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Regioni.it

n. 3822 - venerdì 17 aprile 2020

Sommario3
- Emergenza Covid-19 e sport: Bonaccini (Regioni), confronto positivo con il ministro Spadafora
- Coronavirus: fase 2 e ripartenza dal 4 maggio
- Coronavirus: contrasto al contagio e interventi sul territorio
- Emergenza Covid-19: Cassa integrazione in deroga, il quadro regione per regione
- Alto inquinamento: riparto a favore dei comuni capoluogo
- Sicurezza luoghi di lavoro ed esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni

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Emergenza Covid-19 e sport: Bonaccini (Regioni), confronto positivo con il ministro Spadafora

(Regioni.it 3822 - 17/04/2020) Il 16 aprile “ci siamo confrontati con il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora. Si è trattato di una videoconferenza molto utile. Il ministro ha accolto molte delle proposte delle Regioni”, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini. “Sono state accolte le sollecitazione di Regioni ed enti locali e si sta lavorando per fare in modo che il bonus da 600 euro riguardi anche tutti i lavoratori del mondo dello sport.
È stata poi recepita l’esigenza di integrare il fondo per l’emergenza che comunque parte da 100 milioni. Ora si stanno elaborando i criteri, ma è condiviso l’obiettivo di destinare buona parte di queste risorse allo sport di base.
Abbiamo poi lanciato un sos per la crisi che sta attraversando il mondo delle piccole e medie strutture sportive.
Tre le idee che hanno incontrato il favore del ministro.
La prima riguarda un alleggerimento della pressione fiscale, attraverso la sospensione e lo slittamento dei diversi tributi.
La seconda è relativa invece alla sopravvivenza stessa di queste strutture, legata alle iscrizioni e alle quote versate dagli utenti, ora azzerate dall’emergenza. Occorrerà lavorare attorno ad un’ipotesi di voucher destinato alle famiglie con la condizionalità che sia speso per la pratica sportiva.  Mi auguro che su questi temi si posa incontrare la sensibilità del ministero dell’economia.
Infine si potrebbe agire – ha concluso Bonaccini - perché nell’ambito della prossima programmazione si possano usare le leve del Fondo Sviluppo e coesione per l’impiantistica sportiva”.
Voucher per le famiglie, per sostenere l’attività sportiva nelle varie discipline nel momento in cui ci sarà la ripresa e, al contempo, una forte semplificazione delle procedure, non solo per quanto riguarda i bandi ma anche amministrative, in relazione ai progetti già presentati o da presentare per ristrutturazione o manutenzione degli impianti. Queste le proposte sostenute dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (Vicepresidente della Conferenza delle Regioni) e dall’assessore Ilaria Cavo durante la videoconferenza con il ministro Vincenzo Spadafora e i rappresentati della commissione Sport delle Regioni. “Serve una legislazione semplificata – ha affermato l’assessore Cavo - non solo per i bandi ma anche per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione o le manutenzioni straordinarie degli impianti e dei campi sportivi. Sarebbe una leva per il Pil del Paese e sarebbe molto più agevole realizzare adesso gli interventi entro settembre, finché gli impianti e le strutture sono vuote. Mi riferisco ai progetti in approvazione o da approvare che richiedono autorizzazioni da parte di enti locali: è importante utilizzare al meglio questo periodo finestra di chiusura. Più semplifichiamo le procedure – ha proseguito - più sarà facile realizzare questi lavori nei prossimi mesi in cui gli impianti e le palestre rimarranno ancora chiusi”.
Nell’ambito della riunione sono state portate avanti le richieste elaborate dalle Regioni e contenute in un documento articolato dalla Commissione che prevedono Abolizione di tributi, il taglio delle tariffe energetiche, slittamento di versamenti, sospensione di canone di locazione per gli impianti sia pubblici sia privati, istituzione di un fondo nazionale per l’emergenza Sport. “È importante pensare all’emergenza – ha aggiunto l’assessore allo Sport di Regione Liguria - e quindi al sistema per dare un sostegno concreto ed efficace alle società con la sospensione dei canoni, l’abolizione di alcuni tributi, la riduzione di alcune tariffe e i finanziamenti delle spese correnti. Sono misure già richieste, di cui le società hanno bisogno urgente per sopravvivere. Non sono state inserite nel decreto di marzo ma – ha sottolineato Cavo - oggi il ministro le ha condivise e ci ha dato la garanzia di accoglimento nel prossimo decreto di aprile. Oltre a questo, bisogna lavorare anche per la ripartenza e su questo abbiamo chiesto che ci sia un coinvolgimento delle regioni nelle misure che saranno attivate: è importante concentrare l’attenzione anche sulla domanda, agevolando l’attività sportiva da parte dei cittadini con un sostegno mirato come possono essere i voucher e la detraibilità degli oneri sostenuti per iscrizioni e abbonamenti, misure che il ministero ha dichiarato di condividere. Avremo un aggiornamento dopo il confronto del ministero dello Sport con il Mef”, ha concluso.
"Sarebbe necessario che il Governo trovasse le risorse per sostenere le società e le associazioni sportive dilettantistiche che rischiano di sparire a causa dell'emergenza Covid-19. È questo uno dei temi centrali del documento che le Regioni hanno predisposto in vista dei nuovi provvedimenti legislativi nazionali in favore di famiglie, lavoratori e imprese". Così l'assessore allo Sport della Regione Friuli Venezia Giulia, Tiziana Gibelli (ccordinatrice della Commssione cultura e sport della Conferenza delle Regioni), commenta l'incontro in videoconferenza svoltosi con il ministro Vincenzo Spadafora per fare il punto sulle misure a sostegno del settore sportivo.
"Si tratta di un aspetto fondamentale per il Friuli Venezia Giulia, una delle regioni dove si pratica più sport a livello italiano"
"Il Governo - sottolinea ancora Gibelli - deve inoltre approvare una serie di misure per dare respiro alle realtà che gestiscono
gli impianti sportivi attualmente rimasti chiusi, senza tralasciare il tema delle manutenzioni e delle realizzazioni di
nuove strutture".
"Sarebbe importante - propone Gibelli - utilizzare i fondi comunitari per immettere liquidità nel settore, prevedendo lo snellimento delle attuali procedure per impiegare rapidamente le risorse disponibili, anche attraverso una rimodulazione degli interventi già programmati e la possibilità, eventuale, di posticipare l'utilizzo dei fondi strutturali della programmazione 2014-2020".
"Fra le ipotesi sul tavolo - afferma in conclusione l'assessore - c'è anche quella di assegnare alle Regioni quote ulteriori del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) 2014-2020 nella disponibilità dei Ministeri e non ancora trasferite agli enti territoriali oppure quella di attivare, sin da subito, il Fsc 2021-2027 per gli impianti sportivi".
 


