Aula - Stralcio Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021 - Interrogazione a riposta immediata: Etichettatura europea del vino come prodotto nocivo per la salute
venerdì 5 marzo 2021
Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021
Interrogazioni a risposta immediata
Pubblicato il 3 marzo 2021, nella seduta n. 302
STEFANO , MARCUCCI , TARICCO , BITI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
il comparto vinicolo italiano vale oltre 11 miliardi di euro di fatturato e offre opportunità di lavoro, nel complesso, a 1,3 milioni di persone;
nella produzione di vino, l'Italia è leader mondiale, con 46 milioni di ettolitri vendemmiati nel 2020, destinati per il 70 per cento a vini DOCG, DOC e IGT, e ai vini da tavola per il restante 30 per cento;
con il "piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei", approvato dalla Commissione europea a inizio febbraio 2021, si prevede la cancellazione dei fondi per la promozione di carne, salumi e vino, l'introduzione, a partire dal 2022, dell'obbligo di etichettare i prodotti con una lista degli ingredienti ed una dichiarazione nutrizionale, per poi aggiungere entro il 2023 una serie di avvertenze per la salute direttamente sul packaging;
nel documento della Commissione UE si parte da un assunto erroneo, ovvero che qualsiasi consumo di alcol sia dannoso, senza tenere conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza il consumo;
il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, dopo le numerose polemiche sollevate in occasione della presentazione del piano, ha tenuto a precisare che "l'Unione Europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica" riconoscendo come improprio il paragone tra l'eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come il vino, che in Italia è l'emblema di uno stile di vita "lento", attento all'equilibrio psicofisico che aiuta a stare bene;
considerato che:
nonostante le parole di Schinas, il piano d'azione attualmente prevede che le etichette che contengono i "warning" sui rischi per la salute, come per le sigarette, siano introdotte per tutte le bevande alcoliche;
i produttori italiani non possono rimanere nell'incertezza data da un piano di azione della UE che vorrebbe comunque revisionare la tassazione sulle bevande alcoliche e tagliare le risorse per la promozione del vino;
tenuto conto che:
la chiusura dei ristoranti e del canale Ho.Re.Ca. in generale, sia in Italia sia all'estero, ha già messo pesantemente in difficoltà il settore, che potrebbe registrare una perdita di 3 miliardi di euro nel solo 2020;
etichettare il vino come un prodotto che nuoce alla salute è offensivo e degradante in termini di storia, cultura, di rappresentanza dei territori e di tradizione, elementi che proprio l'Unione europea dovrebbe invece difendere e sostenere, ed è fondamentale scongiurare il rischio che vengano assunte decisioni destituite di ogni fondamento e ancoraggio al buonsenso, ma in grado di mettere in esiziale pericolo il futuro di una filiera strategica per il nostro Paese,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati e se non ritenga opportuno, sentite le diverse realtà italiane rappresentative del settore, intraprendere tutte le iniziative atte a scongiurare in maniera definitiva quello che sarebbe un danno incalcolabile ad uno dei settori più espressivi dell'autentico made in Italy.
PRESIDENTE. Il senatore Stefano ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-02311 sull'etichettatura europea del vino come prodotto nocivo per la salute, per tre minuti.
STEFANO (PD). Signor Presidente, innanzitutto rivolgo il mio augurio di buon lavoro al ministro Patuanelli, destinatario di una delega importante per il sistema Italia. Credo che l'azione di Governo vada rilanciata con forza e lei, signor Ministro, ha strumenti e approccio per fare bene, quindi, anche a nome del Gruppo Partito Democratico, le auguro buon lavoro.
L'Italia è leader mondiale nella produzione di vino, con oltre 11 miliardi di euro di fatturato, e con una copertura occupazionale che supera 1,3 milioni di persone. Il cosiddetto piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei, approvato dalla Commissione europea, prevede, tra le altre cose, la cancellazione dei fondi per la promozione del vino - un fatto molto grave - e l'introduzione entro il 2023 di una serie di avvertenze per la salute direttamente sul packaging. Nel documento della Commissione si parte da un assunto erroneo, dal mio punto di vista, ovvero che qualsiasi consumo di alcol o di bevanda con contenuti alcolici sia dannoso, senza tener conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza quel consumo.
Il vice presidente della Commissione europea Schinas, dopo le polemiche che questo argomento ha legittimamente suscitato, ha precisato che l'Unione europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino né di etichettarlo come una sostanza tossica, riconoscendo quindi come improprio il paragone tra l'eccessivo consumo di superalcolici, tipico dei Paesi nordici, e il consumo moderato di prodotti di qualità e a più bassa gradazione (come il vino). Considerato che, nonostante le parole di Schinas, il piano di azione è attualmente in vigore e quindi prevede queste etichette, al di là dei valori di contenuto alcolometrico, i produttori italiani non possono rimanere nell'incertezza, in un momento così delicato.
