[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Lavoro: Rosolen, AttivaGiovani misura efficace. Nuovo bando da 1,8 mln
martedì 26 gennaio 2021
Udine, 26 gen - È un bilancio positivo quello tratteggiato
dall'assessore regionale al Lavoro e formazione, Alessia Rosolen,
sui primi tre anni di applicazione della LR 7/2017 ed in
particolare sui risultati raggiunti con AttivaGiovani, la misura
introdotta per avviare ad un nuovo progetto di vita i giovani che
non studiano e non lavorano.
"AttivaGiovani si è dimostrato uno strumento adatto a far entrare
i giovani nella società e a far comprendere loro che ci sono
attività che possono offrire soddisfazione e opportunità per
uscire dall'isolamento ed entrare in un contesto più ampio", ha
detto Rosolen, intervenendo alla seduta del Comitato per la
legislazione, il controllo e la valutazione chiamato appunto ad
esaminare il rapporto triennale sulla legge 7/2017 "Disposizioni
per il sostegno all'occupabilità dei giovani - AttivaGiovani, per
il sostegno all'assunzione con contratti di lavoro subordinato di
prestatori di lavoro accessorio e misure sperimentali di
accompagnamento intensivo alla ricollocazione".
La misura si rivolge ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29
anni, residenti o domiciliati in regione, che nei dodici mesi
precedenti all'intervento non hanno svolto attività di lavoro
subordinato per più di trenta giorni complessivi e non hanno
usufruito di percorsi formativi finalizzati al rilascio di un
titolo di studio.
Per la realizzazione degli interventi sono stati stanziati 4,5
milioni di euro (di cui 3 milioni da fondi europei FSE e 1,5
milioni da fondi regionali) nel triennio 2017-2019.
"Il prossimo avviso avrà una dotazione di 1,8 milioni di euro per
un arco temporale di 18 mesi", ha spiegato Rosolen, specificando
che saranno introdotti alcuni correttivi che terranno conto
proprio dell'esperienza maturata.
Un'esperienza che finora ha portato ad iscriversi ad
AttivaGiovani 536 persone nei tre anni, di cui 340 hanno
terminato il percorso. Nella maggioranza dei casi i partecipanti
possedevano la licenza media, ma hanno avuto accesso anche
diplomati e giovani in possesso di una qualifica professionale.
Al termine dei percorsi AttivaGiovani, il 44 per cento dei
partecipanti è risultato essere occupato (150 giovani su 340),
mentre solo il 22 per cento di chi non ha completato il percorso
ha poi trovato comunque un'occupazione.
Il lavoro a tempo determinato è stato lo sbocco più rilevante
(55,8 per cento), seguito dal lavoro intermittente (11 per cento)
e dall'apprendistato (10,1 per cento). Infine, relativamente alla
composizione delle assunzioni per settore di attività economica,
il maggior numero è stato registrato nei servizi di alloggio e
nella ristorazione.
Un dato interessante dell'indagine riguarda il forte impegno
progettuale dimostrato dall'Uti Giuliana (i bandi individuavano
nelle Unioni territoriali i soggetti a cui assegnare i
finanziamenti) tanto che quasi un terzo dei beneficiari è
risultato residente a Trieste, mentre i restanti due terzi sono
distribuiti in 102 Comuni della regione.
"Questa peculiarità - ha spiegato Rosolen - è dovuta soprattutto
alla forte strutturazione di modelli di rete già esistenti sul
territorio e già impegnati in questo specifico compito, come è ad
esempio il sistema dei ricreatori triestini, che più di altri si
è dimostrato capace di inserirsi in questi percorsi a supporto
dell'occupabilità giovanile".
L'altro dato interessante riguarda l'efficacia di alcuni percorsi
non prettamente professionalizzanti ma legati piuttosto ad una
formazione in ambito culturale (ad esempio percorsi teatrali o di
simulazione di ruoli) e gli atelier creativi, all'interno dei
quali i giovani hanno potuto far emergere più facilmente le
proprie abilità.
