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Coronavirus: Fase 2, varato Dpcm dal Governo
Il testo del decreto
(Regioni.it 3829 - 27/04/2020) E’ obbligatorio l’utilizzo delle mascherine sui mezzi pubblici e sarà consentito l’accesso ai parchi pubblici rispettando la distanza e regolando gli ingressi alle aree gioco per bambini.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato nella sera del 26 aprile il Dpcm della “fase 2”, che permette dal 4 maggio e per le successive due settimane l’inizio della ripartenza del Paese e il superamento dell'emergenza Covid-19.
Qualche ora prima Conte aveva annunciato e sintetizzato il provvedimento: “oltre alla distanza sociale sarà importante, in questa seconda fase, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale”, annunciando anche la firma da parte del Commissario Arcuri dell’ordinanza che fissa ad un massimo di 0,50 € il prezzo delle cosiddette mascherine chirurgiche.
Per quanto riguarda il sostegno a famiglie, lavoratori e imprese, il Presidente ha ricordato che tra gennaio e marzo l'INPS ha accolto 109.000 domande in più di reddito e pensione di cittadinanza, 78.000 domande per il bonus baby-sitting e 273.000 per quanto riguarda i congedi straordinari per le famiglie. Inoltre al momento sono stati liquidati quasi 3,5 mln di richieste per il bonus da €600 per autonomi, professionisti, co.co.co, agricoli e lavoratori dello spettacolo, per un totale di 11 milioni di domande calcolando anche quelle per la cassa integrazione.
“Alcuni attendono ancora. Ci sono dei ritardi e di questi ritardi mi scuso personalmente”, sottolinea Conte che ha poi annunciato che il Governo sta lavorando ad un nuovo decreto che metterà in campo ulteriori 55 miliardi.
Per quanto riguarda gli spostamenti, questi saranno possibili all’interno di una stessa Regione per motivi di lavoro, di salute, necessità o visita ai parenti; gli spostamenti fuori Regione saranno invece consentiti per motivi di lavoro, di salute, di urgenza e per il rientro presso propria abitazione.
Per le attività di ristorazione, oltre alla consegna a domicilio, sarà consentito il ritiro del pasto da consumare a casa o in ufficio.
A partire dal 4 maggio potranno quindi riprendere le attività manifatturiere, di costruzioni, di intermediazione immobiliare e il commercio all’ingrosso. Per queste categorie, già a partire dal 27 aprile sarà possibile procedere con tutte quelle operazioni propedeutiche alla riapertura come la sanificazione degli ambienti e per la sicurezza dei lavoratori .
Per consentire una graduale ripresa delle attività sportive, a partire dal 4 maggio saranno consentite le sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti di sport individuali.
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
Sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’art. 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.
E’ sorta anche una polemica con la Conferenza episcopale italiana per quanto riguarda le cerimonie religiose, perché il provvedimento del Governo prevede, tra l’altro, che saranno consentiti i funerali, cui potranno partecipare i parenti di primo e secondo grado per un massimo 15 persone, e “inoltre, già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.
Tutto ciò in base a "Criticità ineliminabili" che rendono impossibile - secondo i tecnici del Comitato Tecnico Scientifico - la riapertura, già dal 4 maggio, delle funzioni religiose, perché includono lo spostamento di “un numero rilevante di persone e i contatti ravvicinati durante l'Eucarestia".
Ma la forte presa di posizione della Cei contro il permanere del blocco delle celebrazioni, ha portato Palazzo Chigi a precisare che nei prossimi giorni ci saranno "protocolli per messe".
“Una parte delle perdite subite dalle imprese non sarà recuperabile e non tutti i debiti (assistiti da garanzie pubbliche) accesi saranno immediatamente ripagati al termine dell'emergenza sanitaria”, afferma la Banca d'Italia in audizione alla Camera secondo cui le insolvenze sui 450 miliardi di euro di garanzie pubbliche attivate dai decreti del governo "potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10%".
E dal 6 maggio parte il nuovo piano di rinegoziazione dei mutui lanciato da Cassa Depositi e Prestiti per Comuni, Province, Città metropolitane, Unioni di Comuni, Comunità Montane, Regioni e Province Autonome. Cdp fa sapere che l'operazione coinvolgerà circa 7.200 enti territoriali per 135mila mutui rinegoziabili e potrà liberare risorse fino a 1,4 miliardi di euro.
Di seguito il testo dell'articolato del Dpcm del 26 aprile 2020:
Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale
1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:
a) sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza;
b) i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio
2. È fatto divieto a tutte le società di gestione, agli armatori ed ai comandanti delle navi passeggeri italiane impiegate in servizi di crociera di imbarcare passeggeri in aggiunta a quelli già presenti a bordo, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto e sino al termine della crociera in svolgimento.
Art. 10

ORDINANZE REGIONALI
DECRETI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
ORDINANZE DEL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE
DECRETI LEGGE IN GAZZETTA UFFICIALE

Dpcm 26 aprile 2020

Conferenza stampa del Presidente Conte - 26.04.2020

++ Bankitalia: oltre 10% rischio insolvenze su garanzie ++ Oneri per finanze pubbliche saranno significativi
( gs / 27.04.20 )
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Covid-19 e Fase 2: Bonaccini, nel DPCM accolte proposte delle Regioni, ma serve agenda condivisa
"Sulla scuola e su come le famiglie dovranno organizzarsi - ha poi commentato Bonaccini - siamo delusi, non abbiamo ancora capito cosa succede, abbiamo chiesto un ulteriore incontro alla ministra Azzolina, che mi auguro avvenga questa settimana, altrimenti dopo il cartellino giallo tiro fuori il cartellino rosso". A 24Mattino d su Radio 24 sottolinea: "Abbiamo capito che l'apertura delle scuole comporta un rischio evidente ma vogliamo capire col governo quali saranno gli strumenti a sostegno delle famiglie e abbiamo bisogno di linee guida e risorse per riaprire i centri estivi", ha aggiunto.
Poi torna sul tema "Mascherine obbligatorie anche all'aperto", in vista dell'avvio della fase 2 il 4 maggio. "Mi sarei aspettato l'obbligo delle mascherine non solo negli spazi chiusi ma anche all'aperto", secondo il Prssidente, pero', c'è il tempo per correggere quell'aspetto. "Se la mascherina è una protezione allora io estenderei l'obbligo anche all'esterno".
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( red / 27.04.20 )
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Emergenza Covid 19: i commenti dei presidenti sull'ultimo DPCM
Tabelle richieste e interventi
Per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenuto a Radio 1 Rai , "Quello che e' certo e' che viviamo in un momento di grandissima confusione perché ci si rimpalla la responsabilità su chi deve fare qualcosa a seconda dell'inadempienza. Io credo che si debba dare un chiarimento. Le regioni per me dovrebbero avere maggiori competenze ma soprattutto competenze ben individuate, ben delineate, ben chiarite".
