Il FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - è il fondo strutturale che andrà a sostenere gli investimenti a favore di tali obiettivi e l’Ue ha posto un vincolo di concentrazione delle risorse: almeno il 30% del programma deve essere destinato a finanziare iniziative in tale ambito.
Per conseguire gli obiettivi che l’Ue si è data è necessario attuare investimenti su più settori, ed in particolare: investire in tecnologie rispettose dell’ambiente; mitigare i rischi da eventi calamitosi; sostenere l’industria nell’innovazione; introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane; decarbonizzare il settore energetico; garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici.
E la Provincia autonoma vuole avere un ruolo importante in questo contesto. “E’ evidente che per il Trentino, che fa della sua specificità territoriale ed ambientale un valore riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, destinare risorse del fondo a tale obiettivo è essenziale. Ma dobbiamo privilegiare gli investimenti in materia di competitività del sistema economico, per poter razionalizzare le risorse che vanno spalmate sui 7 anni” ha detto l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli.
“Da sempre l'attenzione all’ambiente e al territorio sono elementi fondanti dell’identità trentina. La Provincia autonoma di Trento si pone all’avanguardia per la sua elevata qualità della vita e dati e analisi recenti indicano un quadro complessivamente positivo - ha sottolineato il vicepresidente e assessore all’ambiente, Mario Tonina -. Come Provincia abbiamo approvato recentemente il Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030, definito una Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile (Spross), e vogliamo continuare su questa strada, coordinandoci con gli obiettivi del Green Deal europeo per migliorare le performance ambientali e di sostenibilità e consentire alle future generazioni di vivere in un territorio proattivo nella lotta ai cambiamenti climatici, all’impoverimento delle risorse naturali (dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura) allo spopolamento delle zone montane”.
Ha quindi preso la parola l'assessore agli enti locali e rapporti con il Consiglio provinciale Mattia Gottardi, che ha sottolineato come “sia strategico e importante definire e costruire insieme la partita dei fondi strutturali: riuscire ad ottenere ed impegnare risorse europee per lo sviluppo territoriale è cruciale per delineare il futuro. Gli enti locali all’interno di tale contesto ritengo possano rappresentare un ruolo centrale nell’innovazione e nell’ammodernamento tecnologico e sostenibile delle proprie infrastrutture sia fisiche che digitali”.
E' seguita la presentazione dei progetti sul Trentino green industry (riduzione emissioni climalteranti e aumento rinnovabili), acque e reti di distribuzione, mobilità sostenibile e gestione rifiuti da parte del dirigente generale del Dipartimento Territorio e ambiente, Roberto Andreatta; i progetti sulla gestione del rischio idrogeologico e il progetto sulla rete strategica di protezione civile a cura del dirigente generale, Raffaele De Col e del dirigente Roberto Coali; l'efficientamento energetico degli edifici e delle strutture pubbliche da parte del dirigente, Marco Gelmini.
Gli incontri relativi alla politica di coesione promuovono il partenariato locale nella fase di impostazione delle strategie e delle priorità di intervento dei fondi, garantendo un processo partecipativo ampio. Rappresentanti di istituzioni pubbliche, parti sociali ed economiche e della società civile, sono stati invitati a dare il loro contributo al fine di focalizzare in modo puntuale i fabbisogni del territorio e valorizzare al massimo l’impatto dei fondi.
Al termine del percorso la Provincia autonoma di Trento sarà chiamata a presentare, in via preliminare, la proposta di programmi alle istituzioni europee per avere un primo parere sulla coerenza della strategia provinciale sugli obiettivi fissati da Bruxelles. La giunta provinciale affinerà i due Programmi operativi, uno per il Fondo Sociale Europeo Plus e uno per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per poi presentarli ufficialmente a Bruxelles per l’approvazione definitiva in autunno.
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