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Sanità: prosegue l'impegno delle Regioni per l'emergenza Covid-19
Le raccomandazioni dell'Oms per l'avvio della fase 2: "le misure dovrebbero essere allentate a tappe, dopo aver valutato i rischi epidemiologici e i benefici socioeconomici "
(Regioni.it 3820 - 15/04/2020) Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte terrà una informativa alla Camera alle 17 del prossimo 21 aprile. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. L''informativa sia il Consiglio europeo in programma per il 23 aprile, sia l'attuazione delle misure di contrasto al coronavirus.
Oggi il Ministro della Salute, Roberto Speranza, partecipa in videoconferenza alla riunione dei ministri della Salute dell’Unione europea.
Dall'Organizzazione Mondiale della Sanità arrivano ulteriori indicazioni. Le osservazioni riguardano prima di tutto la ricerca sui vaccini. Secondo l'Oms non c'è alcuna evidenza che il vaccino contro la tubercolosi (Bcg) protegga contro l'infezione da Covid-19. Ci sono "due studi clinici sono in corso" in proposito e l'Oms "valuterà le evidenze quando saranno disponibili", ma "in assenza di evidenze scientifiche", l'Oms "non raccomanda il vaccino Bcg per prevenire il Covid-19".
Altre indicazioni sono legate invece alla fase di ripartenza (o fase 2) già avviata in alcune nazioni. I Paesi che hanno deciso di allentare le misure adottate per combattere la pandemia di coronavirus devono aspettare almeno due settimane per valutarne l'impatto e per decidere se fare ulteriori apertura. Il mondo, ha sottolineato l'agenzia dell'Onu, si trova in un "momento cruciale" della pandemia nel quale i principi guida devono essere "velocità, equilibrio ed equità". Per ridurre il rischio di nuovi focolai, è l'avvertimento dell'Oms, "le misure dovrebbero essere allentate a tappe, dopo aver valutato i rischi epidemiologici e i benefici socioeconomici dell'apertura in diversi luoghi di lavoro, scuole e attività sociali". Idealmente ci vogliono "almeno due settimane (che corrispondono al periodo di incubazione del coronavirus) tra una fase e un'altra della transizione per capire quali rischi si corrono e come rispondere in maniera adeguata". Il rischio di un "risorgere della malattia" rimane, sottolinea l'Organizzazione mondiale della Sanità.
In Lombardia i numeri relativi al contagio non crollano perché - spiega l'assessore al welfare, Giulio Gallera - "con le nuove linee guida dell'Istituto superiore di sanità stiamo facendo più tamponi a medici di base, operatori sanitari, sociosanitari e pazienti di Rsa con sintomi. Ma c'è una forte riduzione di chiamate al 112, i pronto soccorso hanno più pazienti non Covid che Covid, gli ospedali meno ricoverati e si stanno alleggerendo le terapie intensive. Questo è il dato vero, anche a Milano. Le azioni tempestive della Regione e lo sforzo dei lombardi hanno ridotto fortissimamente la diffusione del virus". Il Covid-19 - ricorda l'assessore - si diffondeva da molte settimane quando l'abbiamo scoperto, per primi. Non abbiamo avuto la possibilità di contenere il focolaio: qui è esplosa una bomba atomica." Nel prossimo futuro "Il nostro sforzo sarà intercettare con il sierologico chi non ha fatto il tampone - prosegue - abbiamo allungato a 28 giorni l'isolamento, il San Matteo di Pavia ha messo a punto un test efficace e se l'Iss ne approverà altri li utilizzeremo, per garantire che chi torna a lavorare non sia contagioso. Dovremo comunque mantenere mascherine e distanziamento sociale, perché avremo il virus sotto la brace. La scienza dice che le pandemie procedono a ondate; se ne arriverà un'altra, ci troverà attrezzati".
Oggi il Ministro della Salute, Roberto Speranza, partecipa in videoconferenza alla riunione dei ministri della Salute dell’Unione europea.
