(Regioni.it 4566 - 23/01/2024) Via libera in Conferenza Unificata da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome al provvedimento che interessa l'assegno di inclusione sociale. 
Il documento è stato consegnato nella seduta del 6 dicembre al Governo, nel quale sono evidenziate delle criticità e delle raccomandazioni che si riportano di seguito.

POSIZIONE SULLO SCHEMA DI DECRETO DEL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI CONCERNENTE L’ASSEGNO DI INCLUSIONE SOCIALE

Intesa, ai sensi dell’articolo 4, comma 7, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85

Punto 11) o.d.g. Conferenza Unificata

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime l’intesa con le seguenti raccomandazioni:

- completare e rafforzare i canali della cooperazione applicativa tra sistemi informativi, favorendo lo scambio di informazioni per il tramite della piattaforma, al fine di arricchire il patrimonio informativo a disposizione dei servizi per il lavoro, con dati aggiornati in tempo reale;

- prevedere un raccordo tra servizi sociali e servizi per il lavoro, attraverso una valutazione condivisa e mediante l’adozione di metodologie e criteri congiunti tra servizi sociali e servizi per l’impiego per la presa in carico;

- con riferimento all’Art. 4, si segnala la necessità di garantire la interoperabilità con il Ministero della Giustizia, in quanto attualmente i dati detenuti dalle articolazioni del Ministero non vengono rilasciati ad altre amministrazioni;

- con riferimento agli Artt. 4 e 5, è necessario porre particolare attenzione all'assistenza alle persone che devono fare richiesta perché non si può dare per scontato che tutti - ed in particolare i soggetti con svantaggio - sappiano come muoversi sulle piattaforme digitali;

- con riferimento all’art. 9, in cui si prevede che ogni 90 giorni i soggetti beneficiari sono tenuti a presentarsi per aggiornare la propria posizione ai servizi sociali o ai patronati, si segnale che i due soggetti non sono equivalenti: se la persona è in carico ai servizi sono questi a conoscere gli interventi attivati nel patto per l’inclusione e non i patronati.