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Documento della Conferenza delle Regioni del 24 luglio

Sanità: sostenibilità SSN, i dati delle Regioni

 

(regioni.it) La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 24 luglio ha approvato un documento in previsione di possibili audizioni parlamentari: una alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica, l’altra al Senato  nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sostenibilità del servizio sanitario nazionale con particolare riferimento alla garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità. Il documento è stato pubblicato nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it. Si riporta di seguito il testo integrale. Documento delle Regioni per l’audizione (dinanzi alle Commissioni bilancio e politiche sociali della Camera dei Deputati) nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica e per l’audizione (dinanzi alla commissione igiene e sanità del Senato) nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sostenibilità del servizio sanitario nazionale con particolare riferimento alla garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità Nel nostro Paese, soprattutto in questo periodo di crisi economica, è stato avviato un ampio confronto riguardo alla sostenibilità dei costi del Servizio Sanitario Nazionale – istituito nel 1978 e ormai patrimonio di tutti i cittadini – e alla necessità di riorganizzare l'offerta di servizi sanitari e sociosanitari alla luce dei vincoli di finanza pubblica e delle modifiche introdotte al Titolo V della Costituzione, il quale, da un lato, riconosce quale materia di competenza esclusiva dello Stato «la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale» e, dall'altro, contempla tra le materie attribuite alla competenza legislativa concorrente delle Regioni «la tutela della salute». Le Commissioni Bilancio e Politiche Sociali con questa indagine ritengono necessario approfondire il tema di come coniugare i bisogni di salute, tra l’altro in un momento di crisi che non riguarda solo l’Italia, con la necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica all’interno della quale il settore sanitario rappresenta una parte rilevante. Garantire adeguati livelli di assistenza sanitaria tenendo delle risorse finanziarie, è l’impegno che le Regioni e le Province autonome quotidianamente mettono in campo nei loro territori. Per continuare, però, si ritiene indispensabile riuscire a garantire l’universalità e la sostenibilità del SSN. All’interno di questo quadro, però, ci sono alcune questioni importanti che bisogna sottolineare per comprendere come ciò che è oggetto dell’indagine possa realizzarsi dipende dalla concatenazione di più elementi di natura diversa tra di loro, ma che insieme determinano l’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie ai cittadini italiani: -                  Patto della Salute -                  Edilizia sanitaria e gli investimenti -                  Costi standard -                  Compartecipazione della spesa -                  Piani di rientro -                  Lea e Liveas -                  Assistenza ospedaliera e territoriale -                  Gestione e sviluppo del personale   -                  Sistema di controllo e certificazione dei bilanci delle aziende sanitarie Universalità del SSN Le caratteristiche proprie del Servizio Sanitario Nazionale come la responsabilità pubblica della tutela della salute, l’universalità/equità di accesso ai servizi sanitari e il finanziamento pubblico proveniente dalla fiscalità generale, devono essere confermate. Negli ultimi anni le diverse manovre di finanza pubblica che sono intervenute hanno determinato per l’anno 2013, e per la prima volta, una riduzione rispetto all’anno precedente delle risorse assegnate per il Fondo Sanitario Nazionale (meno 1 miliardo di €), mutando il concetto di universalità come fino ad ora conosciuto. Pertanto, al fine di continuare a consentire alle persone di accedere ai servizi di cui hanno bisogno senza incorrere in gravi problemi economici, la prima considerazione che bisogna portare all’attenzione del Parlamento