Dall'Organizzazione Mondiale della Sanità arrivano ulteriori indicazioni. Le osservazioni riguardano prima di tutto la ricerca sui vaccini. Secondo l'Oms non c'è alcuna evidenza che il vaccino contro la tubercolosi (Bcg) protegga contro l'infezione da Covid-19. Ci sono "due studi clinici sono in corso" in proposito e l'Oms "valuterà le evidenze quando saranno disponibili", ma "in assenza di evidenze scientifiche", l'Oms "non raccomanda il vaccino Bcg per prevenire il Covid-19".
Altre indicazioni sono legate invece alla fase di ripartenza (o fase 2) già avviata in alcune nazioni. I Paesi che hanno deciso di allentare le misure adottate per combattere la pandemia di coronavirus devono aspettare almeno due settimane per valutarne l'impatto e per decidere se fare ulteriori apertura. Il mondo, ha sottolineato l'agenzia dell'Onu, si trova in un "momento cruciale" della pandemia nel quale i principi guida devono essere "velocità, equilibrio ed equità". Per ridurre il rischio di nuovi focolai, è l'avvertimento dell'Oms, "le misure dovrebbero essere allentate a tappe, dopo aver valutato i rischi epidemiologici e i benefici socioeconomici dell'apertura in diversi luoghi di lavoro, scuole e attività sociali". Idealmente ci vogliono "almeno due settimane (che corrispondono al periodo di incubazione del coronavirus) tra una fase e un'altra della transizione per capire quali rischi si corrono e come rispondere in maniera adeguata". Il rischio di un "risorgere della malattia" rimane, sottolinea l'Organizzazione mondiale della Sanità.
In Lombardia i numeri relativi al contagio non crollano perché - spiega l'assessore al welfare, Giulio Gallera - "con le nuove linee guida dell'Istituto superiore di sanità stiamo facendo più tamponi a medici di base, operatori sanitari, sociosanitari e pazienti di Rsa con sintomi. Ma c'è una forte riduzione di chiamate al 112, i pronto soccorso hanno più pazienti non Covid che Covid, gli ospedali meno ricoverati e si stanno alleggerendo le terapie intensive. Questo è il dato vero, anche a Milano. Le azioni tempestive della Regione e lo sforzo dei lombardi hanno ridotto fortissimamente la diffusione del virus". Il Covid-19 - ricorda l'assessore - si diffondeva da molte settimane quando l'abbiamo scoperto, per primi. Non abbiamo avuto la possibilità di contenere il focolaio: qui è esplosa una bomba atomica." Nel prossimo futuro "Il nostro sforzo sarà intercettare con il sierologico chi non ha fatto il tampone - prosegue - abbiamo allungato a 28 giorni l'isolamento, il San Matteo di Pavia ha messo a punto un test efficace e se l'Iss ne approverà altri li utilizzeremo, per garantire che chi torna a lavorare non sia contagioso. Dovremo comunque mantenere mascherine e distanziamento sociale, perché avremo il virus sotto la brace. La scienza dice che le pandemie procedono a ondate; se ne arriverà un'altra, ci troverà attrezzati".
A Milano parte poi la prima 'biobanca' di Covid-19. A dare avvio al progetto sono l'università degli Studi del capoluogo lombardo e l'Asst Fatebenefratelli-Sacco. La Banca biologica raccoglierà e conserverà campioni di sangue e tessuti relativi al Covid-19 e farà da trampolino di lancio alla ricerca sul virus Sars-CoV-2, per lo studio e lo sviluppo di strategie diagnostiche e terapeutiche incluse quelle di tipo vaccinale, spiegano i due enti promotori. Il progetto può contare su una maxi donazione di oltre 800 mila euro da parte di Banco Bpm. La sede fisica della Banca biologica di Covid-19 sarà all'ospedale Sacco, in uno spazio di circa 280 metri quadrati al piano interrato del Padiglione 62. E completa l'intervento il potenziamento della piattaforma tecnologica per lo stoccaggio e alimentazione di ossigeno liquido a servizio della struttura sanitaria.
In un'intervista al Corriere della Sera il presidente della Regione Veneto Luca Zaia torna sul tema della ripartenza: "La fase 2? C'e' gia'. Ma non l'abbiamo decisa noi. Possiamo essere d'accordo, ma l'ha decisa il governo. A noi spetta il compito di tutelare la salute dei cittadini. E di preparare la ripartenza".
