[Comunicato stampa Giunta regionale Marche]
TUTELA ORGANICO SCUOLE, MANTENIMENTO AUTONOMIE E PIU’ ATTENZIONE ALLE AREE DELL’ENTROTERRA E DEL SISMA
mercoledì 29 aprile 2020
L’assessore all’Istruzione Bravi scrive al Ministro Azzolina
La tutela dell’organico scolastico di diritto, il mantenimento delle autonomie scolastiche ed una maggiore attenzione e comprensione per le situazioni dell’entroterra con particolare riferimento alle aree del sisma. Sono queste le priorità che l’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Loretta Bravi segnala al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina in una lettera inviata ieri mattina. Di seguito il testo della missiva:
“Vista la Sua disponibilità e attenzione ai territori, vengo a scriverLe queste righe per esprimerLe una preoccupazione, relativa a una situazione che ho ereditato, che è stata una costante nel corso del mio assessorato, soprattutto perché il mio interesse per la scuola precede l’impegno politico e mi ha accompagnata in oltre trent’anni di insegnamento in ogni ordine e grado.
Sono stati anni difficili durante i quali, tuttavia, si è cercato di mettere a tema i criteri costitutivi dell’offerta formativa marchigiana, in stretto rapporto di collaborazione con gli istituti scolastici, le aziende e le università, cercando di focalizzare, negli ambiti dell’istruzione e della formazione, i fabbisogni della nostra regione e del mercato produttivo: l’esigenza di garantire un ricambio generazionale nelle piccole e medie imprese manifatturiere, di tutelare l’eccellenza musicale e artistica che contraddistinguono la storia marchigiana, dunque le Accademie i Conservatori e la preziosa tradizione della fisarmonica, la necessità di salvaguardare e valorizzare la filiera del calzaturiero e i settori della meccatronica e del legno mobile.
Le forti preoccupazioni che Le ho anticipato poc’anzi riguardano due aspetti: il deficit di organico di diritto e la perdita delle autonomie scolastiche. Un quadro già noto a questo e al precedente Ufficio Scolastico Regionale, che certificò a suo tempo la mancanza di 200 cattedre, senza però che si potesse giungere a una compensazione (neppure per l’organico di diritto riservato alla disabilità) né allora né negli anni successivi. Una sottodotazione che, se deve tener conto di un calo demografico regionale e nazionale degli alunni, non consente tuttavia di trascurare il contributo numerico e di sistema che le Marche hanno già dato.
La preoccupazione è tanto più avvertita nelle zone del sisma, per le quali l’USR ci ha comunicato di non riuscire a garantire il necessario adeguamento, proprio mentre si avvia la ricostruzione e le generose donazioni ci permettono di avere scuole che rappresentano il punto di partenza per il ripopolamento e la ripresa della vita di queste comunità. Mi riferisco in particolare alle quattro aree interne, delle 19 presenti, di Pieve Torina, San Ginesio, Apecchio e del Fabrianese, attualmente impossibilitate a gestire l’autonomia didattica nonostante il numero degli studenti sia inferiore di pochissime unità al minimo consentito. Converrà che la mancata garanzia di tale servizio, soprattutto in questo momento di emergenza, che esige la riduzione della numerosità delle classi, sarebbe una sconfitta. E che sarebbe ugualmente rovinoso non assicurare, laddove possibile, il mantenimento invariato degli organici, anche in considerazione degli sforzi che verranno richiesti per la ricostruzione post-sisma e a motivo dell’emergenza Covid in termini di distanziamento, agibilità e sicurezza degli edifici-spazi e in termini di trasporti.
Mentre Le rappresento queste difficoltà non posso inoltre non citare la notizia ulteriore che ci arriva dall’Ufficio Scolastico Regionale della riduzione dell’organico di 41 unità. Non posso non ricordare come il Liceo musicale di Fermo, per il cui avvio abbiamo fatto richiesta da anni, ora, con gli iscritti in attesa di partire, non sia autorizzato a farlo per volontà del Ministero. Non posso non menzionare i corsi a indirizzo musicale delle secondarie di I° grado, anch’esse in attesa di risoluzione, nonostante dal 2009 ad oggi siano state ben 44 le richieste, di cui soltanto 10 evase (a fatica) l’anno scorso.
