[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Sviluppo: Fedriga, Fvg punta su logistica, innovazione e ricerca base
lunedì 19 luglio 2021
Ministro Bianchi, Paese cresca come il Fvg con esempio solidarietà
San Vito al Tagliamento, 19 lug - "La transizione digitale è una sfida enorme che deve passare attraverso un nuovo modello culturale di approccio al lavoro che implica il cambiamento profondo dei processi produttivi. Questa Amministrazione regionale si è data due linee guida di sviluppo: la logistica e l'innovazione. Siamo la regione a più alto tasso di innovazione in Italia, ma siamo ancora indietro rispetto alle regioni più innovative d'Europa. Partiamo da una forte vocazione alla ricerca di base, ora ciò che ci può aiutare a intraprendere la prospettiva giusta è investire sull'asset che più considero fondamentale, ovvero la capacità di formazione".
È questo lo scenario delineato dal governatore Massimiliano Fedriga nel suo intervento all'inaugurazione dell'ampliamento di Lean Experience Factory (Lef), la fabbrica modello voluta nel 2011 da Confindustria Alto Adriatico, McKinsey e altre aziende nel polo industriale di Ponterosso a San Vito al Tagliamento. La fabbrica modello è stata presentata come il più grande centro al mondo di formazione sull'innovazione applicata all'industria e ai processi gestionali, tanto da richiamare la visita del ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi.
Fedriga ha quindi illustrato al ministro il modello che da qui si intende estendere a tutta la regione ed esportare nel Paese, un modello in cui "l'innovazione parte dalle persone - ha sottolineato il governatore -; per questo stiamo lavorando con Israele a un progetto di formazione continua che tiene conto della rapidità dei cambiamenti che ci fanno immaginare come nei prossimi anni sarà impossibile concepire un ciclo professionale che nasce e termiana con lo stesso tipo e livello di apprendimento".
Nel progetto pordenonese, Fedriga vede altri spunti di sviluppo come "la capacità di tenere nel mercato tutti i lavoratori, garantendo durante il tempo lavorativo anche la formazione continua; la partnership stretta tra pubblico e privato, l'innovazione diffusa con una visione ampia del trasferimento di conoscenza".
Concetti che hanno trovato eco nell'intervento del ministro che ha richiamato la capacità del mondo industriale del Nordest di creare un modello basato sulla qualità e non sulla quantità, tale da essere riconosciuto in tutto il mondo come un modello italiano. Bianchi ha auspicato che puntando su formazione e qualità il Paese possa crescere come sta già facendo il Friuli Venezia Giulia a cui ha riconosciuto anche il valore della solidarietà. Concetto da cui il ministro ha preso spunto per richiamare il dovere a eliminare le diseguaglianze tra il Nord e il sud d'Italia che impediscono lo sviluppo uniforme di tutto il Paese. Quanto all'istruzione Bianchi ha detto che il Ministero è pronto a far ripartire l'anno scolastico il 12 settembre, in presenza e in sicurezza. Sulle politiche nazionali, proprio alla luce della quarta rivoluzione industriale, della spinta alla digitalizzazione e della rapidità del cambiamento, l'Italia si prepara a rinnovare l'istruzione a partire dalla fascia 0-6 anni, dove è doveroso imprimere le basi del processo di apprendimento e della condivisione della conoscenza.
Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte anche gli assessori regionali all'Istruzione Alessia Rosolen e alle Attività produttive Sergio Emidio Bini.
Rosolen, a margine dell'incontro, ha rivolto al ministro la richiesta di riconoscere alle amministrazioni regionali la competenza diretta sugli Istituti tecnici superiori "qui oggi inauguriamo il modello formativo del futuro - ha rimarcato Rosolen -; da qui la volontà di portare a compimento il titolo V della Costituzione in materia di competenze sulla scuola e l'istruzione, rispetto al quale rivendichiamo l'autonomia amministrativa del sistema scolastico regionale".
Per Bini, il richiamo del ministro alla crescita del Friuli Venezia Giulia "è un motivo di orgoglio che si misura su numeri concreti. La regione è tra le prime ad aver agganciato la ripresa post pandemia e lo dicono chiaramente gli indicatori sulla crescita della produzione interna e dell'export; ciò non deve illuderci, abbiamo ancora molto da fare e alcune leve sugli investimenti arriveranno dalla manovra di assestamento".
Il polo pordenonese, come ha ricordato il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, è stato fondato nel 2009 e ha continuato a crescere come centro formativo applicato e modello di industria integrata al sistema scolastico, in particolare alla formazione in ambito tecnologico.
Negli anni sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. A settembre saranno avviati tre nuovi Its con percorsi di specializzazione nel legno arredo, nel vetro cavo e nei polimeri.
Il polo guarda all'Europa, da dove attrae oltre 200 clienti all'anno interessati all'ammodernamento dei processi produttivi in chiave digitale e con un sistema gestionale "leggero".
Ciononostante, come ha indicato una indagine di Mckensey, illustrata dalla responsabile Lef, Cinzia Lacopeta, solo il 3 per cento delle imprese in Europa attua una trasformazione digitale sull'intera azienda, il 26 per cento interessa il solo sito manifatturiero e il 71 per cento introduce ferma l'innovazione a singoli casi d'utilizzo del digitale.
Sulla spinta alla crescita delle competenze tecniche si è soffermato infine anche il vice presidente di Confindustria, Gianni Brugnoli, che ha indicato nel polo pordenonese un modello a cui ispirarsi anche a fronte delle risorse del Pnrr che nei prossimi anni destinano 1,5 miliardi di euro allo sviluppo degli Istituti tecnici superiori.
ARC/SSA/ma