"Il Veneto e' responsabile e assolutamente rispettoso delle regole. E al punto numero 1, da parte nostra, c'e' la salute dei cittadini. Senza dubbi ne' fughe in avanti - aggiunge -. Penso davvero che il nostro primo nemico sia il ritorno alla fase acuta. Dal punto di vista sanitario, da una decina di giorni siamo in calo. Ci sono 825 posti in terapia intensiva, e altri ancora attivabili, oggi occupati da 240 persone. E va detto che in parecchi casi si tratta di una coda, persone gia' ricoverate da tempo. Sappiamo bene che questo virus richiede una lunga ospedalizzazione. In Veneto abbiamo avuto il primo morto in Italia, a Vo' Euganeo, il 21 febbraio. Il nostro modello matematico, realizzato in proprio, ci dice che la fase acuta si esaurira' verso fine maggio. Ma il fatto e' che il lockdown non esiste piu'. Non per quello che fa il Veneto. Ma perche' il governo ha chiuso la fase del lockdown". "La chiusura non esiste piu'. Non c'e' - sottolinea il governatore del Veneto -. E' finita quando il governo ha delegato alle prefetture l'approvazione delle deroghe per le aziende che ritenevano di dover rimanere aperte. E probabilmente, grazie al silenzio assenso, molti hanno riaperto. Non entro nel merito, ma lo si vede dal traffico, dalle immagini dei tg, da tutto. Da amministratore, devo prendere atto che c'e' piu' gente in strada. Ma non perche' l'ho deciso io". "Dato che le regole, che sono statali, consentono le aperture che ci sono oggi, io mi concentro sulla salute dei veneti, penso alle regole, ai gel, ai controlli sulle distanze sociali... Ricordo, peraltro, che il governo ha aperto le cartolerie e i negozi di vestiti per bambini per tutta la settimana. Qui, solo per due giorni alla settimana, weekend esclusi", prosegue.
In un'intervista al Corriere della Sera il presidente della Regione Veneto Luca Zaia torna sul tema della ripartenza: "La fase 2? C'e' gia'. Ma non l'abbiamo decisa noi. Possiamo essere d'accordo, ma l'ha decisa il governo. A noi spetta il compito di tutelare la salute dei cittadini. E di preparare la ripartenza".
"Il Veneto e' responsabile e assolutamente rispettoso delle regole. E al punto numero 1, da parte nostra, c'e' la salute dei cittadini. Senza dubbi ne' fughe in avanti - aggiunge -. Penso davvero che il nostro primo nemico sia il ritorno alla fase acuta. Dal punto di vista sanitario, da una decina di giorni siamo in calo. Ci sono 825 posti in terapia intensiva, e altri ancora attivabili, oggi occupati da 240 persone. E va detto che in parecchi casi si tratta di una coda, persone gia' ricoverate da tempo. Sappiamo bene che questo virus richiede una lunga ospedalizzazione. In Veneto abbiamo avuto il primo morto in Italia, a Vo' Euganeo, il 21 febbraio. Il nostro modello matematico, realizzato in proprio, ci dice che la fase acuta si esaurira' verso fine maggio. Ma il fatto e' che il lockdown non esiste piu'. Non per quello che fa il Veneto. Ma perche' il governo ha chiuso la fase del lockdown". "La chiusura non esiste piu'. Non c'e' - sottolinea il governatore del Veneto -. E' finita quando il governo ha delegato alle prefetture l'approvazione delle deroghe per le aziende che ritenevano di dover rimanere aperte. E probabilmente, grazie al silenzio assenso, molti hanno riaperto. Non entro nel merito, ma lo si vede dal traffico, dalle immagini dei tg, da tutto. Da amministratore, devo prendere atto che c'e' piu' gente in strada. Ma non perche' l'ho deciso io". "Dato che le regole, che sono statali, consentono le aperture che ci sono oggi, io mi concentro sulla salute dei veneti, penso alle regole, ai gel, ai controlli sulle distanze sociali... Ricordo, peraltro, che il governo ha aperto le cartolerie e i negozi di vestiti per bambini per tutta la settimana. Qui, solo per due giorni alla settimana, weekend esclusi", prosegue.
