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Regioni.it

n. 3830 - martedì 28 aprile 2020

Sommario
- Coronavirus: in vista della fase 2, precisazioni e iniziative Governo
- Fase 2: richieste correzioni e accelerazioni su aperture
- Sanità: bene contrasto al contagio, ma sempre alta l'attenzione
- Femminicidio ed emergenza Covid-19
- Immigrazione: contributo per l'aggiornamento del piano nazionale di integrazione
- Emergenza Covid-19: accesso al credito e adempimenti fiscali per le imprese, proposte sul DL 23/2020

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Fase 2: richieste correzioni e accelerazioni su aperture

Tabelle richieste e interventi

(Regioni.it 3830 - 28/04/2020) Dopo la pubblicazione del Dpcm per la fase 2, quella della riapertura delle attività, da più parti si chiede maggiore libertà di scelta.
Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, evidenzia come “giugno è lontano per far riaprire le attività. Gli aiuti arrivino presto nelle tasche degli italiani”.
Per Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, "non possiamo tenere chiuso un Paese senza dare prospettive di riapertura. Dobbiamo mettere da parte polemiche e accuse. Bisogna lavorare insieme. Non c'è altra strada".  "Con il governo c'è un'interlocuzione continua. Questo non vuol dire che quando si immagina di poter suggerire o fare una critica, per quanto benevola, non la si possa fare. Invece di litigare, però, dobbiamo lavorare insieme a tutti i livelli perché siamo tutti sulla stessa barca".
Per il turismo, afferma Bonaccini, "stiamo giù lavorando ai distanziamenti in spiaggia, si sta immaginando uno steward per ogni bagno, e negli alberghi si possono servire pranzo, cena o colazione in camera per evitare affollamenti nelle sale. Stiamo pensando a come ci si possa preparare al meglio". Per quanto riguarda invece la riapertura delle scuole "servono certezze. E se servono lavori lo si dica adesso. Non ad agosto", sottolinea Bonaccini. “C'è bisogno di certezze – ribadisce Bonaccini - anche perché se  ripartono le imprese devono ripartire anche i servizi". Tra i quali, cita Bonaccini, i centri estivi, che "vanno  potenziati" perché ci sono genitori che "stanno consumando le ferie in questo periodo e quest'estate dovranno lavorare". "Mi aspetto - dichiara Bonaccini - che le scuole riaprano a settembre, ma rimane il tema dei luoghi per l'infanzia e dei centri estivi, dove i ragazzi possano stare per garantire loro la socialità e permettere ai genitori di lavorare. E' un tema molto complicato perché serviranno luoghi in cui non si rischia per la tutela della salute".
Per il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, "noi facciamo tutto quello che si può fare, sulla scuola stiamo progettando delle attività ma vogliamo anche sentire il parere del comitato tecnico scientifico nazionale perché di mezzo ci sono dei bambini e operatori che devono essere in sicurezza. Stiamo costruendo un network di più realtà per le famiglie - aggiunge Zaia - il  problema dell' accudimento dei minori  è un tema importante. Se il sindaco di Firenze vuole riaprire le scuole cercheremo di capire cosa fa, mi risulta sia un sindaco di centrosinistra".
La Sicilia è pronta a ripartire", annuncia il presidente Nello Musumeci, in una lettera a Conte: "chiediamo di riaprire, pur nel massimo rispetto delle regole, diverse attivita'. Vogliamo capitalizzare questo risultato dei bassi contagi che e' frutto di un gioco di squadra tra le autorita' regionali e la comunita' siciliana". 
"Siamo stati i primi - afferma Musumeci - a dire 'chiudiamo la Sicilia' e abbiamo fermato il 94% del traffico ordinario. Possiamo per questo giocare una bella partita sul turismo, sapendo di potere garantire in sicurezza un turismo autoctono, che muove comunque milioni di persone". Non dal 4 maggio, chiarisce Musumeci, ma "stiamo consentendo agli stabilimenti balneari di aprire a giugno, riapriamo i musei, regaliamo le visite guidate, pacchetti con notti gratuite in albergo". Insomma, sono pronte norme "per le imprese del turismo e del commercio con l'obiettivo di dare una boccata d'ossigeno". E gli ingressi dalle altre regioni? "Se arriviamo entro maggio, come speriamo, a zero contagi - risponde Musumeci - potro' chiedere al governo nazionale anche di riaprire la Sicilia". 
Mentre il presidente altoatesino annuncia una più convinta ripartenza in Alto Adige: "ciò che il governo prevede per la fase 2 non è sufficiente. Ecco perché ora dobbiamo trovare la nostra strada. Dialoghiamo con Roma, ma se non sarà accettato, dobbiamo andare allo scontro", afferma il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, annunciando l'intenzione di procedere su una strada autonoma per l'uscita dall'emergenza sanitaria. "Questa non è disobbedienza civile. Vogliamo percorrere la via istituzionale, attraverso il consiglio provinciale", ha aggiunto  "L'ho comunicato al governo e sono in contatto con il ministro alle regioni, Boccia - rileva Kompatscher - Il governo ha fatto un buon lavoro e l'ho sostenuto, ma l'Alto Adige è una provincia autonoma e chiede uno spazio di manovra autonomo. Questo deve essere semplicemente accettato ed è proprio questo che facciamo attraverso il consiglio provinciale".
