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Fase 2: il dibattito fra le Regioni e il Governo sulla ripartenza e sulle competenze regionali
Tabelle leggi e ordinanze
(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) "La fonte primaria puo' disciplinare solo fino a una certa misura le risposte che l'ordinamento e' chiamato a offrire a fronte di circostanze eccezionali", a dichiararlo è il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in aula alla Camera, rispondendo alle critiche di chi lo accusa di aver accentrato i poteri con l'emenazione dei dpcm. L'emergenza "richiede inevitabilmente di preservare un certo grado di discrezionalita' all'autorita' amministrativa", aggiunge Conte, che sottolinea come "la pandemia sia un processo che si sviluppa" non qualcosa dato "una volta per tutte". Questo giustifica anche "la maggiore tolleranza circa il grado di indeterminatezza delle norme primarie che legittimano la normativa secondaria". Cio' detto Conte ricorda che "il diritto costituzionale e' innanzitutto equilibrio. Quando sono in gioco beni come il diritto alla vita e alla salute, che costituiscono essi stessi il presupposto per il godimento di ogni altro diritto, allora le scelte per quanto tragiche, come direbbe Guido Calabresi, diventano addirittura obbligate".
Al Presidente del Consiglio replica il Presidente della Liguria Giovanni Toti: "Conte invoca quei 'pieni poteri' contro cui si era scagliato qualche mese fa. Oltre al virus, dalla Cina deve essere arrivata una strana voglia di emulare quel Paese: forse il nostro premier si crede Xi Jinping, per fortuna non ne ha i poteri, forse neppure le capacità". E secondo Toti "I provvedimenti delle Regioni sono pienamente legittimi"
Al Presidente del Consiglio replica il Presidente della Liguria Giovanni Toti: "Conte invoca quei 'pieni poteri' contro cui si era scagliato qualche mese fa. Oltre al virus, dalla Cina deve essere arrivata una strana voglia di emulare quel Paese: forse il nostro premier si crede Xi Jinping, per fortuna non ne ha i poteri, forse neppure le capacità". E secondo Toti "I provvedimenti delle Regioni sono pienamente legittimi"
Ieri il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, durante un confronto in videoconferenza con i Presidenti delle Regioni, ha rimarcato la necessità di un metodo secondo il quale le "ordinanze regionali" devono essere "coerenti con il Dpcm" del 26 aprile."Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure) - afferma -. Se non avviene sono costretto a ricorrere all'impugnativa al Tar o alla Consulta", un percorso che il ministro ha assicuarto di voler evitare. Del resto, ha proseguito il ministro "In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate" tra le Regioni sulle riaperture di attività. Il principio è "contagi giù uguale più aperture e viceversa - aggiunge -. Discuterete del monitoraggio con il ministro della Salute Speranza. Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni".
Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti è apprezzabile "l'orientamento del Ministro Francesco Boccia di collegare le verifiche sulle riaperture anche ai livelli di contagio nelle diverse Regioni".
Di diverso avviso il Presidente della Liguria, Giovanni Toti: "Non credo ci sia nulla da impugnare: le Regioni non hanno impugnato il decreto legge di marzo, il 19/20, che per molti aspetti, a mio avviso, aveva profili di incostituzionalità e illegittimità. Eviterei, fossi il governo, anche solo di immaginare provvedimenti di tipo analogo verso le regioni".
"Se il ministro per gli Affari Regionali si accorgesse che la maggior parte delle Regioni, con colori politici molto diversi, ha scelto una strada di applicazione lievemente difforme da quanto ha deciso il governo nazionale, si renderebbe conto che ad essere fuori strada probabilmente è il governo" ha aggiunto Toti. Oggi, con le altre Regioni di questo tema si e' dibattuto, ha ricordato il presidente della Liguria e "abbiamo rivendicato non solo la possibilità, ma la assoluta necessita' che le Regioni tornino ad esercitare i propri poteri, perche' applicare regole uguali a territori diversi produce ingiustizie. Pretendiamo dal governo il rispetto costituzionale".
