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Toma: serve maggiore uniformità nelle politiche per la tutela della salute mentale
(Regioni.it 4100 - 28/06/2021) Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, ha partecipato il 25 giugno, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e Province autonome, alla seconda Conferenza nazionale della Salute mentale "Per una salute mentale di comunità", organizzata dal ministro Speranza.
Nel suo intervento di saluto, il presidente Toma - che è membro dell'Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni - ha sottolineato come l'emanazione della legge 180 del 13 maggio 1978 abbia segnato una vera e propria rivoluzione nell'assistenza alle persone con disturbi mentali.
"Sull'onda di un movimento antistituzionale - ha ricordato Toma - si giunse ad un rifiuto dei metodi, dei luoghi, delle concezioni consolidate in due secoli di attività e che costituivano i pilastri della pratica manicomiale. Nello stesso anno nel quale fu istituito il Servizio sanitario regionale, l'Italia sancì norme per rendere esigibile il diritto alla cura, contrapposto alla custodia, per le persone con disturbi mentali.
Tutt'ora la riforma psichiatrica italiana è l'esempio di deistituzionalizzazione più radicale e completa del mondo occidentale".
"Le Regioni e Province autonome - ha aggiunto - hanno un compito non facile, che non si riduce all'erogazione di prestazioni sanitarie di qualità. Per quanto riguarda i servizi sanitari, le direttrici tracciate dal Piano nazionale salute mentale del 2013, redatto in collaborazione con le Regioni e approvato in Conferenza Stato-Regioni, sono ancora valide, anche se meritano certamente ulteriori approfondimenti".
"Premessa indispensabile è il sostegno a un sistema di salute mentale di comunità, perché la tutela della salute mentale della popolazione non è di competenza esclusiva del mondo sanitario o della Psichiatria". Pertanto, serve una "sinergia tra politiche sanitarie, sociali, educative e del lavoro per perseguire gli obiettivi di lotta allo stigma sociale, tutela dei diritti, inserimento lavorativo per le persone fragili e vulnerabili, e supporto alla permanenza della persona nel proprio contesto di vita".
"Nel 2018, nel 2019 e all'inizio del 2021 le Regioni hanno proceduto a un monitoraggio dello stato di attuazione del Piano nazionale salute mentale del 2013, un Piano redatto in collaborazione con le Regioni e approvato in conferenza Stato-Regioni - ha spiegato Toma - quello che si è evidenziato è un buon livello di recepimento per alcuni settori come la presenza di pianificazione generale regionale o il recepimento dei requisiti di accreditamento per le residenze psichiatriche, mentre altri settori, come i programmi per persone con disturbi psichiatrici e dipendenza da sostanze o i presidi per il passaggio dai servizi per minori a quelli per l'età adulta, risultano meno omogeneamente affrontati sul territorio". Dunque "questa conferenza - evidenzia il Presidente del Molise - è l'occasione per rilanciare la necessità di una maggiore uniformità tra le diverse regioni". Inoltre, dalla "lettura dei dati del Sistema informativo nazionale di salute mentale- ha spiegato Toma - emergono differenze interregionali che fanno riferimento a modelli organizzativi diversi: in alcune regioni la programmazione spinge molto sul livello territoriale, mentre in altre il sistema ospedaliero residenziale è più centrale". Da qui, secondo il presidente del Molise, "le informazioni potrebbero essere maggiormente analizzate congiuntamente tra ministero della Salute e Regioni per richiamare elementi utili alla programmazione".
Secondo Toma nel solco del Piano "andrebbero messe maggiormente a fuoco alcune tendenze emerse con più chiarezza negli ultimi anni, a partire dai dati epidemiologici che da una decina di anni dimostrano una modificazione quali/quantitativa delle forme di disagio psichico in adolescenza. Ritiro sociale, disturbi alimentari, consumo di sostanze, comportamenti trasgressivi, utilizzo compulsivo del mondo digitale rappresentano segnali, e a volte veri e propri disturbi - ha detto Toma - di fronte ai quali i servizi socio-sanitari ed educativi non sono ancora in grado di rispondere adeguatamente se non con interventi emergenziali". Nell'ultimo anno "gli effetti della pandemia sulla salute mentale di adolescenti e giovani, come della popolazione generale, sono all'attenzione dei professionisti e dei programmatori e il modello proposto per la futura sanità dopo la pandemia, con un forte accento sul territorio, orienta gli interventi a favore di adolescenti e giovani, verso servizi di prossimità non connotati, accoglienti, che vedano la presenza di professionisti esperti con diverse competenze in grado di collaborare costantemente con il fondamentale mondo della scuola".
