[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Finanze: Zilli, Fvg ha titolo per chiedere a Stato sforzo importante
martedì 19 maggio 2020
Trieste, 19 mag - "La contribuzione che nel corso degli anni la
Regione Friuli Venezia Giulia ha assicurato a Roma, prima per
alimentare un federalismo fiscale che non si è concretizzato, poi
per sostenere il debito pubblico, è stata tale da poter chiedere
ora uno sforzo importante a parti inverse da parte dello Stato".
Così l'assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli ha
sintetizzato alla I Commissione del Consiglio regionale i termini
della partita finanziaria con Regione e Stato alla luce della
situazione critica determinata dalla pandemia di coronavirus.
"Davanti alla depressione delle entrate tributarie della Regione
e al crollo del Pil, che può essere stimato per il Friuli Venezia
Giulia in circa 700 milioni di euro - ha rilevato Zilli -,
l'esigenza di non corrispondere a Roma il contributo di 726
milioni nel 2020 previsto dai patti finanziari vigenti non è un
esercizio voluttuario ma una necessità autentica per poter
garantire i servizi ai cittadini".
"In queste condizioni secondo noi - ha detto Zilli - il
contributo allo Stato per il 2020 e per il 2021 deve essere
quindi azzerato per consentirci di esercitare quelle funzioni che
già svolgiamo a differenza delle Regioni ordinarie, le quali,
appunto, ricevono trasferimenti diretti per svolgere funzioni che
noi espletiamo con i proventi delle compartecipazioni e con
entrate proprie".
Per ristorare dalla crisi le Regioni d'Italia, ordinarie e
speciali, ha ricordato Zilli, dopo la destinazione di 3,5
miliardi ai Comuni d'Italia, si stima che nel fondo nazionale
rimanga una disponibilità di 1,5 miliardi di euro, "fondo che -
ha rilevato l'assessore regionale alle Finanze - riteniamo deva
essere integrato almeno con altrettante risorse". A tale
proposito Zilli ha precisato che "non è stato ancora definito con
chiarezza un accordo tra le ordinarie e le speciali sulle
proporzioni del riparto, anche se le ordinarie hanno manifestato
l'apertura a trattenere un terzo del totale; siamo però in attesa
di verificare quale sarà il decreto finale".
Nel corso dell'audizione Zilli ha ripercorso la genesi dei patti
finanziari con lo Stato avviati dal 2006 a oggi e ha evidenziato
i benefici introdotti dall'accordo Fedrigaria del 2019, tra i
quali la sanzione della natura pattizia dell'intesa anche dopo il
triennio 2019-2021, il calmiere sulle pretese unilaterali dello
Stato e la commisurazione dell'impegno finanziario del Friuli
Venezia Giulia verso lo Stato con l'impegno richiesto alle altre
Regioni autonome.
L'assessore ha anche ricordato che nel programma di sviluppo
dell'autonomia regionale era prevista anche la richiesta di un
incremento della compartecipazione sul gettito Iva, rispetto ai
5,91 decimi attuali, e su questo tema era in vista, prima
dell'emergenza nazionale, un tavolo tecnico Stato-Regione in sede
di ministero dell'Economia e delle Finanze.
Regione Friuli Venezia Giulia ha assicurato a Roma, prima per
alimentare un federalismo fiscale che non si è concretizzato, poi
per sostenere il debito pubblico, è stata tale da poter chiedere
ora uno sforzo importante a parti inverse da parte dello Stato".
Così l'assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli ha
sintetizzato alla I Commissione del Consiglio regionale i termini
della partita finanziaria con Regione e Stato alla luce della
situazione critica determinata dalla pandemia di coronavirus.
"Davanti alla depressione delle entrate tributarie della Regione
e al crollo del Pil, che può essere stimato per il Friuli Venezia
Giulia in circa 700 milioni di euro - ha rilevato Zilli -,
l'esigenza di non corrispondere a Roma il contributo di 726
milioni nel 2020 previsto dai patti finanziari vigenti non è un
esercizio voluttuario ma una necessità autentica per poter
garantire i servizi ai cittadini".
"In queste condizioni secondo noi - ha detto Zilli - il
contributo allo Stato per il 2020 e per il 2021 deve essere
quindi azzerato per consentirci di esercitare quelle funzioni che
già svolgiamo a differenza delle Regioni ordinarie, le quali,
appunto, ricevono trasferimenti diretti per svolgere funzioni che
noi espletiamo con i proventi delle compartecipazioni e con
entrate proprie".
Per ristorare dalla crisi le Regioni d'Italia, ordinarie e
speciali, ha ricordato Zilli, dopo la destinazione di 3,5
miliardi ai Comuni d'Italia, si stima che nel fondo nazionale
rimanga una disponibilità di 1,5 miliardi di euro, "fondo che -
ha rilevato l'assessore regionale alle Finanze - riteniamo deva
essere integrato almeno con altrettante risorse". A tale
proposito Zilli ha precisato che "non è stato ancora definito con
chiarezza un accordo tra le ordinarie e le speciali sulle
proporzioni del riparto, anche se le ordinarie hanno manifestato
l'apertura a trattenere un terzo del totale; siamo però in attesa
di verificare quale sarà il decreto finale".
Nel corso dell'audizione Zilli ha ripercorso la genesi dei patti
finanziari con lo Stato avviati dal 2006 a oggi e ha evidenziato
i benefici introdotti dall'accordo Fedrigaria del 2019, tra i
quali la sanzione della natura pattizia dell'intesa anche dopo il
triennio 2019-2021, il calmiere sulle pretese unilaterali dello
Stato e la commisurazione dell'impegno finanziario del Friuli
Venezia Giulia verso lo Stato con l'impegno richiesto alle altre
Regioni autonome.
L'assessore ha anche ricordato che nel programma di sviluppo
dell'autonomia regionale era prevista anche la richiesta di un
incremento della compartecipazione sul gettito Iva, rispetto ai
5,91 decimi attuali, e su questo tema era in vista, prima
dell'emergenza nazionale, un tavolo tecnico Stato-Regione in sede
di ministero dell'Economia e delle Finanze.