Il riferimento del Presidente della Regione Liguria è alla lettera - sottoscritta da tutti i Presidenti di Regione sostenuto da una maggioranza di centro-destra, diffusa nel pomeriggio del 29 aprile - inviata al presidente dela Consiglio, Giuseppe Conte e al ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia (e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidene dela Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al Presidente della Camera, Roberto Fico). In questo testo si sottolinea che "la Fase 1 dell’emergenza Covid ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, secondo lo schema decreto-legge + DPCM attuativi che ha posto problemi di compatibilità con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali". Un accentramento "responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell’assoluta emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di governo, ma il protrarsi, anche nell’attuale fase di superamento della stretta emergenza, di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del Presidente del Consiglio dei Ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico basato su atti amministrativi che, in quanto tali, sono sì successivamente sindacabili innanzi al giudice amministrativo e, per ciò che concerne le Regioni, anche presso la Corte Costituzionale, ma che sfuggono al controllo preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale".
Di diverso avviso il Presidente della Liguria, Giovanni Toti: "Non credo ci sia nulla da impugnare: le Regioni non hanno impugnato il decreto legge di marzo, il 19/20, che per molti aspetti, a mio avviso, aveva profili di incostituzionalità e illegittimità. Eviterei, fossi il governo, anche solo di immaginare provvedimenti di tipo analogo verso le regioni".
"Se il ministro per gli Affari Regionali si accorgesse che la maggior parte delle Regioni, con colori politici molto diversi, ha scelto una strada di applicazione lievemente difforme da quanto ha deciso il governo nazionale, si renderebbe conto che ad essere fuori strada probabilmente è il governo" ha aggiunto Toti. Oggi, con le altre Regioni di questo tema si e' dibattuto, ha ricordato il presidente della Liguria e "abbiamo rivendicato non solo la possibilità, ma la assoluta necessita' che le Regioni tornino ad esercitare i propri poteri, perche' applicare regole uguali a territori diversi produce ingiustizie. Pretendiamo dal governo il rispetto costituzionale".
Il riferimento del Presidente della Regione Liguria è alla lettera - sottoscritta da tutti i Presidenti di Regione sostenuto da una maggioranza di centro-destra, diffusa nel pomeriggio del 29 aprile - inviata al presidente dela Consiglio, Giuseppe Conte e al ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia (e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidene dela Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al Presidente della Camera, Roberto Fico). In questo testo si sottolinea che "la Fase 1 dell’emergenza Covid ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, secondo lo schema decreto-legge + DPCM attuativi che ha posto problemi di compatibilità con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali". Un accentramento "responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell’assoluta emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di governo, ma il protrarsi, anche nell’attuale fase di superamento della stretta emergenza, di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del Presidente del Consiglio dei Ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico basato su atti amministrativi che, in quanto tali, sono sì successivamente sindacabili innanzi al giudice amministrativo e, per ciò che concerne le Regioni, anche presso la Corte Costituzionale, ma che sfuggono al controllo preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale".
In ogni caso - prosegue la lettera - "adesso inizia la Fase 2", ovvero "una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell’emergenza. Per questo motivo, è essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione".
"Ogni territorio, infatti, ha le proprie specificità, sia da un punto di vista strutturale, sia da un punto di vista epidemiologico. Essendoci dunque situazioni di oggettiva disomogeneità di condizioni sul territorio nazionale, è necessario che si possano dare regolamentazioni differenziate. Si deve perciò passare dalla logica dell’uniformità alla logica dell’uguaglianza. Diversamente, trattando in modo uniforme situazioni diverse, si giungerebbe al paradosso di aumentare le disuguaglianze, con una lesione della logica dei livelli essenziali da garantire su tutto il territorio (art. 117, c. 2, lett. m, Cost.), del principio di valorizzazione delle autonomie (art. 5 Cost.) e, soprattutto, del principio di uguaglianza sostanziale tra i cittadini italiani (art. 3, c. 2, Cost.)".
"Un ordinato sistema di regolazione dell’emergenza Covid dovrebbe portare il livello di governo centrale ad adottare la cornice di riferimento, prevalentemente con atti normativi primari, sottoposti al controllo parlamentare. Tali atti potranno essere integrati da atti amministrativi (Dpcm) nello stretto limite di quanto previsto dalle competenze statali, o richiesto dal principio di sussidiarietà.