Una procedura accelerata ed un rinforzo legislativo "per consentire di agire subito e meglio sul tema delle riaperture di determinate attività economiche, non appena la stabilizzazione dei contagi lo consentirà". è quanto chiede anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
Luca Zaia, presidente della regione Veneto, ha firmato un’ordinanza che permette lo spostamento nelle seconde case o nelle barche messa in discussione dal Governo, mentre in Friuli Venezia Giulia “considerata la situazione emergenziale nella quale versano le imprese del territorio, ha deciso di interagire direttamente con la Commissione europea, notificando il regime quadro unico regionale a copertura di tutte le misure di aiuto che intende adottare nell'ambito del quadro Temporary framework, per fare fronte alla crisi determinata dall'epidemia". Inoltre è stata varata una misura da circa 50 milioni di euro per andare incontro alle categorie economiche piu' colpite del settore commercio-turismo del Friuli Venezia Giulia e basata su due leve: contributi a fondo perduto e abbattimento dei tributi locali.
"Ieri è stata la prima giornata nella quale abbiamo aperto, in due fasce orarie, alla mobilità dei cittadini. Chiariamo che non siamo tornati alla normalità: è semplicemente un modo per dare respiro alle famiglie dopo due mesi di chiusura", rileva il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca. "Non è il ritorno alla normalità - ribadisce De Luca - e bisogna rispettare tre condizioni essenziali: la mascherina, sempre; lavarsi le mani, sempre; mantenere il distanziamento sociale di un metro e mezzo-due metri. Bisogna ricordare questi tre obblighi e rispettarli, sempre. Se si determinano nuovi assembramenti, noi corriamo il rischio di vedere riaccendersi l'epidemia. Bisogna essere estremamente responsabili. Non bastano le ordinanze se non c'è senso di responsabilità da parte dei cittadini".
Mentre il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, frena sulla 'nuova normalità' dal 4 maggio nella sua Regione: "Noi dobbiamo fare valutazioni più rigorose rispetto al resto d'Italia" sostiene Cirio: "Occorre molta serietà e prudenza, alla luce dei dati attuali non ci sono le condizioni" spiega. Tutto dipenderà dall'andamento dei contagi nel corso della settimana ma Cirio è per la cautela: "Attività come il take away possono creare situazioni di assembramento difficilmente gestibili, soprattutto in città come Torino dove in alcuni quartieri si sono già create situazioni complesse dal punto di vista dell' ordine pubblico".
"Il virus c'è ovunque, non è soltanto in Lombardia, quindi bisogna andare cauti ovunque", dichiara il presidente  Attilio Fontana: "Io credo che la cosa debba essere valutata con particolare attenzione. Il bar del paesino della Sardegna non ha nulla a che vedere con lo sviluppo delle vita del nostro Paese, però ci sono delle interconnessioni tali e talmente intense che non si può assolutamente pensare che la vita inizi da una parte e invece da un'altra parte sia ancora ferma. Non siamo come a Wuhan. Quello che è successo in Lombardia, Dio non voglia, può succedere in qualunque altra parte del nostro territorio. Dobbiamo capire che fintantoché non ci sarà un vaccino o una cura noi dovremo convivere con la presenza di questo virus".
Per la fase 2 della lotta al coronavirus "non servono commissari, serve che sindaci, presidenti di Regione, Governo e amministratori delegati delle società, abbiano il potere che oggi hanno i commissari". Lo propone il presidente della Regione Liguria e commissario per l'emergenza del ponte Morandi Giovanni Toti. "Non c'è bisogno di avere degli organi costituzionali elettivi e poi dei commissari che fanno ciò che le persone elette dai cittadini non possono fare. Semplicemente diamo i poteri a chi viene eletto, che possa fare quello che abbiamo fatto con il ponte, mi sembra facile".
Sulla crisi economica delle Regioni, spiega Alessandra Sartore, Assessore al Bilancio della regione Lazio e coordinatore vicario della  Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni nel corso di un'audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato dedicata all'esame del Def: "devo ammettere che siamo sulla stessa lunghezza d'onda delle richieste avanzate in questa sede dalle Province e dai Comuni, soltanto per salvaguardare gli equilibri di bilancio. Infatti anche per le Regioni prevediamo un forte calo delle entrate, che dovrebbe essere compensato per l'emergenza Covid-19. Si tratta per le Regioni a statuto ordinario di risorse variabili tra 1,8 e 2 miliardi”.

CORONAVIRUS: DE LUCA, 'NON E' RITORNO A NORMALITA', CITTADINI SIANO RESPONSABILI'

Zingaretti: ""Commercianti il primo giugno? Mi pare lontano""





( gs / 28.04.20 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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