Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 065 del 04.05.2023 - Interrogazione: conclusioni del G7 dell'agricoltura tenutosi recentemente in Giappone

venerdì 5 maggio 2023


Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 065 del 04.05.2023

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INTERROGAZIONE

PRESIDENTE. Il senatore Silvestroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00404 sulle conclusioni del G7 dell'agricoltura tenutosi recentemente in Giappone, per tre minuti.

SILVESTRONI (FdI). Signor Presidente, onorevole Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il 22 e il 23 aprile si sono riuniti in Giappone, a Miyazaki, i Ministri dell'agricoltura di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti ovvero il gruppo dei sette Paesi più industrializzati del mondo. Il documento diffuso al termine del G7 dell'agricoltura riporta gli obiettivi stabiliti, che mirano essenzialmente ad ottenere un'agricoltura e sistemi alimentari più produttivi, resistenti e sostenibili.

Il G7 di Miyazaki rappresenta una solida base per garantire un equilibrio nei rapporti internazionali, come ha dichiarato il Ministro, interrogato alla conclusione del vertice, accennando all'onore e alla responsabilità di cui sarà investita l'Italia nel guidare la prossima edizione, nel 2024.

Quindi si chiede di sapere quali siano gli intendimenti del Ministro in relazione alle conclusioni del G7 dell'agricoltura appena svolto e quali gli obiettivi prefissati in vista dell'edizione del 2024, che si terrà in Italia.

PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, ringrazio il senatore Silvestroni per aver ricordato che l'Italia ha avuto un ruolo e ne avrà uno ancora più rilevante il prossimo anno rispetto a un tema di carattere generale, ovvero la sicurezza alimentare, nell'ambito del G7, che riunisce le Nazioni industrializzate più importanti di un'area specifica del pianeta (che comprende il Giappone, il Canada, il Regno Unito, la Germania, gli Stati Uniti e la Francia).

Nell'incontro di Miyazaki, una straordinaria città del sud del Giappone, erano presenti anche il segretario generale della Food and agricolture organization (FAO), l'International fund for agricultural development (IFAD) e il World trade organization (WTO). Si tratta di un tavolo che mette in condizioni di trattare un argomento strategico, quello principale di questo tempo per varie ragioni, alcune congiunturali (le ricordavo prima, con riferimento alla guerra di aggressione della Russia all'Ucraina), altre di carattere prospettico (rispetto all'incremento demografico che il pianeta sta vivendo). Si tratta e si ragiona insieme: si deve ragionare insieme e questo l'Italia ha chiesto al tavolo, trovando riscontro sia nei tavoli multilaterali, sia in quelli bilaterali che abbiamo ottenuto con le singole Nazioni, per capire come si deve evolvere il dato che riguarda le produzioni alimentari.

Siamo di fronte a un bivio e dobbiamo scegliere se lavorare sul principio del cibo per tutti o del cibo di qualità per tutti. Noi propendiamo per la seconda strada, per un cibo che sia interclassista e non basato su dinamiche che potrebbero farne prevedere in futuro uno standardizzato per i poveri e uno di qualità per i più ricchi. È una lettura alla quale non vogliamo andare incontro e che abbiamo puntualmente sottolineato anche ai nostri colleghi, ritenendo questo uno dei ruoli che l'Italia dovrà e potrà intraprendere come guida per il cibo di qualità del pianeta.

Queste sono le indicazioni su un tema di tale natura. Abbiamo invitato gli altri colleghi a ragionare sul contrasto a un modello che standardizza e che scollega il territorio e il lavoro dalle produzioni. Una tipicità italiana è quella di mantenerlo invece ancorato a questi fattori, producendo qualità e benessere. Si tratta di un benessere che vogliamo esportare, come abbiamo ricordato.

Abbiamo sottolineato, insieme agli altri Stati, la necessità di rimettere l'agricoltura al centro soprattutto della formazione giovanile. Il ministro giapponese Nomura ci ha mostrato una scuola di agraria, con giovani entusiasti. Abbiamo ragionato di tecnologia e di ricerca, perché oggi l'agricoltura non è, come dice qualcuno ogni tanto, sfruttamento e zappa, ma tecnologia, ricerca e approfondimento. È un modello nobile, intorno al quale si sviluppa la promozione di un'attività che nelle altre Nazioni - come è e dovrà essere anche nella nostra - e in molti studi agrari viene esaltata proprio dall'impegno dei ragazzi che trovano tanto lavoro, ben pagato e di qualità, grazie a questo mondo.

Abbiamo avuto poi modo di confrontarci in incontri bilaterali, anche entrando in questioni che riguardano i nostri produttori. In Giappone ad esempio era ed è ancora bloccata, per quota parte, l'importazione di carni suine italiane e ci siamo relazionati con il Ministero, riuscendo a fare importanti passi avanti per riaprire immediatamente la commercializzazione di questi prodotti. Ringrazio anche l'attivismo dell'ambasciatore italiano in Giappone, Benedetti: ciò avviene perché a volte c'è molta confusione. Vengono ad esempio bloccate le carni suine italiane, senza tener conto che, se si tiene aperta la commercializzazione per le altre Nazioni europee, con il libero mercato non si possono prevenire alcune patologie e dunque questo meccanismo diventa limitatamente efficace. Soprattutto la ricerca scientifica italiana ha testimoniato che, per esempio sui prosciutti e sui trasformati delle carni suine, non c'è più alcun rischio rispetto a vicende come quella della peste suina africana (PSA).

Abbiamo ragionato insieme al Ministro canadese sull'applicazione del Comprehensive economic and trade agreement (CETA), valutando gli elementi positivi e alcune questioni che possono essere migliorate in prospettiva, perché è questo il nostro compito.