Quanto al test sierologico - ha aggiunto Luca Zaia, nel corso della quotidiana conferenza stampa - "deve essere validato dal mondo scientifico così come il test rapido. So che per quanto riguarda quest'ultimo, a livello nazionale si sta ragionando per trovare una forma di validazione. Il test rapido, qualora fosse certificato al 100% e avvalorato da un protocollo, sarebbe eccezionale". "Il test operativamente lo si fa in 30 secondi e poi servirebbero 15 secondi di attesa per vedere come si colora la cartina"" ha sottolineato Zaia. Dichiaro ufficialmente che la sanita' del Veneto non ha l'emergenza delle mascherine perche' ora si trovano nel mercato. Noi abbiamo distribuito 10 milioni di mascherine e incentivato ogni forma di produzione comprandone 24,5 milioni. La sanita' ne ha a sufficienza, ora diamole al popolo". Cosi' il governatore del Veneto Luca Zaia tornando sulla proposta di eliminare la possibilita' di confiscare le mascherine sanitarie e di permetterne la libera vendita e distribuzione.
La Regione Basilicata ha ricevuto ieri dalla Protezione civile 62 mila mascherine chirurgiche, 21 mila mascherine ffp2-kn95, mille mascherine ffp3, 10 mila mascherine monovelo, 20 mila guanti monouso, 2 mila e 200 camici protettivi, 200 tute protettive e 21 mila tamponi + reagenti. Nel ringraziare “la Protezione Civile nazionale ed in particolare il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, che nella sua recente visita in Basilicata si era impegnato a sostenere le nostre richieste di dispositivi di protezione e materiali indispensabili per la gestione dell’emergenza”, il presidente della Regione Vito Bardi afferma che “ora sarà possibile incrementare le attività svolte sul territorio dai sanitari, ed in particolare dalle dieci ‘unità speciali’ che stanno lavorando a pieno regime, in provincia di Potenza e in provincia di Matera, per assistere e supportare i cittadini lucani che hanno bisogno di cure. I presidi e i materiali che la Protezione civile ci ha assegnato si uniscono ai materiali che faticosamente abbiamo reperito con le risorse della Regione, ma che naturalmente non sono sufficienti per la gestione di questa inedita e complessa emergenza sanitaria”. “Colgo l’occasione – aggiunge Bardi - per ringraziare ancora una volta i sanitari, che lavorano con abnegazione negli ospedali e sul territorio, e le persone impegnate ad assicurare i servizi essenziali in questo periodo difficile. Non abbiamo ancora superato l’emergenza ma stiamo facendo il possibile per alleviare i disagi ed assicurare un aiuto a chi ha bisogno. Continuando ad osservare le regole sono certo che supereremo presto la fase più difficile. La Regione, con l’aiuto dei cittadini, con il contributo e la forza dei lucani, saprà pensare anche al dopo, alla fase della ripresa e della rinascita. Insieme ce la faremo”.
