[Comunicato stampa provincia autonoma di Bolzano]
Lotta alla cimice asiatica, arriva la vespa samurai
venerdì 20 settembre 2019
Varie -Un decreto del Presidente della Repubblica consente l’uso di specie non autoctone in agricoltura. D’ora in poi anche l'introduzione della vespa samurai sarà più facile.
La cimice asiatica Halyomorpha halys è un parassita invasivo importato dall'Asia e diffusosi in quasi tutte le regioni del nord Italia. In Alto Adige è presente dal 2016. Per l'agricoltura la cimice asiatica è un parassita minaccioso, poiché ha uno spettro alimentare molto ampio e può nutrirsi di una varietà di frutta, verdura e colture. In Europa la robusta cimice asiatica ha pochi nemici, mentre nella sua area di origine un piccolo avversario: la vespa samurai o Trissolcus japonicus. Questa piccola vespa parassitizza le uova dell'insetto, inibendone così la moltiplicazione e la diffusione. Il suo utilizzo è stato reso possibile dopo la pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica con cui dallo scorso 5 luglio 2019 è possibile anche in Italia introdurre specie non autoctone per il controllo dei parassiti, previa autorizzazione del Ministero dell’ambiente che deve valutare eventuali danni che possono derivare alla fauna e flora locale dall’introduzione di queste specie.
Verso un coordinamento regionale e nazionale
L’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler, insieme ai suoi omologhi di 6 province e regioni italiane (Trentino, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto), si è impegnato per rendere possibile l’introduzione di specie non autoctone per la lotta biologica. I prossimi step saranno il coinvolgimento della ministra all’agricoltura Teresa Bellanova e del ministro dell'ambiente Sergio Costa per mettere in atto il piano d’azione strategico ideato dal coordinamento interregionale degli assessori competenti e il rafforzamento delle iniziative di ricerca in questo campo. "L'introduzione di organismi benefici è importante perché consente il controllo naturale dei parassiti invasivi. Questo contributo positivo ci aiuta nei nostri sforzi per mettere la salute delle piante al primo posto e per promuovere ulteriormente la sostenibilità", commenta Schuler.
(Autore: USP)