Fedriga, Di Berardino: preoccupati per riforma degli Istituti tecnici superiori
giovedì 24 giugno 2021
Roma, 24 giugno 2021 (comunicato stampa) “Siamo preoccupati per il mancato coinvolgimento delle Regioni in merito alla riforma degli Istituti tecnici superiori. Coinvolgimento tanto più importante in considerazione delle competenze regionali in materia e del ruolo che le Regioni da sempre svolgono nell’ambito della governance degli ITS” afferma il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga.
“E’ sia un problema di metodo che di merito – spiega Fedriga – perchè è stato adottato in Parlamento un testo base con termine brevissimo per gli emendamenti, senza aver avuto quindi come Regioni la possibilità di un confronto. Nel merito si ravvisa un’impostazione che non tiene conto del nostro ruolo, con un accentramento ingiustificato delle scelte e della governance”
Si rende assolutamente opportuno un confronto sia con il Parlamento che con il Governo per consentire alle Regioni di fornire il proprio contributo”.
Per Claudio Di Berardino, coordinatore della Commissione Istruzione, Università e Ricerca della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome “la proposta di legge sulla riorganizzazione del sistema di Istruzione e Formazione tecnica superiore in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera non ci convince e chiediamo quindi di rivedere numerosi aspetti dell’impianto normativo”.
“Nel testo vi sono diversi elementi di criticità, a cominciare dal metodo e dal mancato coinvolgimento delle Regioni nel governo del sistema. Riteniamo, al contrario che un ruolo attivo delle Regioni sia in grado di promuovere percorsi di istruzioni più funzionali per gli studenti, più ispirati alle esigenze territoriali e più rispondenti alle locali condizioni delle imprese e del mercato del lavoro.
Poca chiarezza, inoltre, caratterizza alcuni aspetti rilevanti del provvedimento, come l’accreditamento, dove il ruolo delle Regioni appare confuso in quanto si prevede una loro partecipazione alla fase programmatoria ma non alla fase tecnica di accreditamento, condizionando così la stessa capacità di programmazione delle Regioni.
Inoltre ravvisiamo una non sufficiente chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, sul ruolo di un nuovo organismo con compiti di coordinamento nazionale vista già l’attuale presenza di un organismo che funge da cabina di regia, nonché sugli aspetti legati alle risorse. In talune parti del testo, poi, gli elementi appaiono vaghi e rimandano a successivi decreti, rendendo inapplicabile la norma nell’immediato”.
Non ultimo – conclude Di Berardino, condividiamo l’opportunità di rivedere i meccanismi di valutazione dei sistemi ITS, aggiornando tramite un decreto e sentite le Regioni i criteri e le metodologie”.
“E’ sia un problema di metodo che di merito – spiega Fedriga – perchè è stato adottato in Parlamento un testo base con termine brevissimo per gli emendamenti, senza aver avuto quindi come Regioni la possibilità di un confronto. Nel merito si ravvisa un’impostazione che non tiene conto del nostro ruolo, con un accentramento ingiustificato delle scelte e della governance”
Si rende assolutamente opportuno un confronto sia con il Parlamento che con il Governo per consentire alle Regioni di fornire il proprio contributo”.
Per Claudio Di Berardino, coordinatore della Commissione Istruzione, Università e Ricerca della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome “la proposta di legge sulla riorganizzazione del sistema di Istruzione e Formazione tecnica superiore in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera non ci convince e chiediamo quindi di rivedere numerosi aspetti dell’impianto normativo”.
“Nel testo vi sono diversi elementi di criticità, a cominciare dal metodo e dal mancato coinvolgimento delle Regioni nel governo del sistema. Riteniamo, al contrario che un ruolo attivo delle Regioni sia in grado di promuovere percorsi di istruzioni più funzionali per gli studenti, più ispirati alle esigenze territoriali e più rispondenti alle locali condizioni delle imprese e del mercato del lavoro.
Poca chiarezza, inoltre, caratterizza alcuni aspetti rilevanti del provvedimento, come l’accreditamento, dove il ruolo delle Regioni appare confuso in quanto si prevede una loro partecipazione alla fase programmatoria ma non alla fase tecnica di accreditamento, condizionando così la stessa capacità di programmazione delle Regioni.
Inoltre ravvisiamo una non sufficiente chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, sul ruolo di un nuovo organismo con compiti di coordinamento nazionale vista già l’attuale presenza di un organismo che funge da cabina di regia, nonché sugli aspetti legati alle risorse. In talune parti del testo, poi, gli elementi appaiono vaghi e rimandano a successivi decreti, rendendo inapplicabile la norma nell’immediato”.
Non ultimo – conclude Di Berardino, condividiamo l’opportunità di rivedere i meccanismi di valutazione dei sistemi ITS, aggiornando tramite un decreto e sentite le Regioni i criteri e le metodologie”.