E sul piano economico c'è "una situazione che rischia di far scomparire un intero comparto, un'intera sezione della nostra economia rischia di essere travolta", ha detto il Presidente lombardo, ai microfoni di 'Cento città'. "Sono sempre stato molto rigido nel momento in cui si doveva essere rigidi - ha rimarcato Fontana - e sono stato anche preso in giro per questa rigidità. Adesso bisogna cercare di capire fino a che punto possiamo andare e quando potremo assumere qualche atteggiamento magari anche un po' coraggioso".
"Per ora rilevo che viene escluso ogni ruolo alle Regioni e trovo che sia inaccettabile, viste le scelte. Soprattutto sulle libertà fondamentali previste dalla Costituzione". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, via facebook, ha commentato così le misure previste dal nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte sull'emergenza coronavirus."Le libertà di spostarsi sul territorio nazionale, di lavorare, di impresa, di ricevere una educazione, la libertà della cultura e la libertà di culto. Libertà fondamentali che si possono sospendere per un breve e dichiarato periodo di tempo, ma non all'infinito, rinviando di settimana in settimana - evidenzia Toti - Il tutto mentre il resto dell'Europa riparte". "Troppe cose mancano ancora nel provvedimento del Governo e ancora una volta ci si ostina a voler decidere tutto da Roma, lasciando pochissimo spazio all'iniziativa degli enti territoriali che conoscono meglio di altri le esigenze di famiglie e imprese". Continua il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stasera via fb a criticare l'insieme di misure previste dal nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte sull'emergenza coronavirus. "Nel provvedimento del Governo ancora si bloccano gli spostamenti, anche solo tra province, mentre nessuna data (neanche lontana) viene data per quelli tra Regioni. - sottolinea Toti - Non si capisce bene come e in che modalità si potranno andare a trovare genitori e figli ormai lontani da mesi"."Per parrucchieri, estetisti e altri artigiani della cura per la persona, le date di riapertura sono spostate non prima di giugno. Per ristoranti, bar e turismo forse dopo la metà di maggio. E su tutto questo non è chiaro come le famiglie dovranno fare con i bambini e i ragazzi, tornando al lavoro e senza scuole aperte - aggiunge - Un argomento che il premier Conte ha affrontato in modo fumoso". .
Preoccupata la Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, secondo cui arriva "Dal governo via libera ad un nuovo esodo verso Sud. La dichiarazione di principio che fa divieto degli spostamenti interregionali viene smentita dalla norma di chiusura che consente il ritorno nel proprio domicilio, abitazione o residenza. Tradotto un ‘liberi tutti’ che va oltre i casi specifici. Il governo si assume in pieno la responsabilità di un nuovo esodo verso Sud e dell’eventuale aumento di contagi che potrebbe derivarne. Le misure di contenimento attuate dalle Regioni del Sud possono essere gravemente compromesse da questa decisione di autorizzare ritorni in massa da zone ancora con altissimi numeri di contagi".
Di diverso avviso il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, interveneuto a Centocitta' su Rai Radio 1. Per quanto riguarda la mobilita' intraregionale, "noi siamo all'interno del Dpcm nazionale. Io credo pero' che sarebbe una cosa di buon senso permettere un minimo di mobilita' in piu', mantenendo le regole di buon comportamento". Cosi' . "Noi dobbiamo iniziare a fidarci dei cittadini a cui abbiamo dato delle regole molto forti - sottolinea Fedriga - da me, in Friuli Venezia Giulia, c'e' l'obbligo della mascherina o di coprirsi naso e bocca. Ma in questo momento penso che dobbiamo andare in una direzione nella quale non si limiti piu' la mobilità, ma si diano delle forti regole comportamentali, perche' altrimenti rischiamo di non mettere insieme l'esigenza sanitaria e quella del lavoro". "Non vorrei trovarmi il primo giugno, e ho paura sarà così, in una situazione in cui avremo attività produttive che terranno giù la saracinesca non per il nuovo Dpcm del presidente Conte ma perché non avranno più la forza di riaprire quella saracinesca. Si rischia di mettere in ginocchio il Paese e di non farlo piu' rialzare". Il presidente Fedriga, a Canale 5 è comunque piuttosto critico sulle scente dell'Ultimo Dpcm: "Non si puo' pensare di fare mezz'ora di conferenza alle 20.20 di domenica in pieno Tg e creare panico nella classe imprenditoriale di questo paese. Io sono estremamente preoccupato" dell'intervento del presidente Conte, perche' temo che avanti cosi' "l'Italia da Nord a Sud non ci sara' piu'" perche' temo che sino al "primo giugno alcune aziende non ci saranno piu', scompariranno, delle attivita' economiche". "Adesso - ha aggiunto - l'unica cosa da fare è ripartire, naturalmente farcendolo in sicurezza. Ci sono imprenditori, bravi, virtuosi che si sono gia' organizzati con tanti sacrifici: o gli diamo respiro e li facciamo lavorare oppure ammazziamo il paese. Forse di questo qualcuno non se ne rende conto. Io non so se e' chiaro questo dramma economico. Qualcuno vive con i comitati scientifici, che certamente sono bravissimi, ma spetta alla politica fare lavorare la gente. Perche' altrimenti la politica a cosa serve? Perche' allora diamo al comitato tecnico scientifico il compito di governare e lo togliamo a Roma ed alle regioni". Per Fedriga "se non riprendiamo presto a lavorare non abbiamo piu' futuro. E poi un'altra cosa: manca ogni certezza. Ma possiamo si o no dare una prospettiva alle persone che stanno investendo soldi e fanno sacrifici. Ed e' di queste persone che bisogna fidarci, dobbiamo credere a questi nostri cittadini che sanno benissimo che per lavorare bisogna rispettare la distanze di sicurezza, mettersi la mascherina e lavarsi le mani".
