[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Immigrazione: Roberti, parere negativo alle disposizioni del governo
mercoledì 2 dicembre 2020
Udine, 2 dic - La Commissione speciale immigrazione e italiani
all'estero della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, che si è tenuta oggi in videoconferenza, ha espresso
parere negativo a maggioranza sul decreto legge 130 del 21
ottobre 2020 "Disposizioni urgenti in materia di immigrazione,
protezione internazionale e complementare".
"È prevalsa la posizione del Friuli Venezia Giulia, allineata a
quella di Lombardia, Veneto, Liguria, Marche e Basilicata
rispetto ad un provvedimento normativo la cui entrata in vigore
produrrebbe gravi effetti nel Paese, soprattutto a livello socio
economico", ha commentato l'assessore regionale alle Politiche
dell'immigrazione, Pierpaolo Roberti, a margine della riunione.
Secondo la posizione espressa dalla maggioranza delle Regioni
(fatta eccezione per Emilia Romagna e Campania), i provvedimenti
proposti dal Governo comportano un aumento del numero di
immigrati sul territorio nazionale, favoriscono l'ingresso di
clandestini e incrementano i costi a carico delle amministrazioni
locali per l'impiego di servizi sociali.
Per quanto riguarda la protezione internazionale degli stranieri,
la normativa vigente prescrive il divieto di espulsione e
respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini, per
l'interessato, il rischio di tortura. Con il decreto si aggiunge,
oltre a questa ipotesi, il rischio che lo straniero sia
sottoposto a trattamenti inumani o degradanti e se ne vieta
l'espulsione anche nei casi di rischio di violazione del diritto
al rispetto della sua vita privata e familiare.
"Sono concetti tecnicamente a dir poco sfuggenti e generici", si
legge nel parere inviato dalla Regione Friuli Venezia Giulia a
firma di Roberti, che rimarca come "di fatto venga reintrodotto
l'abrogato istituto della protezione umanitaria. In tal modo, si
allarga nuovamente, anche con una certa discrezionalità, il
ventaglio di possibilità per quanto riguarda i cosiddetti
permessi speciali, così tanto diffusi tra i migranti presenti in
Italia, garantendo nel nostro Paese un livello di protezione
superiore rispetto a quello offerto dagli altri Paesi europei. Di
fatto rendiamo l'Italia un Paese più attrattivo rispetto agli
altri stati".
Roberti si è detto inoltre contrario alla decisione di attivare,
già nella fase della prima accoglienza, alcuni programmi di
inserimento come i corsi di lingua italiana, i servizi di
orientamento legale e al territorio e altre iniziative di
carattere assistenziale che adesso vengono garantite solo in un
secondo momento. "In tale maniera - ha evidenziato - si
incoraggia chi arriva nel nostro Paese pur non possedendo ancora
i titoli per rimanervi".
"Ciò aumenta i costi di gestione delle strutture di accoglienza -
ha rimarcato l'assessore -, costi che saranno sicuramente
sostenuti con risorse sottratte ai rimpatri ed alle espulsioni.
Un'evenienza inaccettabile rispetto alle esigenze di sicurezza
dei cittadini".
"La Regione Friuli Venezia Giulia così fortemente esposta alle
problematiche derivanti dal massiccio fenomeno migratorio lungo
la rotta balcanica, non può che esprimere un parere
complessivamente negativo sul provvedimento in esame, posto che
quest'ultimo sembra voler assecondare un cedimento del contrasto
all'immigrazione irregolare" ha concluso Roberti.
ARC/SSA/pph
all'estero della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, che si è tenuta oggi in videoconferenza, ha espresso
parere negativo a maggioranza sul decreto legge 130 del 21
ottobre 2020 "Disposizioni urgenti in materia di immigrazione,
protezione internazionale e complementare".
"È prevalsa la posizione del Friuli Venezia Giulia, allineata a
quella di Lombardia, Veneto, Liguria, Marche e Basilicata
rispetto ad un provvedimento normativo la cui entrata in vigore
produrrebbe gravi effetti nel Paese, soprattutto a livello socio
economico", ha commentato l'assessore regionale alle Politiche
dell'immigrazione, Pierpaolo Roberti, a margine della riunione.
Secondo la posizione espressa dalla maggioranza delle Regioni
(fatta eccezione per Emilia Romagna e Campania), i provvedimenti
proposti dal Governo comportano un aumento del numero di
immigrati sul territorio nazionale, favoriscono l'ingresso di
clandestini e incrementano i costi a carico delle amministrazioni
locali per l'impiego di servizi sociali.
Per quanto riguarda la protezione internazionale degli stranieri,
la normativa vigente prescrive il divieto di espulsione e
respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini, per
l'interessato, il rischio di tortura. Con il decreto si aggiunge,
oltre a questa ipotesi, il rischio che lo straniero sia
sottoposto a trattamenti inumani o degradanti e se ne vieta
l'espulsione anche nei casi di rischio di violazione del diritto
al rispetto della sua vita privata e familiare.
"Sono concetti tecnicamente a dir poco sfuggenti e generici", si
legge nel parere inviato dalla Regione Friuli Venezia Giulia a
firma di Roberti, che rimarca come "di fatto venga reintrodotto
l'abrogato istituto della protezione umanitaria. In tal modo, si
allarga nuovamente, anche con una certa discrezionalità, il
ventaglio di possibilità per quanto riguarda i cosiddetti
permessi speciali, così tanto diffusi tra i migranti presenti in
Italia, garantendo nel nostro Paese un livello di protezione
superiore rispetto a quello offerto dagli altri Paesi europei. Di
fatto rendiamo l'Italia un Paese più attrattivo rispetto agli
altri stati".
Roberti si è detto inoltre contrario alla decisione di attivare,
già nella fase della prima accoglienza, alcuni programmi di
inserimento come i corsi di lingua italiana, i servizi di
orientamento legale e al territorio e altre iniziative di
carattere assistenziale che adesso vengono garantite solo in un
secondo momento. "In tale maniera - ha evidenziato - si
incoraggia chi arriva nel nostro Paese pur non possedendo ancora
i titoli per rimanervi".
"Ciò aumenta i costi di gestione delle strutture di accoglienza -
ha rimarcato l'assessore -, costi che saranno sicuramente
sostenuti con risorse sottratte ai rimpatri ed alle espulsioni.
Un'evenienza inaccettabile rispetto alle esigenze di sicurezza
dei cittadini".
"La Regione Friuli Venezia Giulia così fortemente esposta alle
problematiche derivanti dal massiccio fenomeno migratorio lungo
la rotta balcanica, non può che esprimere un parere
complessivamente negativo sul provvedimento in esame, posto che
quest'ultimo sembra voler assecondare un cedimento del contrasto
all'immigrazione irregolare" ha concluso Roberti.
ARC/SSA/pph