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Regioni.it

n. 3806 - mercoledì 25 marzo 2020

Sommario
- Coronavirus: decreto Governo del 24 marzo
- Coronavirus: coordinamento e omogeneità con le regioni
- Coronavirus: audizione ministro Gualtieri sulle misure economiche
- Coronavirus: andamento epidemia e servizi sanitari in corso
- Coronavirus: cassa integrazione e accordi sindacali
- Corte dei Conti su "Cura Italia"

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Corte dei Conti su "Cura Italia"

(Regioni.it 3806 - 25/03/2020) In merito al provvedimento “Cura Italia” per la Corte dei Conti sale il rischio di un peggioramento delle prospettive di crescita, l'effetto dipenderà anche dall'elasticità del bilancio, graduare le misure è la vera sfida per la spesa pubblica.
In particolare sarà fondamentale la capacità di graduare e mirare gli interventi da operare con il bilancio in deficit. Si tratta, quindi, di mantenere sotto controllo, anche in questo contesto, la qualità e l'effettiva necessità della spesa, “specie non potendo valutare con precisione l'orizzonte temporale entro cui ci si dovrà muovere".  Ma "non va abbandonata, - sostiene la Corte dei Conti - ma anzi intensificata, una attenta analisi della spesa pubblica che consenta, al riavvio, di puntare su interventi più in grado di attivare la crescita anche rimuovendo quei 'lacci e lacciuoli' che limitano senza ragione l'operare di famiglie e imprese”.
Inoltre, secondo la Corte dei Conti, “sarà necessario aumentare le spese per la sanità anche per ripristinare la normale attività delle strutture ospedaliere una volta superata la crisi; altre risorse dovranno essere utilizzate per affrontare le difficoltà economiche di tutti i soggetti che andranno incontro a cadute del reddito e che necessitano di interventi di sostegno”.
Il decreto assegna alla sanità 1,4 miliardi che vanno ad incrementare il fondo sanitario per il 2020: si tratta delle risorse destinate a finanziare gli interventi disposti con gli articoli 1 e 3 e a reintegrare le risorse a copertura delle misure previste con il d.l. 14/2020. Ad essi si aggiungono, poi, 1,6 miliardi destinati ad interventi per l’emergenza sanitaria, ma gestiti attraverso il fondo in capo alla Protezione civile.
Con l’art. 1, in particolare, si incrementano le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica, aumentando nel limite di 250 milioni i fondi contrattuali per le condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria dell'area della sanità e i fondi condizioni di lavoro e incarichi del personale del comparto.
Sono inoltre stanziati ulteriori 100 milioni per il reclutamento di specializzandi e il richiamo di medici in pensione, come già previsto dal decreto-legge 14/2020. Giova evidenziare che, nella applicazione dell’art. 1, da parte delle Regioni in primis e delle singole aziende sanitarie successivamente, si dovrebbe tenere conto della distribuzione delle risorse definita nei contratti nazionali di lavoro recentemente sottoscritti (CCNL del 19 dicembre 2019 del personale dirigente e CCNL del 21 maggio 2018 del personale dei livelli del comparto sanità).
La attuale composizione di tali fondi contrattuali potrebbe consentire, infatti, di alimentare direttamente i singoli stanziamenti costituiti presso ciascuna azienda sanitaria e finalizzati a remunerare le particolari “condizioni di lavoro” tra cui rientrano, ma non solo, le prestazioni di lavoro straordinario. Ciò permetterebbe un utilizzo razionale e, soprattutto, mirato al soddisfacimento delle effettive necessità strettamente legate all’emergenza sanitaria in atto.
Con il successivo art. 3, - rileva sempre la Corte dei Conti - le Regioni e le aziende sanitarie sono poi autorizzate, nel caso che si renda necessario incrementare le dotazioni dei posti letto in terapia intensiva, in pneumologia e per malattie infettive (secondo quanto disposto con la circolare del Ministro della salute del 1° marzo), a stipulare contratti per l’acquisto di ulteriori prestazioni sanitarie, in deroga al limite di spesa. Qualora non si riesca in tal modo a soddisfare le necessità, tale disposizione può essere estesa anche a strutture private non accreditate. Viene poi specificato che le strutture private, su richiesta delle Regioni o delle aziende sanitarie, dovranno mettere a disposizione il personale sanitario in servizio, nonché i locali e le apparecchiature disponibili. I contratti saranno efficaci fino al termine dello stato di emergenza. Per l'acquisto di queste ulteriori prestazioni sanitarie viene autorizzata la spesa complessiva di 240 milioni per il 2020 per l’ampliamento dei contratti, mentre sono 160 quelli utilizzabili per chiedere alle strutture private (accreditate e non) la messa a disposizione di personale, locali e attrezzature. In base all’art. 4, poi, le regioni potranno attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, o di altri luoghi idonei, per la gestione dell’emergenza Covid-19, fino al termine dello stato di emergenza. Le opere edilizie strettamente necessarie a rendere le strutture idonee all’accoglienza e alla assistenza possono essere eseguite in deroga alle disposizioni. Allo scopo viene autorizzata una spesa di 50 milioni a valere sui fondi non ancora ripartiti destinati all’edilizia sanitaria di cui all’art. 20 della legge 67/1988.
“Per quel che riguarda gli interventi dei governi nazionali -   aggiunge la Corte dei Conti -, occorrerà tener presente che anche se non saranno limitati dalle regole di bilancio, temporaneamente sospese, saranno costantemente scrutinati dai  mercati e dipenderanno comunque dalle condizioni di sostenibilità del debito. Queste ultime andranno sempre confermate e dipenderanno esse stesse, in ultima analisi, dagli  aspetti qualitativi delle misure che si metteranno in campo”.



MEMORIA DELLA CORTE DEI CONTI SUL DECRETO-LEGGE 18/2020 - 25.03.2020

( red / 25.03.20 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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