Aula - Stralcio Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021 - Interrogazione a riposta immediata: Emergenza Xylella
venerdì 5 marzo 2021
Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021
Interrogazioni a risposta immediata
Atto n. 3-02315
Pubblicato il 3 marzo 2021, nella seduta n. 302
FARAONE , MAGORNO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
da anni l'emergenza Xylella opprime il settore agricolo ed in particolare olivicolo del nostro Paese, con riguardo in special modo ai territori maggiormente vessati da questa "piaga", ossia il Salento e la Puglia meridionale;
il batterio patogeno Xylella fastidiosa, infatti, viene trasmesso da particolari insetti che si nutrono di linfa xylematica, la cui funzione è quella di trasportare l'acqua dalle radici alle foglie: esso colpisce molte varietà di piante, causando gravi malattie che provocano l'intasamento dei vasi xylematici, determinando in poco tempo dapprima il progressivo essiccamento delle foglie e successivamente la morte dell'intera pianta;
secondo i dati elaborati dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (European food safety authority, EFSA), l'agenzia europea istituita nel 2002, con sede a Parma, che fornisce consulenza scientifica e di comunicazione per quanto attiene ai rischi associati alla filiera degli alimenti e mangimi, attualmente ben 563 specie vegetali, appartenenti complessivamente a 82 famiglie botaniche, sono vulnerabili all'attacco del batterio;
data la pericolosità delle malattie derivanti dal batterio, nonché la sua progressiva diffusione in varie parti del mondo, le autorità pubbliche nazionali e sovranazionali hanno da tempo intrapreso percorsi di contrasto, prevenzione e controllo dell'agente patogeno, nonché di supporto alle aziende colpite, al fine di regimentare la problematica e attivarsi allo scopo del suo superamento;
tra i più recenti interventi a livello europeo, si può citare la pubblicazione da parte dell'EFSA nel giugno 2020 delle "linee giuda per la rilevazione della Xylella fastidiosa": il documento fornisce una guida, a uso degli incaricati di indagini fitosanitarie, alla rilevazione e al controllo dei fitopatogeni per definire piani di sorveglianza basati su principi statistici e sui possibili fattori di rischio;
nel contesto italiano, da anni il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha portato avanti e continua a proseguire, anche in collaborazione soprattutto con gli enti territoriali interessati, programmi di contrasto alla diffusione del batterio e di supporto alle aziende colpite (si può far riferimento, a mero titolo di esempio, ai "contratti di distretto Xylella" e al programma "Rigenerazione sostenibile", contenenti ingenti risorse a favore di territori e imprese);
considerato che, sebbene anche negli ultimi mesi siano state varate misure importanti e preziose atte conseguire la rigenerazione agricola dei territori colpiti dalla Xylella (tra le quali si può citare, a titolo di esempio, il recente finanziamento del programma "Radici virtuose": esso prevede investimenti pari a oltre 48 milioni di euro, e dovrebbe coinvolgere quasi un centinaio di aziende impegnate a realizzare iniziative di sviluppo territoriale proprio nei luoghi vessati dal batterio), tuttavia, la sfida contro la deturpazione del tessuto agricolo, e quindi anche economico e sociale, delle zone interessate richiede ulteriori e ingenti sforzi, sia per proseguire nelle politiche di sostegno alle aziende danneggiate sia per rilanciare le terre,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione drammatica in cui versano gli agricoltori vessati dalla diffusione della Xylella fastidiosa;
quali siano gli sviluppi e quali ulteriori iniziative verranno adottate al fine di implementare quanto prima il piano di contrasto alla Xylella fastidiosa nei territori colpiti dal batterio, allo scopo di sostenerne e rilanciarne l'agricoltura e l'economia nel suo complesso.
Il senatore Cucca ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-02315 sul piano di contrasto al batterio xylella fastidiosa e sul sostegno ai territori colpiti, per tre minuti.
