[Comunicato stampa Giunta regionale Toscana]
Covid-19, obbligo di medico in Toscana per trasferirsi nelle seconde case
venerdì 6 novembre 2020
Il presidente Giani ha firmato un’ordinanza che ripropone le disposizioni già adottate la scorsa primavera nel pieno dell’emergenza sanitaria. “Vogliamo regolare gli accessi e il rispetto dello spirito del Dpcm”
Ci si può spostare nelle seconde case, ma lo potranno fare solo coloro che in Toscana hanno comunque il proprio medico di famiglia o pediatra. A tutti gli altri non sarà consentito. Il presidente della Regione Eugenio Giani ha firmato oggi, 6 novembre, un’ordinanza che riduce la mobilità interregionale, così come era già successo lo scorsa primavera nel pieno dell’emergenza da coronavirus.
L’obiettivo è sempre lo stesso: contenere l’emergenza epidemiologica e ridurre i rischi di contagio da Covid-19 e di sovraccarico del sistema sanitario, prevenendo le fughe dalle zone rosse o arancioni. In più territori della Toscana, soprattutto al mare, tante famiglie del nord Italia hanno la seconda casa e c’è chi ha deciso dalla scorsa estate di trattenervisi, lavorando da remoto, oppure vi si è trasferito nei giorni scorsi o sta meditando di farlo. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 3 novembre permette il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza e dunque, con una lettura estensiva, anche nelle case delle vacanze: pure da zone rosse e arancioni. Per venire in Toscana occorrerà però avere qui un medico o pediatra, come già era stato imposto a maggio. Pena una sanzione. Sono in ogni caso consentiti rientri motivati da “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute o di studio”, come ad esempio per gli studenti universitari fuori sede.
“Vogliamo regolare gli accessi alle seconde case – spiega il presidente Giani – per frenare il trasferimento dalle zone rosse nella nostra regione. Consentire in un momento di emergenza sanitaria di farlo solo a chi ha qui il medico o il pediatra è un’esigenza naturale”. “Occorre responsabilità – conclude Giani – e rispetto autentico dello spirito delle norme fissate dal Dpcm”.