Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Imprese agricole: posizione per indagine conoscitiva su finanziamento

mercoledì 29 aprile 2009


in allegato il documento in formato pdf

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

09/035/CR/C10

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLE

IMPRESE AGRICOLE: LA POSIZIONE DELLE REGIONI E DELLE

PROVINCE AUTONOME

1. Le ripercussioni della crisi economico-finanziaria sul settore agricolo

Le conseguenze della grave crisi finanziaria internazionale si fanno ora pesantemente

sentire sull’intero tessuto economico-produttivo, agricoltura compresa.

Tra gli effetti più preoccupanti è da segnalare la consistente contrazione dei volumi di

capitale liquido disponibile presso il sistema bancario per gli investimenti e le

anticipazioni alle imprese che hanno portato ad una stretta negli impieghi creditizi e ad

una contestuale richiesta di maggiori garanzie per l’erogazione del credito.

Questo fatto incide sul settore primario in misura particolarmente negativa in quanto:

- le imprese agricole sono oggi fortemente impegnate nei processi di ristrutturazione

produttiva e di riposizionamento sui mercati interni ed internazionali;

- in questi ultimi anni i redditi agricoli hanno subito una consistente erosione a

causa sia dello sfavorevole andamento dei prezzi all'origine dei prodotti, sia del

forte incremento registrato sui costi di produzione;

- per molte produzioni i tempi di vendita sono particolarmente lunghi e quindi

determinano, anche in relazione alle caratteristiche di molti prodotti di qualità che

richiedono periodi di stagionatura, forti immobilizzazioni finanziarie;

- i meccanismi che normalmente contraddistinguono il mercato del credito creano

una oggettiva situazione di svantaggio alle imprese agricole rispetto a quelle attive

negli altri settori. Le prime scontano maggiori difficoltà nell'accesso e costi più

alti per la provvista del danaro.

L’accesso al finanziamento è stato individuato quale obiettivo primario su cui fare leva

nel piano di ripresa messo a punto dall’Unione Europea per superare l’attuale crisi

finanziaria ed economica.

All’interno di tale approccio metodologico, che è del tutto condivisibile, le misure

temporanee adottate non hanno però tenuto nella dovuta considerazione le specificità,

anche normative, del settore della produzione agricola che è così rimasta in parte

esclusa.

Infatti è stato aumentato, da 200 mila a 500 mila euro, il massimale degli aiuti

concedibili in regime de minimis per gli altri settori produttivi (Reg. 1998/2006) mentre

non è stato nemmeno menzionato il Regolamento 1535/2007 che reca il massimale di

7.500 euro, palesemente insufficiente per efficaci interventi, su cui possono contare le

imprese agricole.

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E' opportuno che all'interno dei provvedimenti, che sono in fase di adozione a livello

nazionale, per la notifica alla UE e la successiva attivazione delle misure anticrisi

trovino i dovuti spazi anche gli interventi per il settore agricolo.

2. Le politiche di incentivazione ed il credito agrario

Nella fase attuale le politiche regionali sono essenzialmente volte a dare piena

attuazione ad importanti programmi pubblici che recano ingenti somme da mettere a

disposizione a favore dei soggetti che operano sul territorio e sulla filiera produttiva.

Tali programmi, quali ad esempio quelli riguardanti lo sviluppo rurale o le

Organizzazioni comuni di Mercato dei comparti ortofrutticolo e viti-vinicolo,

rappresentano sicuramente una leva capace di stimolare la ripresa stessa in quanto volti

a sostenere, in via prioritaria, il ricambio generazionale e le migliori aziende; quelle più

competitive, orientate al mercato e all’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi.

In tale contesto, pur caratterizzato da una forte contribuzione pubblica, il ruolo che è

chiamato a svolgere il sistema bancario è determinante anche ai fini della piena ed

ottimale attuazione delle politiche regionali. L’effettuazione degli investimenti e dei

progetti da parte delle imprese sono strettamente dipendenti dalla possibilità da parte

delle stesse di poter reperire sul mercato, a prezzi contenuti, quelle risorse finanziarie

che sono necessarie per integrare il contributo ed i capitali propri e, in alcuni casi, per

anticipare anche l’aiuto pubblico che normalmente è erogato a consuntivo.

Occorre quindi essere consapevoli degli effetti che la stretta creditizia potrebbe

determinare proprio sulle aziende migliori, che sono anche quelle più indebitate in

quanto hanno investito per essere competitive sui mercati e per questo motivo trovano

maggiori difficoltà a reperire capitali sia per l’ordinaria conduzione aziendale che per

nuovi investimenti.