Emergenza Covid-19 e sport: Bonaccini (Regioni), confronto positivo con il ministro Spadafora

[Liguria] CORONAVIRUS: INCONTRO PRESIDENTE TOTI E ASSESSORE CAVO CON MINISTRO SPADAFORA. ASS CAVO, “SERVONO VOUCHER PER SOSTENERE ATTIVITÀ SPORTIVA E FORTE SEMPLIFICAZIONE PROCEDURE PER AGEVOLARE LAVORI RISTRUTTURAZIONE O MANUTENZIONE IMPIANTI”

[Friuli Venezia Giulia] Coronavirus: Gibelli, Governo sostenga subito sport dilettantistico

( red / 17.04.20 )

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Coronavirus: fase 2 e ripartenza dal 4 maggio

Tabelle richieste e interventi

(Regioni.it 3822 - 17/04/2020) Aumentano le richieste di una completa ripartenza a maggio del nostro sistema produttivo duramente colpito dalla pandemia coronavirus.
Dopo le prime indicazioni della regione Lombardia, il presidente Fontana ipotizza di “scaglionare il lavoro su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio diversi per evitare l'affollamento dei mezzi pubblici”, arrivano anche le richieste da altre regioni.
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, immagina di “riaprire tutto anche prima, se ci sono i presupposti di natura sanitaria” e il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, dice di “aspettare a braccia conserte che il virus se ne vada è l'errore più grande che si possa fare”.
Per Zaia “dal 4 maggio dobbiamo essere tutti pronti con dispositivi, regole, ovviamente negoziati con il mondo delle parti sociali e quello dei datori di lavoro. A me risulta che questo lavoro si stia facendo a livello nazionale con questa prospettiva. Non escludo che alcune attività possono essere anche messe in una griglia di partenza, magari, un po' prima. Immagino che la dead line sia il 4 maggio”. Inoltre, annucia Zaia, “faremo un progetto ad hoc per il turismo per dare agli operatori del settore certezza”.
La data cruciale per Zaia è il 4 maggio "se non prima". "Ai nostri operatori turistici servono delle regole che non sono necessariamente e solamente  quelle delle aziende delle fabbriche, dei negozi. Pensiamo al tema della balneazione, alla gestione della spiaggia, o al buffet dei bar”.
Anche per il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, "bisognera' mantenere quel comportamento rigoroso di distanziamento sociale, senza andare a bloccare le attivita', mantenendo le distanze, garantendo delle file sicure, evitando affollamenti di persone e questo per poter tenere insieme l'esigenza imprenditoriale, l'esigenza delle vacanze degli italiani, e dall'altro lato per garantire il diritto alla salute".
"Le linee guida che stiamo elaborando in Friuli Venezia Giulia per tutte le attivita', cercano proprio di andare nella direzione di mettere insieme queste due esigenze" rileva Fedriga. "La politica  deve prendersi la responsabilita' di coniugare l'esigenza del diritto alla salute con l'esigenza di lavorare e avere da mangiare". 
"Io credo che ogni regione - afferma il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana - debba presentare il suo progetto e le sue idee", ricordando che "domani ci sara' la cabina di regia con il governo in cui si discutera' a livello nazionale" delle condizioni per una riapertura". Secondo Fontana "l'altro argomento su cui si deve ragionare riguarda quali sono gli interventi che la Regione e lo Stato dovranno promuovere per consentire e agevolare una ripresa economica, per dare respiro alle attivita' che oggi sono in grave condizione".
Il territorio dell'Umbria ha "un valore aggiunto" da proporre a livello nazionale per la 'fase 2' dell'emergenza coronavirus. Un modello "che porterò alla Conferenza delle regioni", annuncia il presidente Donatella Tesei. "Ci saranno interventi per l'economia con riaperture graduali e condizionate senza far scendere l'attenzione sugli aspetti sanitari perché ci possono essere ancora aumenti di contagiati ma che andranno eventualmente tenuti sotto controllo". Sarà quindi, ha sottolineato Tesi, "un momento di sicurezza per tutti ma allo stesso tempo di apertura dell'economia e di ritorno graduale alla vita normale".
Cirio per la Fase 2 sostiene che bisogna “attrezzarci in questa fase di coda del virus epidemico per ripartire con una nuova normalità per ripartire in sicurezza è il grande sforzo di responsabilità e di lungimiranza che la politica tutta deve fare”.
