[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Agricoltura. Nel 2019 bene l'export (6,8 miliardi di euro, +4,7%) e l'occupazione (+3%). I dati del Rapporto agroalimentare presentato oggi in Regione
lunedì 27 luglio 2020
Parma la provincia che esporta di più. A fine 2019 messe a bando dal Piano di sviluppo rurale risorse per 1,1 miliardi di euro, il 93% dei fondi disponibili
Bologna - L’export delle eccellenze enogastronomiche regionali che continua a crescere, la qualità come chiave vincente, i dati sull’occupazione che si consolidano. L’annata 2019 del sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna presenta aspetti positivi ma anche difficoltà nella formazione del valore della produzione agricola, dovute principalmente alle criticità climatiche, fitosanitarie e di mercato. Dei numeri e delle principali tendenze del comparto si è parlato stamattina alla presentazione a Bologna, in edizione streaming, del Rapporto 2019 sul Sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna. Frutto della collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Unioncamere Emilia-Romagna, lo studio, giunto alla sua 27esima edizione, rappresenta la più completa e aggiornata fotografia del settore. Alla presentazione in Regione hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura e agroalimentare, Alessio Mammi, e il presidente di Unioncamere, Alberto Zambianchi.
“Nonostante le guerre sui dazi e la Brexit- ha commentato l’assessore Mammi -, l’export dell’agroalimentare della Regione, come è stato bene illustrato, cresce del 4,7% (contro il 3,7% a livello nazionale) e raggiunge il valore di 6,8 miliardi di euro portando per la prima volta a un saldo positivo di oltre 200 milioni della bilancia commerciale regionale. È un valore che rappresenta oltre il 10% dell’export complessivo regionale ed è pari al 16% dell’intero export agro-alimentare italiano, confermando il ruolo di traino dell’Emilia-Romagna per l’intero sistema nazionale, grazie alle sue produzioni di grande qualità e a un sistema di imprese ben organizzato e consolidato. Il settore agricolo e agroalimentare sono stati tra quelli che, durante l’emergenza Covid-19, non si sono fermati garantendo continuità produttiva e fornitura di cibo per tutta la comunità. Ma questo non significa che non abbia subito i contraccolpi della pandemia. Sono rimasti chiusi per mesi i canali Horeca, sbocco importante di molte nostre produzioni a cominciare da quelle di qualità a denominazione di origine. Come Regione abbiamo messo in campo in questi mesi quasi 80milioni di euro, compresi i fondi straordinari della legge regionale che ci apprestiamo ad approvare. Abbiamo pagato 105milioni di euro di anticipi Pac agli agricoltori. Lo Stato a sua volta ha stanziato per il settore agricolo circa 1miliardo di euro coi decreti Cura Italia e Rilancio: ci aspettiamo che queste risorse vengano messe al più presto a disposizione delle imprese agricole".
“Veniamo da un 2019, in cui l’annata agraria ha avuto un risultato negativo- ha commentato il presidente Zambianchi-, dopo quattro anni di crescita. L’alimentare è comunque stato l’unico settore a chiudere in positivo e nel primo trimestre 2020 ha contenuto la riduzione dell’attività al 2,6 per cento. La nostra regione, con un’economia aperta ai commerci mondiali, ha subito a seguito della pandemia un forte impatto recessivo su agricoltura e industria alimentare. Per questo, Regione Emilia-Romagna e Camere di commercio hanno deciso di mettere a disposizione, attraverso i Confidi e gli Agrifidi, risorse dedicate per far fronte alle esigenze di liquidità delle imprese e aiutarle a far fronte alle spese legate all’ordinaria gestione aziendale. Un accordo che si inserisce in una consolidata partnership per valorizzare, anche sui mercati esteri, le straordinarie eccellenze del territorio”.