Una "ricognizione" con tutti i manager del Sistema sanitario regionale "per una verifica dei punti di forza e criticita'", a poco piu' di un mese dall'inizio dell'emergenza coronavirus in Sicilia. L'ha organizzata, a Palazzo d'Orleans di Palermo, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che, insieme con l'assessore alla Salute Ruggero Razza, ha incontrato i direttori generali delle diciotto Aziende regionali direttamente coinvolte nella gestione della pandemia nell'Isola. "Una disamina - evidenzia il governatore - serena e onesta della situazione sanitaria nelle nove province, senza tacere le criticita' e impegnandoci a trovare i rimedi. Ma abbiamo anche preso atto, con soddisfazione, della tenuta del sistema regionale grazie a una sana programmazione e a una forte motivazione degli operatori, sanitari e non". La Sicilia, quindi, "pensa - spiega una nota - a una nuova fase sanitaria a lungo termine". Secondo quanto emerso da vari studi scientifici, infatti, nonostante la situazione del contagio in Sicilia, oggi, appaia contenuta, "sara' necessario immaginare nuove strategie, percorsi e strutture dedicate per contrastare i possibili 'colpi di coda' del virus". A questo servira' l'intera rete Covid-19 che, grazie al Piano straordinario messo in atto dal governo regionale puo' contare su circa 3.400 posti dedicati (seicento dei quali di terapia intensiva), ma si sta gia' pensando anche a veri presidi riservati alla riabilitazione polmonare. Sul modello dei vecchi sanatori adoperati nel '900 per il trattamento post-tubercolosi, infatti, il Sistema sanitario regionale si potra' dotare di strutture sanitarie specializzate nel recupero della piena funzionalita' per quei pazienti che hanno vissuto una fase acuta della malattia. Si andra' avanti anche sul piano formativo riservato prevalentemente al personale sanitario. "In queste settimane - spiega Razza - abbiamo riscontrato che tutti i cluster nosocomiali sono stati generati da singoli comportamenti errati, per negligenza o mancanza di lucidita'. Per questo pensiamo a una formazione permanente affidata al Cefpas di Caltanissetta che possa garantire a tutti i professionisti della sanita' siciliana un elevato e costante livello di preparazione". Per continuare a contrastare il virus proseguira' anche la digitalizzazione, restando nel solco di quanto e' stato fatto da subito con il censimento sul sito www.siciliacoronavirus.it e con l'applicazione digitale 'Sicilia Si-Cura'. Si tratta di strumenti che "hanno permesso di interloquire con decine di migliaia di persone - dice la Regione -, acquisendo un flusso di informazioni fondamentali per la gestione dell'emergenza".
Sempre in Sicilia ha preso il via "Uno screening epidemiologico attraverso i test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. E' quanto verrà messo in campo in Sicilia attraverso un'azione mirata sulla base del parere reso, nei giorni scorsi, dal Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid-19 nell'Isola. L'obiettivo è quello di monitorare l'andamento del contagio come avvenuto per altre epidemie. "Pur ribadendo l'importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un'azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia".
«Pur ribadendo l'importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un'azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia»
L’assessore alla Salute, della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, commentando i progetti che stanno prendendo forma su tutti i territori, sottolinea che “La rete di presidi ospedalieri dedicati al Covid che si sta delineando nella nostra regione, ci consente di iniziare a programmare un piano per la riapertura di tutti gli servizi sanitari, ripristinando l’assistenza che eravamo stati costretti a rimodulare per far fronte all’assistenza”. “Poter disporre – continua – di strutture esclusivamente dedicate ai pazienti Covid rappresenta davvero un punto di svolta e va nella direzione di quanto previsto dal piano di emergenza regionale, che indicava proprio questo percorso per una gestione della pandemia che garantisse la presa in carico e la cura dei pazienti contagiati dal virus e, allo stesso tempo, la prosecuzione di tutte le attività ordinarie in assoluta sicurezza”. Ogni Asl ha dunque individuato una struttura, già di proprietà, da allestire o riconvertire per il Covid.
In Campania "E' in corso di definizione in queste ore un Piano regionale per lo screening di massa sui cittadini campani". Lo fa sapere il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. "Questo piano di monitoraggio, di prevenzione e di cura relativo al Covid-19 - spiega De Luca - deve svilupparsi in modo parallelo con il piano di rilancio delle attività economiche e sociali. La fase 2, che è ormai prossima, non dovrà mai perdere di vista il controllo sanitario e la garanzia di sicurezza per le nostre famiglie".