Le prescrizioni concrete poste dal Governo centrale dovranno comunque lasciare uno spazio di regolazione alle Regioni, per adattare le previsioni alle specifiche condizioni dei territori. In entrambi i casi, lo spazio per la regolazione regionale dovrà essere sottoposto ad un rigoroso controllo da parte del Governo centrale, utilizzando parametri scientifici oggettivi riferiti ad ogni sistema sanitario regionale, come ad esempio la saturazione dei posti letto [in terapia intensiva / semi-intensiva] o l’indice R0, con scansioni temporali settimanali", Con riferimento al mondo produttivo (ma senza, per questo, ridimensionare in alcun modo gli enormi problemi presenti in altri settori quali, ad esempio, la scuola dell’infanzia e dell’istruzione) "ci attendiamo che il Governo recepisca da subito le istanze delle diverse categorie produttive, in quanto prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali e non fatturare, con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese". "È chiaro - si legge sempre nella lettera - che la salute è il primo e imprescindibile obiettivo, ma non può essere l’unico. Del resto il bene della vita ‘salute’ è caratterizzato da una molteplicità di profili: innanzitutto, fisico e psicologico ed è evidente che quest’ultimo è gravemente compromesso dalla perdita del lavoro e dai debiti".
Obiettivi perseguibili - secondo le Regioni governate da una giunta di centro-destra - col riconoscimento alle singole Regioni della facoltà di calibrare le aperture delle varie attività produttive. In estrema sintesi "in presenza di una data situazione epidemiologica riscontrabile oggettivamente e certificata dall’Autorità sanitaria delle singole Regioni e sottoposta ad uno scrupoloso controllo del Governo, di garantire la possibilità di poter riaprire la propria attività a tutti coloro che rispettino le misure già previste dal DPCM del 26 aprile 2020 e dai protocolli di sicurezza aziendali".
In un'intervista alla Repubblica il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, si augura "che nessuno soffi sul fuoco. Tutte le Regioni che hanno scritto al Quirinale, hanno avuto dallo Stato un sostegno senza precedenti. Non lasceremo indietro nessuno. E poi sfido a trovare in questa fase un provvedimento che, in qualunque parte del mondo, accontenti tutti. Se per pasticci poi s'intendono difformità di interpretazioni sul contenuto illustrato dal premier, ci sono regolamenti attuativi che sciolgono i dubbi". Quanto all'operato del premier "nessuna violazione. In situazioni di emergenza si agisce con l'emergenza anche normativa, sempre nel rispetto della Costituzione". A chi dice basta Dpcm, Boccia dice: "Io penso che tutto debba passare dal Parlamento, a cominciare dalle norme che indicano la rotta. E' stato così con i decreti, approvati anche all'unanimità, che poi hanno dato vita ai Dpcm, i cui orizzonti sono di poche settimane".
Quanto alle Regioni che vogliono riaprire in anticipo, il ministro osserva: "Fino al 18 monitoriamo la situazione, dopo si potranno fare scelte differenziate sulla base dei contagi. Io non minaccio e non fermo nessuno. Impugnare le ordinanze e' l'ultima ratio sulla base della Costituzione. Tutto qui. Ma per il bene della nazione invito i presidenti delle Regioni a seguire ciò che dico a me stesso, unità, serietà', responsabilità".
"II ministro Boccia - spiega Stefano Bonaccini in un'intervsta al Corriere di Bologna - dopo la riunione della cabina di regia, ha annunciato che dal 18 maggio potranno essere le singole Regioni a modulare le riaperture sulla base dell'andamento del contagio. Io stesso avevo chiesto di poter anticipare le date indicate, inizio giugno, perla riapertura di attività economiche a cui va dato un orizzonte più ravvicinato, se ce ne saranno le condizioni. Per questo è giusto che possano anche prepararsi e organizzarsi fin d'ora. Se siamo arrivati alla ripartenza anticipata, da lunedì scorso, il 27, di distretti e imprese del settore manifatturiero la cui attività è rivolta prevalentemente all'export, e di molti cantieri, è proprio grazie a questo modo di ragionare. Ho anche chiesto indicazioni chiare per la scuola e i servizi per l'infanzia: va assicurato l'obbligo formativo e vanno aiutate famiglie e genitori. Anche su questo siamo già al lavoro e abbiamo avanzato una proposta importante".
"Da presidente della Conferenza delle Regioni - prosegue bonaccini in un altro passaggio dell'intervista - ho tenuto una linea di massima possibile condivisione fra noi e al tavolo di confronto col governo. E il momento dell'unità. Da questa situazione se ne esce solo insieme come Paese, non con le polemiche. Con i miei colleghi Fontana e Zaia ci sentiamo quotidianamente fin dal primo giorno della crisi, essendo state le nostre regioni da subito le più colpite. Sull'autonomia non arretro di un passo: se qui abbiamo retto è stato grazie alla sanità regionale che abbiamo costruito in questi anni. Se qualcuno proponesse il ritorno ad una gestione centralizzata della nostra sanità, sarebbero per primi i nostri cittadini a ribellarsi. Un conto è pretendere livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti i cittadini, altro conto è pensare che la gestione statale sarebbe più efficiente. Qui non ci crederebbe nessuno".
