[Comunicato stampa Giunta regionale Puglia]
GIUNTA REGIONALE APPROVA L’AGENDA DI GENERE DELLA REGIONE PUGLIA
mercoledì 15 settembre 2021
Emiliano: siamo la prima regione in Italia a dotarci di questo strumento di programmazione strategica.
La Giunta regionale ha approvato l’Agenda di Genere, la Strategia regionale per la parità di genere, dando corso a un impegno preciso assunto con il programma di governo del Presidente Emiliano e anticipando tutte le altre Regioni italiane nel recepimento delle direttive comunitarie in materia.
Si tratta di un lavoro corposo che poco più di un centinaio di pagine riassume gli obiettivi strategici, le aree prioritarie di intervento, nonché le azioni da consolidare, le azioni innovative e le azioni di sistema che l’intera struttura regionale sarà impegnata già nei prossimi mesi a portare nella programmazione settoriale a valere sui fondi UE e nella programmazione a valere sui fondi ordinari, nonché ad attuare le singole azioni.
La Giunta regionale in occasione della Giornata Internazionale delle Donne dell’8 marzo 2021 ha assunto formalmente l’impegno di arrivare alla approvazione della Agenda di Genere per la Puglia con un processo partecipato di ascolto di tutto il partenariato economico e sociale e di confronto con le associazioni femminili, di rilievo nazionale e regionale, che sono da sempre impegnate per il contrasto alle discriminazioni di genere e per la promozione della parità tra donne e uomini in tutti i contesti di vita sociale, economica, culturale, politica.
“Siamo la prima Regione a dotarsi di una Agenda di Genere delle politiche regionali – commenta il presidente Michele Emiliano – costruita con il metodo della partecipazione, con il contributo del partenariato socio economico e delle associazioni di donne, e capace davvero di attraversare tutte le aree di policy, dalle politiche per l’istruzione la formazione e il lavoro, alle politiche sociali e di conciliazione, alle politiche per lo sviluppo economico, alle politiche culturali e per l’innovazione. Quella scritta oggi è la prima pagina di un libro importante, che sta a noi rendere ricco di politiche concrete e innovative perché in Puglia il gap di genere sia significativamente ridotto, fino al suo azzeramento, in ogni settore della vita economica sociale e culturale, e sia significativamente contrastata ogni forma di discriminazione di genere”.
In tre mesi di lavoro molto intenso, tra maggio e luglio, con 13 incontri di confronto e 5 seminari di lavoro, il percorso di ascolto ha avuto il suo corso, per arricchire i contenuti della prima proposta di Agenda, e intanto già si avviavano le prime azioni concrete: le linee guida per l’implementazione della Valutazione di Impatto di Genere, le linee guida e le azioni pilota per il Gender Responsive Public Procurement, la costituzione di una struttura amministrativa responsabile dell’attuazione delle politiche di genere incardinata presso la Presidenza della Giunta Regionale, sono stati i primi atti che dimostrano come gli impegni assunti con l’Agenda di Genere sono molto più che promesse generiche.
La Giunta si è avvalsa di uno specifico gruppo di lavoro interassessorile di dirigenti e funzionari, e coordinato dalla Consigliera per l'attuazione del programma on.Titti De Simone presso la Segreteria generale: “In Puglia stiamo realizzando qualcosa di valido e innovativo, ma anche di molto concreto visto che l’Agenda orienta il nuovo ciclo di programmazione dei fondi – commenta - ponendoci davvero come laboratorio di best practice per il superamento del gender gap, nel quadro europeo. Un’Agenda di Genere, nell’ottica del mainstreaming richiede infatti interventi trasversali per migliorare le condizioni di vita delle donne in tutti i campi: istruzione, formazione, lavoro, innovazione, salute, welfare, trasporti, ma soprattutto richiede politiche e interventi per l’equità sostanziale, volte a perseguire il più generale obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle donne e degli uomini”.
