Continua nel frattempo il confronto della Provincia con il Governo per sbloccare i trasferimenti che consentirebbero di dare risposta a circa 35.000 lavoratori non coperti dalla Cassa integrazione ordinaria. L’auspicio, condiviso anche dal presidente Maurizio Fugatti, è che possa dare i suoi frutti in tempi rapidi e che al Trentino non venga chiesto di far fronte da solo ad una situazione mai verificatasi in passato. Ma è necessario che non si creino divisioni all’interno della stessa compagine provinciale.
“Nessuna accusa alla persona e all’operato di Grosselli – sottolinea ancora Spinelli – né ho mai inteso negare la lungimiranza di uno strumento assicurativo nei confronti di potenziali crisi aziendali, che è anche più tutelante di quello in vigore nel vicino Alto Adige, ma va detto che l’impostazione centralista del Governo ci penalizza, come rilevato anche da esponenti della stessa maggioranza, che non a caso hanno avanzato proposte correttive all’annunciata manovra nazionale. Di fronte alla pandemia e al conseguente lockdown generalizzato, lo Stato dice in sostanza: laddove esistono altri strumenti di intervento, lasciamo che siano questi ad intervenire. Quindi, almeno fino ad oggi non ha trasferito risorse aggiuntive al Trentino se non per i lavoratori agricoli e le aziende commerciali sopra i 50 dipendenti, per circa 17 milioni di euro complessivi. I territori che hanno risparmiato e si sono dimostrati più previdenti, non vengono considerati, e questo, a scanso di equivoci, a prescindere dall’aspetto politico: il Fondo territoriale, è appena il caso di ricordarlo, è nato nel 2016, con il governo Renzi, e una diversa maggioranza alla guida della Provincia.
In ogni caso, il confronto con Roma continua, mentre sul fronte provinciale appaiono poco oneste politicamente le accuse di qualche ex assessore che evidentemente ha creato il Fondo non pensando a riserve di tutela di fronte a possibili scenari di crisi nazionali e che ora lamenta la difficoltà della Giunta nel tutelare i lavoratori trentini, perdipiù con un Governo che non sta rispettando le scelte autonomistiche dei territori 'virtuosi' come il nostro.
Per quanto riguarda gli aspetti amministrativi ribadisco che il fondo in questo momento sta contribuendo a rallentare le procedure messe in campo dall’INPS che comunque ha preferito dare la precedenza ai territori non coperti da altri fondi. Ad oggi di fatto le procedure per il Fondo di solidarietà del Trentino non sono ancora attive. Di nuovo, chi ha fatto, in autonomia, una scelta virtuosa, viene a trovarsi in una condizione di svantaggio. Anche su questo fronte, in ogni modo, ci stiamo adoperando per sbloccare la situazione”.
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