Aula - Stralcio Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021 - Interrogazione a riposta immediata: Riapertura in sicurezza dei luoghi della cultura e dello spettacolo
venerdì 5 marzo 2021
Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021
Interrogazioni a risposta immediata
Pubblicato il 3 marzo 2021, nella seduta n. 302
BERNINI , MALAN , CANGINI , ALDERISI , GIRO - Al Ministro della cultura. -
Premesso che:
il settore della cultura, in senso lato, ha sofferto moltissimo in questo anno a causa delle chiusure da pandemia;
in particolare, i settori che esprimono il meglio del talento italiano culturale e artistico, il cinema, il teatro, il balletto, l'opera, i concerti, lo spettacolo dal vivo e quello viaggiante (959.000 lavoratori, che hanno prodotto un valore aggiunto di 60 miliardi di euro nel 2019, l'anno precedente alla pandemia), ma anche i luoghi della cultura, i musei e le mostre d'arte hanno vissuto restrizioni che, oltre a minarne i ricavi, ne hanno impedito persino la mera copertura dei costi vivi;
a seguito dell'emergenza sanitaria, il settore dei beni e delle attività culturali e quello dello spettacolo hanno visto interventi legislativi ad hoc, per porre solo un rimedio parziale al clamoroso calo di risorse proprie, con costi non compensati nemmeno dalle poche aperture al pubblico in periodi o orari limitati;
tra questi interventi si possono ricordare l'incremento delle risorse sul FUS, l'art bonus, il credito d'imposta alla promozione della musica, il sostegno a festival, cori, bande, il contrasto al secondary ticketing ed altri, ma certamente si tratta di poche centinaia di milioni di euro iniettati per sostenere settori che, in tempi normali, generano miliardi di euro e danno lavoro a centinaia di migliaia di persone,
è parso a molti che talune restrizioni, ad esempio nei cinema e nei teatri, ma anche nei musei e nelle mostre d'arte, siano eccessive ed ingiustificate a fronte dei flussi di fruitori che, nella normalità, sono certamente inferiori a quelli che registrano i pendolari nei loro tragitti quotidiani o coloro che frequentano i luoghi della cosiddetta movida,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, nel rispetto dei rigidi protocolli sanitari e di distanziamento a salvaguardia della salute pubblica, non intenda fare in modo che i luoghi della cultura meno esposti ai possibili assembramenti possano essere raggiunti da un maggior numero di visitatori, così come i luoghi dello spettacolo possano riaprire con un pubblico adeguato a garantire la sicurezza;
se non voglia prendere atto del fatto che, anche prevedendo un maggiore flusso di sostegni o di indennizzi, che certamente si ritengono necessari, ai lavoratori e alle strutture dove si crea e si fruisce la cultura, non si riuscirebbero a coprire tutti i danni economici provocati dalle chiusure, e che quindi la soluzione non può che essere una riapertura graduale e ragionata;
se non ritenga inoltre fondamentale consentire ai cittadini colpiti, anche psicologicamente, da un anno di chiusure più o meno severe, di tornare a fruire delle forme di cultura e dello spettacolo che più desiderano.
PRESIDENTE. Il senatore Cangini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-02314 sulla riapertura in sicurezza dei luoghi della cultura e dello spettacolo, per tre minuti.
CANGINI (FIBP-UDC). Signor Ministro, c'è un motivo per cui il ballo, e ancor di più la musica, hanno sempre fatto e tuttora fanno parte dell'orizzonte di tutti i culti e di tutte le religioni. C'è un motivo per cui l'arte, la cultura e il bello sono sempre stati centrali in tutte le civiltà e ha a che fare con la natura umana più profonda, con lo spirito o - per chi ci crede - con l'anima.
Ebbene, colleghi, ci stiamo giustamente e doverosamente preoccupando molto di curare e di proteggere il corpo degli italiani dal virus, ma ne stiamo pericolosamente trascurando lo spirito. Temo che tutto questo avrà costi sociali di cui dovremo, prima o poi, tener conto. Sicuramente ha costi sociali gravi il blocco in parte inevitabile dell'attività culturale in senso lato: oltre un milione di persone - questa è la filiera che fa parte del variegato mondo della cosiddetta cultura - che prevalentemente non lavorano, dal più nobile e prestigioso dei tenori lirici al più oscuro e anonimo dei tecnici di un teatro, hanno avuto la vita sostanzialmente congelata e bloccata da oltre un anno.
