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Emergenza Coronavirus: difficile il confronto Governo-Regioni sulla scuola
(Regioni.it 3816 - 08/04/2020) La Ministra Lucia Azzolina ha incontrato il 7 aprile, in videoconferenza, gli assessori regionali competenti in materia di Istruzione. All'ordine del giorno, l'emergenza Coronavirus. La Ministra - si legge in una sintetica nota del Miur - ha riepilogato le azioni messe in campo dal Governo per la didattica a distanza e i contenuti del decreto istruzione su Esami e valutazione approvato ieri in Consiglio dei Ministri. All'incontro hanno preso parte anche i due Capi Dipartimento del Ministero dell'Istruzione, Giovanna Boda e Marco Bruschi. La Ministra ha confermato che ci saranno ulteriori incontri con i rappresentanti delle Regioni".
Che l'incontro abbia avuto un carattere interlocutorio lo si evince dalla lettura di una nota della Conferenza delle Regioni: “In un momento così delicato, mentre ancora stiamo affrontando l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19, c’è bisogno della massima concordia istituzionale fra Stato e Regioni” ha dichiarato Cristina Grieco, Assessore della Regione Toscana e coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni, commentando il confronto con la Ministra Lucia Azzolina.
Che l'incontro abbia avuto un carattere interlocutorio lo si evince dalla lettura di una nota della Conferenza delle Regioni: “In un momento così delicato, mentre ancora stiamo affrontando l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19, c’è bisogno della massima concordia istituzionale fra Stato e Regioni” ha dichiarato Cristina Grieco, Assessore della Regione Toscana e coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni, commentando il confronto con la Ministra Lucia Azzolina.
“In particolare occorre una strategia comune per affrontare con efficacia alcune scelte che riguardano il mondo della scuola e della formazione professionale. Oggi abbiamo posto alla ministra alcuni temi prioritari per le Regioni e non abbiamo ancora avuto risposte nel merito Per questo – ha aggiunto l’Assessore della Regione Toscana - ho già scritto alla Ministra ribadendo la necessità di un tavolo di lavoro permanente e sollecitando ulteriori e urgenti momenti di verifica puntuale sulle proposte delle Regioni- che in tema di istruzione hanno competenze concorrenti con lo Stato- , in particolare per quel che riguarda la prosecuzione dell’anno scolastico in corso, le risorse per la didattica digitale, le norme per la formazione professionale e gli istituti tecnici superiori, interventi per la scuola paritaria e i fondi per il sistema di istruzione 0-6 anni. Serve insomma – ha concluso Cristina Grieco - un’azione comune concertata per dare nel più breve tempo possibile certezze alle famiglie e agli studenti”.
Dopo l’incontro in videoconferenza, l’assessore all’Istruzione e alla Formazione del Veneto Elena Donazzan ha sottolineato che la Rgione è impegnata "dal primo giorno in questa emergenza, e la scuola è il settore che più è stato coinvolto, dopo la sanità, in termini di organizzazione e di relazioni sociali. Ho trovato francamente tardivo ed inappropriato l’incontro avvenuto oggi, solo in seguito alla richiesta della Commissione Istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni. L’istruzione, va ricordato, è materia concorrente con lo Stato: in Veneto si è sempre lavorato in stretto contatto con le Istituzioni nazionali, basando la relazione sul confronto e sulla leale collaborazione - continua Donazzan - Sono intervenuta richiamando il Ministro a questa collaborazione e a questo confronto, sottolineando in particolare alcune esigenze della scuola veneta legate alla formazione professionale, che rischia di essere trattata diversamente e con maggiore difficoltà, nella didattica e negli impegni da onorare, rispetto alle scuole dello Stato. Ho illustrato infatti al Ministro e ai tecnici presenti che le nostre Scuole della formazione professionale sono state, e lo sono tutt’ora, da noi monitoriate ed ispezionate, ed i nostri studenti sottoposti ad un carico di lavoro impressionante, se paragonato ad altre scuole che non devono ottemperare a certe prescrizioni. FormaVeneto e i sindacati veneti condividono con la Regione del Veneto che se di pari dignità si parla nella legge, questa debba essere effettiva. Ho infine sottolineato al Ministro che il calendario scolastico, ovvero l’organizzazione del tempo delle giornate di scuola, è prerogativa delle Regioni: per questo, dopo un confronto con il collega al Turismo Federico Caner, ho ribadito la nostra critica per un’eventuale avvio dell’anno scolastico 2020/21 nei primissimi giorni di settembre”.