Il Presidente Toma ha evidenziato come le associazioni dei pazienti chiedano "di valorizzare le competenze e le capacità di cui la persona con disturbi mentali è portatrice, favorendo il passaggio da un approccio paternalistico a una vera condivisione del progetto assistenziale che si deve attuare il più possibile in contesti di vita ordinari. Questo presupposto- ha aggiunto - deve condurre anche ad azioni mirate a ridurre il ricorso a trattamenti coercitivi a favore di modalità di attiva ricerca e costruzione di consenso ai trattamenti. Le persone con disturbi mentali hanno bisogno di essere accolte in contesti di cura non stigmatizzati, che favoriscano l'accesso e che siano in grado di rispondere ai bisogni sanitari della mente e del corpo". Considerando poi che "la mortalità per patologie fisiche delle persone con disturbo mentale è molto più elevata della popolazione generale, sia per problemi cardiovascolari e metabolici dovuti agli stili di vita e ai farmaci anti-psicotici, sia per uno scarso accesso ai controlli di screening e ai monitoraggi della salute fisica- ha sottolinea il Presidente del Molise - le case di comunità, ove venga prevista la presenza dei centri di salute mentale, rappresentano un'importante possibilità in questa direzione favorendo il lavoro comune di professionisti della salute mentale e delle cure primarie". Dunque è "attraverso una progettazione condivisa tra persone, sanità e sociale che si costruisce un percorso il cui obiettivo è quello di mantenere la persona nel proprio contesto di vita, intervenendo su tutti i determinanti sociali di salute e di benessere. Questo fa evolvere il sistema da un modello basato sul trattamento in residenze specializzate a un modello più territoriale e comunitario", ha concluso Toma.
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Nel suo intervento di saluto, il presidente Toma - che è membro dell'Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni - ha sottolineato come l'emanazione della legge 180 del 13 maggio 1978 abbia segnato una vera e propria rivoluzione nell'assistenza alle persone con disturbi mentali.
"Sull'onda di un movimento antistituzionale - ha ricordato Toma - si giunse ad un rifiuto dei metodi, dei luoghi, delle concezioni consolidate in due secoli di attività e che costituivano i pilastri della pratica manicomiale. Nello stesso anno nel quale fu istituito il Servizio sanitario regionale, l'Italia sancì norme per rendere esigibile il diritto alla cura, contrapposto alla custodia, per le persone con disturbi mentali.
Tutt'ora la riforma psichiatrica italiana è l'esempio di deistituzionalizzazione più radicale e completa del mondo occidentale".
"Le Regioni e Province autonome - ha aggiunto - hanno un compito non facile, che non si riduce all'erogazione di prestazioni sanitarie di qualità. Per quanto riguarda i servizi sanitari, le direttrici tracciate dal Piano nazionale salute mentale del 2013, redatto in collaborazione con le Regioni e approvato in Conferenza Stato-Regioni, sono ancora valide, anche se meritano certamente ulteriori approfondimenti".
"Premessa indispensabile è il sostegno a un sistema di salute mentale di comunità, perché la tutela della salute mentale della popolazione non è di competenza esclusiva del mondo sanitario o della Psichiatria". Pertanto, serve una "sinergia tra politiche sanitarie, sociali, educative e del lavoro per perseguire gli obiettivi di lotta allo stigma sociale, tutela dei diritti, inserimento lavorativo per le persone fragili e vulnerabili, e supporto alla permanenza della persona nel proprio contesto di vita".
