Stamani il tavolo di lavoro con le aziende del settore, Provincia e Fondo di solidarietà
Tutte le aziende del settore turismo del Trentino potranno accedere da subito al Fondo di solidarietà per fare fronte al calo di attività, servizi e prenotazioni del mercato a seguito dell’emergenza Coronavirus. Nella mattinata di oggi, gli assessori provinciali al turismo e allo sviluppo economico hanno convocato un tavolo operativo con i rappresentanti del turismo della provincia per definire nel dettaglio la procedura da seguire per accedere all’assegno ordinario di integrazione e tutelare così, in questa prima fase, i dipendenti del ricettivo, dei bar e ristoranti, della agenzie viaggi, degli impianti a fune, del commercio, dei servizi e del trasporto. Alla riunione, oltre al Presidente del Fondo di solidarietà, hanno partecipato le associazioni degli albergatori (Unat e Asat), le Aziende di promozione turistica, l’associazione degli impianti funiviari, i sindacati, l’ente bilaterale del turismo, Confesercenti, Confcommercio, Inps e Trentino Marketing. Soddisfatti al termine dell’incontro agli operatori economici: “E’ importante - ha sottolineato Gianni Battaiola, presidente Asat - fornire alle aziende delle informazioni certe sull’accesso immediato al fondo, così da garantire l’operatività ad un settore strategico dell’economia trentina”. Sul versante occupazionale, la riunione di oggi ha dato una risposta anche al sindacato: “La situazione - ha ribadito Paola Bassetti, Filcams Cgil del Trentino, in linea con Battaiola - richiede interventi immediati e, soprattutto, coordinati tra loro, così da evitare situazione differenziate sul territorio provinciale”.
Al Fondo di solidarietà del Trentino aderiscono circa 8.700 aziende trentine per circa 54 mila tra lavoratrici e lavoratori. Di fatto il Fondo permette l’accesso alla cassa integrazione ai dipendenti di datori di lavoro privati, a prescindere dalla consistenza dell’organico, che occupano almeno il 75% dei propri dipendenti in unità produttive insediate sul territorio della provincia di Trento, per lo più di settori quali il commercio, il turismo ed i servizi. Sono destinatari i lavoratori di tali settori oltre a quelli degli impianti a fune.
Il Fondo garantisce un assegno ordinario di integrazione salariale nei limiti stabiliti dal decreto istitutivo (massimo 13 settimane) per i dipendenti di aziende che sospendono l’attività «in relazione a causali previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria, ad esclusione delle intemperie stagionali».
Il Fondo e l’emergenza Coronavirus.
Nello specifico dell’emergenza sanitaria legata alla possibile diffusione anche in Trentino della sindrome Covid-19 (Coronavirus), l’attivazione del Fondo può avvenire per due differenti motivazioni:
1. la sospensione o la riduzione di attività in forza di un’ordinanza della Pubblica autorità;
2. il calo di lavoro o di commesse e la crisi di mercato.
Nel caso dell’emergenza Coronavirus, il settore turistico - come hanno confermato gli stessi rappresentanti del tavolo, indicando gli effetti - ha subito il calo degli arrivi e/o fatturato o la disdetta di prenotazioni nelle aree del turismo invernale. Questo potrebbe indurre alcune aziende del settore ricettivo, della ristorazione, degli impianti a fune a sospendere dal lavoro tutti o in parte i propri addetti.
La procedura da seguire.
Il risultato concreto della riunione odierna è la definizione della procedura.
Le aziende che decidono di ridurre l’orario di lavoro o rinunciare alle prestazioni di alcuni dipendenti per di calo commesse, procedono subito a tale riduzione, avviano una procedura di comunicazione ai sindacati e attivano entro 15 giorni per via telematica la domanda all’Inps, allegando la relazione che attesta la situazione di “Mancanza di lavoro/commesse”.
Il datore di lavoro anticipa l’assegno ordinario di integrazione salariale fino all’80% della retribuzione (la quota sarà poi a carico del Fondo), andando poi, una volta ottenuta l’autorizzazione dal Fondo, in compensazione sui futuri versamenti Inps.
I beneficiari.
La domanda di integrazione salariale può riguardare i lavoratori assunti a termine e stagionali che abbiano maturato almeno 30 giorni di contributi nel settore nell’ultimo anno.
|
(pff)
|
Visualizza sul sito
|