Quanto alle Regioni che vogliono riaprire in anticipo, il ministro osserva: "Fino al 18 monitoriamo la situazione, dopo si potranno fare scelte differenziate sulla base dei contagi. Io non minaccio e non fermo nessuno. Impugnare le ordinanze e' l'ultima ratio sulla base della Costituzione. Tutto qui. Ma per il bene della nazione invito i presidenti delle Regioni a seguire ciò che dico a me stesso, unità, serietà', responsabilità".
"II ministro Boccia - spiega Stefano Bonaccini in un'intervsta al Corriere di Bologna - dopo la riunione della cabina di regia, ha annunciato che dal 18 maggio potranno essere le singole Regioni a modulare le riaperture sulla base dell'andamento del contagio. Io stesso avevo chiesto di poter anticipare le date indicate, inizio giugno, perla riapertura di attività economiche a cui va dato un orizzonte più ravvicinato, se ce ne saranno le condizioni. Per questo è giusto che possano anche prepararsi e organizzarsi fin d'ora. Se siamo arrivati alla ripartenza anticipata, da lunedì scorso, il 27, di distretti e imprese del settore manifatturiero la cui attività è rivolta prevalentemente all'export, e di molti cantieri, è proprio grazie a questo modo di ragionare. Ho anche chiesto indicazioni chiare per la scuola e i servizi per l'infanzia: va assicurato l'obbligo formativo e vanno aiutate famiglie e genitori. Anche su questo siamo già al lavoro e abbiamo avanzato una proposta importante".
"Da presidente della Conferenza delle Regioni - prosegue bonaccini in un altro passaggio dell'intervista - ho tenuto una linea di massima possibile condivisione fra noi e al tavolo di confronto col governo. E il momento dell'unità. Da questa situazione se ne esce solo insieme come Paese, non con le polemiche. Con i miei colleghi Fontana e Zaia ci sentiamo quotidianamente fin dal primo giorno della crisi, essendo state le nostre regioni da subito le più colpite. Sull'autonomia non arretro di un passo: se qui abbiamo retto è stato grazie alla sanità regionale che abbiamo costruito in questi anni. Se qualcuno proponesse il ritorno ad una gestione centralizzata della nostra sanità, sarebbero per primi i nostri cittadini a ribellarsi. Un conto è pretendere livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti i cittadini, altro conto è pensare che la gestione statale sarebbe più efficiente. Qui non ci crederebbe nessuno".
“Dobbiamo percorrere il complesso iter legislativo”, afferma il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, dopo affermazioni del ministro Boccia che ribadisce la sua linea unitaria nell'emergenza da Covid 19. “Per noi è inaccettabile che la nostra autonomia venga ulteriormente ristretta”, ha affermato al termine della videoconferenza del 29 aprile.
"la Provincia di Bolzano - ribadisce Kompatscher - percorrerà il complesso iter legislativo per far ripartire passo dopo passo la vita e l'economia in Alto Adige". "Avremmo preferito che il Governo avesse fatto un passo indietro e che ci avesse accordato spazio di manovra. In tal modo avrei potuto regolare con un'ordinanza la fase 2 per l'Alto Adige". Intanto In Provincia fervono già i lavori per la predisposizione del disegno di legge con il quale la Provincia intende regolamentare le graduali riaperture e ripresa di attività. La Giunta provinciale intende approvare già domani (giovedì 30 aprile) il disegno di legge per presentarlo al Consiglio provinciale. "La legge indicherà non solo quali settori potranno ripartire, ma anche in che forma questo dovrà avvenire", fa presente il presidente della Provincia sottolineando: "È nostra volontà riammettere possibilmente tutte le attività economiche e prevedere con attenzione le relative modalità". "Terremo sotto stretto controllo naturalmente gli ulteriori sviluppi epidemiologici e adotteremo se necessario le eventuali corretture, ma dipende da tutti noi affrontare la fase 2 in modo responsabile e solidale", così Kompatscher responsabilizza tutti i cittadini, perché è necessario imparare a convivere con il virus.