è la necessità di evitare che la crisi economica che stiamo vivendo possa far venir meno la natura propria di universalità e solidarietà del Servizio Sanitario Nazionale. Sostenibilità del SSN Le ultime manovre finanziarie hanno agito profondamente sul fabbisogno finanziario del sistema sanitario vanificando quanto stabilito dal Patto per la Salute (2010-2012) e generando indiscutibili effetti sull’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza che le Regioni devono comunque garantireGià con le leggi n. 220/2010 (legge di stabilità per l’anno 2011) e n. 111/2011 (manovra finanziaria per l’anno 2011) il fondo per le risorse finanziarie per il SSN previsto per l’anno 2012 dal Patto della Salute in 111.812 miliardi di € è stato rispettivamente ridotto prima a 109.614 miliardi di € , poi nell’estate del 2011 a 108.780 miliardi di €, per essere infine ridotto a 107.961 miliardi di € con la Spending Review . Successivamente con la manovra “Salva Italia” (decreto legge n. 210 del 06.12.2011, convertito in legge n. 214/2011) sono state introdotte ulteriori misure che graveranno sui bilanci regionali come l’aumento di due punti dell’IVA, l’aumento del prezzo della benzina e delle tariffe per beni e servizi. Come noto, inoltre, con la legge n. 135/2012 cosiddetta “Spending review” e con la successiva legge di stabilità n. 228/2012 per l’anno 2013 il fondo sanitario nazionale è stato ridotto ulteriormente di 1.8 miliardi di € e di altri 600 milioni. Si ricorda che a normativa vigente è già stata prevista una riduzione del riparto del fondo sanitario nazionale di 2 miliardi di € per l’anno 2014 e di 2,1 miliardi di € a decorrere dal 2015. La contrazione delle risorse così definite (31 miliardi di tagli dal 2010 al 2015) pone come primo problema da affrontare nella discussione quello dell’entità del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, le Regioni ritengono non sostenibile per i cittadini e per il sistema l’introduzione di 2 miliardi di € di ticket che dovrebbero entrare in vigore dal 2014 e sui quali, comunque, si è registrata ultimamente un’importante apertura da parte del Governo. Si dovrà, quindi, prevedere un adeguato finanziamento per garantire la sostenibilità dell’attuale sistema pubblico, pregiudicato dalle ultime manovre al fine di evitare uno scenario che prefigurerebbe un autentico "stato di default" dell'intero Servizio Sanitario Nazionale. Patto della Salute Il prossimo Patto per la Salute fra Governo e Regioni si inserisce in un contesto di finanza pubblica nazionale nel quale ogni soggetto istituzionale è chiamato a fare la propria parte con forte senso di responsabilità, per il raggiungimento di obiettivi e di impegni che il Paese ha assunto nel contesto europeo ed internazionale. Il Patto per la Salute nasce come un “accordo” tra Stato e Regioni relativo alla programmazione e alla conseguente spesa del Servizio Sanitario Nazionale, a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario, col fine di migliorare la qualità dei servizi, di promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e di garantire l’unitarietà del sistema, all'interno di un percorso che ogni Regione ha già intrapreso in questi ultimi dieci anni per razionalizzare la spesa e per rendere efficace ed efficiente il sistema. Il prossimo Patto per la Salute, infatti, dovrà avere come obiettivo prioritario promuovere un’assunzione di responsabilità di Governo e Regioni nell’individuare strumenti innovativi che garantiscano un futuro certo al SSN, seppur in una congiuntura economica difficile. Le Regioni, infatti, ritengono fondamentale continuare a garantire, con le misure che saranno previste nel prossimo Patto, l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale che deve assicurare i livelli essenziali di assistenza (LEA) in modo appropriato e uniforme su tutto il territorio nazionale. Edilizia sanitaria ed investimenti Per le Regioni non è più rinviabile il tema del finanziamento degli investimenti per l’ammodernamento strutturale e tecnologico per cui è necessario individuare un piano di investimenti caratterizzato da assegnazione e messa a disposizione di risorse