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Audizione Regioni su riforma Terzo settore, impresa sociale e servizio civile universale

giovedì 13 novembre 2014

 

 

Roma, 13 novembre ’14 (comunicato stampa) Audizione in Commissione Affari sociali della Camera di una delegazione della Conferenza delle Regioni sul Disegno di legge recante: “Delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”. A guidare la delegazione il coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni, Lorena Rambaudi (assessore della regione Liguria).
La Conferenza delle Regioni ha espresso un giudizio favorevole sul provvedimento, ma   condizionato all'accoglimento di alcuni emendamenti.
“Si rileva nella Legge Delega un’impostazione centralista – ha dichiarato Rambaudi - su una materia con attività sociali sul territorio, dove quindi la competenza nei servizi è regionale. Anche nel sistema associazionistico esistono responsabilità pubbliche locali.
Le Regioni quindi chiedono la leale collaborazione istituzionale nella condivisione dei temi che orientano i principi della delega, prevedendo una “intesa forte” in sede di Conferenza Unificata”.
Intesa forte che si dovrà prevedere anche nei decreti delegati che definiranno forme organizzative, di amministrazione e funzioni degli Enti privati, o per la revisione del sistema degli Osservatori. Decreti delegati che dovranno anche definire “indirizzi quadro”, lasciando alle Regioni i provvedimenti attuativi, al fine di armonizzare queste norme con il complesso della programmazione regionale.
Si suggerisce quindi di prevedere la possibilità di istituire per la stesura dei Decreti delegati Gruppi di lavoro misti con presenza di Regioni e autonomie.
La Conferenza delle Regioni chiede inoltre di prevedere un unico registro sul Terzo settore, con flussi informativi bilaterali o collegati tra Stato e Regioni.
In merito all’articolo 4 del provvedimento la definizione di “impresa sociale” non è ancora chiara, anche rispetto alla cooperazione. Così la definizione ancora da fare dei settori di utilità sociale e dei limiti da fissare alle lettere c) compatibilità con lo svolgimento di attività commerciali e d) remunerazione del capitale sociale e ripartizione degli utili. Va inoltre definita con attenzione la possibilità che imprese private e amministrazioni pubbliche possano assumere cariche sociali negli organi di amministrazione delle imprese sociali.
Per quanto riguarda invece l’articolo 5, condivisione sul Servizio Civile Universale, occorre maggiore chiarezza rispetto all’attuale assetto della materia, precisando che tutti i “territori” possano beneficiarne attraverso un riparto equo delle risorse. E’ quindi indispensabile prevedere congrui finanziamenti per la gestione del servizio. Anche sui criteri e le modalità di accreditamento degli Enti del Servizio Civile, si deve trovare condivisione con Regioni e Province autonome che già provvedono agli accreditamenti di competenza per il proprio territorio.

Documento della Conferenza delle Regioni del 16 ottobre

Riforma del terzo settore: Osservazioni

 

