[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Agricoltura. L'Emilia-Romagna riparte: ecco il nuovo Programma di sviluppo rurale 2021-22, risorse per oltre 408 milioni di euro (+35% sul Psr precedente). Bonaccini-Mammi: "Investiamo su competitività e transizione ecologica, per generare buona occupazione e salvaguardare il reddito delle nostre imprese"

mercoledì 23 giugno 2021


 

Presentato oggi in Regione il Psr di transizione: rafforzamento delle imprese agricole, misure per la montagna, ambiente e clima, le leve di sviluppo. Venti nuovi bandi nei prossimi 18 mesi. Tra i risultati attesi: 500 nuovi giovani titolari di aziende insediati, oltre 12mila ettari di superficie agricola destinati al biologico, mantenimento dei 300mila ettari di terra coltivati con metodi sostenibili, più di 5mila interventi di formazione a sostegno della conoscenza e circa 25 nuovi progetti dei Goi, gruppi operativi innovazione. Attesi circa 440 milioni di investimenti da parte delle imprese stimolate dai fondi per il rilan cio della competitività del settore. Più prevenzione per il contrasto al cambiamento climatico e per i danni da fauna selvatica e da parassiti. Con le nuove risorse la dotazione del Psr sfiora i 1,6 miliardi di euro per i nove anni di programmazione

Bologna – Prosegue e si rafforza il Programma di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna per il periodo 2021-2022, forte degli oltre 408,8 milioni di euro (+35% rispetto alla programmazione precedente) destinati alla nostra regione nel prossimo biennio di transizione, in attesa del nuovo Psr 2023-2027. Con alle spalle gli ottimi risultati raggiunti con la programmazione 2014-2020: oltre 1 miliardo e 150 milioni di euro di contributi concessi (il 98,6% delle risorse disponibili), circa 850 milioni (il 72%) già pagati agli agricoltori, più di 1.500 nuove aziende di giovani insediate, di cui il 30% a conduzione femminile.

Il Piano messo a punto dalla Regione guarda a giovani, investimenti, innovazione e transizione ecologica, per la crescita di un settore che, proprio durante l’emergenza sanitaria, ha fatto capire quanto sia fondamentale l’agroalimentare per il presente e il futuro del mondo.

Vengono potenziate le linee di intervento sulla competitività delle imprese, cui saranno destinate 186,8 milioni di euro tra risorse Feasr (156,5 milioni) e risorse Euri (30,3 milioni), e la sostenibilità, cui saranno destinati 199,8 milioni di euro (176,7 milioni Feasr più 23,1 milioni Euri).

Una ripresa con la quale tenere insieme ambiente e lavoro.  

Le leve azionate per stimolare la competitività riguardano da una parte i nuovi insediamenti dei giovani e la strutturazione delle loro imprese (53,6 milioni di euro), oltre all’ammodernamento, in generale, delle aziende agricole e agroindustriali (117,5 milioni); e poi attenzione all’ambiente col sostegno a nuovi progetti di forestazione (8,2 milioni) e con azioni di contrasto ai danni prodotti dal cambiamento climatico, prevenendo, in particolare, quelli da gelate tardive che negli ultimi tre anni hanno messo in ginocchio la produzione ortofrutticola regionale (circa 5 milioni). Interventi che peseranno per oltre l’83% delle risorse sulle misure di investimento, circa l’11% sul premio di primo insediamento dei giovani e il 5% su innovazione e ricerca.

Ancora sui temi ambientali e della lotta ai cambianti climatici: sostegno agli imprenditori che operano in zone svantaggiate e aumento delle coltivazioni bio (110 milioni), gestione sostenibile delle risorse idriche (6,9 milioni di euro), forestazione, attività di prevenzione dei danni da fauna selvatica e riduzione delle emissioni di ammoniaca (17,4 milioni). Interventi che complessivamente saranno destinati per oltre l’86% ad aiuti agli agricoltori che adottano metodi produttivi sostenibili, circa l’8% a investimenti finalizzati alla sostenibilità e circa il 4% a progetti di innovazione e formazione.