certe, che consentano di avviare quei necessari programmi di realizzazione della rete di servizi, in grado di ottimizzare la gestione degli stessi con particolare attenzione agli interventi di messa in sicurezza degli immobili. Costi standard Il percorso che si riferisce alla definizione dei costi standard in sanità deve proseguire confermando e migliorando il modello istituzionale previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Il D. Lgs. n. 68/2011 aveva, infatti, previsto che a decorrere dal 2013 la determinazione dei costi standard e dei fabbisogni standard per le Regioni a statuto ordinario nel settore sanitario avrebbe portato ad un graduale e definitivo superamento dei criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale fin qui utilizzati. I costi e i fabbisogni sanitari standard, determinati secondo le modalità stabilite dal sopraccitato decreto, avrebbero dovuto costituire il riferimento cui rapportare progressivamente nella fase transitoria, e successivamente a regime, il finanziamento integrale della spesa sanitaria, nel rispetto della programmazione nazionale e dei vincoli di finanza pubblica. Sul DPCM che prevede i criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza, per la scelta delle Regioni di riferimento ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali nel settore sanitario,  in sede di Conferenza Stato – Regioni del 22 novembre 2012 è stata registrata la mancata intesa, non essendo stato accolto il criterio della rappresentatività per appartenenza geografica. Rimangono da individuare le tre Regioni di riferimento, scelte dalla Conferenza Stato-Regioni tra le cinque indicate dal Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale sulla base dei criteri definiti nel DPCM. Revisione compartecipazione della spesa L’attuale congiuntura economica potrà rendere necessaria una revisione del sistema di compartecipazione della spesa sanitaria, senza gravare ulteriormente sui cittadini, che, però, dovrà svilupparsi sulla base di principi equi e sostenibili correlati alle patologie, alle situazioni caratterizzate da maggiore complessità oltre che dell’innalzamento della durata media della vita. Piani di rientro Il tema dei piani di rientro dovrà essere affrontato quanto prima recuperando la progettualità persa in questi anni. Infatti, finora il risanamento è stato solo economico ed è derivato dall’aumento di aliquote e ticket senza riuscire ad incidere sui livelli delle prestazioni da erogare, non risolvendo i nodi strutturali ancora esistenti. Si evidenzia, quindi, come un miglioramento dal punto di vista economico-finanziario non abbia prodotto un eguale risultato dal punto di vista dei servizi erogati e dell’assistenza. È necessario, pertanto, riequilibrare questi aspetti.  In particolare, in merito ai piani di rientro, che potrebbero essere meglio denominati come “Piani di riorganizzazione e di riqualificazione dei sistemi sanitari che comportano il rientro dal deficit”, le Regioni hanno individuato alcuni aspetti che devono essere modificati e migliorati come di seguito riportato: -                  è opportuno legare le procedure di verifica degli obiettivi delle Regioni in piano di rientro al miglioramento complessivo dell’attività assistenziale ed offrire percorsi certi ai procedimenti di validazione degli atti regionali ad opera del tavolo di verifica degli adempimenti;
-                  il perdurare del blocco del turn-over, solo parzialmente superato dalla legge 189/2012 e la necessità di assicurare i LEA, rende indifferibile una diversa regolamentazione delle politiche di reclutamento del personale nei SSR delle Regioni in piano di rientro. Per quanto riguarda le gestioni commissariali, pare opportuno rafforzarne il ruolo e i poteri, anche per una più idonea eventuale difesa davanti al TAR, procedendo, per esempio, a nomina e mandati con DPCM: in particolare deve essere chiarito meglio che cosa succede in caso di mancato adeguamento degli organi collegiali alle indicazioni del Commissario. Lea e Liveas la rivisitazione e l’aggiornamento delle prestazioni indicate dal Dpcm del novembre del 2001 sui Lea dopo più di 10 anni