Le regole, le date e le prescrizioni contenute nel nuovo decreto sono caratterizzate, secondo il Presidente della Provincia autonoma Arno Kompatscher, da un approccio centralistico e burocratico, espressione di una totale assenza di fiducia da parte dello Stato nelle sue cittadine e cittadini. "Nelle numerose videoconferenze che ho avuto con gli esponenti del Governo ho più volte chiesto che a livello statale per la Fase 2 fossero emanati solo criteri e linee guida. Si sarebbe dovuto lasciare alle Regioni e alle Province autonome la decisione finale su quali provvedimenti e regole adottare, sulla base delle rispettive situazioni epidemiologiche e delle specifiche esigenze dell'economia locale. Purtroppo qualche presidente delle altre Regioni ha adottato solo per pochissimo questo approccio autonomista, per poi dichiararsi d'accordo con regole dettagliate e centralizzate, probabilmente per evitare di doversi assumere direttamente la responsabilità delle decisioni" ha detto Kompatscher. Il risultato è stato ora un regolamento molto centralistico, che non rende possibile alcun provvedimento specifico per le esigenze dell'economia altoatesina. "Inoltre è diventato per noi quasi impossibile programmare riaperture anticipate, anche se la situazione epidemiologica e la responsabilità dimostrata dalla popolazione le potessero consentire" prosegue il presidente. "Sin dall'inizio abbiamo scelto in Alto Adige un approccio basato sul senso di responsabilità delle cittadine e dei cittadini in una società matura, mossa da volontà e obiettivi comuni. Questo approccio si è dimostrato quello giusto, anche se in questo modo non sono mancate le critiche anche a questa scelta. L'approccio romano, che presuppone cittadini quasi inabili e di conseguenza un ampio programma di controlli e monitoraggi, non rispecchia né la situazione attuale in Alto Adige né il carattere stesso della nostra popolazione" prosegue Kompatscher. L'obiettivo a livello locale resterà comunque quello di mitigare al massimo le conseguenze del modo di procedere del governo centrale, chiedendo parallelamente un ampliamento degli spazi di manovra dell'Autonomia in questo contesto, conclude Kompatscher.
"Ci aspettavamo, ma continuiamo ad augurarcelo, piu' coraggio da parte del governo nelle decisioni che riguardano i settori dell'economia reale anche se, ovviamente, siamo consapevoli delle enormi difficolta' che sta affrontando il nostro Paese e che la sicurezza e la salute vengono al primo posto". Cosi' il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, commenta il nuovo dpcm sull'emergenza Covid-19 firmato dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sulle misure in vigore dal prossimo 4 maggio. Trento, 27 apr. - "Sicurezza e salute sono inevitabilmente garantite dall'operosita' di milioni di lavoratori e imprenditori, dalle fabbriche al turismo, dalla scuola all'artigianato, dai bar alle parrucchiere", aggiunge Fugatti. "Per tutti loro, e per il bene di tutti, occorre trovare il miglior sincronismo per non far perdere il treno a nessuno". In provincia di Trento da oggi, come da ordinanza del presidente Fugatti, e' consentita la coltivazione dei terreni agricoli e degli orti anche fuori dal proprio Comune di residenza, da soli, una sola volta al giorno. Per i genitori e' possibile passeggiare vicino a casa con i propri figli nel rispetto della distanza di un metro dalle altre persone. Da mercoledi' 29 sara', inoltre, possibile l'attivita' di 'take away' con cibi che possono essere "Io penso che ieri sera sia stata una brutta serata, speravamo in un approccio diverso", ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso della quotidiana conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza coronavirus, presso la sede della Protezione Civile di Marghera (Venezia), commentando l'intervento del premier Conte. ""In questi momenti ci vuole senso di responsabilità e obbiettività ma detto questo non si può non rilevare che ne viene fuori che si stanno dando indicazioni che stanno creando fibrillazione"" ha sottolineato Zaia. ""E' giusto che si condivida sfida con i cittadini, i dati epidemiologici ci dicono che virus c'è e continua ad esserci ma l'approccio deve essere più razionale - ha aggiunto -. Non sto cercando polemiche, sto cercando di inquadrare il problema, ma serve capire che il sacrificio si può fare ma non si può protrarlo in questa maniera. Si poteva e si deve fare uno sforzo in più"" ha concluso. "L'approccio deve essere un po' piu' razionale e capire che il sacrificio lo si puo' fare ma senza protrarlo in questa maniera. Bisogna comunque aprire. Siamo in un momento storico in cui si parla di test, test rapidi, sierologici, terapie e cure che non avevamo solo due mesi fa. Si poteva e si doveva fare uno sforzo in piu'". Cosi' il governatore del Veneto Luca Zaia commentando la conferenza stampa del premier di ieri sera. "Non possiamo diventare un laboratorio o delle cavie, dobbiamo anche vivere. Sarebbe come dire che chiudiamo tutte le strade perche' ci sono troppi incidenti. Esiste la sostenibilita'".
"Questo e' il modo migliore per alimentare il conflitto sociale". L'ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia commentando il nuovo decreto del governo per la fase 2 dell'emergenza Covid-19. "O funzionano i dispositivi e allora bisognava aprire tutto oppure di cosa stiamo parlando? Mi pare di essere davanti ad un mondo irriconoscibile ormai. Se vai a riaprire devi pensare anche alle famiglie e alle scuole, qualcosa bisogna fare. Altrimenti e' difficile affrontare il tema cosi'".
"Noi non cerchiamo le prove muscolari, cerchiamo di dare un aiuto ai cittadini. Non stiamo giocando a battaglia navale con il Governo. E lo dice uno che ha sempre avuto un atteggiamento rispettoso, ho sempre fatto squadra con chiunque e voglio continuare a farla. Che il problema nazionale sia la firma sul cibo d'asporto di Zaia vuol dire che chi ha questo problema non ha niente a cui pensare""."Ieri sera sono state dette due cose che non sono vere", afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. "Mi riferisco alle insinuazioni rispetto al fatto che le Regioni non collaborano con la trasmissione dei dati... Noi abbiamo sempre dato tutti i dati che ci sono stati chiesti, il veneto non ha nulla da rimproverarsi", assicura Zaia. E "peggio ancora quando e' stato fatto accenno alla cassa integrazione, che per noi e' ok. Io non voglio cercare contrapposizioni, ma se mi si tira in ballo devo rispondere. La cassa integrazione in Veneto non e' che non sta arrivando per colpa delle Regione. La Regione ha già atto accordi con le banche, le banche ci dicono che aspettano ok del Governo". Quindi, conclude Zaia "non puoi dire in tv che le Regioni non hanno adempiuto ai propri compiti sulla partita della cassa integrazione. Oppure bisogna dire i nomi delle Regioni, sfido chiunque a dire che il Veneto e' stato inadempiente".
