[Comunicato stampa Giunta regionale Abruzzo]
SANITA': RECOVERY PLAN, LA REGIONE CHIEDE UN MILIARDO E 340 MILIONI DI EURO PER GLI OSPEDALI ABRUZZESI
giovedì 17 settembre 2020
E’ di un miliardo e 341 milioni di euro la somma richiesta al Ministero della Salute da parte della Regione, per l’adeguamento e la ristrutturazione di tutti i presidi ospedalieri abruzzesi. Il programma di interventi, dopo l’approvazione, sarà finanziato con i fondi europei del Recovery Plan.
Ad annunciarlo è stata l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, nel corso di un incontro – questa mattina – con gli operatori sanitari dell’ospedale di Lanciano.
I lavori riguarderanno le infrastrutture e gli adeguamenti alle normative antincendio e antisismica.
Nel dettaglio, per la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila sono stati richiesti 288 milioni di euro (206 milioni per le infrastrutture, 18 per l’antincendio e 64 per l’adeguamento sismico); per la Asl Lanciano-Vasto-Chieti sono stati richiesti 364 milioni di euro (268 per le infrastrutture, 18 per l’antincendio e 78 per l’adeguamento sismico); per la Asl di Pescara sono stati richiesti 370 milioni (275 per le infrastrutture, 28 per l’antincendio e 67 per l’adeguamento sismico); per la Asl di Teramo, infine, sono stati richiesti 321 milioni (237 per le infrastrutture, 7 per l’antincendio e 77 per l’adeguamento sismico).
“Ogni Asl – spiega l’assessore – ha provveduto ad una ricognizione delle proprie necessità, che sono state poi elaborate dagli uffici del Dipartimento regionale Sanità e trasmesse al Ministero, nell’ambito dell’istruttoria sul Recovery Plan. Si tratta di un’opportunità irripetibile per riqualificare i nostri ospedali, il più recente dei quali risale agli anni Ottanta”.
Gli interventi proposti riguarderanno anche gli attuali ospedali di Lanciano, Vasto e Avezzano, dove è già prevista la costruzione di nuovi presidi per i quali sono già disponibili 229 milioni di euro, che saranno sbloccati dopo l’approvazione della rete ospedaliera regionale. I lavori si concentreranno su alcune porzioni dei fabbricati esistenti, che dopo l’entrata in funzione dei nuovi nosocomi potranno essere riconvertiti ad altri utilizzi, a partire dall’assistenza territoriale.