CUCCA (IV-PSI). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, premetto che da anni l'emergenza xylella opprime il settore agricolo e in particolare olivicolo del nostro Paese, con riguardo in special modo ai territori maggiormente vessati da questa piaga, ossia il Salento - come è noto - e la Puglia meridionale. Il batterio patogeno xylella fastidiosa, infatti, viene trasmesso da particolari insetti che si nutrono di linfa xilematica e la cui funzione è quella di trasportare l'acqua dalle radici alle foglie. Esso colpisce molte varietà di piante causando gravi malattie che provocano l'intasamento dei vasi xilematici, determinando in poco tempo dapprima il progressivo essiccamento delle foglie e successivamente la morte dell'intera pianta.
Secondo i dati elaborati dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, (European food safety authority, EFSA), l'agenzia europea istituita nel 2002, con sede a Parma, che fornisce consulenza scientifica di comunicazione per quanto attiene i rischi associati alla filiera degli alimenti e mangimi, attualmente ben 563 specie vegetali appartenenti complessivamente a 82 famiglie botaniche sono vulnerabili all'attacco del batterio. Data la pericolosità delle malattie derivanti dal batterio, nonché la sua progressiva diffusione in varie parti del mondo, le autorità pubbliche nazionali e sovranazionali hanno da tempo intrapreso percorsi di contrasto, prevenzione e controllo del batterio, nonché di supporto alle aziende colpite al fine di regimentare la problematica e attivarsi allo scopo del suo superamento.
Tra i più recenti interventi a livello europeo possiamo ricordare la pubblicazione da parte dell'EFSA, nel giugno scorso, delle linee guida per la rilevazione della xylella fastidiosa. Tale documento fornisce una guida a uso degli incaricati di indagini fitosanitarie, alla rilevazione e al controllo dei fitopatogeni per definire piani di sorveglianza basati su principi statistici e sui possibili fattori di rischio.
Nel contesto italiano, invece, da anni il Ministero ha portato avanti e continua a proseguire, anche in collaborazione con gli enti territoriali interessati, programmi di contrasto alla diffusione del batterio. Possiamo fare riferimento, a mero titolo di esempio, ai «contratti di distretto xylella» e al programma «Rigenerazione sostenibile».
Considerato che sebbene negli ultimi mesi siamo state varate importanti e preziose misure atte a conseguire la rigenerazione agricola dei territori colpiti dalla xylella, si chiede di sapere se il Ministero sia a conoscenza della situazione drammatica in cui versano gli agricoltori vessati dalla diffusione della xylella fastidiosa, quali siano gli sviluppi e quali ulteriori iniziative verranno adottate al fine di implementare quanto prima il contrasto alla xylella fastidiosa nei territori colpiti.
PRESIDENTE. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, senatore Patuanelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti.
La diffusione di xylella fastidiosa nelle Province di Lecce, Brindisi e Taranto ha determinato ingenti danni e compromesso la capacità produttiva del settore agricolo e agroalimentare delle aree colpite dal batterio della Regione Puglia. Il contrasto alla diffusione del batterio è tra i primi punti che intendo affrontare prioritariamente.
È in atto un monitoraggio annuale sull'intero territorio nazionale e all'interno delle aree focolaio e sono in corso le azioni di eradicazione delle piante infette e di contenimento dell'insetto vettore responsabile della diffusione del batterio.
Informo che per le attività di indagine e l'eradicazione l'Italia ottiene annualmente il cofinanziamento dell'Unione europea per le spese sostenute dalla Regione, ai sensi del Regolamento europeo n. 652 del 2014 indennizzando i proprietari delle piante che hanno provveduto agli abbattimenti obbligatori. Con il piano di intervento per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare nei territori colpiti da xylella fastidiosa è stata definita la programmazione per contrastare l'espansione del batterio e sono state individuate le azioni necessarie per il ripristino e il rilancio della coltura olivicola e dell'economia agricola del territorio interessato che può contare sulle risorse attivate dalla legge sulle emergenze agricole pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2020-2021.
