudere quelle che sono già state aperte".
Sulla stessa linea il Presidente del Veneto, Luca Zaia. Il 4 maggio "in Veneto abbiamo avuto un 61% in più di traffico sulle strade rispetto al periodo clou di lockdown, quindi siamo in una condizione di 'quasi normalità'. Purtroppo dico 'quasi' perché ci sono ancora categorie che soffrono. Dal 10 aprile i dati sono in continuo calo, sappiamo che bisogna mantenere sempre la guardia alta, ma è pur vero che ci sono categorie come quelle degli acconciatori, estetisti servizi alla persone, il mondo del commercio, i negozianti che sono ancora chiusi. La Regione non può decidere sull'apertura, però stiamo lavorando con il governo affinché la data
limite del 18 maggio sia anticipata", ha annunciato il presidente del Veneto.
"E questa discrezionalità - aggiunge Zaia - potrebbe anche essere l'occasione di dare le competenze in maniera differenziata, cosicché le Regioni possano decidere sui loro territori: se è pur vero che come presidenti di regione siamo i responsabili della salute dei cittadini è altrettanto vero che si possa presumere che il presidente di regione con un'ordinanza possa decidere o meno", ha sottolineato.
Gli abruzzesi al tempo del coronavirus? Resilienti e costruttivi, abituati a cadere e a ripartire: “Fiero e orgoglioso di loro” sottolinea il Presidente della Regione, Marco Marsilio. Sulla ripartenza dice: “Abbiamo chiesto al Governo di cambiare prospettiva e di non fare prematuramente un calendario delle riaperture che non ha una base oggettiva; intanto perché i territori non sono tutti uguali, così come è diverso il grado di rischio del contagio. D’altra parte è difficile convincersi che sia più pericoloso andare dal barbiere su appuntamento, con tutte le precauzioni e con le sanificazioni del caso, piuttosto che prendere l’autobus e andare in fabbrica o in ufficio, per quanto ci siano protocolli rigidissimi”. In sostanza, chi “rispetta la sicurezza e riesce a garantirla per sé e per gli altri, e si adegua agli standard imposti, può riaprire, che sia bar o parrucchiere o altro. A meno che, uno Stato che tiene fermi interi comparti si dimostri in grado di distribuire subito i dovuti ristori per i danni economici”. In linea, ma con accenti ancra più preoccupati, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. "Se continuiamo a tenere abbassate delle serrande dei negozi, vuol dire che non ci sarà più futuro, non è che aspetteranno il prossimo Dpcm, non avranno più la forza di riaprire". Il Prrsidente del friuli Venezia Giualia intervenendo alla trasmissione registrata "Fuori dal Coro", sostiene che "la deadline per l'economia sia l'11 maggio per il commercio e il 18 maggio per tutto il resto", se "si va avanti, non ci sarà qualcuno che rimarrà a casa e chiuderà le attività produttive ma semplicemente riapriranno senza regole". Fedriga ha ribadito di fidarsi di "cittadini e imprese, penso siano i primi a voler tenere sotto controllo il virus".
Prudente l'approccio del Presidente della Campania, Vincenzo De Luca: "Grande apertura e vicinanza a tutti, ma facendo in modo che, le cose che se riapriamo, non dobbiamo richiuderle tra due settimane". In un intervento video su Facebook sottolinea che "questa è la linea che abbiamo seguito e che sta portando risultati davvero importanti per tutta la comunità campana, guardiamo con fiducia alle settimane che abbiamo davanti, spiegando che "siamo entrati in una fase che potremmo definire 'la Campania verso la normalità". Nei prossimi giorni ci sarà una serie di incontri ""di approfondimento"" con le categorie ""in maniera tale da poter dare indicazioni di merito anche al Governo" e "Cercheremo di muoverci sulla linea che si è data la Campania: non perdere un minuto di tempo per agevolare la ripresa e l'economia, dare contributi a decine di migliaia di persone, facendo tutto questo un passo alla volta e in maniera ordinata con l'obiettivo - conclude De Luca - di favorire l'economia, ma facendo in modo di non dover chiudere fra due settimane".
"Siamo la comunità che ha rispettato di più le regole e che, più delle altre, ha contenuto la diffusione del contagio da Coronavirus. Adesso con la stessa determinazione dobbiamo affrontare la fase 2". A scriverlo sulla sua pagina facebook è il presidente della Regione Molise, Donato Toma, il quale aggiunge che "la ripartenza deve essere tutta giocata all’insegna della responsabilità individuale e collettiva". Toma ricorda anche le ultime ordinanze di proroga che ha firmato a seguito delle quali, fino al 17 maggio, «consentiamo ai proprietari di terreni agricoli di proseguire con gli spostamenti, anche al di fuori del proprio comune di residenza, per lo svolgimento di attività agricole destinate all’autoconsumo familiare, non più di una volta al giorno e per un numero limitato di due persone.. Spostamento consentito – continua – anche per le attività di caccia e pesca, compreso l’addestramento dei cani, nella fascia oraria compresa fra le 6.00 e le 20.00 e per gli interventi di manutenzione, sistemazione, pulizia, installazioni e allestimenti delle spiagge da parte degli operatori del settore. Ma ora è fondamentale – sottolinea il presidente del Molise– essere estremamente vigili sui rientri e invito le famiglie molisane, che so essere collaborative e diligenti, a farsi portavoce presso i loro congiunti, rientrati da altre regioni, affinché si segnalino alle autorità sanitarie". Ma anche secondo Toma "Se il trend positivo continuerà ad essere tale anche nei prossimi giorni – conclude il governatore – non escludo un ulteriore allargamento delle maglie, sentito, ovviamente, il parere delle autorità sanitarie e del Comitato scientifico".
Anche il Presidente dell'Anci, Antonio De Caro, protagonista nei giorni scorsi di alcune esternazioni polemiche nei confronti delle istituzioni regionali, in un'intervista alla Repubblica dichiara che "È possibile che le regioni, nel solco del decreto nazionale, decidano, in accordo con i sindaci, riaperture diverse: per esempio il cimitero, le attività all'aperto. Serve però un metodo e in queste ore mi pare si stia trovando una quadra. Esiste un algoritmo per prevendere il rischio contagio. Ecco, stabiliamo un indicatore e diamo la possibilità ai governatori di allentare le maglie se si è al di sotto".
Prudente la linea del Piemonte dove i contagi "arrivano dalla Lombardia e questo ha inciso a livello geografico, tant'è vero che le province più colpite sono proprio quelle più vicine al Piemonte e a livello temporale, nel senso che rispetto alla Lombardia abbiamo qualche giorno di ritardo", spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ai microfoni della trasmissione 'Mi manda Rai Tre'. Proprio alla luce della situazione dei contagi, il Piemonte ha scelto "di ripartire, ma con maggiore prudenza, cautela e attenzione". Ecco perché rispetto ad altri territori "sono state adottate misure diversificate, come ad esempio quella di ritardare la partenza dei take away a Torino o mantenere un maggiore rigore sui mercati". La Regione ha inoltre attivato "un monitoraggio territoriale sanitario e uno istituzionale, con prefetti, presidenti di provincia e sindaci, per dire appunto sì alla ripartenza, ma con prudenza".
Dossier su Emergenza Coronavirus: provvedimenti Governo, Decreti legge, Ordinanze regionali e Protezione civile
[Repubblica.it] Fase 2, Decaro: "Noi sindaci chiediamo regole su basi scientifiche. Basta aperture in ordine sparso da parte delle Regioni"
( red / 06.05.20 )
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