“Un Dpcm, quello presentato dal Governo, che oltre a contenere misure discutibili, ha alcune evidenti mancanze e soprattutto imbavaglia le Regioni che posso adottare solamente ordinanze restrittive ma non estensive, non si possono, cioè, allargare le maglie, nemmeno tenendo conto della situazione del contagio nel proprio territorio. In tal senso sottoporremo al Governo un nostro cronoprogramma di riaperture”. È quanto afferma la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei .“Vi sono settori, così come affermano giustamente le associazioni di categorie, non inseriti tra quelli che potranno tornare in attività il 4 maggio e che invece, con le giuste precauzioni sanitarie, avrebbero potuto riaprire”. E proprio i dispositivi di protezione sono un’altra tematica sul tavolo nazionale: “Abbiamo chiesto al Governo – continua Tesei – che ci venga comunicato un piano chiaro sull’uso dei dispositivi e sul loro reperimento. Così come abbiamo chiesto certezze in merito a come e dove i genitori, che torneranno a lavorare, potranno lasciare i loro figli, ed in merito a tutta la materia che riguarda i trasporti pubblici. Domande a cui non ci è stato ancora risposto e che lasciano un’enorme voragine. Grazie alla nostra pressione, abbiamo ottenuto un incontro mercoledì in cui le Regioni chiederanno al Governo un programma di riaperture ben delineato e nero su bianco, non solo attraverso annunci mediatici, e come Regione Umbria sottoporremo anche un nostro cronoprogramma di ripresa. Questo – sottolinea la presidente - è un altro grande tema: l’impossibilità ad oggi da parte delle Regioni di gestire alcune situazioni tramite ordinanze proprie. Vi è infatti, come detto, solo la possibilità di restringere, ma non di ampliare le attività permesse. Chi lo fa corre il rischio che l’ordinanza sia impugnata e comunque ritenuta inefficacie, con le conseguenti sanzioni per chi svolge le attività stesse. Oltre a continuare a batterci sul tavolo nazionale – conclude la presidente Tesei – ci stiamo confrontando con il Prefetto per cercare, nelle more delle norme nazionali, di avviare tutte quelle attività che possono svolgersi in sicurezza”.
( red / 27.04.20 )
Documento della Conferenza delle Regioni del 23 aprile
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Covid-19: iniziative di sostegno ai comparti dell’industria, del commercio e del turismo
Il testo è stato inviato alla 10° Commissione del Senato

(Regioni.it 3829 - 27/04/2020) La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella seduta dello scorso 23 aprile svoltasi in videoconferenza, ha approvato un documento sulle iniziative di sostegno ai comparti dell’industria, commercio e turismo nell’ambito della congiuntura economica conseguente all’emergenza Covid-19.
Il contributo delle Regioni è stato successivamente inviato, per l’esame dell’atto, alla Commissione 10ª Industria, commercio, turismo del Senato. In linea generale, per le Regioni è necessario agire sul mantenimento della continuità produttiva,dei flussi di approvvigionamento e distribuzione, definendo specifici interventi sulle dinamiche occupazionali e a sostegno della liquidità delle imprese. Dovrebbe essere attivato immediatamente un piano straordinario di investimenti, agendo sulle opere pubbliche, semplificando l’iter burocratico e della spesa sul modello del “Ponte Morandi”, anche attribuendo poteri speciali.
Le proposte da mettere in campo dovrebbero ridurre sensibilmente i fattori di incertezza, sostenendo investimenti e redditi, re-iniettando fiducia nel sistema e nelle aspettative degli operatori e delle famiglie. Ciò cogliendo l’occasione per introdurre semplificazioni legislative ed amministrative indispensabili e non più rinviabili. Le proposte formulate dalla Conferenza hanno riguardato il tema degli investimenti e dei consumi pubblici, la sostenibilità e il sostegno al settore delle imprese. Quale ulteriore contributo, è stato trasmesso al Senato anche un quadro di ricognizione delle disposizioni a favore del sistema produttivo, emanate da Regioni e Province Autonome sul contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.
Si riporta di seguito il Documento approvato il 23 aprile.
Contributo delle Regioni e delle Province autonome alla X commissione del Senato nell’ambito dell’affare atto n. 445 sulle iniziative di sostegno ai comparti dell’industria, del commercio e del turismo nell’ambito della congiuntura economica conseguente all’emergenza da covid-19
Premessa
Gli effetti socio-economici della diffusione del COVID-19 riguardano innanzitutto la minore capacità delle imprese (al netto dei settori direttamente coinvolti a sostegno dei presidi e delle tecnologie biomediche e dei prodotti farmaceutici) di poter continuare a produrre e a conservare la propria posizione sui mercati nazionali ed internazionali. La riduzione della produzione, in presenza di una elevata capacità produttiva delle imprese, ha un immediato effetto sulla produttività del sistema e sui redditi dei lavoratori, anche in presenza di un utilizzo esteso degli ammortizzatori sociali. Ciò rischia di determinare un conseguente impatto depressivo sulla domanda interna in termini sia di consumi che di investimenti in beni durevoli.
È evidente che la componente privata della domanda, sia interna che estera, risente fortemente dell’incertezza determinata dagli effetti del COVID-19. Oggi i più accreditati centri di previsione stimano per l’Italia una crescita negativa, i cui effetti potranno essere mitigati soltanto da una poderosa azione di investimenti pubblici, in grado di ridare slancio alla crescita, in attesa di una progressiva stabilizzazione dei consumi, di una ripresa degli investimenti privati trainata da fattori di cambiamento come la trasformazione digitale, il miglioramento energetico-ambientale, l’introduzione di nuovi materiali e, infine, il miglioramento del nostro interscambio con i Paesi esteri, sostenuto da una ripresa delle esportazioni il cui moltiplicatore sulla crescita è particolarmente significativo.
La Pandemia da COVID-19 sta avendo ed avrà un significativo impatto anche sul comparto turistico, che per sua natura, sarà anche il settore più colpito dalla crisi e quello che ripartirà più lentamente degli altri settori industriali italiani.
In linea generale, le Regioni ritengono necessario operare, in primo luogo, per il mantenimento della continuità produttiva, sostenendo la continuità nei flussi di approvvigionamento e di distribuzione, nonché definendo interventi specifici sulle dinamiche occupazionali e a sostegno della liquidità delle imprese.
Le misure finora messe in campo risultano insufficienti.
Deve essere immediatamente attivato un piano straordinario di investimenti. Bisogna agire dal lato delle opere pubbliche, semplificando l’iter burocratico e della spesa sul modello del “Ponte Morandi”, attribuendo anche poteri speciali.
A tal fine, la Conferenza delle Regioni ha già presentato al Governo, in occasione del parere reso sul DL 18/2020 (Cfr. Documento allegato 1), alcune proposte che mirano ad accelerare gli investimenti ed a rilanciare l’economia, nell’ottica di limitare gli effetti della contrazione verificatasi a causa dell’emergenza COVID-19. Tali proposte incidono sull’ordinamento statale relativo ad alcuni settori di attività che si rivelano strategici nell’attuale fase in cui è necessario ridare slancio all’economia.