dalla loro entrata in vigore rappresenta un altro argomento importante di discussione così come l’assenza della definizione del Liveas rappresenta un elemento mancante per una completa integrazione socio-sanitaria delle prestazioni nei territori e per una più puntuale definizione/ripartizione dei costi tra sanità e sociale, anche in ottica di un rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza. Assistenza ospedaliera e territoriale Si ritiene importante poter approfondire due importanti aspetti che sono fortemente correlati tra di loro come le cure primarie e l’assistenza ospedaliera. È quanto mai necessario pensare ad una rivisitazione complessiva dell’assistenza territoriale che non si fermi, però, all’applicazione dell’art. 1 della legge n. 189/2012 e che sia in grado di accompagnare una diversa e moderna programmazione regionale dell’assistenza ospedaliera. Gestione e sviluppo del personale Le politiche della gestione e dello sviluppo del personale dovranno avere come indirizzo prioritario la valorizzazione di tutte le professioni sanitarie, al fine di attuare, anche con forme e strumenti nuovi, i processi di riorganizzazione, riconversione e riqualificazione che le Regioni stanno attuando pur con le difficoltà dovute al blocco della contrattazione non solo della parte economica, ma anche di quella normativa. Sistema di controllo e certificazione dei bilanci delle aziende sanitarie A seguito delle innovazioni introdotte dal d. lgs.118/2011 si evidenzia, al fine di dare piena ed uniforme applicazione a quanto previsto dal Titolo II del Decreto Legislativo 118/2011, che le Regioni denunciano la difficoltà di dare piena attuazione a quanto disposto dalla norma stessa. In particolare, si segnala:
  • appare oltremodo penalizzante l’obbligo di contabilizzare gli investimenti effettuati con risorse correnti, nello stesso esercizio finanziario in cui sono stati acquisiti, soprattutto per le realtà regionali che necessitano, con maggiore urgenza, di un ammodernamento immobiliare e tecnologico. Si consideri, inoltre, che il fondo per gli investimenti in sanità è praticamente azzerato; chi vuole fare investimenti può, pertanto, utilizzare solamente le risorse provenienti dal FSN o da risorse proprie regionali.
  • la predetta normativa ha innalzato le aliquote di ammortamento delle diverse categorie di beni (cespiti) comportando in tale modo un repentino appesantimento della costosità delle diverse aziende.
  • l’applicazione delle disposizioni del d. lgs.118/2011 prevede l’emanazione di una serie di decreti ministeriali attuativi di tali disposizioni. Si segnala che, tra quelli non adottati, rientrano anche i decreti relativi alla determinazione dei criteri di consolidamento e quindi delle regole che saranno assunte dal “Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti”per la determinazione dell’equilibrio di gestione del consolidato regionale della sanità. E’ ben comprensibile come tale ritardo lasci le amministrazioni regionali nell’incertezza anche in relazione alle in relazione alle prossime scadenze.
Spiace segnalare che, ad oggi, risulta esserne stata trasmessa solo una minima parte, mentre la maggior parte della casistica applicativa è stata annunciata ma non ancora diffusa. Tale ritardo ha, come diretta conseguenza, che, ad esempio, gli adeguamenti da apportare ai sistemi informativi in essere presso le aziende sanitarie e per l'implementazione del software specifico regionale, non possono ancora essere pianificati, in mancanza dei decreti esplicativi. L’applicazione del decreto in oggetto, anche se espressamente previsto senza ulteriori oneri per la finanza pubblica, in realtà comporta ineludibilmente nuovi costi di adeguamento organizzativo ed operativo non trascurabili, soprattutto in una fase, come quella attuale, di consistente contrazione delle risorse per i servizi sanitari regionali. Da ultimo la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel documento sulla Legge di stabilità 2013 del 22 novembre 2012 aveva chiesto, parzialmente ascoltata dal Governo in sede di approvazione della suddetta legge, di prevedere una graduale applicazione del d. lgs. 118/2011, proprio al fine di non bloccare l’ammodernamento infrastrutturale che, però, rimane a tutt’oggi ancora senza fonti di finanziamento, nonostante l’impegno del Governo di far fronte ai indispensabili investimenti anche in tema di normativa sulla sismica e antincendio. Roma, 24 luglio 2013 Documento Approvato - TUTELA DELLA SALUTE E SOSTENIBILITA' DEL SSN: DOCUMENTO IN PREVISIONE DI PROSSIME AUDIZIONI
