[Comunicato stampa Giunta regionale Puglia]
SANITÀ. LA GIUNTA APPROVA IL DOCUMENTO UNICO DI RIORDINO OSPEDALIERO
mercoledì 3 luglio 2019
La Giunta regionale, su indicazione del Ministero della Salute, ha approvato quest’oggi il documento unico regionale di riordino della rete ospedaliera. Dopo l’approvazione infatti dei Regolamenti regionali di riordino ospedaliero (prima degli ospedali pubblici e poi delle strutture private accreditate) il Ministero della Salute ha espressamente richiesto un provvedimento unico che unificasse i due predetti provvedimenti, sulla base anche delle ulteriori osservazioni ricevute.
Quindi, con il provvedimento approvato oggi dalla Giunta regionale non viene modificato sostanzialmente quanto già approvato dai precedenti Regolamenti regionali. Si definisce invece in modo organico ed unitario l’intera rete ospedaliera, relativa alle strutture pubbliche e private accreditate, corredandosi dei documenti relativi al modello organizzativo delle reti tempo/dipendenti (infarto, ictus e trauma), trasporto materno infantile, rete oncologica e rete emergenza urgenza.
Per ogni ospedale della Regione Puglia è stato individuato il ruolo all’interno delle reti clinico – assistenziali ed emergenziali.
Per quanto riguarda invece i nodi della rete oncologica, espressamente richiesti dal Ministero della Salute, sono stati individuati prioritariamente i DEA di II Livello, l’Ospedale di Barletta, gli IRCCS pubblici, gli Enti ecclesiastici (Panico di Tricase e Miulli di Acquaviva delle Fonti) e l’IRCCS privato accreditato “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo. In fase di definizione dei PDTA per patologia oncologica verrà individuato il ruolo di ogni Ospedale (secondo il modello Hub and Spoke).
Inoltre, per quanto riguarda la Asl di Lecce sono stati previsti n.2 posti letto di Terapia intensiva pediatrica in aggiunta rispetto a quelli già previsti dal precedente piano di riordino ospedaliero, al fine di ampliare l’offerta del Polo pediatrico del Salento.
Infine, annualmente verrà effettuato dal Dipartimento “Promozione della Salute, del Benessere Sociale e dello Sport per Tutti” con il supporto di A.Re.S.S, il monitoraggio delle attività in termini di volumi ed esito, sulla cui base si procederà alla rivisitazione delle reti tempo dipendenti e dell’intera rete ospedaliera, soprattutto con riferimento ad alcuni indicatori segnalati dal Ministero della Salute (in particolare PTCA, TM e taglio cesareo).
Il riordino della rete ospedaliera contenuto nel provvedimento approvato oggi dovrà essere attuato entro il 31/12/2020.
RIEPILOGO POSTI LETTO: i posti letto esistenti attualmente sono 11.806. Il Piano di riordino ne prevede 13.403. La differenza dunque è di + 1.597 posti letto così distribuiti: +1053 posti letto per acuti, +280 posti letto di riabilitazione e + 469 posti letto di lungodegenza.
RICORDIAMO LA CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE PUGLIESI:
Quindi, con il provvedimento approvato oggi dalla Giunta regionale non viene modificato sostanzialmente quanto già approvato dai precedenti Regolamenti regionali. Si definisce invece in modo organico ed unitario l’intera rete ospedaliera, relativa alle strutture pubbliche e private accreditate, corredandosi dei documenti relativi al modello organizzativo delle reti tempo/dipendenti (infarto, ictus e trauma), trasporto materno infantile, rete oncologica e rete emergenza urgenza.
Per ogni ospedale della Regione Puglia è stato individuato il ruolo all’interno delle reti clinico – assistenziali ed emergenziali.
Per quanto riguarda invece i nodi della rete oncologica, espressamente richiesti dal Ministero della Salute, sono stati individuati prioritariamente i DEA di II Livello, l’Ospedale di Barletta, gli IRCCS pubblici, gli Enti ecclesiastici (Panico di Tricase e Miulli di Acquaviva delle Fonti) e l’IRCCS privato accreditato “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo. In fase di definizione dei PDTA per patologia oncologica verrà individuato il ruolo di ogni Ospedale (secondo il modello Hub and Spoke).
Inoltre, per quanto riguarda la Asl di Lecce sono stati previsti n.2 posti letto di Terapia intensiva pediatrica in aggiunta rispetto a quelli già previsti dal precedente piano di riordino ospedaliero, al fine di ampliare l’offerta del Polo pediatrico del Salento.