Infatti, l’intero pacchetto di proposte sugli appalti e sui loro procedimenti di approvazione (cfr Documento allegato 2) introdurrebbe modifiche con durata temporanea sebbene non breve, in quanto destinata a produrre effetti fino a fine 2022 o in alcuni casi 2023, e impatto notevole sull’attività delle pubbliche amministrazioni interessate, con una significativa accelerazione dei tempi di appaltabilità e cantierabilità delle opere pubbliche.
Tali proposte si affiancano e non sostituiscono le norme contenute all’interno del Codice dei contratti pubblici. Si tratta, infatti, di procedure facoltative.
Fermo restando la necessità di una revisione del codice dei contratti, richiesta da tempo ed attesa dalle stazioni appaltanti e dagli operatori ancora prima dell’emergenza COVID 19.
Le ulteriori proposte da mettere in campo devono sensibilmente ridurre i fattori di incertezza, sostenere investimenti e redditi, re-iniettare fiducia nel sistema e nelle aspettative degli operatori e delle famiglie, cogliendo l’occasione per introdurre semplificazioni legislative ed amministrative indispensabili e non più rinviabili da acquisire indipendentemente dalla fase emergenziale.
Di seguito alcune proposte:
Si impone anzitutto una riflessione finalizzata all’adizione di azioni volte a sburocratizzare e snellire, anche solo per un periodo definito e limitato, le procedure relative agli adempimenti in tema di verifica della regolarità contributiva, di accessibilità e trasparenza, di protezione dei dati personali, di certificazioni antimafia e in generale dei passaggi che appesantiscono e rallentano le procedure di incentivazione alle imprese, rischiando di rendere intempestiva e vana la risposta pubblica alle esigenze di investimento e ripresa, sempre nel rispetto dei principi di legalità e nell’ottica di promuovere un ambiente libero da condizionamenti e idoneo a tutti gli attori economici e istituzionali.
Al fine di accelerare la fase dei controlli sugli operatori economici da parte delle stazioni appaltanti si può introdurre un sistema di condivisione dei dati contenuti nelle piattaforme di e-procurement obbligatorie per tutte le amministrazioni aggiudicatrici.
È inoltre necessario implementare il Documento di gara unica europea in modalità telematica.
A ciò si aggiunge l’esigenza di sostenere con forza le imprese che operano nel settore degli appalti pubblici chiamate a sopportare ingenti oneri per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri, anche a seguito degli accordi del governo con le parti sociali del 14 marzo scorso e in previsione delle future necessità di provvedere alle dotazioni di sicurezza individuale. A tal riguardo pertanto occorre è necessario prevedere un aumento delle somme riconosciute alle imprese appaltatrici per gli oneri di sicurezza sia per gli appalti in corso che per i nuovi affidamenti
Investimenti e consumi pubblici
In questo quadro, come già evidenziato, gli investimenti e i consumi pubblici svolgono un’importante azione di stabilizzazione e di sostegno alla fiducia degli operatori: si tratta in particolare di intervenire per accelerare la ripresa degli investimenti, anche attraverso una semplificazione delle procedure che salvaguardi comunque la qualità e la sicurezza del lavoro, e sostenere nel contempo la domanda di consumi pubblici non solo nella sanità, esposta all’emergenza del COVID-19, ma anche nel settore culturale e dell’educazione/istruzione, con nuove piattaforme anche telematiche di fruizione dei servizi.
Sostenibilità’
Un tema da riprendere e valorizzare in termini di priorità di azione è quello della sostenibilità ambientale dei processi produttivi e aziendali, inteso come modello di economia circolare, riduzione degli scarti, attenzione alle emissioni, sicurezza ambientale.
L’attenzione a questi temi non deve essere limitata ad aspetti di responsabilità sociale, ma è occasione di rilancio economico e innovazione ed è una delle leve con cui si deve ripartire, sia perché se si finanziano investimenti è saggio che siano già sostenibili e, soprattutto, perché a fine emergenza coronavirus è prevedibile una maggiore attenzione, da parte dei consumatori e dei mercati, ai temi della sicurezza, tracciabilità, igiene, contrasto all’inquinamento, sostenibilità.
Sostegno al settore delle imprese
L’attività delle imprese risente, come già sottolineato, di un clima di generale incertezza che comporta una riprogrammazione dei piani di attività e una contrazione dei livelli di spesa previsti.
Anche dalle ultime stime del Centro Studi Confindustria emerge che “Gli investimenti delle imprese sono lacomponente del PIL più colpita nel 2020 (-10,6%). Calo della domanda, aumento dell’incertezza, riduzione del credito, chiusure forzate dell’attività: in questo contesto è proibitivo per un’azienda realizzare nuovi progetti produttivi, visto che la stessa prosecuzione dell’attività corrente è compromessa o a forte rischio, come mostra la caduta della produzione industriale. Gli investimenti privati, perciò, crolleranno nella prima metà di quest’anno. …I consumi delle famiglie, nella prima metà del 2020, risentiranno delle conseguenze dell’impossibilità di realizzare acquisti fuori casa, ad esclusione di alimentari e prodotti farmaceutici. Il totale della spesa privata risulterà decisamente inferiore rispetto a quello dell’anno scorso (- 6,8%). Al suo interno si determinerà una sostanziale ricomposizione del paniere, a sfavore di vari capitoli di spesa, quali l’abbigliamento, i trasporti, i servizi ricreativi e di cultura, i servizi ricettivi e di ristorazione”.
Pensare oltre che al credito per l’azienda anche al credito alle famiglie fondamentale per bilanciare la composizione del paniere ed aumentare i consumi migliorando l’economia, come ci insegna anche l’esperienza delle politiche fatte in questi anni per i consumatori.
Una particolare attenzione dovrà essere rivolta al supporto delle attività del turismo, alla luce del pesante calo già avvenuto delle prenotazioni, del commercio internazionale – specie dei prodotti legati al Made in Italy anche con riferimento al rinvio degli eventi relativi alle fiere specializzate - nonché del comparto agroalimentare.
Il fermo produttivo determinato dall’emergenza COVID-19, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, ha interessato in modo particolare le nostre aree più industrializzate, causando notevoli ricadute economiche. In conseguenza di ciò si sottolinea come il calo dell’attività sarà particolarmente rilevante nei principali mercati di destinazione dei prodotti italiani. Le nostre imprese sono, infatti, più penalizzate da difficoltà produttive e logistiche, con un calo dell’export superiore alla media mondiale.