Capitolo a parte meritano gli interventi per la montagna, che prevedono misure specifiche per la tutela ambientale degli ecosistemi forestali, per il contrasto all’abbandono attraverso pagamenti compensativi, per i servizi alla popolazione e la promozione territoriale (a quest’ultima misura sono destinati 19,6 milioni di euro per l’approccio Leader GAL). Vanno inoltre ricordati gli interventi che avranno ricadute rilevanti sui territori più fragili, quali l’agricoltura biologica, la tutela delle razze animali e le varietà vegetali autoctone a rischio di erosione genetica, oltre che su quelle già indicate di riduzione delle emissioni di ammoniaca e di prevenzione dei danni da fauna selvatica.

Nel complesso, grazie alle nuove risorse saranno attivati investimenti delle imprese emiliano-romagnole per oltre 440 milioni di euro, sostenuti 500 nuovi giovani titolari di aziende, incentivati oltre 12mila ettari di superficie agricola destinata al biologico e mantenuti 300mila ettari di terra coltivati con metodi di agricoltura sostenibile, realizzati più di 5mila interventi di formazione a sostegno della conoscenza, circa 25 nuovi progetti dei Goi, gruppi operativi innovazione e attivati nei prossimi 18 mesi circa 20 nuovi bandi.

Questa, in sintesi, la strategia dell’Emilia-Romagna per la nuova agricoltura presentata oggi a Bologna in video-conferenza stampa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.

“Le sfide che i nostri agricoltori dovranno affrontare nei prossimi anni tra cambiamento climatico, salvaguardia delle risorse naturali e bisogno di produrre cibo sano e di qualità per garantire la salute e il benessere di tutti noi hanno bisogno di trovare un sostegno forte e linee di indirizzo precise da parte delle istituzioni- afferma Bonaccini-. La pandemia ci ha insegnato ancora di più quanto è fondamentale un sistema agroalimentare capace di resistere alle avversità. C’è bisogno di garantire il ricambio generazionale e la trasmissione di saperi, insieme alla ricerca e all’utilizzo di nuove tecnologie, per generare buona occupazione e salvaguardare il reddito. Il nuovo Programma di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna per i prossimi due anni si baserà su queste priorità, in attesa che l’Europa definisca la nuova Pac, piani che dovranno tener conto del peso e dell’importanza dei territori per sviluppare azioni sempre più efficaci”.

“Questo nuovo Psr di transizione delinea gli obiettivi e gli impegni della Regione per l’agricoltura nei prossimi due anni- spiega Mammi-. A partire dal primo assunto che individua nella sostenibilità il minimo comune denominatore di tutti gli investimenti. Sicurezza sul lavoro, dei mezzi di produzione, la biosicurezza negli allevamenti e politiche attive per il benessere animale sono per noi priorità. E poi la prevenzione dei danni dalle avversità, atmosferiche o da parassiti, con misure ad hoc per aumentare tutti gli strumenti disponibili a salvaguardia delle colture e con una spinta ulteriore verso l’utilizzo di metodiche di agricoltura di precisione. Misure che saranno accompagnate da nuovi bandi con la riduzione dei massimali di intervento per aumentare ancora di più la platea dei beneficiari. Inoltre, saranno prorogati di un anno gli impegni in scadenza nel 2021 per l’agricoltura biologica e la produzione integrata e un nuovo bando sul bio sarà proposto l’anno prossimo. Infine, saranno finanziati tutti gli impegni già presi, proprio nell’ottica di dare continuità e certezza ai produttori che si sono impegnati per produzioni sempre più sostenibili. Siamo convinti che da qui, dal mix tra innovazione e risorse, la nostra agricoltura possa segnare un cambio di passo positivo per vincere le nuove sfide dei mercati”.

 

Il peso delle risorse Psr 2021-2022

I 408,9 milioni di euro a disposizione dell’Emilia-Romagna per il 2021 e il 2022 derivano in parte da risorse Feasr (87%) e in parte da quelle attivate con il Next Generation Eu (13%). La strategia concordata con l’Europa, punta a dare continuità a quanto previsto finora nell’ambito della cornice strategica individuata nel Psr 2014-2020 e ad anticipare le linee indicate dal nuovo Green Deal europeo che troverà piena attuazione nel prossimo Psr ora in fase di discussione.

Infine, vengono aumentate le aree con vincoli naturali per ampliare in modo significativo le superfici destinate al sostegno regionale che non saranno solo in area pedemontana ma riguarderanno anche alcune aree di pianura. /BB