Con il decreto interministeriale n. 2484 del 6 marzo 2020 il piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia ha definito una strategia di intervento basata su differenti azioni: il ripristino delle potenzialità produttive dei territori colpiti attraverso la rimozione delle piante disseccate; il reimpianto di oliveti resistenti o la riconversione verso altre colture nella zona infetta; il rilancio dell'economia rurale delle aree danneggiate; il potenziamento della rete dei laboratori pubblici e della ricerca, il monitoraggio del territorio per l'individuazione precoce di nuovi casi positivi.
Per quanto riguarda le risorse stanziate, sono già stati trasferiti alla Regione Puglia 120 milioni di euro per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole danneggiate da xylella fastidiosa nonché ulteriori 20 milioni di euro all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) per supportare i frantoi oleari che hanno ridotto o, in molti casi, bloccato l'attività di molitura.
Infine, faccio presente che per rilanciare economicamente le zone colpite dal batterio sono già stati autorizzati i primi due progetti di contratti di filiera, cosiddetti contratti di filiera xylella, per investimenti di oltre 97 milioni di euro nel triennio. Si sta altresì predisponendo la procedura di autorizzazione del terzo progetto allo scopo di risanare gli impianti colpiti, ma anche e soprattutto di migliorare le strutture e provvedere, se del caso, alla riconversione nel rispetto delle produzioni, della tradizione del territorio e delle inclinazioni produttive.
Ribadisco che continuerò a prestare la massima attenzione alla problematica segnalata, anche valutando l'opportunità di individuare ulteriori risorse o misure per contrastare questa grave piaga che ha colpito un importante comparto produttivo quale quello olivicolo. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Cucca, per due minuti.
CUCCA (IV-PSI). Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta data dal Ministro. Dalle sue parole credo sia stata già svolta un'azione abbastanza importante in questo settore da chi l'ha preceduto nella carica che ricopre. Non ho dubbi, conoscendola, sul fatto che lei sarà un attento osservatore di questo problema che lei sa bene, come ha evidenziato, pone oggettivi problemi nello sviluppo dell'agricoltura, ha subito danni ingentissimi. Vi è soprattutto la necessità di un rilancio di quelle terre e del settore dell'agricoltura, colpito da questo batterio così fastidioso.
L'auspicio è pertanto che si continui nel percorso intrapreso, ne prendiamo atto e siamo certi che continuerà nella sua azione e nell'impegno che ha assunto stasera.
PRESIDENTE. Il senatore De Carlo ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-02310 sulla proposta di classificazione europea dei prodotti alimentari con il sistema Nutri-score, per tre minuti.
DE CARLO (FdI). Signor Presidente, rivolgo anzitutto un augurio di buon lavoro al ministro Patuanelli; un lavoro difficile, che non sarà certo semplice in un settore, quello dell'agricoltura, costantemente sotto attacco da parte dei nostri competitor europei. Il Nutri-score, un sistema di etichettatura a semaforo, la cui introduzione è fortemente sostenuta dalle grandi lobby e multinazionali, è proprio uno di questi classici esempi.
È un modello che mette a repentaglio la tenuta del nostro sistema agroalimentare, che sappiamo valere 552 miliardi e il 15 per cento del PIL, ma - peggio ancora - mette a repentaglio l'esistenza stessa dei nostri prodotti tradizionali. È ormai infatti sotto gli occhi di tutti il tentativo subdolo, perché mascherato da tutela della salute, di penalizzare i prodotti tradizionali per favorire magari quei cibi costruiti in laboratorio proprio da quelle multinazionali che oggi ne perorano l'introduzione. Un paradosso per cui l'olio d'oliva, ad esempio, un classico ingrediente della nostra dieta mediterranea, magari è classificato con il semaforo rosso, mentre la Red Bull di sintesi è magari classificata con il semaforo verde.
L'introduzione del Nutri-score, che è stata abilmente orchestrata per condizionare l'opinione pubblica, si dimostra di fatto un vero accerchiamento mediatico ai nostri prodotti tradizionali che nel mondo, come in Europa, sono universalmente riconosciuti per qualità e salubrità.
