[Comunicato stampa provincia autonoma di Bolzano]
Provincia difende bilancio previsione davanti Corte Costituzionale
martedì 8 giugno 2021
La Giunta provinciale oggi (8 giugno) ha deciso di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per difendere il bilancio di previsione 2021-2023, che è stato impugnato dal Governo a Roma. Le “Variazioni al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2021-2023 e altre disposizioni” erano state pubblicate come legge provinciale 17 marzo 2021, n. 3, nel Bollettino Ufficiale della Regione il 18 marzo 2021.
In sede di controllo obbligatorio il Consiglio dei Ministri ha sollevato la questione di legittimità dell’articolo 1 di tale legge provinciale. In sostanza, secondo il Governo sarebbe in contrasto con la Costituzione in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici.
Somme da accordi con lo Stato
"La Provincia ha iscritto nel bilancio somme che le spettano in base agli accordi con lo Stato già in essere, l'Accordo di Milano del 2009 e il Patto di garanzia del 2014", ha spiegato il presidente della Provincia Arno Kompatscher nella conferenza stampa al termine della seduta di Giunta. "Il Governo ha già compiuto qualche passo in avanti con il decreto Sostegni bis, iscrivendo 60 milioni da versare alla Provincia di Bolzano in base al Patto di Garanzia", ha riferito il presidente Kompatscher, che domani sarà a Roma per chiarire assieme al ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco i vari aspetti della questione. In base al Patto di Garanzia del 2014, lo Stato è tenuto a rimborsare alla Provincia nell'arco di 30 anni le somme che le erano state tolte, senza preventivo accordo, da parte del Governo Monti. Si tratta di un importo complessivo di oltre 600 milioni di euro, che dovranno essere restituiti in rate da 20 milioni di euro dal 2019 in avanti.
Non si ha nessuna notizia, invece, per quanto attiene le somme spettanti alla Provincia di Bolzano derivanti dall'Accordo di Milano del 2009, che prevede la partecipazione della Provincia ai gettiti fiscali derivanti dalle accise che lo Stato percepisce sugli oli minerali a scopo di riscaldamento e quelli riferiti ai tributi sui proventi dei giochi d'azzardo. Si parla di una somma complessiva di 450 milioni di euro.