Infine, annualmente verrà effettuato dal Dipartimento “Promozione della Salute, del Benessere Sociale e dello Sport per Tutti” con il supporto di A.Re.S.S, il monitoraggio delle attività in termini di volumi ed esito, sulla cui base si procederà alla rivisitazione delle reti tempo dipendenti e dell’intera rete ospedaliera, soprattutto con riferimento ad alcuni indicatori segnalati dal Ministero della Salute (in particolare PTCA, TM e taglio cesareo).
Il riordino della rete ospedaliera contenuto nel provvedimento approvato oggi dovrà essere attuato entro il 31/12/2020.
RIEPILOGO POSTI LETTO: i posti letto esistenti attualmente sono 11.806. Il Piano di riordino ne prevede 13.403. La differenza dunque è di + 1.597 posti letto così distribuiti: +1053 posti letto per acuti, +280 posti letto di riabilitazione e + 469 posti letto di lungodegenza.
RICORDIAMO LA CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE PUGLIESI:
5 Ospedali di Secondo Livello: (Ospedali Riuniti a Foggia/Policlinico Consorziale a Bari con il plesso pediatrico Ospedale Giovanni XXIII, Ospedale Ss.ma Annunziata a Taranto (ASL Taranto) con il plesso oncologico Ospedale San Giuseppe Moscati di Statte e con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Grottaglie, Ospedale Antonio Perrino a Brindisi (ASL Brindisi), con il plesso riabilitativo di Ceglie Messapica e Ospedale Vito Fazzi aLecce (ASL Lecce) con il plesso riabilitativo Ospedale Antonio Galateo di San Cesario di Lecce;
17 Ospedali di Primo Livello: Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo (Ente Ecclesiastico), Ospedale Teresa Masselli Mascia a San Severo (ASL Foggia), Ospedale Giuseppe Tatarella a Cerignola (ASL Foggia), Ospedale Mons. Raffaele Dimiccoli a Barletta (ASL BT), Ospedale Lorenzo Bonomo ad Andria (ASL BT), con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Canosa, Ospedale San Paolo a Bari (ASL Bari), Ospedale Di Venere a Bari (ASL Bari), con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Triggiano, Ospedale della Murgia ad Altamura (ASL Bari), Ospedale Umberto I a Corato (ASL Bari), con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Terlizzi, CdC CBH Mater Dei Hospital a Bari, Ospedale Generale Miulli ad Acquaviva delle Fonti (Ente Ecclesiastico), Ospedale Civile a Castellaneta (ASL Taranto), Ospedale Valle d’Itria a Martina Franca (ASL Taranto), Ospedale Dario Camberlingo a Francavilla Fontana (ASL Brindisi), Ospedale Sacro Cuore a Gallipoli (ASL Lecce), Ospedale Veris Delli Ponti a Scorrano (ASL Lecce), Ospedale Card. Giovanni Panico a Tricase (Ente Ecclesiastico);
10 Ospedali di Base: Ospedale San Camillo de’ Lellis a Manfredonia (ASL Foggia), Ospedale Vittorio Emanuele II a Bisceglie (ASL BT), Ospedale don Tonino Bello a Molfetta (ASL Bari), Ospedale San Giacomo a Monopoli (ASL Bari), Ospedale Santa Maria degli Angeli a Putignano (ASL Bari), Ospedale Marianna Giannuzzi a Manduria (ASL Taranto), Ospedale Civile a Ostuni (ASL Brindisi), Ospedale San Giuseppe a Copertino (ASL Lecce), Ospedale Santa Caterina Novella a Galatina (ASL Lecce), Ospedale Francesco Ferrari a Casarano (ASL Lecce);
1 Ospedale di Area Particolarmente Disagiata: Ospedale Francesco Lastaria a Lucera, collegato funzionalmente all’Azienda Ospedaliera Universitaria “OO.RR” di Foggia.
La rete ospedaliera trova poi integrazione e complemento in 2 Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico pubblici (IRCCS Giovanni Paolo II a Bari a indirizzo oncologico e IRCCS Saverio de Bellis a Castellana Grotte a indirizzo gastroenterologico), 2 Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico privati accreditati (IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri a Cassano Murge e IRCCS Eugenio Medea a Brindisi) e 25 Case di Cura private accreditate.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI RELATIVI ALLA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA PUGLIESE
L’integrazione ospedale territorio rappresenta un obiettivo strategico di tutte le aziende sanitarie. Al territorio viene chiesto di integrarsi con l’ospedale da un lato in termini di maggiore appropriatezza dell’accesso ai servizi ospedalieri, dall’altro nella presa in carico efficace dei pazienti dimessi. All’ospedale viene contemporaneamente chiesto di ripensare la propria organizzazione e modalità di gestione alla luce delle nuove innovazioni gestionali come ad esempio l’intensità di cura.