“In questi mesi - dichiara l’assessora al Welfare Rosa Barone - ci siamo confrontati con associazioni, organizzazioni sindacali e datoriali da cui abbiamo ricevuto spunti e integrazioni al documento di proposta dell’Agenda di Genere. L’obiettivo è lavorare in sinergia tra gli assessorati, dando vita a politiche integrate alla luce degli aspetti trasversali legati alle tematiche di genere. Come assessorato al Welfare, le sfide principali riguardano la conciliazione vita-lavoro sia in ottica di condivisione del lavoro di cura familiare fra uomini e donne, ma anche di servizi di welfare efficaci, di infrastrutture agibili e possibili, di una rete di assistenza domiciliare rafforzata e capillare e il contrasto alla violenza sulle donne e i minori attraverso il rafforzamento dell’attuale rete di centri antiviolenza e case rifugio di prima e seconda accoglienza. Voglio ringraziare ancora una volta la consigliera del Presidente Titti De Simone e gli uffici per il grande lavoro fatto”.
Per l’assessore alla Formazione e lavoro Sebastiano Leo è questo di oggi è “Un risultato eccezionale che segna il passo di una regione che vede nell’uguaglianza di genere e nell’emancipazione di tutte le donne uno strumento di benessere sociale ed economico”.
“L'approvazione dell’Agenda di genere rappresenta un elemento di svolta per le politiche regionali - dichiara l’assessore all’Ambiente Anna Grazia Maraschio - grazie a questo documento la Regione Puglia definirà una strategia integrata per il superamento dei divari di genere che genererà una ripartenza sociale ed economica per l’intero territorio. L’esperienza messa in campo dalla Puglia promuove anche a livello nazionale uno scenario di integrazione trasversale delle politiche attraverso un approccio innovativo di contaminazione tra settori tra loro apparentemente distanti: welfare, ambiente, lavoro, istruzione e agricoltura sono ambiti che nel perseguimento del contrasto al divario di genere avranno obiettivi comuni e azioni sinergiche. Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro di una struttura interassessorile e interdisciplinare che ha applicato una visione strategica di insieme, ampia e condivisa, attraverso una interlocuzione costante tra le strutture e una partecipazione ampia con la società civile. Oggi, con questo documento, diamo vita a un nuovo percorso con il quale intendiamo raggiungere traguardi concreti come migliorare le condizioni di vita delle donne, favorirne l’occupazione, promuovere la partecipazione delle donne ai processi di sviluppo sostenibile e all’innovazione. Voglio ringraziare per la preziosa e imprescindibile collaborazione la dottoressa Titti De Simone per aver coordinato in maniera impeccabile un complesso lavoro interassessorile”.
L’Agenda di Genere si presenta come un documento di programmazione strategica capace davvero di attraversare tutte le aree di policy, dalle politiche per l’istruzione la formazione e il lavoro, alle politiche sociali, di conciliazione e di contrasto alla violenza di genere, alle politiche per lo sviluppo economico, alle politiche culturali e per l’innovazione, alle politiche per la transizione ecologica e per la rigenerazione urbana, per arrivare alle azioni trasversali per il contrasto agli stereotipi e l’innovazione dell’azione amministrativa.
Con 6 aree prioritarie strategiche di intervento, 60 azioni complesse per il conseguimento degli obiettivi operativi dichiarati, ed un quadro sinottico per la programmazione, tutti i Dipartimenti regionali sono coinvolti per le responsabilità dell’attuazione di questi interventi, che saranno incardinati nei nuovi documenti di programmazione dei fondi europei, come la stima del fabbisogno finanziario per la realizzazione delle azioni programmate nel sessennio che va dal 2022 al 2027.
L’Agenda di Genere della Puglia si presenta in tutta la sua concretezza e importanza, come documento di riferimento per tutto il lavoro che già nelle prossime settimane dovrà cominciare, per incardinare obiettivi e azioni nei programmi regionali e per reperire le provviste finanziarie necessarie.
