[Comunicato stampa Giunta regionale Valle d'Aosta]
Giunta regionale avvia interlocuzione con Governo per modificare Decreto Legge Sostegni ter che colpisce comparto dell’energia rinnovabile
giovedì 10 febbraio 2022
La Giunta regionale, in accordo con i gruppi di maggioranza e all’interno di un confronto con le altre Regioni e Province autonome, avvierà da subito una interlocuzione con il Governo nazionale e presso il Parlamento per modificare il Decreto Legge Sostegni ter, in quanto la norma presenta nella sua attuale formulazione numerosi aspetti critici e profili di illegittimità anche rispetto all’Autonomia regionale. In particolare, si contesta la scelta dell’Esecutivo di colpire in modo incomprensibile e con modalità tecniche gravemente distorsive, oltre che con evidenti profili di illegittimità costituzionale, il comparto dell’energia rinnovabile. Un orientamento questo che appare come incomprensibile se si pensa alle vigenti normative sulle politiche energetiche internazionali, nazionali ed europee, che vedono proprio nelle rinnovabili il futuro della produzione di energia pulita anche per contrastare i cambiamenti climatici. In particolare, l’articolo 16 del Decreto mette in una situazione di grave incertezza il mercato delle aziende rinnovabili, colpendo esclusivamente i ricavi generati dalla produzione di fonti rinnovabili, che costituiscono l’elemento trainante per gli obiettivi di transizione energetica. Questa scelta costituisce per la Valle d’Aosta una gravissima minaccia poiché rischia di danneggiare in particolare la società CVA, azienda leader del settore idroelettrico, ponendo a rischio i flussi finanziari che la Regione percepisce in forma indiretta attraverso la distribuzione dei dividenti dalla controllata FinAosta. Il Decreto infatti prevede, in maniera totalmente distorsiva, di effettuare un conguaglio (solo a carico dei produttori di energia rinnovabile) tra i prezzi che si determinano nel mercato spot tra febbraio e dicembre di quest’anno e la media dei prezzi che si sono determinati negli ultimi 11 anni (2010-2020). Non si considera che la maggior parte dei produttori hanno già venduto l’energia a valori significativamente inferiori a quelli attesi per il 2022. Ciò provocherebbe danni economici molto elevati in quanto dovrebbero essere restituiti importi notevolmente superiori a quelli incassati. “Queste problematiche riguardanti la norma in discussione in Parlamento sono state esaminate oggi in una riunione tra la Giunta regionale e la maggioranza – spiegano il presidente della Regione Erik Lavevaz e gli Assessori Luigi Bertschy (Sviluppo economico, Formazione e Lavoro) e Luciano Caveri (Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate) – e saranno oggetto di un’azione politica in campo nazionale, anche in raccordo con le altre Regioni e Province autonome”.
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