Dunque, signor Ministro, Forza Italia le chiede ovviamente di prevedere le riaperture, compatibilmente con la realtà: non ci sfugge che la situazione pandemica si sta aggravando e che le varianti del virus obbligano - e probabilmente ancor più obbligheranno nei prossimi giorni - a ulteriori chiusure. Soprattutto, però, quello che va fatto subito è rimpinguare i cosiddetti ristori, semplificare le procedure per accedervi e comprendere nella categoria di chi ne ha diritto quelle - tante, purtroppo - categorie professionali e singole professionalità che compongono il mondo della cultura, che fino a oggi hanno avuto il loro diritto negato.
PRESIDENTE. Il ministro della cultura, onorevole Franceschini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
FRANCESCHINI, ministro della cultura. Ringrazio il senatore Cangini, che pone un tema reale.
Come sappiamo, la crisi dell'emergenza Covid ha impattato su tantissimi settori, in particolare su quello della cultura, perché i luoghi nei quali le persone si ritrovano insieme in tante - tra cui teatri, cinema - per assistere magari a concerti o a eventi culturali sono stati colpiti fortemente dalle misure di sicurezza rese necessarie dal Covid, che ne ha comportato una chiusura prolungata, con alcune fasi di riapertura nei mesi estivi avvenute con molte misure di sicurezza e di contingentamento che ne hanno limitato la capienza e hanno complicato l'attività delle persone e delle imprese.
Per questo, fin dall'inizio, abbiamo seguito una politica di sostegno a tutte le istituzioni culturali (teatri, cinema), innanzitutto con l'erogazione integrale del Fondo unico per lo spettacolo (FUS), al di là del numero degli spettacoli e del rispetto dei parametri normalmente obbligatori per l'ottenimento del contributo, garantendo la stessa erogazione del 2019; la stessa cosa faremo nel 2021.
In secondo luogo, attraverso i fondi di emergenza, abbiamo cercato di tutelare tutte le istituzioni non ricomprese nel FUS, cosiddette extra FUS, occupandoci contemporaneamente del personale, con l'estensione della cassa integrazione a un settore che non l'ha mai avuta e la copertura di tutti quei lavoratori, cosiddetti intermittenti e stagionali, che non potevano essere coperti da essa.
Anche da questo punto di vista è evidente che, mano a mano che le chiusure continueranno o le riaperture saranno limitate, bisognerà proseguire con una serie di interventi di ristoro o di sostegno, chiamiamoli come vogliamo, che saranno contenuti anche nel prossimo "decreto sostegno". Ciò è fondamentale, perché si tratta di accompagnare queste persone, lavoratori e imprese, fino alla possibile ripresa.
Come sa, senatore Cangini, in base all'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, è consentita la riapertura nelle zone gialle di teatri e cinema dal 27 marzo - una data anche fortemente simbolica, perché in essa si celebra la «Giornata mondiale del teatro» - con una serie di prescrizioni che limitano inevitabilmente la capienza per consentire il distanziamento e con misure di sicurezza che sono state definite e concordate con il comitato tecnico-scientifico.
Sappiamo però che, anche nelle zone in cui sarà possibile riaprire, la riapertura sarà limitata e quindi sarà comunque necessario continuare con interventi di ristoro anche se le strutture potranno essere riaperte. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Cangini, per due minuti.
CANGINI (FIBP-UDC). Signor Presidente, mi dichiaro sostanzialmente soddisfatto della risposta del Ministro, in particolare per quanto riguarda l'ultima parte del suo intervento. Il timore era infatti che, consentendo l'apertura di cinema e teatri dal 27 marzo - vivamente mi auguro che accada - si sarebbe poi corso il rischio di prevedere la sospensione dei cosiddetti ristori, cosa che evidentemente sarebbe sciagurata, perché è chiaro che, tra distanziamento sociale e allarme sociale, quindi il timore di contagio, i fatturati e gli incassi di cinema e teatri saranno poco più che simbolici.
Una sola avvertenza, signor Ministro, visto che lo abbiamo già vissuto purtroppo con i giornali (lo dico essendo stato toccato in prima persona, dato il mestiere che facevo prima di essere eletto): c'è il rischio che un lungo periodo di sospensione dall'attività in presenza della fruizione culturale disaffezioni il pubblico e che la gente si disabitui ad andare al cinema e a teatro e si ripieghi sul video di un iPad o - dio ce ne scampi - ancora peggio, di uno smartphone. È un rischio importante questo, che sono sicuro che lei non trascurerà.