Una "ricognizione" con tutti i manager del Sistema sanitario regionale "per una verifica dei punti di forza e criticita'", a poco piu' di un mese dall'inizio dell'emergenza coronavirus in Sicilia. L'ha organizzata, a Palazzo d'Orleans di Palermo, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che, insieme con l'assessore alla Salute Ruggero Razza, ha incontrato i direttori generali delle diciotto Aziende regionali direttamente coinvolte nella gestione della pandemia nell'Isola. "Una disamina - evidenzia il governatore - serena e onesta della situazione sanitaria nelle nove province, senza tacere le criticita' e impegnandoci a trovare i rimedi. Ma abbiamo anche preso atto, con soddisfazione, della tenuta del sistema regionale grazie a una sana programmazione e a una forte motivazione degli operatori, sanitari e non". La Sicilia, quindi, "pensa - spiega una nota - a una nuova fase sanitaria a lungo termine". Secondo quanto emerso da vari studi scientifici, infatti, nonostante la situazione del contagio in Sicilia, oggi, appaia contenuta, "sara' necessario immaginare nuove strategie, percorsi e strutture dedicate per contrastare i possibili 'colpi di coda' del virus". A questo servira' l'intera rete Covid-19 che, grazie al Piano straordinario messo in atto dal governo regionale puo' contare su circa 3.400 posti dedicati (seicento dei quali di terapia intensiva), ma si sta gia' pensando anche a veri presidi riservati alla riabilitazione polmonare. Sul modello dei vecchi sanatori adoperati nel '900 per il trattamento post-tubercolosi, infatti, il Sistema sanitario regionale si potra' dotare di strutture sanitarie specializzate nel recupero della piena funzionalita' per quei pazienti che hanno vissuto una fase acuta della malattia. Si andra' avanti anche sul piano formativo riservato prevalentemente al personale sanitario. "In queste settimane - spiega Razza - abbiamo riscontrato che tutti i cluster nosocomiali sono stati generati da singoli comportamenti errati, per negligenza o mancanza di lucidita'. Per questo pensiamo a una formazione permanente affidata al Cefpas di Caltanissetta che possa garantire a tutti i professionisti della sanita' siciliana un elevato e costante livello di preparazione". Per continuare a contrastare il virus proseguira' anche la digitalizzazione, restando nel solco di quanto e' stato fatto da subito con il censimento sul sito www.siciliacoronavirus.it e con l'applicazione digitale 'Sicilia Si-Cura'. Si tratta di strumenti che "hanno permesso di interloquire con decine di migliaia di persone - dice la Regione -, acquisendo un flusso di informazioni fondamentali per la gestione dell'emergenza".
Sempre in Sicilia ha preso il via "Uno screening epidemiologico attraverso i test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. E' quanto verrà messo in campo in Sicilia attraverso un'azione mirata sulla base del parere reso, nei giorni scorsi, dal Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid-19 nell'Isola. L'obiettivo è quello di monitorare l'andamento del contagio come avvenuto per altre epidemie. "Pur ribadendo l'importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un'azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia".
«Pur ribadendo l'importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un'azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia»
L’assessore alla Salute, della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, commentando i progetti che stanno prendendo forma su tutti i territori, sottolinea che “La rete di presidi ospedalieri dedicati al Covid che si sta delineando nella nostra regione, ci consente di iniziare a programmare un piano per la riapertura di tutti gli servizi sanitari, ripristinando l’assistenza che eravamo stati costretti a rimodulare per far fronte all’assistenza”. “Poter disporre – continua – di strutture esclusivamente dedicate ai pazienti Covid rappresenta davvero un punto di svolta e va nella direzione di quanto previsto dal piano di emergenza regionale, che indicava proprio questo percorso per una gestione della pandemia che garantisse la presa in carico e la cura dei pazienti contagiati dal virus e, allo stesso tempo, la prosecuzione di tutte le attività ordinarie in assoluta sicurezza”. Ogni Asl ha dunque individuato una struttura, già di proprietà, da allestire o riconvertire per il Covid.
In Campania "E' in corso di definizione in queste ore un Piano regionale per lo screening di massa sui cittadini campani". Lo fa sapere il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. "Questo piano di monitoraggio, di prevenzione e di cura relativo al Covid-19 - spiega De Luca - deve svilupparsi in modo parallelo con il piano di rilancio delle attività economiche e sociali. La fase 2, che è ormai prossima, non dovrà mai perdere di vista il controllo sanitario e la garanzia di sicurezza per le nostre famiglie".
Su Facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ringrazia - dal Magazzino Covid della Protezione Civile regionale - "a nome di tutta la nostra comunità le centinaia di volontarie e volontari che da un mese giorno e notte garantiscono l'approvvigionamento di mascherine, camici, occhiali protettivi e altri dispositivi nelle nostre strutture sanitarie. In 5 settimane- spiega Zingaretti - sono stati consegnati 9 milioni e 662 mila dispositivi. Un lavoro e una passione incredibili che hanno permesso di contenere la diffusione del virus".
