[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Caccia. Il governo accoglie la richiesta della Regione: via libera allo spostamento dei cacciatori tra Comuni per la prosecuzione dei piani di contenimento dei cinghiali. L'assessore Mammi: "Un risultato importante per ridurre i danni alle colture e prevenire i rischi di ordine sanitario legati all'epidemia di peste suina"

giovedì 19 novembre 2020


 

La prefettura di Bologna chiarisce i dubbi interpretativi indicati dalla Regione che avevano sollevato le preoccupazioni delle organizzazioni agricole

Bologna – Via libera allo spostamento dei cacciatori dal territorio di un Comune a un altro, anche se appartenenti a Regioni diverse, per la prosecuzione dei piani di contenimento dei cinghiali, che causano gravi danni alle produzioni agricole, oltre a rappresentare una seria minaccia alla circolazione stradale e, soprattutto in questo momento, un possibile veicolo di diffusione della Peste suina africana. 

La precisazione arriva dalla Prefettura di Bologna, alla quale proprio ieri si era rivolta la Regione per una richiesta di chiarimento sull’interpretazione delle disposizioni che riguardano l’attività venatoria contenute nel Dpcm del 3 novembre scorso. Norme che hanno causato la sospensione dei piani di controllo faunistico per l’incertezza sulle regole da rispettare, suscitando la preoccupazione delle organizzazioni agricole.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha accolto con grande soddisfazione il chiarimento: “Ringrazio la Prefettura per aver compreso il rischio che si potrebbe correre se venissero bloccati i piani di controlli del cinghiale. È un risultato importante per il territorio regionale per prevenire eventuali rischi di ordine sanitario legati all’epidemia di peste suina diffusa in altri Paesi europei, oltre che per scongiurare il ripetersi di gravi danni all'agricoltura”.

I chiarimenti della Prefettura

Può quindi proseguire l’attività venatoria rivolta alla caccia al cinghiale che viene svolta, precisa la Prefettura, “non solo dai cacciatori di selezione, che agiscono singolarmente, ma soprattutto dai cacciatori in braccata, che agiscono in gruppi composti da un minimo di 15 ad un massimo di 40 persone, oltre ai cani limieri usati per la caccia al cinghiale, con nominativi di cacciatori e zone di competenza individuati da ciascun Ambito territoriale di caccia (A.T.C.) e approvati dall’Amministrazione regionale Servizi territoriali agricoltura, caccia e pesca competenti per ciascuna Provincia (S.T.A.C.P.)”. In questo caso sono consentiti gli spostamenti dei cacciatori dal territorio di un Comune all’altro, anche se si trovano in Regioni diverse, “tenuto conto della funzione che quest’attività venatoria mira a realizzare in termini di prevenzione e controllo sanitario della diffusione della Peste suina africana, unitamente alla tutela dell’agricoltura e della prevenzione degli incidenti stradali”. Tutto ciò, ovviamente purché l’attività sia dimostrata in modo adeguato e nel rispetto delle misure di distanziamento sociale contenute nel Dpcm del 3 novembre e nell’ordinanza regionale del 12 novembre.    

Il parere espresso dalla Prefettura di Bologna dà via libera anche all’attività di controllo faunistico svolta dai coadiutori sotto il coordinamento delle Polizie Provinciali purché autorizzati da ciascuna Polizia provinciale e sempre nel rispetto delle misure di distanziamento sociale. /G.Ma