[Comunicato stampa Giunta regionale Lombardia]
COVID, ASSESSORE GALLERA: IL 23 FEBBRAIO LOMBARDIA AVEVA PROPOSTO ZONA ROSSA DI 22 COMUNI, IL GOVERNO NE HA ACCOLTI 10
mercoledì 17 giugno 2020
"NESSUNA POLEMICA SU QUELLA SCELTA, MA NON SIAMO PUNGIBALL"
(LNews - Milano, 17 giu) "Stupiscono le affermazioni di questi
giorni, in base alle quali Regione Lombardia avrebbe omesso di
chiedere al Governo, in data 23 febbraio, una zona rossa piu'
ampia nel lodigiano, estesa ad un'area del cremonese, a fronte
dei casi di positivita' al Covid riscontrati in quei giorni. In
realta' e' accaduto il contrario. Il presidente Fontana, in
conferenza con la Presidenza del Consiglio, aveva proposto una
cintura di sicurezza di 22 Comuni attorno a Codogno e
Castiglione d'Adda. Il Governo ne accoglieva 10".
Lo afferma in una nota l'assessore al Welfare della Regione
Lombardia Giulio Gallera.
La richiesta della Regione Lombardia riguardava 22 Comuni delle
Province di Lodi e Cremona: Guardamiglio, Brembio, Secugnano,
Turano Lodigiano, Casalpusterlengo, Bertonico, Castiglione
d'Adda, Terranova dei Passerini, Codogno, CastelGerundo,
Somaglia, Fombio, San Fiorano, Maleo, Santo Stefano Lodigiano,
San Rocco al Porto, Corno Giovine, CornoVecchio, Caselle Landi,
Formigara, Gombito.
Il provvedimento di attivazione della Zona Rossa, invece, ha
riguardato i seguenti Comuni: Codogno, Castiglione d'Adda,
Casale, San Fiorano, Bertonico, Fombio, Terranova dei Passerini,
Somaglia, Maleo e CastelGerundo.
"Ricordo molto bene quei momenti - spiega Gallera - l'unita' di
crisi regionale stava analizzando ogni singola positivita'
riscontrata. Il 23 febbraio, dopo appena due giorni dal primo
caso, si aveva l'evidenza di 112 tamponi positivi. Di questi, 28
erano riferiti a residenti a Castiglione d'Adda e 9 a Codogno.
Con la logica di isolare le aree coinvolte per arginare la
diffusione del virus, i nostri esperti avevano disegnato su una
mappa una cintura di sicurezza sanitaria che comprendeva 22
comuni. Fra questi, non era presente la citta' di Lodi, Dove in
quella data si riscontrava un unico caso positivo. La lista
veniva comunicata immediatamente al Governo. Poco dopo, la
risposta del Governo evidenziava l'impossibilita' di accogliere
la richiesta della Lombardia nella sua totalita' perche' il blocco
di un'area cosi' vasta avrebbe comportato l'impiego di un numero
troppo elevato di operatori delle Forze dell'ordine".
"Si procedeva quindi con la definizione della zona rossa di 10
comuni - sottolinea Gallera - in stretto coordinamento con il
Governo, la Prefettura, la Protezione Civile e le
amministrazioni locali. Nessuna polemica, su questo caso, e'
stata mai sollevata dalla Regione Lombardia. Proprio a fronte di
questo, le accuse emerse e formulate in questi giorni appaiono
false, fuorvianti e gratuite". (LNews)
dvd
17-GIU-2020 19:32
(LNews - Milano, 17 giu) "Stupiscono le affermazioni di questi
giorni, in base alle quali Regione Lombardia avrebbe omesso di
chiedere al Governo, in data 23 febbraio, una zona rossa piu'
ampia nel lodigiano, estesa ad un'area del cremonese, a fronte
dei casi di positivita' al Covid riscontrati in quei giorni. In
realta' e' accaduto il contrario. Il presidente Fontana, in
conferenza con la Presidenza del Consiglio, aveva proposto una
cintura di sicurezza di 22 Comuni attorno a Codogno e
Castiglione d'Adda. Il Governo ne accoglieva 10".
Lo afferma in una nota l'assessore al Welfare della Regione
Lombardia Giulio Gallera.
La richiesta della Regione Lombardia riguardava 22 Comuni delle
Province di Lodi e Cremona: Guardamiglio, Brembio, Secugnano,
Turano Lodigiano, Casalpusterlengo, Bertonico, Castiglione
d'Adda, Terranova dei Passerini, Codogno, CastelGerundo,
Somaglia, Fombio, San Fiorano, Maleo, Santo Stefano Lodigiano,
San Rocco al Porto, Corno Giovine, CornoVecchio, Caselle Landi,
Formigara, Gombito.
Il provvedimento di attivazione della Zona Rossa, invece, ha
riguardato i seguenti Comuni: Codogno, Castiglione d'Adda,
Casale, San Fiorano, Bertonico, Fombio, Terranova dei Passerini,
Somaglia, Maleo e CastelGerundo.
"Ricordo molto bene quei momenti - spiega Gallera - l'unita' di
crisi regionale stava analizzando ogni singola positivita'
riscontrata. Il 23 febbraio, dopo appena due giorni dal primo
caso, si aveva l'evidenza di 112 tamponi positivi. Di questi, 28
erano riferiti a residenti a Castiglione d'Adda e 9 a Codogno.
Con la logica di isolare le aree coinvolte per arginare la
diffusione del virus, i nostri esperti avevano disegnato su una
mappa una cintura di sicurezza sanitaria che comprendeva 22
comuni. Fra questi, non era presente la citta' di Lodi, Dove in
quella data si riscontrava un unico caso positivo. La lista
veniva comunicata immediatamente al Governo. Poco dopo, la
risposta del Governo evidenziava l'impossibilita' di accogliere
la richiesta della Lombardia nella sua totalita' perche' il blocco
di un'area cosi' vasta avrebbe comportato l'impiego di un numero
troppo elevato di operatori delle Forze dell'ordine".
"Si procedeva quindi con la definizione della zona rossa di 10
comuni - sottolinea Gallera - in stretto coordinamento con il
Governo, la Prefettura, la Protezione Civile e le
amministrazioni locali. Nessuna polemica, su questo caso, e'
stata mai sollevata dalla Regione Lombardia. Proprio a fronte di
questo, le accuse emerse e formulate in questi giorni appaiono
false, fuorvianti e gratuite". (LNews)
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17-GIU-2020 19:32