[Comunicato stampa Giunta regionale Sardegna]
CARTA ITTICA, ASSESSORE LAMPIS: ‘NUOVO STRUMENTO DI SUPPORTO, DI PIANIFICAZIONE E DI GESTIONE TERRITORIALE’
lunedì 24 gennaio 2022
Cagliari, 24 gennaio 2021 – “Con l’adozione della Carta ittica, la Regione Sardegna si dota di un nuovo e importante strumento di supporto, basato su conoscenza-ricerca, pianificazione-programmazione degli interventi e monitoraggio, e promuove specifiche misure di tutela all’interno degli strumenti di pianificazione e di gestione territoriale, rendendo centrale il ruolo del monitoraggio ambientale e la diffusione dei dati disponibili, in stretta integrazione con il Sistema informativo regionale ambientale (Sira), e ampliando l’ombrello della tutela normativa verso gli ecosistemi dulciacquicoli, con particolare riferimento alla salvaguardia della fauna ittica”. Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, della delibera sulla Carta ittica delle acque dolci della Sardegna, che dettaglia gli ecosistemi acquatici e le specie ittiche che li popolano, grazie alla pluriennale collaborazione con l’Università di Cagliari, Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, impegnata in prima linea nello studio degli ecosistemi delle acque interne e della fauna ittica delle acque dolci.
“La Carta contiene un approfondimento sulla consistenza delle popolazioni della trota sarda o trota mediterranea, unico salmonide autoctono della Sardegna e a rischio di estinzione – ha aggiunto l’assessore Lampis – La localizzazione montana dei siti dove ha trovato rifugio la trota sarda racconta molto delle pressioni antropiche che hanno minacciato la sopravvivenza di questa specie, quasi a rappresentare un simbolo emblematico, fortemente identitario, per i territori in cui è stata rinvenuta”.
“Inoltre, la Carta completa il quadro delle conoscenze sugli ecosistemi fluviali, estendendo gli studi ai tratti vallivi dei fiumi sardi, apre una finestra sulla problematica delle specie aliene che, soprattutto quelle che presentano spiccate capacità invasive o di inquinamento genetico, costituisce uno dei più importanti fattori di perdita di biodiversità in ambito fluviale”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas. (fm)