17 Ospedali di Primo Livello: Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo (Ente Ecclesiastico), Ospedale Teresa Masselli Mascia a San Severo (ASL Foggia), Ospedale Giuseppe Tatarella a Cerignola (ASL Foggia), Ospedale Mons. Raffaele Dimiccoli a Barletta (ASL BT), Ospedale Lorenzo Bonomo ad Andria (ASL BT), con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Canosa, Ospedale San Paolo a Bari (ASL Bari), Ospedale Di Venere a Bari (ASL Bari), con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Triggiano, Ospedale della Murgia ad Altamura (ASL Bari), Ospedale Umberto I a Corato (ASL Bari), con il plesso ospedaliero per la post acuzie di Terlizzi, CdC CBH Mater Dei Hospital a Bari, Ospedale Generale Miulli ad Acquaviva delle Fonti (Ente Ecclesiastico), Ospedale Civile a Castellaneta (ASL Taranto), Ospedale Valle d’Itria a Martina Franca (ASL Taranto), Ospedale Dario Camberlingo a Francavilla Fontana (ASL Brindisi), Ospedale Sacro Cuore a Gallipoli (ASL Lecce), Ospedale Veris Delli Ponti a Scorrano (ASL Lecce), Ospedale Card. Giovanni Panico a Tricase (Ente Ecclesiastico);
10 Ospedali di Base: Ospedale San Camillo de’ Lellis a Manfredonia (ASL Foggia), Ospedale Vittorio Emanuele II a Bisceglie (ASL BT), Ospedale don Tonino Bello a Molfetta (ASL Bari), Ospedale San Giacomo a Monopoli (ASL Bari), Ospedale Santa Maria degli Angeli a Putignano (ASL Bari), Ospedale Marianna Giannuzzi a Manduria (ASL Taranto), Ospedale Civile a Ostuni (ASL Brindisi), Ospedale San Giuseppe a Copertino (ASL Lecce), Ospedale Santa Caterina Novella a Galatina (ASL Lecce), Ospedale Francesco Ferrari a Casarano (ASL Lecce);
1 Ospedale di Area Particolarmente Disagiata: Ospedale Francesco Lastaria a Lucera, collegato funzionalmente all’Azienda Ospedaliera Universitaria “OO.RR” di Foggia.
La rete ospedaliera trova poi integrazione e complemento in 2 Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico pubblici (IRCCS Giovanni Paolo II a Bari a indirizzo oncologico e IRCCS Saverio de Bellis a Castellana Grotte a indirizzo gastroenterologico), 2 Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico privati accreditati (IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri a Cassano Murge e IRCCS Eugenio Medea a Brindisi) e 25 Case di Cura private accreditate.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI RELATIVI ALLA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA PUGLIESE
L’integrazione ospedale territorio rappresenta un obiettivo strategico di tutte le aziende sanitarie. Al territorio viene chiesto di integrarsi con l’ospedale da un lato in termini di maggiore appropriatezza dell’accesso ai servizi ospedalieri, dall’altro nella presa in carico efficace dei pazienti dimessi. All’ospedale viene contemporaneamente chiesto di ripensare la propria organizzazione e modalità di gestione alla luce delle nuove innovazioni gestionali come ad esempio l’intensità di cura.
1) Individuazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere, ai fini della ridefinizione della rete ospedaliera dei letti per acuti e post-acuti, con individuazione analitica del numero dei posti letto suddivisi per struttura, disciplina;
2) Dimensionamento dell’offerta ospedaliera con riqualificazione dei processi assistenziali;
3) Ridefinizione del numero di posti letto ospedalieri per acuti, al fine del raggiungimento dei parametri individuati dal citato D.M. in materia di standard di posti letto e conseguente ridefinizione della rete e dell’offerta di servizi ospedalieri con effetti sul governo della dinamica dei costi operata attraverso una razionalizzazione delle strutture operative semplici e complesse;
4) Aumento del numero di posti letto ospedalieri per post-acuti per l’adeguamento agli standard nazionali al fine di migliorare la qualità dell’assistenza offrendo al paziente la giusta intensità di cura per le sue condizioni cliniche e la presa in carico globale;
5) Connotazione in modo specifico di ogni presidio della rete ospedaliera per livelli di complessità crescente, avuto riguardo del contesto territoriale e della necessità di ottimizzare le risorse umane e tecnologiche;
6) Efficientamento della rete di emergenza-urgenza secondo livelli di diversa complessità assistenziale, delle terapie intensive e completamento del processo di messa in sicurezza dei punti nascita, secondo i livelli e gli standard di sicurezza stabiliti dagli indirizzi di programmazione regionali e nazionali;
7) Sviluppo e riorganizzazione del sistema integrato delle funzioni ospedaliere avvalendosi del modello hub and spoke, attraverso il collegamento tra un centro di riferimento e più centri periferici per attività che, in base alla loro complessità, vengono distribuite tra le varie sedi garantendo l’omogeneità dei modelli. Il modello delle reti cliniche dovrà essere sviluppato in tutti i settori, da quelli di più alta complessità a quelli che rappresentano priorità per la politica sociosanitaria regionale. È importante che le reti cliniche vengano sviluppate in ciascun settore con il coinvolgimento di tutte le discipline interessate e con una gestione del patrimonio informativo aziendale coerente tra i vari attori. In quest’ottica, l’ospedale costituisce una parte della rete, da un lato rispondendo ai bisogni specifici della collettività, dall’altro integrando le proprie funzioni con quelle che derivano dalla programmazione dell’offerta territoriale. Occorre far evolvere il sistema sanitario in una logica di “rete”, rimodulando i servizi sanitari e socio-sanitari verso una maggiore razionalizzazione e innovazione organizzativa, oggi resa possibile e necessaria anche grazie ai progressi dell’ICT e della telemedicina. Questo è ancora più significativo per quelle aree che, per caratteristiche oro–geografiche e densità di popolazione, presentano elementi di criticità dovendo assicurare la risposta alle urgenze, tenuto conto anche dei tempi di percorrenza verso gli ospedali di riferimento;
8) Riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera secondo i modelli di tipo dipartimentale e per intensità di cura, prevedendo anche che alcune specialità cliniche possano essere gestite con una unica struttura organizzativa, in funzione di una integrazione dei servizi ospedalieri che pongono il paziente al centro dei percorsi clinici; l’intensità di cura è un concetto che coinvolge, a seconda delle diverse declinazioni, la maggiore o minore stabilità clinica del paziente e il livello di complessità assistenziale. L’obiettivo è prioritariamente rivolto ai benefici che il paziente e i suoi familiari trarranno dal nuovo impianto in termini di appropriatezza della presa in carico, di sicurezza delle prestazioni, attraverso la ricomposizione attorno ai bisogni dell’individuo assistito dei contributi delle varie parti del sistema. Tra gli effetti attesi dell'assistenza ospedaliera per intensità di cura c'è che lo specifico percorso sanitario scelto per i pazienti sia quello che massimizza i vantaggi sanitari a parità di risorse impiegate per realizzarlo.
9) Riequilibrio dei ruoli Ospedaleerritorio e riorganizzazione delle attività territoriali per l’integrazione con l’ospedale per una diversa allocazione delle risorse ridefinendo nel contempo forme alternative di assistenza (day service, ambulatorio). La programmazione della rete ospedaliera e dell’offerta territoriale obbliga a scelte di diversificazione per livelli di specializzazione tra strutture e di definizione di precise competenze e dotazioni in grado di coniugare l’equità nell’accesso ai servizi sanitari con la qualità e la sicurezza degli utenti e degli operatori; è su questi obiettivi che si dovranno concentrare i necessari investimenti, nella consapevolezza che il riassetto della rete ospedaliera non può consistere soltanto nel trasferimento di servizi al territorio, ma deve privilegiare dotazioni coerenti con le funzioni, alti livelli d’integrazione delle competenze e la ricerca costante di qualità e di adeguati volumi di attività per garantirne il mantenimento;
10) Parallelo progressivo potenziamento delle attività territoriali, attraverso la messa a punto di interventi organici di sistema, sotto gli aspetti strutturali, organizzativi e di empowerment.