Noi di Fratelli d'Italia ne avevamo denunciato già lo scorso anno la pericolosità, costringendo il Parlamento a prendere una posizione chiara e decisa contro la sua adozione. Da allora però, signor Ministro, la situazione non è certo migliorata, anzi la strategia Farm to fork ha chiarito che entro il 2022 va armonizzata un'etichettatura obbligatoria. Certo, qualche litigio all'interno del vecchio Governo ha di fatto lasciato il campo alle sei Nazioni che si sono organizzate in un comitato proprio per perorare l'obbligatorietà di questa etichetta e, quindi, riuscire a condizionare le imprese.
Le chiedo pertanto quale sia la strategia che lei intende mettere in campo per la difesa dei prodotti nazionali e soprattutto dell'interesse nazionale. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, senatore Patuanelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, ringrazio anzitutto gli onorevoli interroganti e rispondo subito in merito alle iniziative.
Noi ci stiamo organizzando insieme ad alcuni Paesi europei che, come l'Italia, si battono contro l'introduzione di un'assurda classificazione a semaforo di etichettatura nutrizionale fronte-pacco. Questo sarà il modo migliore per cercare di far fronte comune contro chi è probabilmente guidato dalle società, da lei citate, che hanno interesse a ottenere un vantaggio nella grande distribuzione per prodotti che sono non del nostro territorio, ma di altra tipologia.
Credo sia sotto gli occhi di tutti che questo è inaccettabile per il nostro Paese e le nostre produzioni, anche perché abbiamo molte produzioni locali, come i prodotti DOP e IGP, che per legge devono garantire la presenza di elementi nutrizionali di un certo tipo e non possono certo adeguarsi a quanto richiesto per ottenere l'assurdo semaforo verde.
Alcune cose sono già state fatte. Quando ero Ministro dello sviluppo economico sono stato tra i firmatari della proposta dell'etichetta a batteria, che è molto più sensata ed evidenzia in modo chiaro i valori nutrizionali degli alimenti e quelli relativi alle necessità quotidiane.
Posso portare un mio contributo personale. Ho perso 25 chili cambiando alimentazione e avvicinandomi a quella che l'UNESCO ha dichiarato patrimonio immateriale dell'umanità: la dieta mediterranea. (Applausi). È evidente che l'olio d'oliva contiene dei grassi e probabilmente, per citare le sue parole, anche più di quelli della Red Bull, ma io non berrò mai un litro di olio d'oliva in un giorno. Occorre quindi prendere in considerazione la quantità dei cibi che assumiamo, perché una dieta equilibrata è ciò che conta e il problema è soprattutto culturale.
Dobbiamo far capire alla Commissione europea che ciò che conta è trasmettere i valori culturali della sana alimentazione, il che significa che il bicchiere di vino a fine pasto fa bene, mentre una bottiglia e mezza no. È questo il tema centrale e non può essere un'etichetta sulla bottiglia a dire se un alimento fa male oppure no in assoluto, perché ciò dipende sempre dal modo in cui una persona si nutre.
Siamo profondamente convinti di ciò e tutti assieme dobbiamo fare una forte battaglia in Europa - non solo noi come Paese, ma insieme ad altri Paesi che stiamo coinvolgendo in questo percorso - perché se è vero, come è vero, che i cittadini e i consumatori hanno il diritto di conoscere i valori nutrizionali del cibo di cui si nutrono, è altrettanto vero che tale diritto va garantito nel modo corretto e non per arrecare un ingiusto vantaggio ai produttori multinazionali. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Carlo, per due minuti.
DE CARLO (FdI). Signor Ministro, anzitutto la ringrazio e la invito a passarmi la dieta che ha seguito, così da poter godere anche io dei suoi benefici.
Non posso che condividere le sue parole, che però - me lo consenta - stridono un po' con le dichiarazioni fatte ieri dal ministro Cingolani (tecnico di quel Dicastero che anche lei ha accolto con grande entusiasmo), le quali sono in parte viziate da ideologia. Da un tecnico noi ci saremmo aspettati delle dichiarazioni diverse rispetto all'alimentazione, alla carne e agli allevamenti italiani, che costituiscono un esempio classico di agricoltura green.
