[Comunicato stampa Giunta regionale Molise]
Seconda Conferenza nazionale Salute mentale, Toma: contesti di cura non stigmatizzanti
venerdì 25 giugno 2021
Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, ha partecipato questa mattina, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e Province autonome, alla seconda Conferenza nazionale della Salute mentale "Per una salute mentale di comunità", organizzata dal ministro Speranza.
Nel suo intervento di saluto, il presidente Toma ha sottolineato come l'emanazione della legge 180 del 13 maggio 1978 abbia segnato una vera e propria rivoluzione nell'assistenza alle persone con disturbi mentali.
«Sull'onda di un movimento antistituzionale - ha ricordato - si giunse ad un rifiuto dei metodi, dei luoghi, delle concezioni consolidate in due secoli di attività e che costituivano i pilastri della pratica manicomiale. Nello stesso anno nel quale fu istituito il Servizio sanitario regionale, l'Italia sancì norme per rendere esigibile il diritto alla cura, contrapposto alla custodia, per le persone con disturbi mentali. Tutt'ora la riforma psichiatrica italiana è l'esempio di deistituzionalizzazione più radicale e completa del mondo occidentale».
«Le Regioni e Province autonome - ha aggiunto - hanno un compito non facile, che non si riduce all'erogazione di prestazioni sanitarie di qualità. Per quanto riguarda i servizi sanitari, le direttrici tracciate dal Piano nazionale salute mentale del 2013, redatto in collaborazione con le Regioni e approvato in Conferenza Stato-Regioni, sono ancora valide, anche se meritano certamente ulteriori approfondimenti».
Toma si è soffermato, poi, sugli effetti prodotti dalla pandemia sulla salute mentale di adolescenti e giovani, come pure della popolazione generale, che sono all'attenzione dei professionisti e dei programmatori.
«Le persone con disturbi mentali - ha concluso il governatore - hanno bisogno di essere accolte in contesti di cura non stigmatizzanti, che favoriscano l'accesso e che siano in grado di rispondere ai bisogni sanitari della mente ma anche del corpo».
Nel suo intervento di saluto, il presidente Toma ha sottolineato come l'emanazione della legge 180 del 13 maggio 1978 abbia segnato una vera e propria rivoluzione nell'assistenza alle persone con disturbi mentali.
«Sull'onda di un movimento antistituzionale - ha ricordato - si giunse ad un rifiuto dei metodi, dei luoghi, delle concezioni consolidate in due secoli di attività e che costituivano i pilastri della pratica manicomiale. Nello stesso anno nel quale fu istituito il Servizio sanitario regionale, l'Italia sancì norme per rendere esigibile il diritto alla cura, contrapposto alla custodia, per le persone con disturbi mentali. Tutt'ora la riforma psichiatrica italiana è l'esempio di deistituzionalizzazione più radicale e completa del mondo occidentale».
«Le Regioni e Province autonome - ha aggiunto - hanno un compito non facile, che non si riduce all'erogazione di prestazioni sanitarie di qualità. Per quanto riguarda i servizi sanitari, le direttrici tracciate dal Piano nazionale salute mentale del 2013, redatto in collaborazione con le Regioni e approvato in Conferenza Stato-Regioni, sono ancora valide, anche se meritano certamente ulteriori approfondimenti».
Toma si è soffermato, poi, sugli effetti prodotti dalla pandemia sulla salute mentale di adolescenti e giovani, come pure della popolazione generale, che sono all'attenzione dei professionisti e dei programmatori.
«Le persone con disturbi mentali - ha concluso il governatore - hanno bisogno di essere accolte in contesti di cura non stigmatizzanti, che favoriscano l'accesso e che siano in grado di rispondere ai bisogni sanitari della mente ma anche del corpo».