[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Agricoltura. Danni da maculatura bruna alle pere del nord Italia. Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, scrivono alla ministra Bellanova. Bonaccini-Mammi: "Servono misure e indennizzi per gli agricoltori del comparto, è un problema serio che mette a rischio non solo la produzione ma anche l'intero sistema economico"

mercoledì 21 ottobre 2020


 

La lettera è firmata anche dai presidenti di Veneto e Lombardia. Chiesta anche l'attivazione di un tavolo tecnico-scientifico nazionale

Bologna – Per le pere di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, il 2020 è stata una pessima annata. La produzione negli areali delle tre regioni, che costituisce il 73% di quella nazionale, è stata infatti fortemente danneggiata dalla maculatura bruna, una patologia fungina causata dal microrganismo Stemphylium vesicarium. La varietà più colpita è la pera Abate Fetel che è anche quella maggiormente coltivata ed esportata.

Un’emergenza fitosanitaria molto seria che, aggiunta ai danni provocati dalla cimice asiatica del 2019 ele gelate della scorsa primavera, non fa che aggravare la situazione dell’intera filiera produttiva emiliano-romagnola - la prima a livello nazionale ed europeo- dove il danno alla produzione è stimato in 60 milioni di euro a cui si aggiunge un danno economico per il post raccolta e l’indotto di 24 milioni di euro. La perdita di occupazione per la fase di raccolta è di circa 76mila giornate/uomo.

A questo proposito, dopo una serie di misure attivate in questi mesi per prevenire e limitare i danni dell’emergenza fitosanitaria, economica e sociale, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, assieme ai presidenti delle Regioni Veneto, Luca Zaia, e Lombardia, Attilio Fontana, hanno scritto alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per chiedere l’adozione di una serie organica di interventi a sostegno del reddito delle aziende e altre iniziative volte alla ricerca di soluzioni per il contenimento del problema.

Le richieste, contenute nella lettera, riguardano l’istituzione di un tavolo tecnico-scientifico nazionale che coordini a livello nazionale la ricerca delle migliori soluzioni al problema, il supporto per le autorizzazioni a poter disporre di prodotti fitosanitari idonei a contrastare le emergenze fitosanitarie non contenibili con altri mezzi, il sostegno alle attività di ricerca e sperimentazione per la messa a punto di adeguate soluzioni di controllo integrato della malattia e l’attivazione degli indennizzi previsti per le calamità naturali.

“Chiediamo l’intervento del ministero per difendere, sostenere e dare risposte rapide e concrete alle nostre aziende, in vista della prossima stagione produttiva- commenta il presidente, Stefano Bonaccini-. I danni provocati non si limitano solo alla perdita di reddito delle singole imprese agricole, ma mettono a rischio anche la competitività del sistema produttivo, che non riesce a garantire al mercato le quantità e la qualità necessarie, con conseguenze pesantissime per le singole filiere e gli agricoltori. Se non si agisce subito, rischiamo di perdere uno dei nostri prodotti Igp, insieme al posto di lavoro di tante persone che contribuiscono ogni giorno a mettere sulle nostre tavole cibi buoni e sicuri. Non ce lo possiamo permettere, per questo bisogna trovare assolutamente soluzioni adeguate”.

“L’intervento tempestivo della Regione già nel mese di agosto è stato il primo passo per affrontare una grave criticità che ha colpito tante imprese agricole del nostro territorio regionale- chiosa l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi-. È indispensabile continuare a difendere e sostenere le aziende e il ministero deve fare la sua parte. Per arginare le difficoltà di un settore strategico per il territorio del nord Italia è quindi necessario un intervento tempestivo, affinché sia istituito un tavolo tecnico nazionale per le emergenze fitosanitarie e vengano attivati al più presto gli indennizzi straordinari previsti per le calamità naturali”.  

Le realtà agricole emiliano-romagnole danneggiate dalla maculatura bruna, cui sarebbero destinati gli indennizzi, riguardano la Città Metropolitana di Bologna (in particolare i comuni di Baricella, Bentivoglio, Crevalcore, Galliera-Malalbergo, Minerbio, Molinella, Pieve Di Cento, San Pietro in Casale, le province di Ferrara (Berra-Riva del Po, Cento, Copparo, Ferrara, Formignanaresignana, Mirabelloerre del Reno, Poggio Renatico, Portomaggiore, Ro-Riva del Po, Sant'Agostinoerre del Reno, Tresigalloresignana, di Modena (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Cavezzo, Concordia Sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Ravarino, San Felice sul Panaro, San Possidonio, Soliera) e il comune di Rolo nel reggiano.

Le imprese danneggiate, una volta che il ministero ufficializzerà con decreto le delimitazioni territoriali delle aree interessate dal fenomeno della maculatura bruna, avranno 45 giorni di tempo per far richiesta di indennizzo. Hanno diritto al sostegno le aziende che hanno subito danni per una cifra superiore al 30% della produzione lorda vendibile vegetale complessiva prodotta, e non unicamente quella specifica che interessa la pera.

Le cause della maculatura bruna

Le principali cause di questa maggior recrudescenza del fenomeno sono da ricercarsi negli andamenti climatici che stanno caratterizzando un territorio considerato, fino a pochi anni fa, altamente vocato per la coltivazione della pera con produzioni di elevata qualità e quantità. Gli eventi estremi che sempre più si verificano (gelate tardive, repentine ed elevate escursioni termiche, periodi siccitosi seguiti da intense precipitazioni) influiscono sulla epidemiologia di questa patologia oltre a rendere le piante più sensibili per le condizioni di maggiore stress fisiologico. /ER