"Dopo aver dovuto attendere oltre un mese l'incontro con il Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina - commenta l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Melania Rizzoli - abbiamo dovuto assistere ad una riunione surreale a cui non avremmo mai pensato di poter assistere". Regione Lombardia, insieme alle altre regioni italiane, ha posto un serie di domande specifiche e urgenti al Ministro senza ricevere però quasi alcuna risposta. "Tra i molti temi posti all'attenzione del Ministro - chiarisce l'assessore Rizzoli - abbiamo incluso: modalità di prosecuzione dell'anno scolastico in corso e avvio del prossimo, risorse per didattica digitale, detrazione per le spese delle scuole paritarie, regole per la formazione professionale e gli ITS e i fondi per il sistema 0-6". "Il Ministro - rimarca l'assessore Rizzoli - non solo non ha risposto alla gran parte delle domande ma, dopo essere stata incalzata, ha abbandonato l'incontro interrompendo il suo collegamento video e lasciando gli assessori regionali davanti ad uno schermo vuoto". "L'incontro di questa mattina - stigmatizza Rizzoli - certifica che la scuola italiana è in pessime mani e il rischio che si intravvede e che i nostri giovani pagheranno il conto della totale inadeguatezza di questo Ministro. Non avendo avuto neppure l'indicazione di una data per un futuro confronto non possiamo augurarci altro se non che, almeno nel dibattito parlamentare, possano trovare spazio le nostre istanze". Secondo il ministero "tutto si e' svolto secondo le consuete procedure. La riunione non e' stata interrotta" solo che "Dopo aver ascoltato le voci, anche critiche, di tutti i rappresentanti regionali, la ministra si e' congedata salutando i partecipanti. Quindi, nessuno schermo vuoto con assessori lasciati soli, semplicemente la riunione si era normalmente conclusa". Cosi' il ministero dell'istruzione in una nota.
Critico anche 'assessore regionale all'Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen:'Dopo settimane di colpevole ritardo, si è tenuta una videoconferenza tra il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina e gli assessori regionali per un confronto sulla scuola, alla luce di quanto sta verificandosi in queste settimane di emergenza Coronavirus. Ci aspettavamo di dialogare su temi specifici e ricevere risposte precise. Purtroppo l'esito dell'incontro è stato deludente, avvilente e inutile. Il Governo ha scelto di non entrare nel merito dei problemi, propinando una lezione su tematiche sociologiche, liquidando le richieste del territorio con formule molto vaghe''. Dei dieci temi posti, fa sapere l'assessore, ''non abbiamo ricevuto alcuna risposta''. Sulle ''materie concorrenti, sul diritto allo studio, sulla programmazione offerta e, naturalmente, sul calendario per l'anno in corso e per il prossimo - insiste - non possiamo essere in balia dicomunicazioni parziali o, peggio, contraddittorie''.
DI "incontro stucchevole e inconcludente" ha parlatp l'assessore della Regione Liguria, Ilaria Cavo .La Ministra non ha risposto a nessuna delle domande che ho posto, cosi’ come non ha risposto a nessuna delle richieste avanzate dai colleghi delle altre regioni.e ha chiuso la videoconferenza.
“Per quanto riguarda la fine di questo anno scolastico e l’inizio del prossimo abbiamo chiesto chiarezza – continua Cavo - visto è stata unilateralmente ipotizzata una ripresa a inizio settembre, anche se la competenza della programmazione è una competenza che lo stato condivide con le Regioni e visto che il calendario scolastico è frutto di una delibera regionale. Abbiamo chiesto scelte condivise. Anche su questo punto attendiamo ancora risposte che ci auguriamo possano arrivare quanto prima per il bene della scuola, dei ragazzi e delle loro famiglie”.
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera il 6 aprile al decreto legge che contiene le norme relative agli Esami di Stato e alla valutazione delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2019/2020. Provvedimenti che tengono conto dell’emergenza coronavirus. Il decreto, che ora sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per poi essere convertito dal Parlamento, - secondo una nota del ministero "mette in sicurezza l’anno scolastico 2019/2020 e traghetta le scuole verso il 2020/2021". “Tutto ciò che è stato fatto sarà valorizzato. Quel che non si è potuto fare per difficoltà oggettive sarà recuperato, nell’interesse degli studenti e dei bambini - conclude Azzolina -. Mettiamo al centro i diritti dei ragazzi. Nessuno sarà lasciato indietro. Ci sarà una valutazione seria e coerente con quanto svolto durante tutto l’anno”.
Ecco come si svolgeranno gli Esami di Stato
Scuola secondaria di I grado
Il decreto prevede che il Ministero possa, con provvedimento specifico, modificare l’impianto dell’Esame. Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. In ogni caso ci sarà una valutazione seria e corrispondente all’impegno degli alunni.