"la Provincia di Bolzano - ribadisce Kompatscher - percorrerà il complesso iter legislativo per far ripartire passo dopo passo la vita e l'economia in Alto Adige". "Avremmo preferito che il Governo avesse fatto un passo indietro e che ci avesse accordato spazio di manovra. In tal modo avrei potuto regolare con un'ordinanza la fase 2 per l'Alto Adige". Intanto In Provincia fervono già i lavori per la predisposizione del disegno di legge con il quale la Provincia intende regolamentare le graduali riaperture e ripresa di attività. La Giunta provinciale intende approvare già domani (giovedì 30 aprile) il disegno di legge per presentarlo al Consiglio provinciale. "La legge indicherà non solo quali settori potranno ripartire, ma anche in che forma questo dovrà avvenire", fa presente il presidente della Provincia sottolineando: "È nostra volontà riammettere possibilmente tutte le attività economiche e prevedere con attenzione le relative modalità". "Terremo sotto stretto controllo naturalmente gli ulteriori sviluppi epidemiologici e adotteremo se necessario le eventuali corretture, ma dipende da tutti noi affrontare la fase 2 in modo responsabile e solidale", così Kompatscher responsabilizza tutti i cittadini, perché è necessario imparare a convivere con il virus.
Per il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, "Le misure annunciate per il 4 maggio lasciano scontenti tutti: settentrionali e meridionali, chi per l'apertura e chi per la chiusura e si muovono poi in evidente contraddizione. In Sicilia non abbiamo grandi fabbriche, ma una diffusa presenza di piccole e medie imprese nel commercio, nel turismo e nei servizi. Metterle in condizioni di lavorare, nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza, è un dovere del governo nazionale. Se proprio non vuole farlo, autorizzi le Regioni ad adottare le misure che risultino compatibili con la situazione epidemica locale".
“Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio - comunica il Presidente della Regione sardegna Christian Solinas - come Governatori della maggioranza delle Regioni italiane e delle Province Autonome e alla luce dell'incontro odierno col Governo per chiarire, con spirito di collaborazione, la nostra posizione sulla fase 2. Nelle richieste avanzate - sottolinea il Presidente - è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell'esigenza di diversificare le misure in atto. Anche in Sardegna - ribadisce il Presidente Solinas - alla luce dei dati è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti”.
Quello avuto ieri con il minisro Boccia "E' stato un incontro utile per capire le intenzioni del governo e per confrontarci su come affrontare la Fase 2. Gran parte dei presidenti chiedono di avere una certa flessibilità nel gestire la Fase 2, nell'ambito di linee guida nazionali e una libertà di attivare misure più o meno restrittive in relazione alle caratteristiche sanitarie, economiche e sociali della propria regione". E' quanto ha detto il presidente della Regione Molise, Donato Toma. "Io sono a favore del fatto di avere la flessibilità nel decidere le riaperture nell'ambito di un quadro nazionale, poi non è detto che io riapra prima però deve essere una prerogativa dei presidenti delle Regioni decidere". Riguardo al rischio che con le ordinanze regionali si arrivi a un conflitto istituzionale davanti alla Consulta, Toma ha sottolineato: "Finora non ho avuto problemi, ho cercato di mantenere le ordinanze nell'ambito di un leale e corretta collaborazione istituzionale, ma laddove non ci fossero identità di vedute potrebbe aprirsi un confronto da evitare", ha continuato Toma facendo riferimento ai rischi di arrivare a un conflitto fino alla Consulta. Il dpcm, secondo Toma, dovrebbe essere "più permissivo" lasciando alle Regioni la possibilità di valutare: "Ad esempio in Molise io non sono propenso a una riapertura di parrucchieri, ristoranti e bar l'1 giugno, sarei più per rivalutare a inizio maggio la possibilità di una riapertura il 18".
Il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, che unitamente agli altri Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, ha partecipato il 29 aprile alle due riunioni in videoconferenza (la prima con il Ministro per gli affari regionali e autonomie, Francesco Boccia, alla presenza del Capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli e del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, e la seconda con il Ministro della Salute, Roberto Speranza) ha reso noti i principali temi trattati. Al primo video-incontro, sono stati trattati, in particolare, il tema riguardante la normativa sugli aiuti di Stato e l’illustrazione della nuova Task force di volontariato della Protezione civile, per il tramite della quale anche la Valle d’Aosta potrà attingere a nuove risorse in termini di medici, infermieri e OSS. Nel corso della videoconferenza è stato effettuato anche un aggiornamento rispetto ai dispositivi di protezione individuali ed in particolare sulla possibilità di utilizzare le mascherine lavabili in tessuto da indossare per fare la spesa. Particolare attenzione è stata, infine, posta dal Ministro Boccia, all’armonizzazione delle ordinanze relative alle misure della Fase 2. A tal proposito, la principale richiesta avanzata al Ministro, da parte delle Regioni, è stata quella di avere la possibilità di apportare modifiche a quanto previsto dal DPCM in relazione a situazioni particolari che caratterizzano i diversi territori regionali. Nella successiva riunione, svoltasi sempre in streaming con il Ministro Speranza, l’accento è stato, invece, posto sul delicato tema che riguarda il sistema di monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica, relativamente all’utilizzo delle App, all’evoluzione dei sistemi di monitoraggio sierologico e all’importanza di interventi sempre più tempestivi.