Insieme al vice ministro Harrison del Regno Unito abbiamo preparato l'incontro che poi abbiamo svolto incontrando la collega Thérèse Coffey nel Regno Unito proprio in questi giorni; abbiamo portato le nostre imprese nell'area condizionata dall'evento Brexit, sul quale non entriamo, che apre per noi potenzialità di mercato che abbiamo voluto "riempire" con l'offerta dei nostri imprenditori, che hanno potuto presentare ai buyer britannici i nostri eccezionali prodotti.

Abbiamo avuto modo di sottolineare quanto è importante garantire i marchi e le tipicità anche con un sistema normativo omogeneo, che protegga, sì, le nostre imprese danneggiate dall'Italian sounding, ma anche coloro che fruiscono dei prodotti che acquistano. Se un cittadino statunitense o tedesco compra un prodotto che si richiama all'italianità, ma poi ne mangia uno che non ha nulla di nostro, in termini sia di produzione sia di trasformazione, viene truffato; anche per conto loro vorremmo sottolineare quanto tutto ciò sia importante.

Un altro tema strategico (prima veniva richiamato il fenomeno dell'immigrazione, nelle interrogazioni al collega Piantedosi) è costituito dall'impegno che l'Italia ha chiesto. C'è un'area del mondo costituita da tutti gli Stati e da tutte le Nazioni in via di sviluppo, che spesso hanno possibilità e potenzialità enormi. Solo in Africa il terreno arabile è il 65 per cento di quello disponibile nel Pianeta, ma ciò non corrisponde a quanto invece raccolgono e soprattutto al valore aggiunto che hanno i loro prodotti, che spesso partono da lì a valore bassissimo, vengono trasformati nei Paesi occidentali e, in una logica di mercato, si impennano in termini di prezzi, ma nella filiera le Nazioni africane non ricevono granché. In quell'occasione, ma anche ieri a Macfrut, nell'incontro con i Ministri del Burundi, dell'Uganda, della Tanzania e del Congo, abbiamo ragionato di questo: come le Nazioni occidentali possono aiutare - e io credo sia un dovere - queste Nazioni a sviluppare un'agricoltura che sia in grado di produrre e vendere nei mercati, avendo un livello e un valore aggiunto più alto per i loro prodotti e quindi facendo crescere le loro ricchezze. Io credo che questa potrà essere una delle soluzioni perché le persone non siano costrette a emigrare, ma eventualmente scelgano di farlo e non perché spinte dalla fame.

Su questo tema torneremo proprio qui a Roma. Ringrazio il collega Antonio Tajani, il quale, come Ministro degli esteri, è riuscito a ottenere che si svolga a luglio a Roma, nella sede della FAO, la conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare. Sarà lì che le Nazioni più forti in termini economici dovranno impegnarsi, a nostro avviso, a sostenere con progetti più mirati lo sviluppo delle Nazioni più deboli, per dare loro la possibilità di avere una crescita economica omogenea.

In ultimo, la ricerca della sostenibilità ambientale è una priorità, che va però affiancata alla sostenibilità economica e produttiva, perché questi due elementi non viaggino in maniera disomogenea e producano sempre equità sociale e quindi sostenibilità sociale, oltre che ambientale, che va perseguita non in termini ideologici, ma attraverso la ricerca, altro elemento sul quale tutte le Nazioni presenti hanno avuto modo di convergere in un'azione comune, anche con interscambio di informazioni e disponibilità reciproca di nuove tecnologie innovative. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Silvestroni, per due minuti.

SILVESTRONI (FdI). La ringrazio, onorevole Ministro, per la sua risposta, della quale io e i colleghi interroganti siamo senz'altro soddisfatti. Le conclusioni del G7 agricoltura di Miyazaki incarnano un'azione politica a cui lei, Ministro, ha già dato ampiamente attuazione. Penso al diritto dei cittadini di essere informati sui prodotti alimentari che intendono consumare, da lei riconosciuto e valorizzato con i decreti di obbligo di etichettatura per i prodotti a base di insetti e con la proroga del regime di trasparenza dell'indicazione della materia prima dei prodotti alimentari.

È poi dovere di ogni Nazione, come peraltro indicato nelle conclusioni del G7, garantire ai cittadini un'alimentazione sicura, sana e di qualità; impegno certamente già rispettato con il divieto di importazione e commercializzazione del cibo sintetico, a tutela della salute dei cittadini e con misure quali il Fondo per la sovranità alimentare, che mira invece a garantire approvvigionamenti e filiere alimentari sicure per la nostra Nazione.

Inoltre, il ruolo dei giovani nell'agricoltura, centrale nelle conclusioni del G7, è stato fortemente riconosciuto dalla sua azione con iniziative quali sgravi fiscali per i giovani agricoltori o, ancora, le agevolazioni per l'accesso al credito, che hanno visto recentemente raddoppiate le risorse economiche a disposizione.

Anche lo sviluppo di un'agricoltura sempre più avanzata e tecnologica, dunque più sostenibile, signor Ministro, è già stato ampiamente realizzato con il Fondo per l'innovazione in agricoltura, istituito nella recente legge di bilancio proprio per ammodernare le nostre produzioni.

Signor Ministro, il suo lavoro ha conferito lustro e prestigio alla nostra Nazione, restituendo all'agricoltura la dignità e la centralità che merita e richiede da tempo. Non abbiamo dubbi che saprà essere all'altezza delle sfide future e del G7 del 2024 a guida italiana, impegni in cui ci vedrà sempre al suo fianco e a quello del Governo Meloni. (Applausi).