[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Formazione: Rosolen, per educatori necessaria fase transitoria

martedì 23 luglio 2024


La sollecitazione dell'assessore alla Conferenza delle Regioni in merito ai nuovi Albi professionali

 

   Pordenone, 23 lug - "La norma approvata dal Parlamento lo scorso aprile rappresenta un passo in avanti, ma rischia di introdurre alcuni elementi di confusione in un contesto già frammentato poiché non tiene conto dell'organizzazione attuale dei servizi per l'infanzia rischiando, peraltro, di aggravare la carenza di personale qualificato nei servizi pubblici e del privato sociale".

 

Lo ha detto l'assessore regionale all'Istruzione, formazione e alla famiglia, Alessia Rosolen, a due settimane dalla scadenza (prevista per il prossimo 6 agosto) per presentare, presso il Tribunale di Trieste, la domanda di iscrizione all'Albo degli educatori professionali socio-pedagogici della Regione Friuli Venezia Giulia.

 

L'assessore ha posto l'argomento all'attenzione della Commissione istruzione, università e ricerca della Conferenza delle Regioni in merito all'entrata in vigore della legge 55/2021 che definisce le professioni operanti in campo pedagogico e educativo e istituisce due differenti Albi - quello dei pedagogisti e quello degli educatori professionali socio-pedagogici - nell'ambito del costituendo Ordine delle professioni pedagogiche e educative. Del tema è stato investito anche il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

 

"La formazione dei due Ordini - ha aggiunto Rosolen - rappresenta un riconoscimento formale, atteso da tempo, dalle professioni pedagogiche e educative, oltre che uno strumento per garantire livelli qualitativi sempre più elevati a vantaggio dei fruitori dei servizi. Ma al di là del giudizio di merito esprimo preoccupazione rispetto a una formulazione non sempre chiara della legge, compresi i tempi di attuazione della nuova disciplina, e confermo che le problematiche legate alla formazione di questi albi restano rilevanti, in particolare in una regione come la nostra in cui esistono servizi pubblici di consolidata esperienza, come i ricreatori comunali di Trieste, dove trovano impiego professionalità il cui reclutamento avviene sulla base di un novero ampio di titolo di studi e per le quali - ha spiegato l'esponente della Giunta regionale - l'iscrizione all'albo potrebbe risultare superflua."

 

"Ritengo grave - ha evidenziato ancora Rosolen - che non sia prevista una fase transitoria di applicazione della norma che consenta di fare chiarezza sull'identità della figura professionale dell'educatore e di riconoscere le competenze acquisite sul campo da chi opera all'interno di questi servizi da molti anni".

 

"Ho sollecitato la Commissione - ha rimarcato l'assessore - a farsi portavoce presso il legislatore di un intervento emendativo urgente che sospenda o dilazioni i tempi di attuazione della norma, per consentire un adeguato approfondimento e l'eventuale predisposizione di interventi migliorativi della legge stessa che rischia altrimenti di avere un effetto importante in tutti i servizi educativi del Friuli Venezia Giulia".

 

Le principali criticità segnalate dell'assessore, che rischiano di lasciare istituzioni pubbliche e soggetti privato gestori di servizi nella totale incertezza, riguardano la sovrapposizione di

competenze: la materia dei servizi educativi per la prima infanzia rientra tra le competenze regionali, mentre la disciplina delle professioni rientra tra quelle di competenza concorrente; il campo di applicazione: non è chiaro infatti quale sia il confine delle nuove professioni ordinistiche così come delineate dalla legge anche con riferimento alle diverse tipologie dei servizi; la non previsione di un coordinamento normativo con la disciplina di settore già esistente che in alcuni casi ha già riconosciuto le figure dell'educatore professionale socio-pedagogico e del pedagogista per i servizi socio-educativi e socio- assistenziali; i tempi di attuazione della nuova disciplina scandiscono solo i tempi di presentazione delle domande di iscrizione agli albi senza prevedere fasi di sperimentazione o transizione e senza contenere indicazioni sul momento in cui l'ordine sarà efficace ai fini dell'esercizio della professione.