Signor Ministro, le chiedo pertanto quali iniziative intenda intraprendere e se non sia il caso di sentire tutti gli attori italiani per un'azione comune. Le voglio riportare un'esperienza personale. Nel 2007 l'Unione europea stava deliberando un regolamento beffardo per il vino rosato italiano: volevano riconoscere la semplice miscela di vino bianco e vino rosso come vino rosato. Con i produttori pugliesi andai a Bruxelles, intrapresi una lotta e vincemmo quella battaglia. Le battaglie, quando sono giuste, si possono vincere anche in Europa. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, senatore Patuanelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante per la domanda. È evidente che l'interlocuzione con tutte le associazioni di categoria, ma anche con il Ministero della salute - lo dirò anche dopo - e con altri colleghi, sia fondamentale per ottenere un risultato in Europa, che è necessario. In parte, come ho detto anche prima, la dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell'umanità, è formata da un'alimentazione variegata: la pasta, il pane, la carne, l'olio d'oliva, accompagnati da un bicchiere di vino. Questo ha consentito ai cittadini italiani di avere il primato europeo di longevità. Evidentemente, il bicchiere di vino finale non fa così male come qualcuno vuole farci credere, e la tutela dei nostri prodotti agroalimentari, soprattutto di quelli più rappresentativi del made in Italy, come i vini, è una delle priorità che il Governo intende perseguire, non solo a vantaggio dei comparti produttivi, ma anche dei consumatori che, attraverso un'etichettatura corretta e trasparente, possono operare una scelta consapevole dei loro acquisti.
In tale direzione, pur apprezzando il pregevole impegno della Commissione europea per tutelare la salute dei cittadini, non possiamo permettere che, per una decisione contenuta nel piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei, si possano criminalizzare ingiustamente singoli prodotti. La salute va infatti salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia, senza biasimare singoli alimenti.
Rappresento che, nell'ambito della riforma della Politica agricola comune, la Commissione europea aveva già avanzato una proposta di modifica dell'articolo 119 del regolamento UE n. 1308 del 2013, con l'intento di rendere obbligatorie, nell'etichettatura dei prodotti vitivinicoli, le dichiarazioni nutrizionali e l'elenco degli ingredienti utilizzati. Nel corso del lungo e complesso negoziato, che ha portato al compromesso raggiunto in Consiglio e in Parlamento nello scorso mese di ottobre, tale impostazione è stata profondamente rivista, tenuto conto che la dichiarazione nutrizionale può essere limitata all'indicazione del valore energetico, mentre la lista degli ingredienti può essere fornita in modalità elettronica.
Si tratta ora di vigilare, sia nelle fasi che dovranno condurre all'approvazione della riforma della PAC, sia nella fase di modifica del regolamento riguardante le informazioni sugli alimenti ai consumatori, affinché tale impostazione non venga stravolta in nome di un approccio indiscriminato di lotta all'alcol, con cui il vino non ha nulla a che fare. Sarà mia premura seguire il tema con la massima attenzione, anche con il necessario supporto e coordinamento con il Ministero della salute, che ha la competenza primaria sulla materia.
Ci stiamo già adoperando e ci adopereremo in tutte le sedi europee per contrastare l'attuazione delle decisioni sul vino contenute nel predetto piano, non solo alla luce della letteratura scientifica, ma anche nella ferma convinzione che l'eventuale dannosità di tale prodotto non è mai determinata dal prodotto stesso, ma dall'abuso di quel prodotto. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Taricco, per due minuti.
TARICCO (PD). Signor Presidente, anch'io approfitto per augurare buon lavoro al Ministro. Ne abbiamo veramente bisogno. Tutta l'agricoltura e tutto il territorio nazionale ne hanno veramente bisogno.
Ovviamente, accolgo con molto favore le sue parole. Così come diceva prima il senatore Stefano, noi abbiamo accolto con favore le parole del commissario Schinas. Detto questo, abbiamo però la necessità di ribadire due cose. La prima è che siamo assolutamente convinti della necessità di un'alimentazione equilibrata, sana, naturale e che le etichette, forniscano tutti gli elementi di informazione ai consumatori per poterla valorizzare al meglio. Questo anche perché siamo convinti che l'elemento alimentazione sia fondamentale, come composto e in riferimento alla salute.
Siamo, però, anche convinti che il tema non sia quello del valore degli alimenti in sé, ma delle modalità e delle quantità di assunzione, come lei diceva prima. Stiamo parlando della difesa di una serie di alimenti (vino, olio, formaggi, miele e tanti altri), che sono fondamentali e alla base di quella cultura alimentare mediterranea, di quella dieta alimentare, cui lei faceva riferimento, che è stata classificata come patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Ed è stata così classificata perché è il risultato di una serie di tradizioni, consuetudini sociali, cultura alimentare, produzione artigianale, che hanno reso grande la nostra agricoltura e il nostro territorio, dando anche salute ai suoi cittadini. Difendere quella cultura e quegli elementi, difendere il vino in questa accezione equivale a difendere la salute delle persone.
Signor Ministro, noi la appoggeremo veramente di cuore nel lavoro che lei porterà avanti, con tutte le alleanze possibili, per difendere questa idea e questa cultura della salute. (Applausi).