Le dico questo, signor Ministro, perché per difendere i prodotti e i produttori italiani non solo bisogna avere un'opinione comune, ma occorre anche che questa si traduca poi in fatti concreti. Siamo sotto attacco ed è evidente che abbiamo bisogno di un Governo che difenda l'interesse nazionale dei nostri produttori, dei nostri prodotti, delle nostre genti e delle tante tradizioni che tutto il mondo oggi ci invidia.
Non possiamo pretendere di andare in un'Europa di squali con un atteggiamento timido o - peggio ancora - di sudditanza ai Diktat delle lobby. Su questo non ci tranquillizzano nemmeno le dichiarazioni di Draghi il giorno in cui è venuto in Senato e ha detto di cedere maggiore sovranità nazionale a beneficio dell'Europa.
Noi vogliamo che il suo Governo e lei in primis tuteliate il prodotto italiano e ogni volta che lo farete troverà sempre questa parte dell'Assemblea al vostro fianco, in misura anche maggiore di qualche membro della vostra stessa maggioranza. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Stefano ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-02311 sull'etichettatura europea del vino come prodotto nocivo per la salute, per tre minuti.
STEFANO (PD). Signor Presidente, innanzitutto rivolgo il mio augurio di buon lavoro al ministro Patuanelli, destinatario di una delega importante per il sistema Italia. Credo che l'azione di Governo vada rilanciata con forza e lei, signor Ministro, ha strumenti e approccio per fare bene, quindi, anche a nome del Gruppo Partito Democratico, le auguro buon lavoro.
L'Italia è leader mondiale nella produzione di vino, con oltre 11 miliardi di euro di fatturato, e con una copertura occupazionale che supera 1,3 milioni di persone. Il cosiddetto piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei, approvato dalla Commissione europea, prevede, tra le altre cose, la cancellazione dei fondi per la promozione del vino - un fatto molto grave - e l'introduzione entro il 2023 di una serie di avvertenze per la salute direttamente sul packaging. Nel documento della Commissione si parte da un assunto erroneo, dal mio punto di vista, ovvero che qualsiasi consumo di alcol o di bevanda con contenuti alcolici sia dannoso, senza tener conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza quel consumo.
Il vice presidente della Commissione europea Schinas, dopo le polemiche che questo argomento ha legittimamente suscitato, ha precisato che l'Unione europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino né di etichettarlo come una sostanza tossica, riconoscendo quindi come improprio il paragone tra l'eccessivo consumo di superalcolici, tipico dei Paesi nordici, e il consumo moderato di prodotti di qualità e a più bassa gradazione (come il vino). Considerato che, nonostante le parole di Schinas, il piano di azione è attualmente in vigore e quindi prevede queste etichette, al di là dei valori di contenuto alcolometrico, i produttori italiani non possono rimanere nell'incertezza, in un momento così delicato.
Signor Ministro, le chiedo pertanto quali iniziative intenda intraprendere e se non sia il caso di sentire tutti gli attori italiani per un'azione comune. Le voglio riportare un'esperienza personale. Nel 2007 l'Unione europea stava deliberando un regolamento beffardo per il vino rosato italiano: volevano riconoscere la semplice miscela di vino bianco e vino rosso come vino rosato. Con i produttori pugliesi andai a Bruxelles, intrapresi una lotta e vincemmo quella battaglia. Le battaglie, quando sono giuste, si possono vincere anche in Europa. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, senatore Patuanelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante per la domanda. È evidente che l'interlocuzione con tutte le associazioni di categoria, ma anche con il Ministero della salute - lo dirò anche dopo - e con altri colleghi, sia fondamentale per ottenere un risultato in Europa, che è necessario. In parte, come ho detto anche prima, la dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell'umanità, è formata da un'alimentazione variegata: la pasta, il pane, la carne, l'olio d'oliva, accompagnati da un bicchiere di vino. Questo ha consentito ai cittadini italiani di avere il primato europeo di longevità. Evidentemente, il bicchiere di vino finale non fa così male come qualcuno vuole farci credere, e la tutela dei nostri prodotti agroalimentari, soprattutto di quelli più rappresentativi del made in Italy, come i vini, è una delle priorità che il Governo intende perseguire, non solo a vantaggio dei comparti produttivi, ma anche dei consumatori che, attraverso un'etichettatura corretta e trasparente, possono operare una scelta consapevole dei loro acquisti.