“Il Politecnico di Torino e gli atenei piemontesi hanno elaborato linee guida che potranno aiutare il Piemonte a farlo. – spiega Cirio - Testeremo questa possibilità, nei prossimi giorni, con alcune aziende e realtà del nostro territorio e metteremo questa esperienza a disposizione del Paese”.
"Guardo al 4 maggio, ma sarà la scienza medica a dirci se quello sarà il momento giusto". Per Cirio "abbiamo il dovere di farci trovare pronti" e  "quello che è certo è che il governo dovrà fare scelte omogenee, magari non per tutta italia ma per aree geografiche omogenee sì".
“Il premier Conte ha chiesto alle Regioni – riferisce l'assessore della regione Sicilia alla Salute, Ruggero Razza - di condividere con i ministeri competenti eventuali scelte di anticipare riaperture di attività. Valutiamo l'ipotesi che lo Stato propenda di andare oltre al 3 maggio, mentre lanostra posizione è che non si può andare oltre a quella data, perché in Sicilia ci troviamo in una condizione epidemiologica diversa da quella di altre regioni”.
Per il presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, "i controlli dovranno essere seri e comunque, malgrado l'epidemia, metà delle imprese marchigiane non si è mai fermata, perché rientravano nelle catene autorizzate". "Gli ispettori hanno ovunque riscontrato il rispetto delle misure di sicurezza. Allora perché non far ripartire anche il settore manifatturiero che, dalle scarpe all'abbigliamento alle cucine, è il nostro punto di forza?". "Nessuno vuole il fai da te delle Regioni - osserva Ceriscioli - e seguiremo la strada indicata a livello centrale, ma si faccia presto e bene. I territori hanno bisogno di risposte".
Toti si augura che "il Governo interpreti Regione per Regione le misure che andiamo a prendere, lo dico perché l'Italia è molto diversa da Courmayeur a Pantelleria, è ovvio che le regola vanno declinate in base ai territori". "C'è da inculcare dei comportamenti sociali che sostituiscano la segregazione, con grande calma, certamente bisognerà ripartire dalla bassa intensità di lavoro, dai cantieri all'aperto, dalle mascherine, - sottolinea Toti - dicendo delle cose univoche e serie: se uno sta da solo in mezzo a un bosco non ha bisogno della mascherina, se sta in un ufficio con altre due persone ha certamente bisogno delle mascherine. Insomma bisogna cominciare a fari diventare automatismi alcuni comportamenti".
Il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, sottolinea che “è il Governo che ha l'ultima parola sulla ripartenza delle fabbriche. Le regioni possono solo fare proposte sulle filiere strategiche nel loro territorio”. Sulla fase 2, "bisogna continuare a gestire un'emergenza sanitaria che resta difficile - osserva Bonaccini - non ho intenzione di fare polemiche, voglio invece dare una mano per arrivare presto a un Piano per il Paese. Di cui c'è bisogno".
Su una possibile ripartenza in base alle aree geografiche, Bonaccini rileva che "non sia il momento delle divisioni. Serve unità. Né mi permetto io diindicare quale sia la strada giusta per le altre regioni. Il governo ha giustamente l'ultima parola. Per parte nostra vogliamo dare una mano a definire un Piano Paese: costruire accordi territoriali per una ripartenza sicura. In Emilia Romagna abbiamo deciso con le parti sociali che metteremo a punto un progetto per far ripartire gradualmente le filiere a valenza internazionale e i cantieri delle opere pubbliche”.
A proposito del Mes, Bonaccini osserva: "Prima di rinunciare a 36 miliardi di euro per potenziare la sanità, peraltro senza particolari condizioni, ci penserei attentamente. Se qualcuno ha alternative concrete le proponga. Abbiamo capito quanto sia essenziale una forte sanità pubblica".
Per Bonaccini “vanno superate le divisioni politiche e geografiche. Abbiamo bisogno di parlare poco e di lavorare molto”.
Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, sottolinea che non  bisogna vanificare “i sacrifici di tutti gli italiani; con le fughe in avanti si rischia il crollo di un intero territorio, in un contesto che ha poche certezze: una di queste è che il vaccino non c'è” e “la classificazione di rischio delle attività di lavoro la fa Inail e non le regioni. E tutto va incrociato con le valutazioni scientifiche”.
A scuola non si torna perché ci sono ancora troppi rischi. afferma il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina: si "allontana sempre di più la possibilità di riaprire a maggio" e spiega che "il governo prenderà a giorni una decisione".