[Basilicata] Bardi al Governo: più competenze alle Regioni nella Fase 2
Il post sulla pagina facebook del Presidente Stefano Bonaccini relativo all'intervista al Corriere Bologna
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Quello avuto ieri con il minisro Boccia "E' stato un incontro utile per capire le intenzioni del governo e per confrontarci su come affrontare la Fase 2. Gran parte dei presidenti chiedono di avere una certa flessibilità nel gestire la Fase 2, nell'ambito di linee guida nazionali e una libertà di attivare misure più o meno restrittive in relazione alle caratteristiche sanitarie, economiche e sociali della propria regione". E' quanto ha detto il presidente della Regione Molise, Donato Toma. "Io sono a favore del fatto di avere la flessibilità nel decidere le riaperture nell'ambito di un quadro nazionale, poi non è detto che io riapra prima però deve essere una prerogativa dei presidenti delle Regioni decidere". Riguardo al rischio che con le ordinanze regionali si arrivi a un conflitto istituzionale davanti alla Consulta, Toma ha sottolineato: "Finora non ho avuto problemi, ho cercato di mantenere le ordinanze nell'ambito di un leale e corretta collaborazione istituzionale, ma laddove non ci fossero identità di vedute potrebbe aprirsi un confronto da evitare", ha continuato Toma facendo riferimento ai rischi di arrivare a un conflitto fino alla Consulta. Il dpcm, secondo Toma, dovrebbe essere "più permissivo" lasciando alle Regioni la possibilità di valutare: "Ad esempio in Molise io non sono propenso a una riapertura di parrucchieri, ristoranti e bar l'1 giugno, sarei più per rivalutare a inizio maggio la possibilità di una riapertura il 18".
Il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, che unitamente agli altri Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, ha partecipato il 29 aprile alle due riunioni in videoconferenza (la prima con il Ministro per gli affari regionali e autonomie, Francesco Boccia, alla presenza del Capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli e del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, e la seconda con il Ministro della Salute, Roberto Speranza) ha reso noti i principali temi trattati. Al primo video-incontro, sono stati trattati, in particolare, il tema riguardante la normativa sugli aiuti di Stato e l’illustrazione della nuova Task force di volontariato della Protezione civile, per il tramite della quale anche la Valle d’Aosta potrà attingere a nuove risorse in termini di medici, infermieri e OSS. Nel corso della videoconferenza è stato effettuato anche un aggiornamento rispetto ai dispositivi di protezione individuali ed in particolare sulla possibilità di utilizzare le mascherine lavabili in tessuto da indossare per fare la spesa. Particolare attenzione è stata, infine, posta dal Ministro Boccia, all’armonizzazione delle ordinanze relative alle misure della Fase 2. A tal proposito, la principale richiesta avanzata al Ministro, da parte delle Regioni, è stata quella di avere la possibilità di apportare modifiche a quanto previsto dal DPCM in relazione a situazioni particolari che caratterizzano i diversi territori regionali. Nella successiva riunione, svoltasi sempre in streaming con il Ministro Speranza, l’accento è stato, invece, posto sul delicato tema che riguarda il sistema di monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica, relativamente all’utilizzo delle App, all’evoluzione dei sistemi di monitoraggio sierologico e all’importanza di interventi sempre più tempestivi.
ORDINANZE REGIONALI
DECRETI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
ORDINANZE DEL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE
DECRETI LEGGE IN GAZZETTA UFFICIALE
CORONAVIRUS. CONTE RIVENDICA LEGITTIMITA' DPCM: C'E' DI MEZZO LA SALUTE
[Basilicata] Bardi al Governo: più competenze alle Regioni nella Fase 2
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[Molise] LETTERA PRESIDENTI REGIONI CENTRODESTRA
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Coronavirus: Toti, Conte si crede Xi Jinping
( red / 30.04.20 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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