“Il piano di dimensionamento scolastico è un atto amministrativo che razionalizza e mette a sistema l’offerta dei poli scolastici, per poter garantire un utilizzo più attento delle risorse mantenendo nel contempo uno standard elevato non solo nell’offerta formativa ma anche nelle strutture e nei locali dedicati all’insegnamento. È anche un provvedimento che dimensiona rispetto al numero di studenti le autonomie sul territorio, ovvero i dirigenti scolastici e amministrativi. Proprio grazie all’intervento della Regione del Veneto, in questi anni, si è spostata l’attenzione sul dimensionamento che riguarda le autonomie per difendere fino in fondo i punti di erogazione del servizio. Non si chiudono le scuole e si fa di tutto per non chiudere le piccole scuole anche in località difficili. Ai fini del contenimento della spesa, secondo quanto previsto dal PNRR. Non c’è nulla di straordinario, in particolare in Veneto dove la strumentalizzazione appare del tutto fuori posto: innanzitutto perché il nostro piano è molto leggero, avendo nel Veneto fatto ‘bene i compiti’: già nel 2010-2011 quando si mise in atto un poderoso piano di dimensionamento, realizzando delle aggregazioni di scuole con un forte dialogo con il territorio che ha portato degli ottimi risultati, il primo tra tutti è quello per cui oggi in Veneto si riduce solo di 30 autonomie. È da luglio che lavoriamo al piano di dimensionamento, agendo nel rispetto delle Istituzioni e con grande equilibrio”.

Con queste parole l’assessore all’Istruzione Elena Donazzan interviene sul dibattito in merito al dimensionamento scolastico per il quale le Regioni Puglia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania hanno sollevato una questione di legittimità davanti alla Corte costituzionale.