[Comunicato stampa Giunta regionale Basilicata]
Stellantis: Cupparo, un tavolo nazionale al Mise

martedì 31 agosto 2021


 

“La carenza di semiconduttori che colpisce, in verità non da oggi, ma questa volta con  più preoccupanti ripercussioni, la produzione e l’occupazione dello stabilimento Stellantis di Melfi, come accade per tutti gli altri stabilimenti automobilistici italiani ed europei, richiede un’azione congiunta di Regioni, Governo, Gruppi automobilistici, associazioni imprenditoriali e sindacati per fronteggiare una situazione che mette in crisi l’intero comparto automotive del Paese”. E’ quanto afferma Francesco Cupparo, assessore alle Attività Produttive e  coordinatore vicario della Commissione per lo Sviluppo Economico delle Regioni, sollecitando una prima azione della Commissione competente istituita dalla Conferenza delle Regioni con la proposta di un tavolo nazionale al Mise.

“Il blocco del più grande degli stabilimenti del Gruppo Stellantis in Europa – aggiunge – mette a nudo la fragilità della componentistica per auto che è un fattore negativo non solo nel nostro Paese. E’ stato di recente il commissario europeo per la Politica industriale e il mercato interno, Thierry Breton, a proporre  quella che ha definito un’alleanza “tra industriali e ricercatori”, che metta insieme tutti gli attori della catena di produzione dei semiconduttori, con l’obiettivo di raddoppiare la  capacità produttiva e la  quota di mercato europea, entro il 2030, dal 10% di oggi al 20%.  

E’ evidente – aggiunge l’assessore – che è questa una prospettiva di medio-lungo termine e che invece bisogna mettere in campo una strategia a breve termine attraverso una politica industriale in grado di sostenere la transizione ecologica del settore e la riconversione di interi comparti. Per Melfi la carenza globale di chip, che gli esperti definiscono “il nuovo petrolio”, coincide con la fase di riorganizzazione e diversificazione della produzione verso modelli a risparmio ecologico”.

Nel ricordare il mandato affidato alla Giunta dal Consiglio Regionale attraverso una specifica mozione approvata a maggio scorso, Cupparo ribadisce “l’impegno sul versante politico-istituzionale tenendo unito il fronte sindacati-Comuni-imprese. Il nostro interlocutore istituzionale è il Governo che deve garantire non solo il mantenimento dell’attuale produzione e degli attuali livelli occupazionali ma lavorare per un potenziamento di modelli e occupazione diretta ed indotta secondo le opportunità presenti”.


“Ma – aggiunge l’assessore – l’iniziativa della Giunta per rendere più competitivo lo stabilimento di Melfi non si ferma certamente in attesa di soluzioni per la carenza di semiconduttori. Stiamo lavorando per ridurre i costi energetici per lo stabilimento chiedendo ad Eni e Total di farsene carico, non solo per quest’area industriale ma anche per le altre; migliorare ed ammodernare i servizi dell’area San Nicola di Melfi; superare il gap infrastrutturale che incide sui costi di produzione delle auto anche con il programma potenziamento-alta velocità di Ferrovie Italiane sino a San Nicola; ampliare l’attività dell’indotto per la componentistica che ha già provocato numerose  interruzioni per il mancato arrivo dall’estero, sino alla produzione delle batterie per i nuovi modelli che attualmente provengono da fabbriche estere e di conseguenza ampliare l'occupazione diretta ed indotta; accrescere la ricerca rilanciando il Campus Tecnologico di San Nicola con la cooperazione dell’Unibas.



Anche per questo abbiamo istituito Api-Bas che segnerà una svolta nella gestione dei nuclei industriali ed abbiamo candidato nel PNRR un progetto specifico per 1 miliardo 440 milioni di euro per realizzare il “Polo automotive” e costruire le infrastrutture di cui c’è bisogno, altrimenti è difficile attrarre investimenti di grandi gruppi industriali in Basilicata”.


“Rendere competitiva Melfi – ha affermato – è un obiettivo centrale, tenuto conto che quando Tavares sostiene che il costo dell’auto costruita in Italia è circa quattro volte maggiore di quello degli stabilimenti francesi non si riferisce ai salari dei lavoratori italiani, che sono più bassi dei colleghi francesi, ma piuttosto ai costi energetici e di trasporto e ai problemi della logistica. Per questa ragione intendiamo fare la nostra parte”.

 

 Contiamo infine sulla scelta dell’ex Fca che per la prima volta ha deciso l’accreditamento al sistema di formazione della Regione e perseguiamo l’obiettivo di accrescere e non certo ridurre l’occupazione qualificata e di giovani laureati lucani”.