3. Le azioni per favorire l’accesso al credito ed il ruolo dei Confidi

Oltre agli aspetti richiamati in premessa, alcuni dei motivi che determinano difficoltà

maggiori nell’accesso al credito possono essere individuati nelle condizioni strutturali

(scarsa capitalizzazione, frammentazione, piccole dimensioni) ed economico-finanziarie

(prevalenza di imprese a conduzione familiare, mancanza di bilanci, forte attenzione

all’aspetto produttivo rispetto a quello finanziario) che caratterizzano il tessuto

produttivo agricolo.

Per superare tali criticità occorre puntare su delle specifiche azioni, alcune delle quali

prive del carattere di incentivo, in grado di accompagnare in maniera sinergica l’attuale

sistema degli aiuti che arrivano alle imprese.

Si possono citare al riguardo:

a) Accordi con il sistema bancario

La necessità di un accordo con il sistema bancario è indispensabile affinché lo

stesso, anche sulla base delle iniziative assunte contro la crisi a livello nazionale,

renda disponibili degli specifici plafond da destinare alle piccole e medie imprese

del settore agricolo per gli investimenti e la gestione aziendale. Pur nella gravità

del momento tali iniziative dovrebbero anche individuare dei costi di provvista

contenuti rispetto al mercato, nonché degli specifici prodotti, anche innovativi, in

grado di cogliere gli articolati bisogni finanziari delle imprese stesse, quali ad

esempio la anticipazione del contributo pubblico nella fase di avvio e

completamento degli investimenti.

La strada degli accordi convenzionali con le banche è già stata percorsa in questi

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ultimi anni a livello regionale. Affinché gli stessi, nella attuale fase di turbolenza e

crisi finanziaria, possano produrre i risultati attesi è però necessario agire anche a

livello centrale per reperire e rendere disponibile i capitali di credito per gli

affidamenti.

All’interno di tali accordi dovranno trovare la giusta considerazione anche le

problematiche riguardanti la ricontrattazione delle ipoteche accese sui

finanziamenti bancari al fine di ridurre le stesse proporzionalmente al debito

residuo. In tale modo, pur salvaguardando appieno la copertura del rischio

bancario, le imprese agricole saranno in grado di dare garanzia per nuovi

finanziamenti con i beni così liberati.

b) Sviluppo dei Confidi agricoli

Gli Organismi di garanzia assumono, nell’ambito della filiera del credito agrario,

un ruolo di cerniera rispetto ai diversi attori che agiscono all’interno del sistema

ed in particolare tra le banche e le imprese. Funzione centrale e strategica che

consente di migliorare le possibilità di accesso ai finanziamenti dei loro soci e di

contrattare tassi più bassi rispetto a quelli riscontrabili sui mercati. Forniscono

elementi conoscitivi utili alle banche per la individuazione del merito creditizio

delle singole imprese e possono essere inoltre interfaccia della pubblica

amministrazione nel veicolare i contributi pubblici. Al riguardo della bontà della

loro azione e della affidabilità delle strutture di garanzia collettiva basta rilevare

come le percentuali di insolvenza delle operazioni loro garantite (meno di un

punto) sia molto al di sotto dei valori medi del settore.

A livello regionale il ruolo dei Confidi agricoli è sostenuto attraverso una legge

che prevede in particolare contributi per l’integrazione dei fondi di garanzia,

contributi in conto interesse per l’abbattimento del tasso dei prestiti garantiti e

contributi per attività di assistenza economico finanziaria. In questa fase

l’obiettivo primario è quello di favorire processi di aggregazione e fusione tra gli

otto Organismi presenti in regione, anche attraverso la loro capitalizzazione, al

fine di accrescerne ulteriormente l'operatività.

Nell’ambito delle misure adottate dal Parlamento contro la crisi sono state

destinate risorse specifiche al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.

Poiché lo stesso rappresenta uno strumento che interessa solo in via marginale le

imprese di produzione agricola sarebbe opportuno destinare a queste ultime delle

somme da trasferire, per gli stessi scopi, ai Confidi agricoli o, in alternativa, per le

regioni dove questi non sono operativi, al Fondo di garanzia Ismea.

La richiamata dotazione è strategica in quanto la garanzia, come visto, rimane la

leva principale per favorire l’accesso al credito e superare le stretta operata dalle

banche.

c) Credito agevolato e consolidamento delle passività a breve termine

Il credito che supporta l’attività agricola è ormai quasi interamente non agevolato.

Negli ultimi anni, per una serie di motivazioni, abbiamo assistito alla progressiva

riduzione degli stanziamenti a favore del settore agricolo ed al contestuale

passaggio, nella modalità di erogazione, dalla forma creditizia a quella

contributiva (fondo perduto).

