Bonaccini (Regioni) agli Stati generali dell’economia: scuola e università, sanità pubblica e un piano straordinario di investimenti pubblici, ecco i pilastri da cui ripartire per una nuova crescita sostenibile

lunedì 15 giugno 2020


Roma, 15 giugno 2020 (comunicato stampa) "Chiediamo di essere protagonisti della politica economica di rilancio, potendo mobilitare da e per il territorio risorse straordinarie per investimenti, anche ricorrendo all’indebitamento: non è ragionevole che praticamente tutto il margine di indebitamento sia ora assorbito dallo Stato centrale". E' la richiesta espressa da Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, durante il suo intervento agli Stati Generali sull'Economia.
"Così come non è ragionevole - ha aggiunto Bonaccini - che la parte più consistente della spesa, oggi, sia di parte corrente: all’Italia serve un gigantesco piano di investimenti".
Bonaccini ha ribadito "il fondamentale ruolo svolto dalle Regioni nell’emergenza nell’interesse del Paese", sottolineando "che oggi è imprescindibile che Regioni e Province Autonome siano messe nelle condizioni di operare".
“Ma le Regioni - ha sottolineato - hanno già sostenuto spese per circa 4,5 miliardi di euro e registrano minori entrate e mancati trasferimenti per oltre 5: chiedere il pareggio di bilancio sarebbe paradossale, perché significherebbe bloccare investimenti e spesa sociale in una fase di ripresa economica".
Secondo Bonaccini i pilastri da cui ripartire restano "scuola e università, sanità pubblica e un piano straordinario di investimenti pubblici sia per la realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali, sia per la messa in sicurezza del territorio", al quale aggiungere "la possibilità di accedere direttamente a una quota significativa Recovery Fund". Da parte delle Regioni, conclude Bonaccini, resta la volontà a collaborare in maniera propositiva con il Governo: "Chiediamo di essere messi nelle condizioni di farlo, in un dialogo costante che permetta di condividere obiettivi e strumenti a lungo periodo con un unico scopo: il bene del Paese".