Scuola secondaria di II grado
Il 96% dei ragazzi viene ammesso, in media, ogni anno, all’Esame finale. Quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno. Il decreto indica, poi, una doppia possibilità. Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova, Italiano, sarà preparata dal Ministero. La seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni. Poi ci sarà l’orale. Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale. Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma.
Ammissione all’anno successivo
Il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà ‘6 politico’. ‘Congelato’, per quest’anno, il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali.
Avvio del nuovo anno
Il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al Ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni.
Proprio sulla definizione dei calendari scolastici si è espressa con un'ulteriore dichiarazione all'Ansa la coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro, Cristina Grieco che ha ricordato che "la competenza è delle Regioni. Lo Stato individua il periodo minimo di giorni di lezione - spiega - poi le Regioni stabiliscono i loro calendari". E dunque "se l'anno scolastico inizia il 1° settembre 2020-2021 "il calendario delle lezioni poi lo decidono le singole Regioni. In Toscana per esempio abbiamo fatto una programmazione permanente per la quale non si torna mai a far lezione prima del 15 settembre". E questo anche per non compromettere la parte finale della stagione turistica che quest'anno, spiega l'assessore, sarà ancora più complicata per gli operatori. "Se il ministero - dice Grieco - dovesse unilateralmente prevedere un inizio delle lezioni il 1° settembre, provocherebbe evidenti problemi per le Regioni. Eventualmente è possibile prevedere di utilizzare la prima parte di settembre per il recupero delle lacune. Insomma serve un confronto con il ministero, dobbiamo iniziare a porci il tema dell'inizio del nuovo anno scolastico che non sarà certamente un anno ordinario. Io non sono preoccupata tanto della ripresa delle lezioni ora, quanto per l'avvio del prossimo anno, serviranno misure che assicurino sicurezza e distanziamento. E' necessario convocare quanto prima un tavolo con il ministero dell'Istruzione per lavorare a tutto questo". Il decreto sulla chiusura dell'anno scolastico approvato due giorni fa dal Consiglio dei ministri prevede che "con una o più ordinanze del ministro dell'Istruzione sono adottate misure volte alla definizione della data di inizio delle lezioni per l'anno scolastico 2020-2021 d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, anche tenendo conto dell'eventuale necessità di recupero degli apprendimenti quale ordinaria attività didattica e della conclusione delle procedure di avvio dell'anno scolastico".Dopo l’incontro in videoconferenza, l’assessore all’Istruzione e alla Formazione del Veneto Elena Donazzan ha sottolineato che la Rgione è impegnata "dal primo giorno in questa emergenza, e la scuola è il settore che più è stato coinvolto, dopo la sanità, in termini di organizzazione e di relazioni sociali. Ho trovato francamente tardivo ed inappropriato l’incontro avvenuto oggi, solo in seguito alla richiesta della Commissione Istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni. L’istruzione, va ricordato, è materia concorrente con lo Stato: in Veneto si è sempre lavorato in stretto contatto con le Istituzioni nazionali, basando la relazione sul confronto e sulla leale collaborazione - continua Donazzan - Sono intervenuta richiamando il Ministro a questa collaborazione e a questo confronto, sottolineando in particolare alcune esigenze della scuola veneta legate alla formazione professionale, che rischia di essere trattata diversamente e con maggiore difficoltà, nella didattica e negli impegni da onorare, rispetto alle scuole dello Stato. Ho illustrato infatti al Ministro e ai tecnici presenti che le nostre Scuole della formazione professionale sono state, e lo sono tutt’ora, da noi monitoriate ed ispezionate, ed i nostri studenti sottoposti ad un carico di lavoro impressionante, se paragonato ad altre scuole che non devono ottemperare a certe prescrizioni. FormaVeneto e i sindacati veneti condividono con la Regione del Veneto che se di pari dignità si parla nella legge, questa debba essere effettiva. Ho infine sottolineato al Ministro che il calendario scolastico, ovvero l’organizzazione del tempo delle giornate di scuola, è prerogativa delle Regioni: per questo, dopo un confronto con il collega al Turismo Federico Caner, ho ribadito la nostra critica per un’eventuale avvio dell’anno scolastico 2020/21 nei primissimi giorni di settembre”.