Prosegue la corsa dell’export delle eccellenze regionali: +4,7%. Nei Paesi Ue circa l’80% dei prodotti regionali
L’export dell’agroalimentare regionale cresce del 4,7% (contro il 3,7% a livello nazionale) e raggiunge il valore di 6,8 miliardi di euro portando per la prima volta a un saldo positivo di oltre 200 milioni della bilancia commerciale regionale. È un valore che rappresenta oltre il 10% dell’export complessivo regionale ed è pari al 16% dell’intero export agro-alimentare italiano, confermando il ruolo di traino dell’Emilia-Romagna per l’intero sistema nazionale. I settori che hanno maggiormente contribuito a questo risultato sono stati il lattiero-caseario (+9,5%), i derivati dei cereali (+17,9%), l’ortofrutta (+12%) mentre il settore delle carni e dei salumi ha registrato una leggera contrazione (-0,6%). La Germania si conferma il principale mercato di esportazione per le nostre eccellenze agroalimentari, con una quota del 17,37%, seguita da Francia (14,11%), Stati Uniti (8,04), Regno Unito (7,38) Nell’insieme i 28 Paesi aderenti all’Unione europea hanno assorbito nel 2019 circa l’80% dell’export regionale. La provincia dell’Emilia-Romagna che svetta su tutte le altre per vocazione all’export è sempre Parma, per un controvalore di 1,79 miliardi di euro, seguita da Modena (1,33 miliardi), Ravenna (783 milioni), Reggio Emilia (637 milioni), Bologna (circa 628), Forlì-Cesena (592), Piacenza (437), Ferrara (398) e Rimini (236 milioni).
In crescita l’occupazione agricola: +3%
Segna una crescita di 72mila nuove unità (+3%). Sale anche l’occupazione femminile (30% della forza lavoro) in controtendenza con il dato nazionale.
Plv agricola regionale ferma a 4,2 miliardi
Dopo quattro anni di progressiva crescita, il valore della produzione agricola si è ridotto a 4,2 miliardi di euro. Hanno inciso le condizioni climatiche anomale e avverse, che hanno caratterizzato il periodo maggio-giugno, le rilevanti problematiche fitosanitarie e di mercato, che hanno interessato le principali produzioni frutticole, e i cali di prezzo del latte conseguenti agli andamenti delle quotazioni del Parmigiano-Reggiano.
Le misure di sostegno all’agricoltura
Il sostegno ai redditi degli agricoltori ha confermato l’importanza delle politiche dell’Unione europea. Il Programma di Sviluppo Rurale 2014-20 si avvia verso la conclusione e alla fine del 2019 le risorse messe a bando hanno superato 1.120 milioni di euro, pari al 93% delle risorse disponibili per l’intero PSR, con la pubblicazione di 417 bandi che hanno interessato oltre 23 mila beneficiari, 2.700 giovani e quasi 4.500 donne. I contributi concessi hanno superato il miliardo di euro, quasi l’85% delle risorse disponibili, con quasi 420 milioni di euro per la competitività, 474 milioni per ambiente e clima e 97 milioni per lo sviluppo del territorio. I contributi erogati da Agrea nel 2019 hanno superato i 687 milioni di euro, con oltre 43 mila beneficiari. La parte prevalente dei contributi come al solito è rappresentata dagli oltre 366 milioni di euro della Domanda unica del primo pilastro della Politica agricola comunitaria (Pac), a cui si aggiungono gli interventi di mercato per quasi 105 milioni. I contributi erogati per le numerose misure del Psr hanno superato complessivamente 215 milioni, di cui la maggior parte destinati a interventi su competitività, ambiente e clima.
Le misure di sostegno dopo l’emergenza Covid-19
Il governo ha messo in campo oltre 1 miliardo per il sostegno attraverso i Decreti Cura Italia e Rilancio con interventi per la liquidità delle imprese e dei settori agricoli maggiormente colpiti dall’emergenza COVID-19. Come Regione- afferma l’assessore Mammi - oltre ad avere contribuito alla costruzione e definizione delle misure di intervento del governo e ad avere adottato misure di semplificazione e di flessibilità su adempimenti amministrativi e scadenze, abbiamo cercato di mobilitare tutte le risorse ancora disponibili su Psr, Ocm e con il bilancio regionale siamo intervenuti per l’abbattimento dei tassi di interesse sui prestiti di conduzione (3,4 milioni di euro). Inoltre, con l’assestamento di bilancio, che andrà in votazione in questi giorni, ha proposto lo stanziamento di ulteriori risorse per interventi che riguardano aiuti forfettari ai 1.200 agriturismi della Regione (3 milioni di euro), aiuti per il settore della barbabietola (1,5 milioni di euro), scorrimento del bando per investimenti della filiera zootecnica del latte (17 milioni di euro).