ARC/SSA/pph
dall'assessore regionale al Lavoro e formazione, Alessia Rosolen,
sui primi tre anni di applicazione della LR 7/2017 ed in
particolare sui risultati raggiunti con AttivaGiovani, la misura
introdotta per avviare ad un nuovo progetto di vita i giovani che
non studiano e non lavorano.
"AttivaGiovani si è dimostrato uno strumento adatto a far entrare
i giovani nella società e a far comprendere loro che ci sono
attività che possono offrire soddisfazione e opportunità per
uscire dall'isolamento ed entrare in un contesto più ampio", ha
detto Rosolen, intervenendo alla seduta del Comitato per la
legislazione, il controllo e la valutazione chiamato appunto ad
esaminare il rapporto triennale sulla legge 7/2017 "Disposizioni
per il sostegno all'occupabilità dei giovani - AttivaGiovani, per
il sostegno all'assunzione con contratti di lavoro subordinato di
prestatori di lavoro accessorio e misure sperimentali di
accompagnamento intensivo alla ricollocazione".
La misura si rivolge ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29
anni, residenti o domiciliati in regione, che nei dodici mesi
precedenti all'intervento non hanno svolto attività di lavoro
subordinato per più di trenta giorni complessivi e non hanno
usufruito di percorsi formativi finalizzati al rilascio di un
titolo di studio.
Per la realizzazione degli interventi sono stati stanziati 4,5
milioni di euro (di cui 3 milioni da fondi europei FSE e 1,5
milioni da fondi regionali) nel triennio 2017-2019.
"Il prossimo avviso avrà una dotazione di 1,8 milioni di euro per
un arco temporale di 18 mesi", ha spiegato Rosolen, specificando
che saranno introdotti alcuni correttivi che terranno conto
proprio dell'esperienza maturata.
Un'esperienza che finora ha portato ad iscriversi ad
AttivaGiovani 536 persone nei tre anni, di cui 340 hanno
terminato il percorso. Nella maggioranza dei casi i partecipanti
possedevano la licenza media, ma hanno avuto accesso anche
diplomati e giovani in possesso di una qualifica professionale.
Al termine dei percorsi AttivaGiovani, il 44 per cento dei
partecipanti è risultato essere occupato (150 giovani su 340),
mentre solo il 22 per cento di chi non ha completato il percorso
ha poi trovato comunque un'occupazione.
Il lavoro a tempo determinato è stato lo sbocco più rilevante
(55,8 per cento), seguito dal lavoro intermittente (11 per cento)
e dall'apprendistato (10,1 per cento). Infine, relativamente alla
composizione delle assunzioni per settore di attività economica,
il maggior numero è stato registrato nei servizi di alloggio e
nella ristorazione.
Un dato interessante dell'indagine riguarda il forte impegno
progettuale dimostrato dall'Uti Giuliana (i bandi individuavano
nelle Unioni territoriali i soggetti a cui assegnare i
finanziamenti) tanto che quasi un terzo dei beneficiari è
risultato residente a Trieste, mentre i restanti due terzi sono
distribuiti in 102 Comuni della regione.
"Questa peculiarità - ha spiegato Rosolen - è dovuta soprattutto
alla forte strutturazione di modelli di rete già esistenti sul
territorio e già impegnati in questo specifico compito, come è ad
esempio il sistema dei ricreatori triestini, che più di altri si
è dimostrato capace di inserirsi in questi percorsi a supporto
dell'occupabilità giovanile".
L'altro dato interessante riguarda l'efficacia di alcuni percorsi
non prettamente professionalizzanti ma legati piuttosto ad una
formazione in ambito culturale (ad esempio percorsi teatrali o di
simulazione di ruoli) e gli atelier creativi, all'interno dei
quali i giovani hanno potuto far emergere più facilmente le
proprie abilità.
ARC/SSA/pph