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Coronavirus: si avvicina la Fase 2, la ripartenza
Tabelle leggi e ordinanze
(Regioni.it 3823 - 20/04/2020) “Abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2. Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali. Ma voglio essere chiaro su un punto: la battaglia non è vinta”, avverte il ministro della Salute, Roberto Speranza.
“A livello di cabina di regia(vedi notizia precedente) afferma il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana – uno dei ragionamenti che abbiamo fatto è quello di dilazionare, spalmare l'inizio del lavoro lungo la giornata e magari anche un numero maggiore di giornate rispetto alle cinque della settimane, l'inizio del lavoro in modo che non si creino quelle situazioni di grande confusione e affollamento che sono pericolose”.
“Evidentemente – aggiunge Fontana - ci dovranno essere degli accessi limitati sui mezzi pubblici. E' chiaro che è molto complicato. Per quello ho detto che si doveva iniziare a lavorare intorno a questa ipotesi da subito, proprio per la complessità della situazione”. Quanto alla riapertura dei locali pubblici, rileva Fontana, "credo che purtroppo dovremo aspettare. Ma anche su questi argomenti dovremo fare delle valutazioni con i tecnici per capire se è possibile creare una situazione di utilizzo che non vada ad incidere sul contagio. Se si trovano delle soluzioni che tengono in piedi queste due necessità, si potrebbe anche anticipare, aprire insieme alle altre attività. Tutto dipende dalla possibilità di evitare il contagio”.
Per la Fase 2, il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, dichiara che “ci confronteremo con tutte le parti in causa” e che, tra l’altro, il "lavoro solitario nei campi non influisce sull'epidemia”.
Toti non crede "affatto che esistano misure efficaci di sostegno che possano sostituire il ritorno al lavoro in tempi ragionevoli. Di certo non possono campare con 600 euro di sussidio (una tantum) o con un prestito da restituire di 25mila euro. Servono regole certe e tempi certi per tornare al lavoro. Nei prossimi giorni, con i nostri esperti e con le categorie, elaboreremo fasi e modi da proporre al Governo, in un quadro di norme che consentano di applicare in modo utile le regole alla realta' ligure".
"L'appello che faccio ai miei colleghi - afferma Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, nonche' della Conferenza delle Regioni - è 'proviamo a parlare piu' uniti possibile'. L'altra sera ci eravamo riusciti (ndr cabina di regia 18 aprile) perche' avevamo portato un documento che era stato sottoscritto all'unanimita' con quattro punti precisi e lo abbiamo consegnato al presidente del Consiglio" (vedi notizia precedente).
Anche per il ministro della Salute, Roberto Speranza, "abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2. Lavoro con tutte le regioni italiane per affrontare questa sfida. Guai a dividersi o ad alimentare polemiche".
Toti non crede "affatto che esistano misure efficaci di sostegno che possano sostituire il ritorno al lavoro in tempi ragionevoli. Di certo non possono campare con 600 euro di sussidio (una tantum) o con un prestito da restituire di 25mila euro. Servono regole certe e tempi certi per tornare al lavoro. Nei prossimi giorni, con i nostri esperti e con le categorie, elaboreremo fasi e modi da proporre al Governo, in un quadro di norme che consentano di applicare in modo utile le regole alla realta' ligure".
"L'appello che faccio ai miei colleghi - afferma Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, nonche' della Conferenza delle Regioni - è 'proviamo a parlare piu' uniti possibile'. L'altra sera ci eravamo riusciti (ndr cabina di regia 18 aprile) perche' avevamo portato un documento che era stato sottoscritto all'unanimita' con quattro punti precisi e lo abbiamo consegnato al presidente del Consiglio" (vedi notizia precedente).
Anche per il ministro della Salute, Roberto Speranza, "abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2. Lavoro con tutte le regioni italiane per affrontare questa sfida. Guai a dividersi o ad alimentare polemiche".
In Emilia-Romagna, aggiunge Bonaccini, "siamo pronti a partire il 27 aprile” aggiunge sempre Bonaccini, citando in particolare le imprese del manifatturiero legate all'export, come l'automotive, e i cantieri per le opere pubbliche.
"Verso Conte ho piena fiducia. – evidenzia ancora Bonaccini - Dico al presidente del consiglio di fare in fretta, come è stato fatto in altri Paesi. Si prendano decisioni perché non vogliamo che riapra tutto, ma ci mancherebbe: bar e ristoranti non possono aprire domani mattina, ci vorrà ancora un po'. Ci sono però luoghi di lavoro, come le imprese del manifatturiero con vocazione internazionale e i cantieri che bisogna che ripartano.
Abbiamo a cuore la salute dei cittadini - sottolinea Bonaccini - ma sentiamo il rischio di uno scontro sociale e non capisco perché, se in alcuni Paesi europei si è ripartiti o non si è mai chiuso, non lo si possa fare, in sicurezza, nel Paese”.
Andare oltre la prima iniziativa Ue di risposta al coronavirus e "prendere in considerazione misure straordinarie per il 2021" per regioni e municipi. E' la proposta di Bonaccini: "continueranno ad avere un ruolo cruciale" nella fase 2. "La nuova iniziativa d'investimento - prosegue Boncaccini - per la risposta al Coronavirus della Commissione europea" che assegna fondi di coesione non spesi per aiutare i comuni e le regioni a gestire la crisi, "fornirà il necessario sostegno" nell'immediato, ma "non sarà sufficiente".
"Nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, al fine di garantire l'incolumità dei lavoratori ed evitare rischi di nuovi contagi, bisogna guardare avanti. La parola d'ordine è ripartire", sostiene il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio. "Abbiamo condiviso con il Governo la necessità di avere delle linee guida comuni per tutto il territorio nazionale, nel frattempo però la Regione Abruzzo non rimarrà a guardare. L'Abruzzo ha la necessità di ripartire, è un passaggio importante per l'intero Paese e per il nostro territorio. Non possiamo e non dobbiamo perdere importanti fette di mercato, il sistema economico che è in grande difficoltà, va aiutato".
Anche il presidente della regione Molise, Donato Toma, evidenzia di aver "messo in campo un piano di sostegno per famiglie, lavoratori e partite iva e di rilancio per commercianti artigiani e piccole e medie imprese senza precedenti nella storia della nostra regione. 58 milioni di euro per ripartire: 45 per le attività produttive, 6,2 ai lavoratori, 3 per l'inclusione sociale, 2,9 per le famiglie, 1 per la sanità. Adesso la scelta è chiara: chi sostiene questo piano sta dalla parte del Molise. Chi è contro ne vuole il male".
"Noi non siamo degli irresponsabili. - dichira il presidente della regione Veneto, Luca Zaia - La riapertura più che una fase 2 è una fase di convivenza con il virus, con tutti i rischi che questo comporta. E' quello che hanno già fatto a Whuan e in Corea". "Ma se la comunità scientifica dice che non si apre, non si apre. Stop" ha aggiunto. "Le misure che possiamo attuare oggi sono le stesse che potremmo attuare con una settimana in più di attesa. Non c'è alternativa. L'altra è quella di aspettare all'infinito, che il virus non circoli più da solo". "Noi comunque - ricordato Zaia - non stabiliamo la fase sperimentale, le riaperture delle aziende le decide il Dpcm".
Andare oltre la prima iniziativa Ue di risposta al coronavirus e "prendere in considerazione misure straordinarie per il 2021" per regioni e municipi. E' la proposta di Bonaccini: "continueranno ad avere un ruolo cruciale" nella fase 2. "La nuova iniziativa d'investimento - prosegue Boncaccini - per la risposta al Coronavirus della Commissione europea" che assegna fondi di coesione non spesi per aiutare i comuni e le regioni a gestire la crisi, "fornirà il necessario sostegno" nell'immediato, ma "non sarà sufficiente".
"Nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, al fine di garantire l'incolumità dei lavoratori ed evitare rischi di nuovi contagi, bisogna guardare avanti. La parola d'ordine è ripartire", sostiene il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio. "Abbiamo condiviso con il Governo la necessità di avere delle linee guida comuni per tutto il territorio nazionale, nel frattempo però la Regione Abruzzo non rimarrà a guardare. L'Abruzzo ha la necessità di ripartire, è un passaggio importante per l'intero Paese e per il nostro territorio. Non possiamo e non dobbiamo perdere importanti fette di mercato, il sistema economico che è in grande difficoltà, va aiutato".
Anche il presidente della regione Molise, Donato Toma, evidenzia di aver "messo in campo un piano di sostegno per famiglie, lavoratori e partite iva e di rilancio per commercianti artigiani e piccole e medie imprese senza precedenti nella storia della nostra regione. 58 milioni di euro per ripartire: 45 per le attività produttive, 6,2 ai lavoratori, 3 per l'inclusione sociale, 2,9 per le famiglie, 1 per la sanità. Adesso la scelta è chiara: chi sostiene questo piano sta dalla parte del Molise. Chi è contro ne vuole il male".
"Noi non siamo degli irresponsabili. - dichira il presidente della regione Veneto, Luca Zaia - La riapertura più che una fase 2 è una fase di convivenza con il virus, con tutti i rischi che questo comporta. E' quello che hanno già fatto a Whuan e in Corea". "Ma se la comunità scientifica dice che non si apre, non si apre. Stop" ha aggiunto. "Le misure che possiamo attuare oggi sono le stesse che potremmo attuare con una settimana in più di attesa. Non c'è alternativa. L'altra è quella di aspettare all'infinito, che il virus non circoli più da solo". "Noi comunque - ricordato Zaia - non stabiliamo la fase sperimentale, le riaperture delle aziende le decide il Dpcm".
Il presidente Abi, Antonio Patuelli, avverte “non andate nelle filiali, le richieste di informazioni e le domande si fanno per telefono e via mail”, in merito alle richieste di prestiti garantiti dallo Stato per le pmi, le cui domande possono essere inoltrate a partire da oggi.
Per Patuelli “non è che andando nelle filiali vengono date le banconote” e non “c'è una graduatoria di chi arriva”.
Fipe-Confcommercio lancia l’allarme del settore dei pubblici esercizi - bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari – “con 30 miliardi di euro di perdite è in uno stato di crisi profonda con il serio rischio di veder chiudere definitivamente 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro”.
Fase 2: Fontana, da cabina regia linee generali per tutto Paese
CORONAVIRUS: FONTANA "SU MEZZI PUBBLICI OK ACCESSI LIMITATI"
( gs / 20.04.20 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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