"Nel 2018, nel 2019 e all'inizio del 2021 le Regioni hanno proceduto a un monitoraggio dello stato di attuazione del Piano nazionale salute mentale del 2013, un Piano redatto in collaborazione con le Regioni e approvato in conferenza Stato-Regioni - ha spiegato Toma - quello che si è evidenziato è un buon livello di recepimento per alcuni settori come la presenza di pianificazione generale regionale o il recepimento dei requisiti di accreditamento per le residenze psichiatriche, mentre altri settori, come i programmi per persone con disturbi psichiatrici e dipendenza da sostanze o i presidi per il passaggio dai servizi per minori a quelli per l'età adulta, risultano meno omogeneamente affrontati sul territorio". Dunque "questa conferenza - evidenzia il Presidente del Molise - è l'occasione per rilanciare la necessità di una maggiore uniformità tra le diverse regioni". Inoltre, dalla "lettura dei dati del Sistema informativo nazionale di salute mentale- ha spiegato Toma - emergono differenze interregionali che fanno riferimento a modelli organizzativi diversi: in alcune regioni la programmazione spinge molto sul livello territoriale, mentre in altre il sistema ospedaliero residenziale è più centrale". Da qui, secondo il presidente del Molise, "le informazioni potrebbero essere maggiormente analizzate congiuntamente tra ministero della Salute e Regioni per richiamare elementi utili alla programmazione".
Secondo Toma nel solco del Piano "andrebbero messe maggiormente a fuoco alcune tendenze emerse con più chiarezza negli ultimi anni, a partire dai dati epidemiologici che da una decina di anni dimostrano una modificazione quali/quantitativa delle forme di disagio psichico in adolescenza. Ritiro sociale, disturbi alimentari, consumo di sostanze, comportamenti trasgressivi, utilizzo compulsivo del mondo digitale rappresentano segnali, e a volte veri e propri disturbi - ha detto Toma - di fronte ai quali i servizi socio-sanitari ed educativi non sono ancora in grado di rispondere adeguatamente se non con interventi emergenziali". Nell'ultimo anno "gli effetti della pandemia sulla salute mentale di adolescenti e giovani, come della popolazione generale, sono all'attenzione dei professionisti e dei programmatori e il modello proposto per la futura sanità dopo la pandemia, con un forte accento sul territorio, orienta gli interventi a favore di adolescenti e giovani, verso servizi di prossimità non connotati, accoglienti, che vedano la presenza di professionisti esperti con diverse competenze in grado di collaborare costantemente con il fondamentale mondo della scuola".
Il Presidente Toma ha evidenziato come le associazioni dei pazienti chiedano "di valorizzare le competenze e le capacità di cui la persona con disturbi mentali è portatrice, favorendo il passaggio da un approccio paternalistico a una vera condivisione del progetto assistenziale che si deve attuare il più possibile in contesti di vita ordinari. Questo presupposto- ha aggiunto - deve condurre anche ad azioni mirate a ridurre il ricorso a trattamenti coercitivi a favore di modalità di attiva ricerca e costruzione di consenso ai trattamenti. Le persone con disturbi mentali hanno bisogno di essere accolte in contesti di cura non stigmatizzati, che favoriscano l'accesso e che siano in grado di rispondere ai bisogni sanitari della mente e del corpo". Considerando poi che "la mortalità per patologie fisiche delle persone con disturbo mentale è molto più elevata della popolazione generale, sia per problemi cardiovascolari e metabolici dovuti agli stili di vita e ai farmaci anti-psicotici, sia per uno scarso accesso ai controlli di screening e ai monitoraggi della salute fisica- ha sottolinea il Presidente del Molise - le case di comunità, ove venga prevista la presenza dei centri di salute mentale, rappresentano un'importante possibilità in questa direzione favorendo il lavoro comune di professionisti della salute mentale e delle cure primarie". Dunque è "attraverso una progettazione condivisa tra persone, sanità e sociale che si costruisce un percorso il cui obiettivo è quello di mantenere la persona nel proprio contesto di vita, intervenendo su tutti i determinanti sociali di salute e di benessere. Questo fa evolvere il sistema da un modello basato sul trattamento in residenze specializzate a un modello più territoriale e comunitario", ha concluso Toma.
Su Youtube:
1° giornata: https://www.youtube.com/watch?v=FIYclyjStvg (l'intervento del Presidente Toma è h. 1.18.30)
2° giornata: https://www.youtube.com/watch?v=i5RHrqD3beU
2° giornata: https://www.youtube.com/watch?v=i5RHrqD3beU
[Molise] Seconda Conferenza nazionale Salute mentale, Toma: contesti di cura non stigmatizzanti
( red / 28.06.21 )
Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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