Proprio il lungo lavoro di ascolto e di costruzione partecipata dell’Agenda di Genere ha portato a far emergere con maggiore nettezza la centralità degli investimenti pubblici e privati:
- per il rafforzamento delle infrastrutture educative e sociali per accrescere l’offerta di istruzione e di servizi socioeducativi e di conciliazione,
- per lo sviluppo di nuova economia legata alla cura e alle innovazioni sociali e tecnologiche che possono accrescere la qualità dei contesti produttivi, la qualità dei certi urbani e la qualità del lavoro delle donne e degli uomini,
- per l’organizzazione di una rete regionale all’avanguardia per la medicina di genere, oltre che per la salute della donna
- per l’affermazione sempre più numerosa delle ragazze e delle giovani donne nelle discipline STEM nei loro percorsi di formazione e per la presenza nel mondo della ricerca, dell’impresa e del lavoro.
Il percorso di questi mesi ha confermato la struttura complessiva dell’Agenda nelle 6 aree prioritarie strategiche di intervento che attraversano l’economia, il lavoro, l’istruzione, la ricerca, l’imprenditorialità, l’offerta di servizi per il welfare e la cura, e che di seguito sono richiamate in estrema sintesi:
L’Obiettivo strategico è migliorare le condizioni di vita delle donne e promuovere la loro partecipazione attiva attraverso un set di azioni che incidano sul contrasto agli stereotipi, costruzione di un’agenda urbana e dei servizi per la mobilità e per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la medicina di genere, il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi sociali e socioeducativi, i trasporti, le reti sociali, gli organismi consultivi e di rappresentanza.
L’obiettivo strategico è l’empowerment femminile nei settori strategici di istruzione-formazione-lavoro agendo sul contrasto alle povertà educative, sugli incentivi per l'accesso al mercato del lavoro, sul prolungamento del tempo scuola per la promozione della conciliazione vita lavoro, sulla corresponsabilità del lavoro di cura familiare fra uomini e donne, sulla promozione dell’accesso delle donne ai percorsi di studio delle materie STEM che presentano un migliore pronostico di occupabilità e vedono invece statisticamente molto più ridotte le iscrizioni femminili agli istituti tecnici superiori e ai corsi universitari.
L’obiettivo strategico è favorire la partecipazione delle donne ai processi di sviluppo sostenibile e all'innovazione, sostenendo l’imprenditoria, l’autoimpiego, l’affermazione delle discipline STEM fra le giovani donne, il digital empowerment, la ricerca e innovazione.
L’obiettivo strategico è migliorare le condizioni del lavoro delle donne incidendo sulla precarietà, sul lavoro sommerso, promuovendo maggiore flessibilità lavorativa e misure di welfare aziendale, sostenendo percorsi di carriera, una costante riqualificazione professionale, agendo sui differenziali salariali, contrastando le molestie sul luogo di lavoro.
L’obiettivo strategico è contrastare la violenza maschile sulle donne e la violenza motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere e ogni forma di marginalità e discriminazione intervenendo sulle povertà, rafforzando le misure di sostegno al reddito, di inclusione sociale delle persone immigrate, potenziando la rete dei centri antiviolenza, la formazione nelle scuole, offrendo sostegno economico alle vittime di violenza.
In questa area si concentrano tutte quelle azioni di informazione, sensibilizzazione, comunicazione, produzione culturale per diffondere messaggi di condanna di ogni forma di discriminazione di genere e di promozione di una parità reale e diffusa; regolamentazione e formazione per far crescere la qualità dell’azione delle amministrazioni pubbliche sul territorio regionale e nelle città.
Il percorso dell’Agenda prosegue adesso nella fase di programmazione, attraverso la specifica Sezione per l’Attuazione delle Politiche di Genere, presso la Segreteria Generale di Presidenza, proprio a sottolineare l’intersettorialità delle politiche che possono generare impatti positivi sul contrasto del gender gap e promuovere il contrasto a tutte le discriminazioni di genere.