( red / 07.08.13 )

Confronto fra la Conferenza delle Regioni e i Ministri Delrio e Lorenzin

Sanità: Governo conferma copertura ticket per 2 miliardi

Il 24 Luglio parte il tavolo per il nuovo Patto Salute

(regioni.it) ''Finalmente si apre la discussione sul Patto per la Salute. Avevamo posto come condizione sostanziale che vi fosse la garanzia della copertura dei 2 miliardi di ticket''. E, ora che da parte del governo e' arrivata, ''per noi la discussione riparte con il Fondo sanitario 2014 piu' due miliardi ''. Cosi' il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al termine dell'incontro con il governo sul Patto per la Salute. "Ora con i Lea, i costi standard e il nuovo Patto si potra' procedere a costruire un salto di qualita' assicurando un adeguato finanziamento alla sanità". Quanto ai costi standard, il Presidente ha assicurato che "già nei prossimi giorni" si comincerà a discutere "del decreto" ministeriale che individuerà le cinque Regioni tra cui scegliere le 3 Regioni benchmark per i costi standard "che ci e' stato annunciato".
Va sottolineato, comunque, ha aggiunto Errani che “l’'Italia è uno dei Paesi Ocse con la percentuale più bassa di finanziamenti per la sanità”.
Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, apprezza “la coerenza del Ministro Lorenzin che, dopo gli annunci, sembra davvero voler passare ai fatti. Spero davvero che sia terminato il tempo delle chiacchiere e cominci quello dei fatti”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto commenta gli esiti dell'incontro su alcuni importanti temi della sanità, tenutosi il 18 luglio a Roma, al quale il Veneto era rappresentato dall'assessore alla sanità Luca Coletto, presente anche nella sua veste di coordinatore della Commissione salute per la Conferenza delle Regioni. “Se così sarà - prosegue Zaia - potrebbe essere posta una pietra miliare per una seria riforma del settore, che attendiamo e chiediamo da tanto tempo, a cominciare dall'introduzione dei costi standard, unico vero rimedio agli sprechi che ancora esistono in alcune aree del paese. Per curare bene la gente - aggiunge il presidente - è indispensabile guardare con più attenzione e rigore all'ottimizzazione della spesa e al taglio di quella inutile che alimenta gli sprechi. Anche per questo - conclude Zaia - mi auguro che quello sui costi standard non sia l'ennesimo tavolo di parole inconcludenti, ma l'inizio di un non più rinviabile cammino di rigore e di attenzione alla spesa”.
Comunque “qualcosa si muove e se gli impegni verranno mantenuti, cosa di cui non dubito, possiamo immaginare tempi migliori per la sanità in generale e per quella delle Regioni virtuose in particolare”. E' questo il commento dell'assessore alla sanita' della Regione Veneto Luca Coletto (coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni). “Portiamo a casa risultati significativi - riferisce Coletto - perché il ministro Lorenzin ci ha assicurato ad esempio che i 2 miliardi di nuovi ticket previsti per il 2014 non ci saranno e l'importo sara' coperto con fondi governativi. Il 24 luglio, inoltre, prenderà il via il lavoro di un autorevole tavolo nazionale che dovrà accompagnare il percorso verso l'introduzione dei costi e fabbisogni standard in sanità. Rilevante - secondo Coletto - anche l'impegno assunto dai ministri per un rifinanziamento dei fondi Cipe ex articolo 20”. “Sono 3 obiettivi - commenta Coletto - per i quali la Regione Veneto ha lavorato, e a tratti combattuto, sin dall'inizio della legislatura. Basta mettere le mani nelle tasche dei cittadini, basta parlare ma lavorare concretamente sui costi standard, garantire un flusso certo di fondi nazionali per l'edilizia sanitaria dopo troppo tempo di sottovalutazione del problema”.
