Massimiliano Maselli (assessore regione Lazio a Servizi sociali) nel corso dell'Audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, davanti alla commissione Sanità e Lavoro del Senato sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria, dichiara che "le Regioni esprimono qualche perplessità per quanto riguarda il rischio di duplicazione delle prestazioni sanitarie già erogate nella sanità pubblica".
Sempre nell'ambito dell'efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute, Maselli aggiunge che "senza aver alcun pregiudizio per quanto riguarda le forme integrative, si rileva che le forme integrative di assistenza sanitaria promuovono dei modelli di consumo delle prestazioni che spesso non distinguono i consumi essenziali per la salute dai consumi che dal punto di vista dell'appropriatezza sono inopportuni, inutili e a volte anche dannosi per la persona. L'offerta di prestazioni in alcuni casi viene proposta dai fondi integrativi per attrarre il cliente senza il costante riferimento alle evidenze scientifiche e senza la preliminare valutazione del medico di medicina generale".
Sempre nell'ambito dell'efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute, Maselli aggiunge che "senza aver alcun pregiudizio per quanto riguarda le forme integrative, si rileva che le forme integrative di assistenza sanitaria promuovono dei modelli di consumo delle prestazioni che spesso non distinguono i consumi essenziali per la salute dai consumi che dal punto di vista dell'appropriatezza sono inopportuni, inutili e a volte anche dannosi per la persona. L'offerta di prestazioni in alcuni casi viene proposta dai fondi integrativi per attrarre il cliente senza il costante riferimento alle evidenze scientifiche e senza la preliminare valutazione del medico di medicina generale".
"E' necessario - afferma Maselli - evitare che il ricorso alle forme integrative possa disperdere il percorso virtuoso dell'appropriatezza delle prestazioni portato avanti dalla sanità pubblica. La crescita registrata negli ultimi anni della spesa sanitaria privata, peraltro, non ha determinato una equivalente stabile riduzione delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie. Infine, un'altra perplessità nasce delle agevolazioni fiscali per chi aderisce ai fondi integrativi. Questo significa da parte dello Stato introitare di meno, penalizzando il Fondo del sistema sanitario nazionale".
Il documento approvato
Dal canale Youtube della Conferenza delle Regioni: Sanità: audizione Conferenza delle Regioni al Senato della Repubblica
Il documento approvato
Nell'Audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul quadro complessivo dei sistemi di Welfare e di tutela della salute, Simone Bezzini (assessore Salute regione Toscana), davanti alla commissione Sanità e Lavoro del Senato, evidenzia alcuni temi relativi all’attuazione delle opere sanitarie legate all'ex articolo 20 - di riqualificazione strutturale - come i numerosi passaggi e adempimenti burocratici rallentino "l’attuazione delle opere”, anche di alcuni anni. “Intanto le condizioni finanziarie sono cambiate”, rileva Bezzini, e quindi “spesso le Regioni devono fare istanza di rimodulazione dei progetti”.
Pertanto la Conferenza delle Regioni propone una serie di semplificazioni:
1) “semplificare percorso per evitare ridondanze”;
2) “escludere da questa procedura gli interventi sotto una certa soglia”, di preventivo costo dell’opera.
In questo modo si “velocizzerebbero le opere” facendo del bene all’intero sistema sanitario e alla sua organizzazione.
Nel contempo è stata affrontata anche la questione delle opere legate al PNRR sanità (Missione 6), che prevede investimenti su tecnologie e infrastrutture, ma sempre con il problema dei maggiori costi energetici e dei materiali.
Per le Regioni, infatti, l’elemento più rilevante che “dobbiamo affrontare è il delta che si è determinato tra quanto iniziato l’iter e l’attuale fase”, perché negli ultimi due anni “ci sono stati gli aumenti dei costi”, per una serie di fattori, che non permettono di correggere il rapporto tra quanto finanziato e l’aggiornato ed effettivo costo di copertura finanziaria dell’opera.
Il documento approvato
Per le Regioni, infatti, l’elemento più rilevante che “dobbiamo affrontare è il delta che si è determinato tra quanto iniziato l’iter e l’attuale fase”, perché negli ultimi due anni “ci sono stati gli aumenti dei costi”, per una serie di fattori, che non permettono di correggere il rapporto tra quanto finanziato e l’aggiornato ed effettivo costo di copertura finanziaria dell’opera.
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Dal canale Youtube della Conferenza delle Regioni: Sanità: audizione Conferenza delle Regioni al Senato della Repubblica