2) Dimensionamento dell’offerta ospedaliera con riqualificazione dei processi assistenziali;
3) Ridefinizione del numero di posti letto ospedalieri per acuti, al fine del raggiungimento dei parametri individuati dal citato D.M. in materia di standard di posti letto e conseguente ridefinizione della rete e dell’offerta di servizi ospedalieri con effetti sul governo della dinamica dei costi operata attraverso una razionalizzazione delle strutture operative semplici e complesse;
4) Aumento del numero di posti letto ospedalieri per post-acuti per l’adeguamento agli standard nazionali al fine di migliorare la qualità dell’assistenza offrendo al paziente la giusta intensità di cura per le sue condizioni cliniche e la presa in carico globale;
5) Connotazione in modo specifico di ogni presidio della rete ospedaliera per livelli di complessità crescente, avuto riguardo del contesto territoriale e della necessità di ottimizzare le risorse umane e tecnologiche;
6) Efficientamento della rete di emergenza-urgenza secondo livelli di diversa complessità assistenziale, delle terapie intensive e completamento del processo di messa in sicurezza dei punti nascita, secondo i livelli e gli standard di sicurezza stabiliti dagli indirizzi di programmazione regionali e nazionali;
7) Sviluppo e riorganizzazione del sistema integrato delle funzioni ospedaliere avvalendosi del modello hub and spoke, attraverso il collegamento tra un centro di riferimento e più centri periferici per attività che, in base alla loro complessità, vengono distribuite tra le varie sedi garantendo l’omogeneità dei modelli. Il modello delle reti cliniche dovrà essere sviluppato in tutti i settori, da quelli di più alta complessità a quelli che rappresentano priorità per la politica sociosanitaria regionale. È importante che le reti cliniche vengano sviluppate in ciascun settore con il coinvolgimento di tutte le discipline interessate e con una gestione del patrimonio informativo aziendale coerente tra i vari attori. In quest’ottica, l’ospedale costituisce una parte della rete, da un lato rispondendo ai bisogni specifici della collettività, dall’altro integrando le proprie funzioni con quelle che derivano dalla programmazione dell’offerta territoriale. Occorre far evolvere il sistema sanitario in una logica di “rete”, rimodulando i servizi sanitari e socio-sanitari verso una maggiore razionalizzazione e innovazione organizzativa, oggi resa possibile e necessaria anche grazie ai progressi dell’ICT e della telemedicina. Questo è ancora più significativo per quelle aree che, per caratteristiche oro–geografiche e densità di popolazione, presentano elementi di criticità dovendo assicurare la risposta alle urgenze, tenuto conto anche dei tempi di percorrenza verso gli ospedali di riferimento;
8) Riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera secondo i modelli di tipo dipartimentale e per intensità di cura, prevedendo anche che alcune specialità cliniche possano essere gestite con una unica struttura organizzativa, in funzione di una integrazione dei servizi ospedalieri che pongono il paziente al centro dei percorsi clinici; l’intensità di cura è un concetto che coinvolge, a seconda delle diverse declinazioni, la maggiore o minore stabilità clinica del paziente e il livello di complessità assistenziale. L’obiettivo è prioritariamente rivolto ai benefici che il paziente e i suoi familiari trarranno dal nuovo impianto in termini di appropriatezza della presa in carico, di sicurezza delle prestazioni, attraverso la ricomposizione attorno ai bisogni dell’individuo assistito dei contributi delle varie parti del sistema. Tra gli effetti attesi dell'assistenza ospedaliera per intensità di cura c'è che lo specifico percorso sanitario scelto per i pazienti sia quello che massimizza i vantaggi sanitari a parità di risorse impiegate per realizzarlo.
9) Riequilibrio dei ruoli Ospedaleerritorio e riorganizzazione delle attività territoriali per l’integrazione con l’ospedale per una diversa allocazione delle risorse ridefinendo nel contempo forme alternative di assistenza (day service, ambulatorio). La programmazione della rete ospedaliera e dell’offerta territoriale obbliga a scelte di diversificazione per livelli di specializzazione tra strutture e di definizione di precise competenze e dotazioni in grado di coniugare l’equità nell’accesso ai servizi sanitari con la qualità e la sicurezza degli utenti e degli operatori; è su questi obiettivi che si dovranno concentrare i necessari investimenti, nella consapevolezza che il riassetto della rete ospedaliera non può consistere soltanto nel trasferimento di servizi al territorio, ma deve privilegiare dotazioni coerenti con le funzioni, alti livelli d’integrazione delle competenze e la ricerca costante di qualità e di adeguati volumi di attività per garantirne il mantenimento;
10) Parallelo progressivo potenziamento delle attività territoriali, attraverso la messa a punto di interventi organici di sistema, sotto gli aspetti strutturali, organizzativi e di empowerment.
Per quanto attiene, invece, le reti tempo – dipendenti vengono fornite precise indicazioni per la strutturazione delle reti tempo- dipendenti ed in particolare, in questa prima fase, sulla base dell'impatto sanitario delle patologie tempo‐dipendenti si fa riferimento alla rete per le emergenze cardiologiche, alla rete per il trauma ed identificati gli standard dei Centri per il trattamento di pazienti con politrauma, alla rete per l'ictus.