(Regioni.it 2591 - 24/10/2014) La Conferenza delle Regioni ha espresso (nel corso della Conferenza Unifica del 16 ottobre) il parere sul Disegno di legge recante: “Delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”. Il giudizio favorevole  è però condizionato all'accoglimento di alcuni emendamenti contenuti in un documento che è stato consegnato al Governo.
Si riporta di seguito il testo integrale, pubblicato anche nella sezione Conferenze del sito www.regioni.it:
Punto 2) O.d.g – Conferenza Unificata
Osservazioni di carattere generale:
Pur trattandosi di Legge Delega il provvedimento ha un’impronta molto centralistica, in quanto, per gran parte della materia, si tratta di attività che agiscono, come emerge dalle finalità della legge “per il bene comune, per la cittadinanza attiva, la coesione e la partecipazione sociale”, sul territorio, dove la competenza regionale, almeno per i servizi sociali, è piena. Quindi, sarebbe utile e corretto sotto il profilo della lealtà istituzionale, praticare con Regioni e Autonomie una condivisione dei temi che orientano i principi della delega stessa. Va ancora aggiunto che nel sistema associazionistico esistono responsabilità pubbliche locali dove emerge un’ulteriore riflessione sul ruolo svolto dalle Regioni e dalle Autonomie. Infine, le Regioni fanno presente che il principio della condivisione dell’atto e molte delle osservazioni sotto esplicitate, sono già state presentate nel giugno scorso, in occasione delle Linee Guida, approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome il 12 giugno 2014, al Ministro Poletti e al Sottosegretario Bobba.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso parere favorevole condizionato all’accoglimento delle seguenti osservazioni e proposte emendative:
1. All’articolo 1, (particolarmente al comma 4), va rilevata la necessità di maggior considerazione e rispetto delle competenze regionali, realizzabile sostituendo la forma di “sentita la Conferenza Unificata”, con intesa forte ai sensi dell’art. 8 comma 6 della legge 5 giugno 2003 n. 131.
La stessa intesa, dovrà essere prevista anche nei decreti delegati dove si definiscono forme organizzative, di amministrazione e funzioni degli Enti privati (articolo 2), sottolineando che i decreti delegati dovranno definire “indirizzi quadro”, lasciando alle Regioni i provvedimenti attuativi per i territori di competenza, anche per armonizzare tali norme con il complesso della programmazione regionale, così come il coinvolgimento degli Enti privati, nelle fasi della programmazione regionale e locale. Si precisa che in proposito la maggioranza delle Regioni e delle Province autonome ha in atto specifiche norme. Prevedere la possibilità di istituire per la stesura dei Decreti delegati Gruppi di lavoro misti con presenza di Regioni e autonomie;
2. Inoltre all’articolo 2 lettera n), sulla riorganizzazione dei sistemi di registrazione, prevedendo un unico registro sul Terzo settore, va individuata una soluzione rispettosa delle competenze regionali prevedendo, ad esempio, flussi informativi bilaterali o collegati tra Stato e Regioni;
3. All’articolo 3, totale disponibilità alla revisione del sistema degli Osservatori anche questo con intesa in Conferenza Unificata;
4. Sull’articolo 4, la definizione di “impresa sociale” non è ancora del tutto chiara, anche rispetto alla cooperazione. Molto delicata la definizione, tutta da fare, dei settori di utilità sociale e dei limiti da fissare alle lettere c) compatibilità con lo svolgimento di attività commerciali e d) remunerazione del capitale sociale e ripartizione degli utili; va definita con attenzione, la possibilità indicata alla lettera f) dello stesso articolo, laddove si prevede che imprese private e amministrazioni pubbliche possano assumere cariche sociali negli organi di amministrazione delle imprese sociali;
5. All’articolo 5 condivisione sul Servizio Civile Universale, con una maggior chiarezza rispetto l’attuale assetto della materia, precisando che tutti i “territori” debbono poterne beneficiare (per questo occorre prevedere un riparto equo delle risorse) e sono in grado di gestirlo, ma per il quale vanno però previsti congrui finanziamenti. Anche sui criteri e le modalità di accreditamento degli Enti del Servizio Civile, si deve trovare condivisione con Regioni e Province autonome che già provvedono agli accreditamenti di competenza per il proprio territorio;
6. Sull’articolo 6 “misure fiscali e di sostegno economico” sono già state evidenziati timori nelle osservazioni del giugno scorso, compreso la riforma del
5 per mille, va posta la massima attenzione a criteri che possono originare anche comportamenti illegali;
Circa il comma 4 dell’articolo 7, si richiamano le disposizioni sulla salvaguardia delle Autonomie speciali.
Roma, 16 ottobre 2014

Documento Approvato - DOCUMENTO SU RIFORMA DEL TERZO SETTORE, DELL’IMPRESA SOCIALE E DELLA DISCIPLINA DEL SERVIZIO CIVILE

( red / 24.10.14 )
 



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