Se anche le modifiche normative che ora le Regioni richiedono non sarebbero determinanti per la Provincia autonoma di Trento, in virtù di una disciplina diversa relativa al controllo della fauna selvatica, l'Assessore Zanotelli ha comunque espresso pieno appoggio alle altre Regioni, condividendo le richieste illustrate nella conferenza stampa, nella piena consapevolezza della difficoltà della gestione e del contenimento della specie e dei danni gravi all'agricoltura che i cinghiali causano anche sul territorio provinciale, per non parlare del problema sanitario dovuto alla diffusione della peste suina africana che, se dovesse giungere anche in Trentino avrebbe ricadute gravissime sia sul settore suinicolo che su quello turistico in generale, per i divieti ed i severi limiti che la presenza di un'area infetta arreca ai territori interessati. Si ricorda che molti sono stati gli interventi della Giunta provinciale negli ultimi anni volti a rafforzare il sistema del controllo e renderlo via via più incisivo: basti ricordare una prima completa revisione della disciplina del controllo nel 2020, quindi altre seguenti modifiche più puntuali alla stessa (ultima apportata con deliberazione 5 marzo 2021, n. 373) per facilitare l'efficacia delle azioni dei controllori che in provincia, differentemente dalle altre regioni, possono essere, oltre che il personale di vigilanza (quindi il personale del Corpo forestale provinciale), anche i cacciatori stessi che abbiano sostenuto un corso di abilitazione. La Provincia ha promosso quindi un'azione di informazione e stimolo all'applicazione del controllo sulla specie, attraverso specifici incontri, in accordo con l'Associazione Cacciatori Trentini, che ha portato ad un incremento assai significativo degli abbattimenti di cinghiale rispetto agli anni passati: se nel 2021 gli abbattimenti furono in tutto il Trentino 960, solo nei primi 4 mesi del 2022 essi sono stati 324 a fronte dei 132 dello stesso periodo del 2021, che corrisponde a un incremento del 59 per cento, a dimostrazione dell'efficacia delle misure approvate dalla Giunta provinciale e dell'impegno dell'Associazione cacciatori trentini e dei cacciatori controllori nel metterle in atto.
Non di meno, l'Assessore Zanotelli aveva attivato già nel novembre 2020 il “Tavolo provinciale per la prevenzione della diffusione della peste suina africana” composto dal Direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, dal Dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna, dal Dirigente del Servizio Faunistico, dal Dirigente generale del Dipartimento agricoltura, dal Presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini e dal Dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali, per l’individuazione e promozione di misure finalizzate alla riduzione del rischio di introduzione della malattia sul nostro territorio. Quale ultimo fondamentale atto, in adempimento alle disposizioni nazionali conseguenti alla presenza della peste suina africana, la Provincia si è dotata del proprio Piano provinciale di interventi urgenti per la gestione e il controllo della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (Sus scrofa) ai sensi dell'articolo 1, comma 1 del decreto legge 17 febbraio 2022, n. 9 convertito in legge dalla legge 7 aprile 2022, n. 29, approvato in via definitiva con deliberazione n° 1193 del 1/7/2022 con il quale viene affrontato il tema della peste suina sulla base dell'analisi di consistenza del cinghiale in Provincia e definiti gli obiettivi di gestione, sia in termini di contenimento che di biosicurezza.
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