( gs / 17.04.20 )

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Coronavirus: contrasto al contagio e interventi sul territorio

Grazie all'impegno delle Regioni diventa capillare la distribuzione delle mascherine

(Regioni.it 3822 - 17/04/2020) La priorità resterà per molte settimane quella del "contrasto al contagio" che per tutti i cittadini comporterà l'uso sistematico della mascherina. E sotto questo profilo sono molteplici le iniziative intraprese dal Governo (in particolare dal ministero degli Affari esteri e dalla Dipartimento della protezione civile) e dalle singole Regioni.
In Veneto è stato diffuso un video-tutorial in cui è lo stesso Presidente, Luca Zaia, ad lllustrare "ome indossare al meglio la mascherina protettiva. Il presidente  lo ripete come un mantra da settimane ad ogni inizio della videoconferenza dalla sede della Protezione civile regionale. "Su circa 10 mila medici in 'prima linea' in Veneto  - ha sottolineato - solo l'1,3% è risultato positivo. Questo sta a significare che l'uso della mascherina è stato strategico. La mascherina, lo dico a tutti, salva la vita. La mascherina è fondamentale".
ierologici, invece, si differenzia per categorie di popolazione, così come definito dal Comitato tecnico-scientifico regionale.
Comincia da oggi in Campania la distribuzione alle farmacie della regione delle prime 500.000 mascherine acquistate dall'istuzione regionale campana. Campania. Questo primo blocco, come da protocollo con Federfarma e Assofarma, sarà distribuito prioritariamente alle fasce deboli partendo dall'esenzione ticket, alle persone anziane, e a quelle che hanno terminato la quarantena. Dall'inizio della settimana prossima poi, le mascherine saranno distribuite a tutte le 1.800 farmacie della Campania e, progressivamente, ai medici di famiglia, e quindi alle famiglie campane prima di renderne obbligatorio l'uso per tutti, all'esterno delle abitazioni, in vista dell'imminente Fase 2. La Regione, che ne acquisterà tre milioni, ha già avuto la disponibilità da Poste Italiane alla consegna diretta delle mascherine nelle prossime settimane.
Anche in Puglia arrivano 25mila mascherine per i farmacisti pugliesi. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il direttore del dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro hanno annunciato ai farmacisti pugliesi che sono a disposizione per chi in questi giorni sta lavorando al pubblico nelle farmacie 25mila mascherine chirurgiche. “La Regione – si legge nella lettera inviata ai rappresentanti dei farmacisti dal presidente Emiliano e dal direttore di Dipartimento Montanaro - nel confermare il riconoscimento del ruolo fondamentale che stanno svolgendo le farmacie di comunità in questo particolare momento, rafforzando a pieno il ruolo di presidi territoriali di assistenza in una logica di sanità di prossimità e continuità delle cure, comunica la propria disponibilità ad erogare in favore delle farmacie convenzionate, pubbliche e private, una fornitura di 25.000 mascherine chirurgiche, utili all’espletamento del servizio farmaceutico in convenzione”.
La Regione Basilicata ha ricevuto ieri dalla Protezione civile 62 mila mascherine chirurgiche, 21 mila mascherine ffp2-kn95, mille mascherine ffp3, 10 mila mascherine monovelo, 20 mila guanti monouso, 2 mila e 200 camici protettivi, 200 tute protettive e 21 mila tamponi + reagenti. Nel ringraziare “la Protezione Civile nazionale ed in particolare il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, che nella sua recente visita in Basilicata si era impegnato a sostenere le nostre richieste di dispositivi di protezione e materiali indispensabili per la gestione dell’emergenza”, il presidente della Regione Vito Bardi afferma che “ora sarà possibile incrementare le attività svolte sul territorio dai sanitari, ed in particolare dalle dieci ‘unità speciali’ che stanno lavorando a pieno regime, in provincia di Potenza e in provincia di Matera, per assistere e supportare i cittadini lucani che hanno bisogno di cure. I presidi e i materiali che la Protezione civile ci ha assegnato si uniscono ai materiali che faticosamente abbiamo reperito con le risorse della Regione, ma che naturalmente non sono sufficienti per la gestione di questa inedita e complessa emergenza sanitaria”.
Il Presidente della Regione autonoma Valle d’AostaRenzo Testolin ha annunciato che  partire da oggi, il piano di distribuzione del materiale DPI sul territorio - che ha già interessato 100 mila persone, alle quali, per il tramite dei Comuni, la Protezione civile ha destinato mascherine TNT - è stato integrato con altre 125 mila mascherine. Il totale dei dispositivi distribuiti è quindi di 225 mila, pari a due per abitante. Saranno i Comuni, ora, a comunicare ai propri cittadini le modalità di consegna delle mascherine. Il Capo della Protezione civile regionale, Pio Porretta, nel corso della conferenza stampa ha precisato che, nell’ultimo mese (da 5 marzo a 5 aprile 2020), inoltre vi ancheè stata una distribzione particolare dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), dando priorità al settore sanitario, alle microcomunità, ai volontari che operano in collaborazione con l’Unità di crisi, alle componenti operative (Corpo forestale, SAV, Polizia di Stato, Esercito…. ), alle farmacie, ai Comuni e alla Casa circondariale di Brissogne. Si è soffermato poi sulle mascherine protettive tessuto non tessuto (TNT) fornite ai Comuni per la distribuzione alla popolazione.A ogni nucleo familiare al cui interno vi è la presenza di un soggetto risultato positivo al COVID-19, stanno per essere distribuite inoltre 10 mascherine chirurgiche.