I prodotti del Made in Italy, pur rimanendo fortemente attrattivi all’estero, in assenza di strategie tempestive, strutturali ed efficaci di presidio dei mercati esteri rischiano di tradursi in una consistente perdita di quote di mercato a favore di paesi concorrenti, difficilmente recuperabili, con particolare riferimento ai settori dell’alimentare, meccanico, fashion, servizi, turismo, logistica.
A tale riguardo, in occasione della presentazione del Piano Made in Italy, la Conferenza delle Regioni ha illustrato al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Di Maio, un “pacchetto” di misure straordinarie a supporto delle policy per l’internazionalizzazione delle imprese (Cfr. allegato 3).
Si richiede, in particolare, la previsione di veri e propri “Piani industriali di sostegno all’export e all’internazionalizzazione pluriennali” con interventi attuativi (missioni di sistema e settoriali; sostegno alle fiere internazionali italiane; formazione; piani di comunicazione integrata; pacchetti ad hoc di sostegno finanziario) verso i Paesi “maturi” ritenuti strategici, anche con il coinvolgimento delle Regioni.
Il blocco delle attività e degli spostamenti ha, inoltre, fortemente penalizzato il settore fieristico per il quale si ritiene necessario un vero e proprio piano straordinario diretto sia a favore dei Quartieri e degli organizzatori, sia indiretto a favore dell’indotto, da notificare alla Commissione europea, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto per far fronte agli extra-costi derivanti dalla ri-calendarizzazione degli eventi e dagli adeguamenti strutturali e organizzativi necessari a garantire il loro svolgimento in sicurezza, prestiti ponte a tasso zero, sostegno della liquidità e voucher per i partecipanti.
Un altro tema particolarmente rilevante per il sostegno delle imprese riguarda la crescente esigenza di liquidità per far fronte agli adempimenti obbligatori.
In linea generale anche alla luce del recente D.L. 23/2020, appaiono condivisibili le misure introdotte dal Governo per garantire flussi di liquidità alle imprese e l’operatività delle stesse, per prorogare i versamenti erariali e contributivi e proteggere il tessuto produttivo, attraverso la revisione della normativa relativa al golden power.
In particolare come già richiesto dalle Regioni in precedenza, è stato rafforzato l’intervento del Fondo di garanzia per le PMI a sostegno di PMI e mid cap ed è stato previsto un nuovo intervento di garanzia di SACE a copertura dei finanziamenti bancari concessi alle grandi imprese e alle imprese piccole e medie che abbiano esaurito la propria capacità di accesso al Fondo di Garanzia.
In merito a quest’ultimo aspetto, va tuttavia segnalato che non è stata sfruttata l’opportunità fornita dalla normativa recentemente adottata dalla Commissione europea in materia di aiuti di stato, di elevare le garanzie sui finanziamenti fino al 100% (anche se con alcune limitazioni). In particolare, sono state previste coperture da parte del Fondo di Garanzia per le PMI al 100%, ma solo per finanziamenti fino a 25mila euro.
Va inoltre chiarito il ruolo delle sezioni speciali nell’ambito del fondo centrale istituite su richiesta delle Regioni.
Servono, inoltre misure per la riduzione del pricing dei finanziamenti, in complementarietà con le iniziative statali, interventi di controgaranzia pubblica su portafogli di garanzie concesse dai Confidi, in complementarietà con il Fondo Centrale di Garanzia e misure per la concessione di contributi in conto interessi.
Al contempo, considerate alcune complessità introdotte e la necessità per le banche e gli intermediari finanziari di rivedere le proprie procedure, si richiede di assicurare la massima tempestività nel rendere operative queste misure di sostegno alla liquidità. Si chiede inoltre di esercitare ogni pressione possibile al fine di far introdurre un periodo di sterilizzazione dell'attribuzione di rating di rischio aziendale alle imprese che abbiano richiesto moratoria nei finanziamenti durante il periodo di crisi.
In particolare per quanto riguarda la garanzia SACE, che offre una copertura di garanzia anche alle imprese di grandi dimensioni, vanno velocizzati i tempi effettivi di messa in funzione e chiarite e semplificate le procedure.
È inoltre assolutamente necessario rendere trasparenti e più semplici le procedure che devono seguire i soggetti finanziatori nell’erogazione del finanziamento, nonché assicurare chiarezza con riferimento alla documentazione che le imprese richiedenti devono fornire a corredo delle istanze.
Il meccanismo scelto, che si posa principalmente sul sistema bancario, purtroppo non garantisce trasparenza e trattamento omogeneo: emerge quindi il rischio di una disparità di trattamento fra i soggetti destinatari e soprattutto, in considerazione della limitatezza delle risorse a disposizione, non è assicurata la copertura di tutte le esigenze manifestate dalle imprese e, in particolare, di quelle che si trovano in una situazione di maggiore difficoltà e che non hanno rapporti consolidati con le banche.
La medesima esigenza di semplificazione e snellimento delle procedure si richiede per quanto riguarda gli interventi di natura fiscale, con riferimento in particolare alla una ulteriore sospensione dei versamenti tributari e contributivi
Le Regioni hanno espresso forti preoccupazioni per le chiusure attuate con riferimento a determinati settori e per il fatto che ancora non sono chiare le modalità di riapertura.
È necessaria una riflessione per consentire al più presto la riapertura delle attività economiche relative a quei settori maggiormente colpiti, quali, in aggiunta a quelli già citati, della moda, del tessile e abbigliamento, dei servizi relativi alla cura della persona e degli animali, del marmo e del legno, dell’arredamento, dell’edilizia privata e dell’attività di spettacolo ed intrattenimento, nella salvaguardia della tutela della salute e nel rispetto dei protocolli sulla sicurezza nel lavoro.
Inoltre, si richiedono i seguenti interventi:
1. prevedere un intervento importante per preparare e sostenere la ripresa attraverso la concessione di contributi a fondo perduto tale da assicurare il sostegno del tessuto produttivo nella fase della ripresa;
2. definire una strategia coordinata tra i livelli istituzionali per rilanciare gli investimenti pubblici;
3. accelerare la liquidazione delle risorse pubbliche (anche su fondi europei) mediante semplificazione delle verifiche (ad es. su DURC e Antimafia), prevedendo controlli ex post a campione al termine dell’emergenza per pagamenti al di sotto di 1 milione di euro;
4. Garantire il rispetto dei tempi e velocizzazione dei pagamenti da parte delle PPAA nei confronti delle imprese creditrici (massimo 30 giorni).
5. Prevedere una misura di sostegno alla domanda, consistente nella sospensione delle rate di mutuo o prestito contratto da famiglie ed imprese con il sistema bancario, per un periodo di tempo da valutare (da uno a tre mesi). L’impatto potrebbe essere molto potenziato, in riferimento alla circostanza che il cittadino e l’impresa avrebbero a disposizione per il periodo previsto la liquidità che sarebbe stata prevista per il pagamento delle rate di debito, alimentando una sorta di "effetto tredicesima".