In tale direzione, pur apprezzando il pregevole impegno della Commissione europea per tutelare la salute dei cittadini, non possiamo permettere che, per una decisione contenuta nel piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei, si possano criminalizzare ingiustamente singoli prodotti. La salute va infatti salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia, senza biasimare singoli alimenti.
Rappresento che, nell'ambito della riforma della Politica agricola comune, la Commissione europea aveva già avanzato una proposta di modifica dell'articolo 119 del regolamento UE n. 1308 del 2013, con l'intento di rendere obbligatorie, nell'etichettatura dei prodotti vitivinicoli, le dichiarazioni nutrizionali e l'elenco degli ingredienti utilizzati. Nel corso del lungo e complesso negoziato, che ha portato al compromesso raggiunto in Consiglio e in Parlamento nello scorso mese di ottobre, tale impostazione è stata profondamente rivista, tenuto conto che la dichiarazione nutrizionale può essere limitata all'indicazione del valore energetico, mentre la lista degli ingredienti può essere fornita in modalità elettronica.
Si tratta ora di vigilare, sia nelle fasi che dovranno condurre all'approvazione della riforma della PAC, sia nella fase di modifica del regolamento riguardante le informazioni sugli alimenti ai consumatori, affinché tale impostazione non venga stravolta in nome di un approccio indiscriminato di lotta all'alcol, con cui il vino non ha nulla a che fare. Sarà mia premura seguire il tema con la massima attenzione, anche con il necessario supporto e coordinamento con il Ministero della salute, che ha la competenza primaria sulla materia.
Ci stiamo già adoperando e ci adopereremo in tutte le sedi europee per contrastare l'attuazione delle decisioni sul vino contenute nel predetto piano, non solo alla luce della letteratura scientifica, ma anche nella ferma convinzione che l'eventuale dannosità di tale prodotto non è mai determinata dal prodotto stesso, ma dall'abuso di quel prodotto. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Taricco, per due minuti.
TARICCO (PD). Signor Presidente, anch'io approfitto per augurare buon lavoro al Ministro. Ne abbiamo veramente bisogno. Tutta l'agricoltura e tutto il territorio nazionale ne hanno veramente bisogno.
Ovviamente, accolgo con molto favore le sue parole. Così come diceva prima il senatore Stefano, noi abbiamo accolto con favore le parole del commissario Schinas. Detto questo, abbiamo però la necessità di ribadire due cose. La prima è che siamo assolutamente convinti della necessità di un'alimentazione equilibrata, sana, naturale e che le etichette, forniscano tutti gli elementi di informazione ai consumatori per poterla valorizzare al meglio. Questo anche perché siamo convinti che l'elemento alimentazione sia fondamentale, come composto e in riferimento alla salute.
Siamo, però, anche convinti che il tema non sia quello del valore degli alimenti in sé, ma delle modalità e delle quantità di assunzione, come lei diceva prima. Stiamo parlando della difesa di una serie di alimenti (vino, olio, formaggi, miele e tanti altri), che sono fondamentali e alla base di quella cultura alimentare mediterranea, di quella dieta alimentare, cui lei faceva riferimento, che è stata classificata come patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Ed è stata così classificata perché è il risultato di una serie di tradizioni, consuetudini sociali, cultura alimentare, produzione artigianale, che hanno reso grande la nostra agricoltura e il nostro territorio, dando anche salute ai suoi cittadini. Difendere quella cultura e quegli elementi, difendere il vino in questa accezione equivale a difendere la salute delle persone.
Signor Ministro, noi la appoggeremo veramente di cuore nel lavoro che lei porterà avanti, con tutte le alleanze possibili, per difendere questa idea e questa cultura della salute. (Applausi).