“Abbiamo preso atto positivamente della volontà del Governo di raccogliere le richieste che, come Regioni, abbiamo avanzato di non applicazione di un ulteriore aumento del ticket a partire dal 1 gennaio 2014”: è quanto hanno invece affermato la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni, al termine dell’incontro. “E’ positivo che il Governo finalmente, abbia dato assicurazioni circa l’incremento del fondo sanitario di 2 miliardi in sostituzione della mancata applicazione degli aumenti sui ticket- affermano la Presidente Marini e l’assessore Tomassoni – Come  Regioni, non da ora, abbiamo sempre  affermato l’insostenibilità di ulteriori aumenti del ticket sia per il sistema sanitario regionale ma, soprattutto, per i cittadini che si sarebbero trovati costretti ad una nuova compartecipazione alla spesa sanitaria”.  “Questo impegno – proseguono – accanto anche a quello della fine della politica dei tagli lineari al fondo sanitario annunciata dal ministro Lorenzin, rappresenta per noi la precondizione per avviare, a questo punto, il confronto sul nuovo Patto della salute”. “Abbiamo anche valutato positivamente la volontà del Governo di confrontarsi con le Regioni sul merito delle diverse questioni che dovranno essere affrontate dal nuovo Patto. Fondamentali per la presidente Marini e l’assessore Tomassoni – saranno le tematiche relative alle cure primarie, all’assistenza ospedaliera e al riassetto del territorio; la definizione di nuovi livelli essenziali di assistenza, vecchi ormai di 10 anni, il fondo per la non autosufficienza e per l’integrazione socio-sanitario che  dovrà tener conto del tema dell’invecchiamento e della cronicità”. Inoltre, dovrà essere affrontata la questione dell’atto di indirizzo per l’adeguamento degli accordi collettivi nazionali e il turn over del personale del servizio sanitario nazionale.  “Non possiamo non ritenere quindi positiva – concludono  - la riapertura di un dialogo costruttivo tra Regioni e Governo, finalizzata alla realizzazione di un servizio sanitario capace di assicurare concretamente il diritto alla salute per i cittadini, che sia economicamente sostenibile, ma anche adeguato ai cambiamenti dettati dai nuovi bisogni di salute della popolazione”.
E' dunque in programma il “24 luglio (al termine delle previste Conferenza Stato-Regioni e Conferenza – Unificata)  il primo incontro ufficiale per il Patto della Salute”. A confermarlo è lo stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine dell’incontro con le Regioni. “Abbiamo registrato grande disponibilità da parte delle Regioni a riprendere un percorso che era stato interrotto - continua il ministro - e ci siamo dati un metodo di lavoro”. Con l'impegno,  aggiunge, "che il Fondo sanitario nazionale non può più sopportare tagli lineari, ma ci deve essere un lavoro insieme alle Regioni per  rendere più efficiente il sistema”. Inoltre, “con la riapertura del  percorso dei costi standard, speriamo di attuare tutte quelle misure  che gli italiani aspettano per avere un servizio sanitario di qualità”.
“Abbiamo avuto un incontro molto proficuo su due argomenti essenziali che interessano i cittadini, la ripartenza seria del Patto per la salute e la ripartenza del federalismo in sanità con i costi standard”, ha concluso il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio al termine dell'incontro con le Regioni. “Io ho la delega al federalismo – ha aggiunto il ministro - e sono soddisfatto soprattutto per questo”.
[Umbria] sanità–incontro regioni e governo: marini e tomassoni, ”positivo accoglimento richieste regioni e riapertura  dialogo per nuovo patto”
  [Veneto] SANITA’: COLETTO A INCONTRO CON MINISTRI LORENZIN E DELRIO, “QUALCOSA SI MUOVE SULLA VIA INDICATA DAL VENETO”
( red / 18.07.13 )



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