"Dopo aver dovuto attendere oltre un mese l'incontro con il Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina - commenta l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Melania Rizzoli - abbiamo dovuto assistere ad una riunione surreale a cui non avremmo mai pensato di poter assistere". Regione Lombardia, insieme alle altre regioni italiane, ha posto un serie di domande specifiche e urgenti al Ministro senza ricevere però quasi alcuna risposta. "Tra i molti temi posti all'attenzione del Ministro - chiarisce l'assessore Rizzoli - abbiamo incluso: modalità di prosecuzione dell'anno scolastico in corso e avvio del prossimo, risorse per didattica digitale, detrazione per le spese delle scuole paritarie, regole per la formazione professionale e gli ITS e i fondi per il sistema 0-6". "Il Ministro - rimarca l'assessore Rizzoli - non solo non ha risposto alla gran parte delle domande ma, dopo essere stata incalzata, ha abbandonato l'incontro interrompendo il suo collegamento video e lasciando gli assessori regionali davanti ad uno schermo vuoto". "L'incontro di questa mattina - stigmatizza Rizzoli - certifica che la scuola italiana è in pessime mani e il rischio che si intravvede e che i nostri giovani pagheranno il conto della totale inadeguatezza di questo Ministro. Non avendo avuto neppure l'indicazione di una data per un futuro confronto non possiamo augurarci altro se non che, almeno nel dibattito parlamentare, possano trovare spazio le nostre istanze". Secondo il ministero "tutto si e' svolto secondo le consuete procedure. La riunione non e' stata interrotta" solo che "Dopo aver ascoltato le voci, anche critiche, di tutti i rappresentanti regionali, la ministra si e' congedata salutando i partecipanti. Quindi, nessuno schermo vuoto con assessori lasciati soli, semplicemente la riunione si era normalmente conclusa". Cosi' il ministero dell'istruzione in una nota.
Critico anche 'assessore regionale all'Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen:'Dopo settimane di colpevole ritardo, si è tenuta una videoconferenza tra il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina e gli assessori regionali per un confronto sulla scuola, alla luce di quanto sta verificandosi in queste settimane di emergenza Coronavirus. Ci aspettavamo di dialogare su temi specifici e ricevere risposte precise. Purtroppo l'esito dell'incontro è stato deludente, avvilente e inutile. Il Governo ha scelto di non entrare nel merito dei problemi, propinando una lezione su tematiche sociologiche, liquidando le richieste del territorio con formule molto vaghe''. Dei dieci temi posti, fa sapere l'assessore, ''non abbiamo ricevuto alcuna risposta''. Sulle ''materie concorrenti, sul diritto allo studio, sulla programmazione offerta e, naturalmente, sul calendario per l'anno in corso e per il prossimo - insiste - non possiamo essere in balia dicomunicazioni parziali o, peggio, contraddittorie''.
DI "incontro stucchevole e inconcludente" ha parlatp l'assessore della Regione Liguria, Ilaria Cavo .La Ministra non ha risposto a nessuna delle domande che ho posto, cosi’ come non ha risposto a nessuna delle richieste avanzate dai colleghi delle altre regioni.e ha chiuso la videoconferenza.
“Per quanto riguarda la fine di questo anno scolastico e l’inizio del prossimo abbiamo chiesto chiarezza – continua Cavo - visto è stata unilateralmente ipotizzata una ripresa a inizio settembre, anche se la competenza della programmazione è una competenza che lo stato condivide con le Regioni e visto che il calendario scolastico è frutto di una delibera regionale. Abbiamo chiesto scelte condivise. Anche su questo punto attendiamo ancora risposte che ci auguriamo possano arrivare quanto prima per il bene della scuola, dei ragazzi e delle loro famiglie”.
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera il 6 aprile al decreto legge che contiene le norme relative agli Esami di Stato e alla valutazione delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2019/2020. Provvedimenti che tengono conto dell’emergenza coronavirus. Il decreto, che ora sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per poi essere convertito dal Parlamento, - secondo una nota del ministero "mette in sicurezza l’anno scolastico 2019/2020 e traghetta le scuole verso il 2020/2021". “Tutto ciò che è stato fatto sarà valorizzato. Quel che non si è potuto fare per difficoltà oggettive sarà recuperato, nell’interesse degli studenti e dei bambini - conclude Azzolina -. Mettiamo al centro i diritti dei ragazzi. Nessuno sarà lasciato indietro. Ci sarà una valutazione seria e coerente con quanto svolto durante tutto l’anno”.
Ecco come si svolgeranno gli Esami di Stato
Scuola secondaria di I grado
Il decreto prevede che il Ministero possa, con provvedimento specifico, modificare l’impianto dell’Esame. Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. In ogni caso ci sarà una valutazione seria e corrispondente all’impegno degli alunni.
Scuola secondaria di II grado
Il 96% dei ragazzi viene ammesso, in media, ogni anno, all’Esame finale. Quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno. Il decreto indica, poi, una doppia possibilità. Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova, Italiano, sarà preparata dal Ministero. La seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni. Poi ci sarà l’orale. Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale. Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma.
Ammissione all’anno successivo
Il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà ‘6 politico’. ‘Congelato’, per quest’anno, il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali.
Avvio del nuovo anno
Il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al Ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni.
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( red / 08.04.20 )
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