[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Digitale: Callari, Fvg esempio buone pratiche innovazione tecnologica
giovedì 17 marzo 2022
La Regione ha anticipato modelli per digitalizzazione su cui adesso punta il governo nazionale con fondi Pnrr
Trieste, 17 mar - "Come Commissione innovazione tecnologica e digitalizzazione della Conferenza delle Regioni stiamo raccogliendo tutte le migliori pratiche che esistono nel nostro Paese per creare il modello più adatto al superamento del divario digitale in maniera "omogenea" per tutti i territori. Una di queste best practices è quella della Regione Friuli Venezia Giulia; in quattro anni, attraverso l'associazione dei Comuni, abbiamo creato una struttura di competenza eccellente: il sistema integrato 'Anci Fvg ComPa Fvg' che gestisce una piattaforma per la formazione permanente di circa 20mila dipendenti, regionali, locali e della pubblica amministrazione. Lo fa con numerose attività, che includono l'apprendimento con video e moduli multimediali e una formazione a distanza ibrida, fatta con operatori che sono cresciuti molto nel tempo".
Lo ha detto l'assessore regionale ai Sistemi informativi, Sabastiano Callari, che oggi pomeriggio ha preso parte, in videoconferenza, alla tavola rotonda organizzata dall'Istituto per la competitività, l'I-Com, dal titolo "Competenze digitali a prova di Pnrr (e del futuro dell'Italia)", anche in veste di coordinatore vicario della Commissione innovazione tecnologica e digitalizzazione della Conferenza delle Regioni.
"Tra le buone pratiche, in Fvg, c'è quella della creazione del network dei Centri didattici digitali diffusi, un anticipo di ciò su cui oggi punta il governo nazionale attraverso i fondi del Pnrr, in particolare attraverso la misura 1.7.2, quella dei Centri di facilitazione digitale - ha detto Callari -. In Fvg abbiamo creato 10 poli didattici diffusi, veri e propri hub per la crescita digitale, destinati sia alla formazione dei dipendenti pubblici che alla divulgazione e all'alfabetizzazione del cittadino. Tale struttura, distribuita sull'intera regione, riesce a raggiungere, difatti, una amplia platea di utenti; questo ci è stato estremamente utile durante l'emergenza sanitaria dettata dalla pandemia, in cui il modello di transizione verso una formazione ibrida ha permesso a molte pubbliche amministrazioni e alle nostre aziende sanitarie di riuscire a trovare delle soluzioni molto prima che altrove".
"Con il nostro sistema integrato, poi, per la prenotazione delle vaccinazioni, non abbiamo sofferto il disagio patito da altre
regioni: lo abbiamo gestito in maniera ottimale, e di questo ne vado orgoglioso - ha detto ancora Callari -. Questo dimostra come investire sulla formazione della pubblica amministrazione si riveli lungimirante, di rapido sviluppo e concreta applicazione, reale, a favore del cittadino. Fortunatamente negli ultimi anni è nata la figura del Ministro dell'innovazione tecnologica e transizione digitale, un importante passo avanti per attivare politiche idonee a far transitare il nostro Paese verso un mondo che ci vede molto indietro".
Durante la tavola rotonda è emerso come, in confronto con gli altri Paesi europei, l'Italia presenti un forte digital divide, sia per le competenze di base che per le competenze specializzate e professionalizzanti. Per recuperare il gap storico, nel 2020 è stata pubblicata la Strategia nazionale per le competenze digitali, il primo piano di policy organico e multisettoriale
dell'Italia: a tappe, entro il 2025, mira a sviluppare competenze digitali e utilizzo di Internet.
Dalle prime rilevazioni del piano operativo, che attua la Strategia, emerge come siano state raggiunte 30mila scuole, 227mila imprese, 70mila occupati, 3 milioni di under 18. Le maggiori difficoltà si riscontrano per l'uso di tecnologie Ict nelle piccole e medie imprese e per l'assunzione di specialisti del settore (dati dicembre 2021).
Il Pnrr prevede, a livello nazionale, 51 milioni di euro per il cosiddetto "digital tagging", di cui 7 milioni destinati al settore delle competenze e del capitale umano (4,4 dei quali a sostegno di lavoratori disoccupati con la formazione in materia digitale). Oltre alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei dipendenti, il Pnrr prevede, in dettaglio, la promozione di competenze qualificate: più dottorati, nuovi hub e politecnici, investimenti in competenze Stem e Ict, potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0, rafforzamento delle reti di centri di "facilitazione digitale", servizio civile digitale e aggiornamento dei curricula scolastici ad esempio con corso obbligatorio di programmazione informatica.
ARC/PT/pph