Quest’ultima non sempre riesce, come succede nella attuale congiuntura, ad

assicurare l’effettuazione degli investimenti senza il necessario apporto di risorse

aggiuntive da parte del sistema creditizio. L’attuale crisi impone quindi una

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riflessione anche sulle scelte riguardanti le modalità di concessione degli aiuti

pubblici e mette in evidenza come le stesse dovrebbero mantenere il massimo

grado di flessibilità per consentire alle aziende di poter operare la propria scelta

sulla base delle condizioni economico-finanziarie.

Gli altri aspetti di criticità riguardano sia il credito di gestione che lo spostamento

delle passività esistenti dal breve-medio termine al lungo termine. Le regole

introdotte dai nuovi Orientamenti per gli aiuti di Stato 2007-2013 non consentono

di assumere misure di aiuto volte a garantire o ad abbattere i tassi per queste

tipologie di credito.

Ciò rappresenta un forte limite alle azioni pubbliche in quanto, come visto nelle

premesse, l’imprenditore deve necessariamente anticipare tutti i capitali di

conduzione necessari al ciclo produttivo-colturale anche attraverso

l’indebitamento bancario a breve termine.

Le analisi dei dati sull’andamento del credito evidenziano come la richiamata

tipologia di prestiti incida per oltre il 40% sul totale erogato dalle banche.

D’altro canto l’iniziativa di incentivazione pubblica non può essere attuata in maniera

efficace nemmeno attraverso lo strumento del regime de minimis agricolo. Il massimale

di aiuto di 7.500 euro in tre esercizi finanziari ad azienda, unitamente ad un plafond

complessivo nazionale di poco superiore ai 320 milioni di euro, rendono il citato

Regolamento uno strumento insufficiente ad affrontare in maniera seria le

problematiche del credito di conduzione o di consolidamento delle posizioni debitorie.

Stesso discorso per la garanzia. La garanzia sottesa ad un prestito di 56 mila euro

corrisponde da sola al massimale assentito dal regolamento.

4. Gli strumenti per la gestione dei rischi

La normativa sul Fondo di solidarietà nazionale costituisce per le nostre aziende un

valido strumento attraverso il quale garantire il proprio reddito contro i danni causati

dalle avversità atmosferiche, dalle fitopatie e dalle epizoozie.

a) le assicurazioni agricole

In particolare è stata la riforma del 2004 che ha puntato in maniera decisa sullo

strumento assicurativo ed ha consentito di sviluppare in maniera decisa il mercato

delle assicurazioni fino ad allora incentrato unicamente sulle polizze monorischio

grandine. Sono così aumentati i valori della produzione assicurata e

contestualmente si sono ridotti i costi medi delle polizze. Nella campagna 2008

l’incidenza percentuale della garanzia monorischio grandine ha rappresentato

solo il 47% del totale, mentre le polizze pluririschio sono salite al 34%, le

multirischio al 5% strutture e zootecnia rispettivamente all’8 e al 6%.

A fronte di tale performance, le incertezze determinate in questo ultimo anno dal

mancato stanziamento del contributo pubblico previsto dalla norma rischia di

determinare pesanti ripercussioni sugli imprenditori e di riportare il mercato

indietro di 10 anni.

Infatti mancano risorse(circa 95 milioni) per chiudere il saldo del contributo sulla

campagna assicurativa del 2007 e manca completamente lo stanziamento per il

2008 (circa 250 milioni).

Nonostante siamo ormai in primavera, la situazione di incertezza in cui si sono

venuti a trovare i Consorzi di difesa e le Compagnie di assicurazione non consente

il normale avvio della campagna assicurativa.

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Per la sopravvivenza delle nostre aziende agricole è indispensabile che tali

fabbisogni trovino immediata copertura.

b) gli interventi compensativi

Per i danni non ammissibili ad assicurazione agevolata dal Piano assicurativo

nazionale la citata norma prevede interventi volti alla compensazione dei danni.

Lo stanziamento nazionale per tali interventi ha subito forti decurtazioni tanto che

negli ultimi riparti la copertura dei danni segnalati dalle regioni è stata inferiore al

5% del fabbisogno. Relativamente ai danni del 2007 tali risorse, come detto del

tutto insufficienti, sono state ulteriormente tagliate di un altro 70%. Trattandosi di

interventi di soccorso, percentuali così esigue di aiuto finiscono per toglier

qualsiasi efficacia agli interventi stessi.

E’ quindi necessario uno sforzo da parte del Governo per trovare maggiori risorse.

5. Credito d’Imposta

La concessione di aiuti pubblici attraverso il credito di imposta nelle aree più produttive

del paese ha trovato anche per il settore agricolo alti indici di gradimento.

Poiché oggi lo stesso è limitato al sud sarebbe necessario estenderlo nuovamente a tutto

il territorio nazionale.

Roma, 29 aprile 2009

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