In Sardegna mille prototipi di schermi facciali, speciali visiere protettive anti-contagio, sono stati realizzati con la tecnologia della stampa 3D dal gruppo 'Makers Pro Sa Sardigna' e donati ai presidi ospedalieri del territorio nell'ambito del progetto benefico 'Sos Makers pro sa Sanidade e Sa Sardigna'. "Dai maker della nostra Isola - dichiara l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu - , non riceviamo solo un gesto di grande solidarietà e amore per la Sardegna, ma anche un segnale di forte dinamismo e capacità da parte di un gruppo che è riuscito a mettere insieme forze e idee per supportare i nostri operatori sanitari nella lotta al Covid-19. Un contributo importante nella battaglia contro il virus.
Infine dal 9 al 13 aprile la Protezione civile nazionale ha consegnato alla Regione Puglia oltre un milione di mascherine chirurgiche, 138.650 mascherine Ffp2, 2.650 camici, 540 tute, 272mila bende Montrasio, 25mila guanti, 9mila tamponi e 9mila reagenti. Lo comunica il dirigente della protezione civile regionale, Mario Lerario. I dispositivi sono stati consegnati attraverso dei voli svolti dall'Aeronautica militare, dalla guardia di finanza, guardia costiera ed Esercito. I materiali sono stati trasportati a cura dell'Esercito nei depositi di transito, per l'immediata distribuzione alle strutture sanitarie pugliesi. La protezione civile regionale comunica inoltre che finora sono arrivati in totale 88 ventilatori per terapie intensive e 62 per terapia subintensiva: 16 dalla protezione civile nazionale e 46 da donazioni private
In Sardegna mille prototipi di schermi facciali, speciali visiere protettive anti-contagio, sono stati realizzati con la tecnologia della stampa 3D dal gruppo 'Makers Pro Sa Sardigna' e donati ai presidi ospedalieri del territorio nell'ambito del progetto benefico 'Sos Makers pro sa Sanidade e Sa Sardigna'. "Dai maker della nostra Isola - dichiara l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu - , non riceviamo solo un gesto di grande solidarietà e amore per la Sardegna, ma anche un segnale di forte dinamismo e capacità da parte di un gruppo che è riuscito a mettere insieme forze e idee per supportare i nostri operatori sanitari nella lotta al Covid-19. Un contributo importante nella battaglia contro il virus.
Infine dal 9 al 13 aprile la Protezione civile nazionale ha consegnato alla Regione Puglia oltre un milione di mascherine chirurgiche, 138.650 mascherine Ffp2, 2.650 camici, 540 tute, 272mila bende Montrasio, 25mila guanti, 9mila tamponi e 9mila reagenti. Lo comunica il dirigente della protezione civile regionale, Mario Lerario. I dispositivi sono stati consegnati attraverso dei voli svolti dall'Aeronautica militare, dalla guardia di finanza, guardia costiera ed Esercito. I materiali sono stati trasportati a cura dell'Esercito nei depositi di transito, per l'immediata distribuzione alle strutture sanitarie pugliesi. La protezione civile regionale comunica inoltre che finora sono arrivati in totale 88 ventilatori per terapie intensive e 62 per terapia subintensiva: 16 dalla protezione civile nazionale e 46 da donazioni private
Coronavirus: Tabella relativa ai potenziamenti sanitari nelle Regioni - Aggiornata al 15.04.2020
[Ministero della salute] Covid 19: Alle 15 riunione ministri salute Ue
CORONAVIRUS: A MILANO LA PRIMA BIOBANCA DI COVID-19, POTENZIERA' RICERCA =
Coronavirus, Oms: due settimane fra ogni fase di transizione
Coronavirus:Oms,allentare misure a tappe per valutare rischi
Coronavirus: Oms,nessuna prova vaccino Tbc protegga da Covid
Sardegna: Coronavirus, mille dispositivi di protezione da stampa 3D. Assessore Nieddu: "Grande capacità e altruismo dei maker sardi"
Sicilia: CORONAVIRUS, IN SICILIA AVVIATO SCREENING CON TEST SIEROLOGICI
( red / 15.04.20 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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