La Giunta regionale del Piemonte ha predisposto una modifica al bilancio per garantire la copertura economica necessaria all’acquisto delle mascherine da distribuire a tutta la cittadinanza. È stato approvato un provvedimento che poi sarà presentato domani ai Capigruppo del Consiglio regionale, per destinare 6 milioni di euro per il 2020 all’acquisto e distribuzione di dispositivi di protezione per tutta la popolazione piemontese, attraverso una modifica della legge 14 sulla Protezione civile. "Abbiamo pronto l’acquisto di 5 milioni di mascherine lavabili per tutti i piemontesi - spiegano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme all’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi e alla Sanità Luigi Icardi-.Ad aggiudicarsi la gara realizzata attraverso SCR sono state tre aziende del Piemonte. Insieme a Poste italiane e alle associazioni che rappresentano gli enti locali stiamo definendo le modalità migliori per organizzare la distribuzione alle famiglie su tutto il territorio. Ringraziamo tutti i Capigruppo del Consiglio regionale per la sensibilità dimostrata e la generosità di chi ci ha permesso con le proprie donazioni di coprire la spesa. Prima di rendere le mascherine obbligatorie era, infatti, fondamentale poterle garantire a tutti, ancor più in vista della fase di ripartenza".
Si sono svolte alla Fiera di Genova le operazioni di scarico di ulteriori 2 milioni di mascherine chirurgiche e di oltre 100 mila Ffp2 acquistate da Regione Liguria in Cina e arrivate ieri a Fiumicino grazie alla collaborazione dell'agenzia Dogane e monopoli. “La rete logicistica della Liguria dimostra di funzionare – commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – l’arrivo di questo quantitativo ci consente di continuare la distribuzione ai cittadini, a partire da domani, sempre tramite Poste italiane, e a seguire nelle edicole e nelle farmacie, ma anche, dall’altra parte, di mettere in sicurezza il nostro personale sanitario, negli ospedali e nelle Rsa, chi guida le ambulanze e chi ci assiste grazie alle Ffp2. Ringrazio la Protezione civile, la Croce rossa, gli Alpini, il Soccorso alpino: questa straordinaria macchina ha saputo andare oltre a tutte le difficoltà iniziali di approvvigionamento dei Dpi da Roma. Sono molto soddisfatto della capacità di acquisto e di risposta a cittadini e alle imprese dimostrata da Regione Liguria– aggiunge Toti – Le attività produttive hanno già ricevuto 850mila mascherine per poter lavorare in sicurezza, e ancora di più ne avranno bisogno in vista della fase 2”. “Lavoreremo aD un’ordinanza - spiega Toti - in cui daremo delle specifiche che ritengo di buon senso: solo per fare degli esempi, se da un lato l’agricoltura ha continuato a lavorare, è logico che chi ha un orto o un frutteto, e lo coltiva per le esigenze della sua famiglia debba poterlo curare senza lasciar morire le piante, così come è normale che i giardinieri possano lavorare. Oltre a questo, mi sembra logico che le piccole manutenzioni concesse per le fabbriche nel Decreto del Presidente del Consiglio possano essere concesse anche agli stabilimenti balneari e ai chioschi che devono essere approntati, sistemati e manutenuti in vista della stagione estiva, con interventi che spesso vengono fatti in economia e necessitano di tempo per essere eseguiti. Il tutto – precisa Toti -  ovviamente con cantieri isolati e senza contatto con altre persone. Si tratta di piccole misure che possono dare un minimo di fiato al tessuto di micro e piccole imprese del nostro territorio. Poi partirà il lavoro con le prefetture, i sindacati e le associazioni degli imprenditori per cominciare a costruire quell’insieme di regole che saranno indispensabili per arrivare alla riapertura del Paese”.
In Friuli Venezia Giulia "Da lunedì saranno operative 33 nuove postazioni di terapia intensiva e subintensiva allestite al tredicesimo piano della Torre medica dell'Ospedale di Cattinara, grazie alla generosità del personale sanitario e tecnico-amministrativo dell'Asugi e delle imprese che hanno contribuito alla realizzazione e all'allestimento della struttura, tra cui illycaffè, che ha contribuito all'acquisto della dotazione tecnologica dei reparti". Lo hanno annunciato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, che hanno rimarcato come "gli sforzi della Regione e la generosità dei privati hanno permesso di mettere in campo ulteriori strumenti salvavita per fronteggiare l'emergenza Coronavirus a disposizione dell'Asugi.
La Regione Siciliana ha dato il via ad uno screening,per alcune categorie di cittadini: c'è un target di cittadini dei quattro Comuni 'zona rossa' e un ampio settore di lavoratori fra le categorie per le quali la Regione ha previsto i test sierologici, nell'ambito dello screening epidemiologico sul Coronavirus. L'iniziativa avviata dal governo Musumeci, dopo il parere del Comitato tecnico-scientifico per l'emergenza Covid-19 nell'Isola, è stata disposta per individuare quei soggetti che, potenzialmente, possono rappresentare una fonte di contagio, in previsione del graduale allentamento delle misure contenitive. Come è noto, si tratta di due tipi di test sierologici (qualitativi e quantitativi), che serviranno alla rilevazione di anticorpi IgG e IgM anti-Sars-Cov2, e ovviamente saranno complementari al tampone rinofaringeo, che continuerà ad essere adoperato per i soggetti sintomatici, paucisintomatici, per coloro che sono entrati in contatti con persone positive al virus e per tutti i cittadini individuati dalle circolari del ministero della Salute e dalle ordinanze del presidente della Regione.
Sulla sua pagina Facebook Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, fa il punto sui test: "Non solo i test sierologici, che poi consentiranno di dare la 'patente di immunita'': dal San Matteo di Pavia c'è anche un'altra ricerca - già richiesta e approfondita negli Stati Uniti - che utilizza il plasma di chi ha sconfitto il Covid-19 per aiutare gli ammalati. E' un metodo - spiega Fontana - che sta dando risultati molto incoraggianti e non ha effetti collaterali: stimola la creazione di anticorpi ed e' gia' operativo in alcuni ospedali italiani a partire da quelli della Lombardia. Ne siamo orgogliosi".