In relazione in particolare al punto 1, pur considerando la necessità di gestire la ripresa delle attività produttive nel rispetto delle condizioni di sicurezza, nei tempi e nelle misure tecniche e organizzative è necessario assolutamente programmare sin da subito la fase 2 post-Covid 19, perché è alto il rischio di una crisi diffusa delle imprese e a cascata delle rispettive filiere. Al contrario delle situazioni post sisma, dove, al di là del disagio materiale, gran parte delle imprese si era organizzata rapidamente per riprendere l’attività, in questo caso lo stop forzato rischia di aggravare pesantemente la posizione finanziaria, generare colli di bottiglia lungo le catene del valore e vedere erose le quote di mercato.
Accanto agli strumenti che il Governo deciderà di mettere in campo, è indispensabile prevedere un intervento a livello regionale, più rapido e vicino alle esigenze dei territori, dei rispettivi sistemi e delle imprese. Bisogna rapidamente sfruttare le condizioni favorevoli consentite dal Temporary Framework per quanto riguarda gli aiuti di Stato anche prevedendo e degli auspicabili strumenti di finanziamento via indebitamento che si decideranno a livello europeo.
Nel complesso delle azioni che il Governo potrà prevedere a gestione centrale, sarebbe opportuno prevedere un fondo straordinario da ripartire tra le regioni per sostenere la ripartenza delle imprese sul territorio in maniera diretta e incisiva con piani di azione straordinari.
Lo strumento base potrebbe essere il sostegno a “Piani di rilancio produttivo delle imprese”.
Le imprese che hanno subìto le conseguenze della crisi che vogliono rilanciare la produzione e il mercato avranno bisogno di un sostegno finanziario particolarmente significativo e articolato per la realizzazione rapida di piani aziendali che possono comprendere:
1. Ristrutturazione del debito (allungamento delle scadenze dei mutui, o altre tipologie di operazioni, con copertura della garanzia);
2. Ricostituzione dei magazzini (acquisto materie prime, componenti, semilavorati, ecc.);
3. Piano di marketing (spese promozionali);
4, Investimenti produttivi e organizzativi (investimenti in particolare nelle tecnologie digitali);
5. Ricerca e sviluppo (sviluppo di nuovi prodotti e nuove soluzioni anche in relazione al mutato scenario competitivo).
Si allega, inoltre, un quadro di ricognizione delle disposizioni a favore del sistema produttivo emanate da Regioni e Province Autonome in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (allegato 5)
Con riferimento al settore del commercio considerate le difficoltà e le gravi criticità per le imprese commerciali e della Somministrazione di alimenti e bevande la cui attività è sospesa per effetto delle misure relative all’emergenza, si ritiene di:
· Provvedere al trasferimento alle regioni e province autonome di un fondo di prima emergenza (fase 2) finalizzato a
- concedere un aiuto a fondo perduto alle imprese del commercio e della somministrazione che hanno dovuto tenere sospese l’attività, che possa dare copertura anche al mancato guadagno in base al confronto di fatturato stesso periodo anno precedente;
- Concedere un aiuto per le attività di somministrazione di alimenti e bevande e per il piccolo commerci che a seguito del coronavirus e nel passaggio alla seconda fase dovranno adeguare le loro strutture per permettere la cd distanza sociale.
· dover incentivare la riduzione dei canoni di locazione degli immobili commerciali a beneficio delle imprese medesime, si propone di inserire, oltre alla misura che prevede un credito di imposta a beneficio dell’esercente pari al 60% del canone di locazione mensile,
- inserire una disposizione analoga nei confronti dei proprietari degli immobili commerciali, che introduca un credito di imposta pari al 40% del canone di locazione mensile a fronte di un accordo per la corrispondente riduzione del canone medesimo
-prevedere un credito di imposta a favore dei commercianti su aree pubbliche che hanno dovuto sospendere attività nei mercati e nelle fiere
Sostegno agli investimenti in digitale delle imprese
La crisi da COVID-19 ha mostrato l’importanza di organizzare l’attività dell’impresa utilizzando al massimo le tecnologie digitali, sviluppando competenze trasversali ai diversi processi e riorganizzando tutto il sistema di comunicazione interna ed esterna all’impresa. E’ pertanto necessario intraprendere un’azione specifica di sostegno allo sviluppo digitale delle imprese attraverso voucher/contributi che promuovano e sviluppino le tecnologie digitali coinvolgendo anche i processi di formazione ed apprendimento necessari, con effetti anche sul commercio elettronico, l’assistenza a distanza e l’implementazione di sistemi manifatturieri avanzati. In particolare, è necessario:
1. Sostegno alla trasformazione digitale delle imprese. Dopo industria 4.0 occorre investire sui seguenti due fronti:
a. soft digital skills per tutti i lavoratori e alte competenze digitali per la trasformazione digitale delle imprese;
b. e-commerce, supportando le imprese, con un piano straordinario, a promuoversi e a vendere on line.
1. Interventi di semplificazione e accelerazione a favore della realizzazione del Piano Banda Ultra Larga – FASE 1 Aree Bianche e FASE 2 Aree Grigie.
a. per la FASE 1 occorre:
- sbloccare secondo criteri di urgenza i permessi da parte di ANAS, RFI, Sovrintendenze, Comuni, Consorzi di Bonifica, ecc.;
- permettere l’affidamento diretto dei servizi di progettazione a soggetto territoriale da parte di Open Fiber (occorre considerare che l’attuale società che progetta- individuata con gara pubblica - è in stato fallimentare e ciò sta rallentando non poco i lavori);
- accelerare i necessari chiarimenti in ordine alla rete unica nazionale con la convergenza su di essa delle infrastrutture esistenti. Si tratta di una infrastruttura strategica per il Paese e, quindi, va deciso che dovrà essere una e una sola, in mani pubbliche e data in concessione;
- attivare subito i fondi dei voucher per dare connettività alle scuole anche assegnandoli alle Regioni che si impegnano a realizzare i lavori in tempi stretti (non con la modalità voucher ma con investimenti diretti della P.A.; il servizio in un secondo momento potrà essere gestito dal Consorzio GARR su mandato del MIUR);
- superare il problema delle maestranze al fine di completare le tratte iniziate e rimaste in sospeso ed avviare quelle da tempo autorizzate;
- intervenire per accelerare i tempi degli interventi di bonifica delle palificate Enel.
b. per la FASE 2 va, invece, chiesto all’EU di sbloccare in tempi rapidissimi la possibilità di intervenire sulle aree grigie utilizzando anche i fondi dei voucher previsti per cittadini ed imprese si tratta di una opportunità di investimento (posti di lavoro) e di competitività del sistema produttivo nazionale che è installato per la maggior parte nei piccoli e medi centri che sono oggi “aree grigie”.