Le chiedo pertanto di considerare quanto esposto, soprattutto in riferimento all’organico di diritto. Abbiamo sempre improntato il nostro lavoro, con pazienza, nel segno della collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, cercando di non venire mai meno al rispetto istituzionale. Eppure, fino a questo momento, non abbiamo potuto riscontrare comprensione per le specificità del nostro territorio, che mal si allineano agli standard degli algoritmi e dei grandi centri e richiedono altra cura e altra sensibilità. Sentiamo dunque la necessità di essere maggiormente tutelati”.
Sono stati anni difficili durante i quali, tuttavia, si è cercato di mettere a tema i criteri costitutivi dell’offerta formativa marchigiana, in stretto rapporto di collaborazione con gli istituti scolastici, le aziende e le università, cercando di focalizzare, negli ambiti dell’istruzione e della formazione, i fabbisogni della nostra regione e del mercato produttivo: l’esigenza di garantire un ricambio generazionale nelle piccole e medie imprese manifatturiere, di tutelare l’eccellenza musicale e artistica che contraddistinguono la storia marchigiana, dunque le Accademie i Conservatori e la preziosa tradizione della fisarmonica, la necessità di salvaguardare e valorizzare la filiera del calzaturiero e i settori della meccatronica e del legno mobile.
Le forti preoccupazioni che Le ho anticipato poc’anzi riguardano due aspetti: il deficit di organico di diritto e la perdita delle autonomie scolastiche. Un quadro già noto a questo e al precedente Ufficio Scolastico Regionale, che certificò a suo tempo la mancanza di 200 cattedre, senza però che si potesse giungere a una compensazione (neppure per l’organico di diritto riservato alla disabilità) né allora né negli anni successivi. Una sottodotazione che, se deve tener conto di un calo demografico regionale e nazionale degli alunni, non consente tuttavia di trascurare il contributo numerico e di sistema che le Marche hanno già dato.
La preoccupazione è tanto più avvertita nelle zone del sisma, per le quali l’USR ci ha comunicato di non riuscire a garantire il necessario adeguamento, proprio mentre si avvia la ricostruzione e le generose donazioni ci permettono di avere scuole che rappresentano il punto di partenza per il ripopolamento e la ripresa della vita di queste comunità. Mi riferisco in particolare alle quattro aree interne, delle 19 presenti, di Pieve Torina, San Ginesio, Apecchio e del Fabrianese, attualmente impossibilitate a gestire l’autonomia didattica nonostante il numero degli studenti sia inferiore di pochissime unità al minimo consentito. Converrà che la mancata garanzia di tale servizio, soprattutto in questo momento di emergenza, che esige la riduzione della numerosità delle classi, sarebbe una sconfitta. E che sarebbe ugualmente rovinoso non assicurare, laddove possibile, il mantenimento invariato degli organici, anche in considerazione degli sforzi che verranno richiesti per la ricostruzione post-sisma e a motivo dell’emergenza Covid in termini di distanziamento, agibilità e sicurezza degli edifici-spazi e in termini di trasporti.
Mentre Le rappresento queste difficoltà non posso inoltre non citare la notizia ulteriore che ci arriva dall’Ufficio Scolastico Regionale della riduzione dell’organico di 41 unità. Non posso non ricordare come il Liceo musicale di Fermo, per il cui avvio abbiamo fatto richiesta da anni, ora, con gli iscritti in attesa di partire, non sia autorizzato a farlo per volontà del Ministero. Non posso non menzionare i corsi a indirizzo musicale delle secondarie di I° grado, anch’esse in attesa di risoluzione, nonostante dal 2009 ad oggi siano state ben 44 le richieste, di cui soltanto 10 evase (a fatica) l’anno scorso.
Le chiedo pertanto di considerare quanto esposto, soprattutto in riferimento all’organico di diritto. Abbiamo sempre improntato il nostro lavoro, con pazienza, nel segno della collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, cercando di non venire mai meno al rispetto istituzionale. Eppure, fino a questo momento, non abbiamo potuto riscontrare comprensione per le specificità del nostro territorio, che mal si allineano agli standard degli algoritmi e dei grandi centri e richiedono altra cura e altra sensibilità. Sentiamo dunque la necessità di essere maggiormente tutelati”.