[Comunicato stampa Giunta regionale Veneto]
AUTONOMIA. PRESIDENTE REGIONE VENETO, “BENVENUTO TRA NOI AL MINISTRO BOCCIA. ORA ARRIVIAMO TUTTI ASSIEME ALL’OBBIETTIVO”
mercoledì 12 febbraio 2020
“Benvenuto tra noi, Ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del Presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo”.
Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto, la prima ad avviare e portare a termine positivamente un referendum costituzionale sulla materia, commenta le dichiarazioni del Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in audizione in Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali, che ha, tra l’altro, sottolineato come chi è contrario all’autonomia differenziata delle Regioni sia contrario alla Costituzione e che, “come sottolineato dal Presidente della Repubblica, ‘l’autonomia rafforza l’unità nazionale’” .
“Dico benvenuto tra noi al Ministro Boccia – prosegue il Governatore – non per spirito polemico, ma perché ha detto finalmente quello che noi dicemmo fin dall’inizio del nostro cammino referendario, anche a chi, come il Governo Renzi, tentò di impedirci di fare il referendum e ci costrinse a celebrarlo senza poter usare la tessera elettorale”.
“L’autonomia – prosegue il Presidente del Veneto – non è, e non è mai stata, almeno per noi, una partita basata su calcoli politici, ma sulla volontà di rispettare il popolo. Hanno votato 2 milioni 328 mila 494 veneti – ricorda il Governatore – senza fare distinzioni politiche, perché un partito con tutti quei voti in Veneto non c’è. Come non l’hanno fatta allora, non la faranno nemmeno quando arriverà il risultato”.
“C’è da dire – conclude il Presidente della Regione - che, finora, i Governi hanno prodotto zero. Quindi i presupposti per chiudere adesso ci sono tutti. Per quanto ci riguarda abbiamo fatto un grande lavoro preparatorio. Ora confido che il tutto vada al più presto in Consiglio dei Ministri e, subito dopo, in Parlamento”.