In Umbria la Giunta regionale su iniziativa dell’assessore alla Salute, Luca Coletto, ha approvato lo schema di accordo quadro tra Regione, Associazione italiana di ospedalità privata (Aiop) e Associazione religiosa istituti socio sanitari umbria (Aris), per la regolamentazione dei rapporti finalizzati al coinvolgimento degli ospedali privati accreditati nella rete ospedaliera regionale della gestione dell’emergenza Covid-19.  “In seguito alla diffusione dell’infezione prodotta dal Covid -19 – ha spiegato l’assessore Coletto – il Ministero della Salute ha aggiornato le linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e il percorso organizzativo dei servizi regionali ospedalieri e territoriali. Con l’emanazione di circolari ministeriali sono stati sospesi i ricoveri in ospedale e ridotte molte attività ad eccezione di quelle considerate non procrastinabili, quali i ricoveri in regime di urgenza (da intendersi in emergenza), i ricoveri elettivi oncologici ed i ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità A. Contestualmente alla sospensione delle ospedalizzazioni – prosegue -  ora è stato necessario riprogrammare  le attività considerando tutta la rete di offerta ospedaliera sul territorio, pubblica e privata, in modo da individuare delle strutture da dedicare alla gestione dell’emergenza ospedaliera non Covid”. Nell'ambito del piano di potenziamento della rete ospedaliera, a livello nazionale sono state previste per le strutture private diverse tipologie di coinvolgimento, funzionali all’accreditamento di ogni struttura per area chirurgica e area medica, ovvero strutture da utilizzare per il trasferimento e trattamento della casistica chirurgia (a), internistica (b) e riabilitativa (c) di pazienti che necessitano di cure. “Le strutture private metteranno– ha riferito l’assessore Coletto  -a disposizione posti letto per pazienti non Covid attualmente degenti presso gli ospedali pubblici, oppure che sono accolti quotidianamente presso i servizi di triage dei Pronto soccorso e che necessitano di prestazioni di tipo urgente o non procrastinabili. Inoltre, garantiranno le prestazioni chirurgiche non procrastinabili con ricovero programmato. I pazienti accolti – conclude Coletto -  se inviati dalle strutture pubbliche, dovranno essere sottoposti alla fase preventiva di triage e aver effettuato il tampone”.
L'assessore alla Sanità e l'integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato ha eseguito questa mattina un sopralluogo alla zona di alto bio-contenimento dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. "L'allestimento è quasi completato e presto ci sarà l'apertura di 20 posti letto di terapia intensiva", mentre in Toscana 97 milioni di euro saranno destinati dalla Regione per il trasporto di emergenza urgenza. Si tratta di fondi che andranno  alle associazioni di volontariato e ai comitati regionali della Croce rossa italiana in seguito a una recente delibera, approvata dalla Giunta su proposta dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi che spiega “Si tratta di risorse importanti che abbiamo aumentato di quattro milioni di euro nel 2019, portando il finanziamento da 93 a 97 milioni di euro complessivi, cifra, quest’ultima, che confermiamo anche per il 2020". L’erogazione dei finanziamenti è affidata alle Asl, cui spetta la programmazione delle attività di trasporto di emergenza urgenza e la nomina di un apposito responsabile aziendale, che ha il compito di monitorare trimestralmente il budget assegnato alle associazioni, verificando costantemente l’andamento della spesa.
E' pronto il piano della Regione Sardegna per acquisire alberghi dove alloggiare le persone positive al Covid-19 e asintomatiche e il presidente Christian Solinas precisa: "Lo attiveremo solo se c'è la certezza del pieno utilizzo. Un uso parcellizzato, infatti, determinerebbe una spesa che inciderebbe non poco sulle finanze della Regione".    Il governatore mette in evidenza, quindi, la questione della copertura finanziaria. Anche perché, "ciò che la Regione ha fatto finora, l'ha fatto con proprie risorse: lo Stato non ha ancora stanziato nulla, né ci ha rimborsato quello che abbiamo dovuto anticipare per le cure sanitarie, l'assunzione di personale, la fornitura di dispositivi di protezione individuale, l'acquisizione di ventilatori". Insomma, "dobbiamo essere efficaci ed economici nell'assumere le scelte". Riguardo al personale medico, "merita tutto il nostro sostegno e merita un discorso a parte: stiamo ultimando il calcolo di quanti intendono usufruire dell'albergo, per evitare il rischio di contagio nelle proprie case. Ultimata la verifica, prenderemo le strutture necessarie per garantire i posti letto".
In un mese in Emilia-Romagna sono stati già raccolti 40 milioni di euro grazie alle donazioni ricevute attraverso il conto corrente messo a disposizione dalla Regione tramite la Protezione civile e attraverso le Aziende sanitarie delle nove province. Soldi che serviranno ""per potenziare il sistema di terapia intensiva in questa regione"" e affrontare l'emergenza coronavirus. Lo ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, durante il Quarantalks organizzato dalla Bologna Business School. ""Abbiamo aperto un conto corrente - ha spiegato Bonaccini - e abbiamo superato già i 10 milioni in meno di un mese. Tutte"" risorse ""per potenziare il sistema di terapia intensiva in questa regione"". ""Le varie aziende ospedaliere - ha aggiunto - hanno raccolto più di 30 milioni di euro in ogni territorio. C'è una generosità straordinaria. Ho già detto che voglio vedere rendicontato ogni centesimo, perché ogni donazione, anche di chi ha dato solo 20 euro, è importante"". A questa cifra, ha precisato il governatore, vanno aggiunte tutti gli enti e le persone che hanno donato macchinari per gli ospedali.
Gli assessori della regione lombardia Claudia Maria Terzi (Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile), Riccardo De Corato (Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale) e Stefano Bolognini (Politiche sociali, abitative e Disabilità) hanno consegnato 103.780 mascherine ai tassisti di Milano e provincia. La consegna è avvenuta nel magazzino allestito nel polo fieristico di Rho, presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria facenti parte della Conferenza del servizio taxi del bacino aeroportuale dell’area milanese. Nei prossimi giorni, sempre attraverso la Protezione civile, sarà completata la distribuzione di mascherine a tutti i tassisti lombardi nelle varie province, per un totale di 115.680 dispositivi.
 
