[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Ricostruzione post sisma. A Camposanto (Mo) posa della prima pietra di "Casa Insieme", micro-residenze assistite per anziani. L'assessore Costi: "La forza di ripartire e un welfare che non lascia indietro nessuno"
sabato 23 febbraio 2019
Le residenze saranno realizzate anche grazie ai fondi delle donazioni delle imprese e dei lavoratori del settore delle costruzioni raccolti attraverso il sistema bilaterale delle casse e delle scuole edili. L'intervento ammonta a 750 mila euro ed è finanziato con 533 mila euro da donazioni e 217 mila euro di risorse dell'Asp Area Nord
Bologna – Posata la prima pietra a Camposanto (Mo) di “Casa Insieme”, micro-residenze assistite per anziani, che sarà realizzata anche grazie alla solidarietà delle associazioni del settore edili nonostante la crisi che lo ha colpito. Nel comune della bassa modenese una giornata di festa: all’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale alle Attività produttive con delega alla Ricostruzione, Palma Costi, il sindaco Monja Zaniboni e il presidente dell’Asp, Azienda pubblica di servizi alla persona, dei comuni modenesi Area Nord, Paolo Negro, il presidente di Ance Emilia-Romagna, Stefano Betti.
L’edificio “CasaInsieme - micro-residenze assistite”, il cui costo complessivo dell’intervento ammonta a 750 mila euro, è stato finanziato con una donazione di oltre 533 mila euro delle Casse Edili (Cnce, Cncpt, Formedil), fondi gestiti dal presidente della Regione e commissario alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, e con 217mila euro di risorse di Asp Area Nord.
Nel luglio 2014 i vertici nazionali di Cnce (Commissione Nazionale Casse Edili), Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) e Cncpt (network della sicurezza in edilizia) hanno consegnato alla Regione i fondi raccolti, 1 milione e 66 mila euro, finalizzati a realizzare micro-residenze per anziani nei comuni modenesi di Concordia e Camposanto.
“Un grazie ai lavoratori, alle imprese e alle associazioni del mondo dell’edilizia e delle costruzioni che hanno dato un significativo contributo alla ricostruzione e un messaggio di speranza. Un gesto reso ancora più importante- ha detto l’assessore Costi- per la natura sociale degli interventi finanziati, incentrati non al recupero di strutture distrutte dal sisma, ma aggiuntive e fortemente innovative. Solidarietà che si va ad aggiungere a una generosità che è stata strategica per la ricostruzione e per il ritorno alla normalità delle popolazioni colpite dal sisma”.
Inoltre, l’assessore Costi ha aggiunto che “questo intervento è la testimonianza viva dell’impegno e della caparbietà della nostra terra nel risollevarsi dal terremoto, per ripartire più forte di prima. Oggi a Camposanto si festeggia l’avvio dei lavori che andranno a completare il progetto, che evidenzia l’attenzione riservata all’innovazione dei servizi messi a disposizione nei territori, in grado di coniugare qualità e quantità”.
L’intervento
La microresidenza sarà composta da 5 mini alloggi ed è caratterizzata da una sequenza di spazi che generano delle vere e proprie fasce specializzate quali spazi individuali (camere, piccole logge individuali), servizi condivisi (angolo cottura, servizi igienici assistiti, locali tecnici) e spazi conviviali (cucina e sala da pranzo, soggiorno per le attività collettive, logge comuni). Inoltre, dispone di un alloggio per l’operatore attraverso il quale si dà accesso controllato agli altri spazi abitabili.
Si tratta di un insieme di piccole unità abitative (monolocali o bilocali) che vengono aggregate, adattandosi al contesto in termini non solo dimensionali ma anche di previsione di quei dispositivi, attivi e passivi, volti alla produzione o al risparmio di energia e al comfort degli utenti. Agli spazi abitabili viene garantito un supporto assistenziale in costante contatto con la rete dei servizi di sostegno al domicilio, per le necessità che possano verificarsi.
Le soluzioni adottate consentono alle persone anziane/disabili con difficoltà non gravi di rimanere nella propria comunità di appartenenza in un contesto domiciliare, controllato e protetto che assicuri sia interventi assistenziali programmati (anche nelle 24 ore) che di pronto intervento, senza dover così anticipare un ricovero inappropriato in altra struttura. In questo modo si garantisce alle persone una domiciliarità che rispetti il bisogno di privacy e il mantenimento dell’autonomia. Si migliora la loro qualità di vita, sollecitando azioni quotidiane di gestione del sé, si prevengono l’isolamento e l’emarginazione favorendo rapporti e relazioni interpersonali e i ricoveri impropri, si dà sollievo alle famiglie.