3. Campagna nazionale per le competenze digitali e per la cittadinanza digitale per ogni cittadino della Repubblica Italiana mediante occasioni di formazione su pochi basilari elementi di soft digital skills (anche in integrazione e complementarietà con azioni rivolte alle imprese). Dovrà essere un’Azione coordinata a livello regionale con le strutture della formazione professionale e/o con le scuole/università.
Sostegno a favore del Turismo
Un’azione specifica di sostegno alla domanda dovrà essere indirizzata al settore del turismo che conta ormai per il 10% sul nostro PIL; si tratta di prevedere azioni integrate a livello nazionale ed internazionale attraverso ENIT accompagnando tale promozione con un rafforzamento della programmazione delle attività a scala territoriale riguardanti i beni ambientali, culturali, le rassegne, i festival etc. per ridare forza alle comunità provate dall’emergenza del COVID-19, come già evidenziato nel confronto con il Ministro Franceschini (Cfr Documento allegato 4) che ha portato alla previsione di uno specifico tavolo di crisi per il settore turistico con la presenza, tra gli altri, delle Regioni.
In relazione a questo settore strategico per la nostra economica si evidenziano le seguenti misure necessarie:
1. Decretare lo 'Stato di crisi' attivando il procedimento previsto dall’art 27 del Decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83 convertito con Legge n 134 del 2012.
1.bis consentire l’equiparazione e il riconoscimento formale, da parte dello Stato, della Pandemia da COVID-19 alle calamità naturali intervenendo con l’Art. 50 del Regolamento Ue 651/2014 che prevede “Aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati da determinate calamità naturali” nella forma dell’esenzione.
2. Prevedere un'apposita linea d'intervento specificamente per il settore turistico, nell’accordo in atto tra Governo e Regioni, nell'utilizzo dei Fondi Fesr e Fse della programmazione 2014-2020
3. Costituzione di un nuovo Fondo Europeo speciale per il turismo (“FEST”), articolato sul modello “FESR” dotato di adeguate risorse da attivarsi nella prossima Programmazione 2021-2027.
5. Proposta di un apposito “Decreto Turismo” che preveda in un unico specifico provvedimento, i primi interventi e misure di supporto al settore del turismo.
Lavoro e redditi
Nel corso del confronto con il Governo sul D.L. 18/2020 molte delle richieste regionali hanno trovato accoglimento. L’azione a sostegno del lavoro e dei redditi è stata avviata ed implementata, infatti, con la previsione degli ammortizzatori sociali in deroga su tutto il territorio nazionale unitamente all’aumento della platea dei lavoratori interessati nonché ad un’estensione delle tutele a quei settori inizialmente non coperti dagli strumenti ordinari.
E’ necessario ora che tali misure vengano prorogate oltre i termini attualmente fissati dal D.L. 18/2020 con il conseguente stanziamento di risorse adeguate, per accompagnare l’uscita dall’emergenza.
Si richiama, comunque, la necessità di prevedere la copertura di tutte le tipologie di lavoratori stagionali contemplati dalla legge con misure di sostegno al reddito nonché ulteriori interventi per i lavoratori autonomi per dare copertura effettiva del danno derivante dal fermo attività.
Roma, 23 aprile 2020
Dall'archivio di Regioni.it
n. 3824 - martedì 21 aprile 2020 - Aggiornato il dossier sulle disposizioni regionali a favore del sistema produttivo
N. 3814 - lunedì 6 aprile 2020 - Dossier su aiuti e disposizioni regioni a favore delle imprese
( red / 27.04.20 )
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Coronavirus: la sanità e la ripartenza
Tabella potenziamento servizi sanitari
Nel Dpcm è previsto che "i dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle Regioni al Ministero della Salute, all'Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico . (...) Nei casi in cui dal monitoraggio emerga un aggravamento del rischio sanitario, secondo i criteri stabiliti dal Ministro della salute entro cinque giorni dalla data del 27 aprile 2020, il Presidente della Regione propone tempestivamente al Ministro della Salute, le misure restrittive necessarie e urgenti per le attività produttive delle aree del territorio regionale specificamente interessate dall'aggravamento".
Alle farmacie che hanno acquistato mascherine e dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un "ristoro ed assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo". Lo prevede un accordo firmato dal Commissario straordinario Domenico Arcuri con l'Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm.
Anche il turismo italiano chiede un protocollo sanitario per i clienti e per i dipendenti delle aziende: c'è l'esigenza di una regia unica che proietti sui mercati esteri il messaggio che, ovunque si scelga di prenotare in Italia, lì si troverà una destinazione sicura, dove i protocolli sanitari sono gli stessi, dalle distanze alla sanificazione degli ambienti.
Nelle metropolitane vanno assicurate attività di igienizzazione e disinfezione su base quotidiana e sanificazione periodica degli spazi comuni delle stazioni e dei treni. Prevedere l'installazione, ove possibile, di dispenser di soluzione idroalcolica per l'igiene delle mani; dispenser di soluzione idroalcolica vanno installate in prossimità di pulsantiere, ad esempio in presenza di biglietteria elettronica. Lo si evidenzia nel Documento tecnico sull'ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive in relazione al trasporto pubblico collettivo terrestre, nell'ottica della ripresa del pendolarismo, nel contesto dell'emergenza da Sars-CoV-2, realizzato dall'Inail in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e approvato dal Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile.
CORONAVIRUS: ARCURI "SISTEMA SANITARIO STA RISPONDENDO SEMPRE MEGLIO"
CORONAVIRUS: ARCURI "MASCHERINE BENE PREZIOSO,CHIRURGICHE A 0,50 EURO"
Coronavirus: Arcuri, si sconfigge se italiani sono responsabili =
Zampa: ho discusso con Speranza per abolire autocertificazione
==Coronavirus:Boccia,Regioni richiudano se aumentano contagi
>>>ANSA/ Arriva fase due, ma Conte frena, garantire sicurezza
Aspetti di vita degli over 75 - Periodo di riferimento: Anno 2018 - Data di pubblicazione: 27 aprile 2020
( gs / 27.04.20 )
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Emergenza Covid-19 e settore spettacolo: assessori chiedono più coinvolgimento delle Regioni
Emergenza Covid-19 e settore spettacolo: Assessori alla Cultura chiedono un maggiore coinvolgimento delle Regioni
( red / 27.04.20 )

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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