 


( red / 17.04.20 )

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Emergenza Covid-19: Cassa integrazione in deroga, il quadro regione per regione

On line il monitoraggio sugli accordi regionali, curato dalla Segreteria della Conferenza delle Regioni

(Regioni.it 3822 - 17/04/2020) Pubblicata sul sito della Conferenza delle Regioni la tabella relativa agli accordi quadro e alle intese per la cassa integrazione in deroga siglati dalle singole Regioni e Province autonome con le parti sociali in questa fase di emergenza Covid-19.

Il monitoraggio è stato realizzato dal settore "Lavoro e Istruzione" della Segreteria della Conferenza delle Regioni.

La tabella sarà periodicamente aggiornata.


REGIONE

PROVVEDIMENTO

Abruzzo

Accordo Quadro Regione Abruzzo

Basilicata

Accordo Quadro Regione Basilicata

Calabria

Accordo Quadro Regione Calabria

Accordo Quadro Regione Calabria – Deliberazione della Giunta

Campania

Accordo Quadro Regione Campania

Emilia-Romagna

Accordo Quadro Regione Emilia Romagna

Accordo Quadro Regione Emilia Romagna – Accordo Integrativo

Friuli Venezia Giulia

Intesa Regione Friuli Venezia Giulia

Lazio

Accordo Quadro Regione Lazio

Liguria

Accordo Quadro Regione Liguria

Lombardia

Accordo Quadro Regione Lombardia

Marche

Accordo Quadro Regione Marche

Molise

Accordo Quadro Regione Molise

Piemonte

Accordo Quadro Regione Piemonte

Puglia

Accordo Quadro Regione Puglia

Sardegna

Accordo Quadro Regione Sardegna

Sicilia

Accordo Quadro Regione Sicilia

Accordo Quadro Regione Sicilia – Ulteriori Condivisioni

Toscana

Accordo Quadro Regione Toscana

Umbria

Accordo Quadro Regione Umbria

Accordo Quadro Regione Umbria – Deliberazione della Giunta

Valle D’Aosta

Accordo Quadro Regione Valle d’Aosta

Veneto

Accordo Quadro Regione Veneto - Accordo su DL09

Accordo Quadro Regione Veneto – Accordo su DL18

Provincia autonoma di Trento

Accordo Quadro Provincia autonoma Trento

Provincia autonoma di Bolzano

Accordo Quadro Provincia autonoma Bolzano


link alla Tabella relativa agli Accordi e alle Intese sulla Cassa Integrazione in deroga nelle Regioni



( red / 17.04.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 31 marzo

+T -T
Alto inquinamento: riparto a favore dei comuni capoluogo

(Regioni.it 3822 - 17/04/2020) Il 31 marzo le Regioni in sede di Conferenza Unificata, svoltasi in modalità di videoconferenza, hanno espresso l'Intesa con alcune raccomandazioni che sono state accolte dal Governo in merito al riparto delle risorse per i comuni capoluogo con alto inquinamento.
La Conferenza esprime così l'intesa sul testo trasmesso telematicamente il 30 marzo 2020 con la richiesta di accogliere le due seguenti osservazioni: escludere l'obbligo di cofinanziamento, almeno per il primo quinquennio e dare alle Regione, nel primo biennio, la facoltà di scegliere le modalità di alimentazione degli elementi da acquistare.
In particolare si raccomanda di escludere l’obbligo di cofinanziamento –almeno nel primo quinquennio e senza l’applicazione di alcuna penalità – dalle procedure regionali e locali di attuazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile. E  bisogna dare facoltà alle Regioni, esclusivamente per il primo biennio di applicazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile, di scegliere la modalità di alimentazione dei mezzi da acquistare, che sia più immediatamente disponibile ed accessibile e, comunque, non inferiore alla categoria ambientale euro 6.
Di seguito il documento inviato al Governo ed il link all'atto della Conferenza Unificata.
Intesa ai sensi dell'art. 3, comma 5, del DPCM 17 aprile 2019
Punto 7) O.d.g. Conferenza Unificata
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime l’intesa sul testo trasmesso il 30 marzo 2020, con la richiesta accogliere le seguenti raccomandazioni:
- escludere l’obbligo di cofinanziamento –almeno nel primo quinquennio e senza l’applicazione di alcuna penalità – dalle procedure regionali e locali di attuazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile (congiunta con ANCI);
- dare facoltà alle Regioni, esclusivamente per il primo biennio di applicazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile, di scegliere la modalità di alimentazione dei mezzi da acquistare, che sia più immediatamente disponibile ed accessibile e, comunque, non inferiore alla categoria ambientale euro 6.
La prima raccomandazione, congiunta con ANCI, nasce dal comune interesse semplificare e accelerare la programmazione degli investimenti regionali relativi al rinnovo del parco autobus. In particolare, si chiede di escludere il cofinanziamento – almeno nel primo quinquennio – dalle procedure di attuazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile, consentendo una semplificazione delle procedure ivi previste e un’accelerazione della programmazione degli investimenti da effettuare sul territorio, nonché una maggiore omogeneità nella concessione dei contributi.
Oltre che per le motivazioni su esposte, si ritiene opportuno valutare un altro aspetto dell’attuale emergenza sanitaria e del post-emergenza: l’esigenza, da un lato, di immettere nel sistema maggiore liquidità possibile, dall’altro garantire sia l’immediata ripresa, al termine dell’emergenza, dei servizi di TPL, sia di consentire l’esercizio degli stessi in condizioni di maggiore sicurezza degli utenti dal punto di vista dell’affollamento dei mezzi, specie nelle ore di punta. Pertanto, si propone anche le risorse del Piano siano spendibili da subito per tutte le Regioni, dando loro la facoltà di scegliere, esclusivamente per il primo biennio, la modalità di alimentazione dei mezzi da acquistare che sia più immediatamente disponibile ed accessibile e, comunque, non inferiore alla categoria ambientale euro 6.
Roma, 31 marzo 2020

Link al documento della Conferenza delle Regioni del 31 marzo 2020: Posizione sullo schema di decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con ministri dello sviluppo economico edell'economia e delle finanze sul riparto delle risorse previste a favore dei comuni capoluogo delle città metropolitane ed ai comuni capoluogo delle province ad alto inquinamento"

Link all'atto della Conferenza Unificata del 31 marzo 2020: Intesa ai sensi dell'art. 3, comma 5, del DPCM 17 aprile 2019 sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze sul riparto delle risorse previste a favore dei comuni capoluogo delle città metropolitane ed ai comuni capoluogo delle province ad alto inquinamento"



( gs / 17.04.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 31 marzo

+T -T
Sicurezza luoghi di lavoro ed esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni

(Regioni.it 3822 - 17/04/2020) Nel corso della Conferenza Stato-Regioni, svoltasi il 31 marzo in videoconferenza, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso un parere favorevole consegnando un documento - accolto e divenuto così parte integrante - sul decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro.
Il via libera delle Regioni è stato, quindi, condizionato dall’accoglimento di alcune proposte emendative per rendere più efficace l’attuazione delle disposizioni previste dalla direttiva europea, dall'effettuazione degli accertamenti sanitari e specifici atti di indirizzo, ai criteri per dare garanzia di appropriatezza e omogeneità sull'intero territorio nazionale.
Di seguito il documento della Conferenza delle Regioni ed il link all'atto della Conferenza Stato-Regioni.
Posizione sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2017/2398 del parlamento europeo e del consiglio del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/ce sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro. 
Parere, ai sensi dell’art. 2, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
Punto 1) Odg Conferenza Stato-Regioni
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime parere favorevole condizionato all’accoglimento delle seguenti proposte di modifica già avanzate in sede di istruttoria tecnica che, ad avviso delle Regioni, non confliggono con i principi in materia di attuazione delle direttive comunitarie e possono favorire e rendere più efficace l’attuazione delle disposizioni previste dalla direttiva europea:

a) all'art. 1 inserire il seguente comma 2:
“2) Per l'effettuazione degli accertamenti sanitari di cui al comma 1, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano approva specifici atti di indirizzo, definendo contenuti dei programmi di controllo sanitario e loro periodicità, criteri di inclusione e di valutazione degli esiti, nonché modalità organizzative, a garanzia di appropriatezza e omogeneità sull'intero territorio nazionale.”
b)all'Allegato XLIII - Valori limite di esposizione professionale, inserire la seguente nota generale:
"Per gli agenti di cui al presente Allegato restano fermi, ove previsti, gli obblighi normativi stabiliti dal Regolamento 1907/2006/CE nei casi di autorizzazione o restrizione".
Roma, 31 marzo 2020

 
Link al documento della Conferenza delle Regioni del 31 marzo 2020: Posizione sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2017/2398 del parlamento europeo e del consiglio del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/ce sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro. 

Link all'atto della Conferenza Stato- Regioni del 31 marzo 2020: Parere, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro
 



( gs / 17.04.20 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
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Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

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